Nell'immaginario di molti la figura del beato cardinale Alfredo Ildefonso Schuster è immersa quasi in un alone di luce, al cui interno si disegna un profilo esile e piuttosto etereo, in dialogo con l'eterno e l'infinito [...] E, questo, anche il ricordo di chi ora sta premettendo poche righe di introduzione a uno studio molto accurato e originale [...] Elena Nobili punta il suo obiettivo di analisi su un vasto arco storico dell'esistenza di Schuster che non è mai stato pienamente attraversato dalla ricerca storiografica". Dalla Prefazione di Gianfranco Ravasi. Abate nel monastero benedettino di San Paolo a Roma, arcivescovo di Milano per venticinque anni, considerato dai fascisti vicino al regime ma noto anche per una dura omelia contro le leggi razziali del 1938, Idelfonso Schuster si dedicò per molti anni a un'opera di rinnovamento del cattolicesimo del suo tempo, generalmente ignorata da sostenitori e avversari e dimenticata dagli studiosi. Appassionato di archeologia cristiana e di musica sacra, si adoperò per recuperare quei legami con la tradizione ebraica e con il cristianesimo orientale di cui poi il Concilio Vaticano II ha sottolineato l'importanza. Convinto della necessità di riproporre agli uomini e alle donne del suo tempo l'esperienza più autentica della Chiesa primitiva, si impegnò in un'opera di riforma liturgica che gli attirò la condanna del Sant'Uffizio e i rimproveri del papa.
Che cosa è la verità? Attraverso il confronto teorico con alcune delle principali declinazioni contemporanee di questo concetto, emerge un'idea di verità non come rispecchiamento di una fantomatica realtà in sé, ma come compito, ideale regolativo che orienta i nostri sforzi conoscitivi volti alla conquista di piani sempre più ampi e comprensivi di oggettività per mezzo di un'incessante unificazione razionale dell'esperienza. La concezione della razionalità, in cui questa nozione di verità s'inquadra, contesta la contrapposizione heideggeriana fra pensiero (filosofico) e ragione (scientifica) e assottiglia la tradizionale distinzione fra scienze umane e scienze naturali. Poiché esclude ogni forma di fondazionalismo che facilmente degenera nel fondamentalismo, il saggio tocca il tema dei legami tra ricerca del sapere e società democratica e le ragioni che militano in favore della più ampia libertà di opinione e del pluralismo delle idee e dell'informazione.
Un libro che vanifica ogni possibile negazionismo. Henry Morgenthau, ebreo americano di origine tedesca, ambasciatore degli Stati Uniti a Costantinopoli dal 1913 al 1916, appena tornato in patria scrive e pubblica la sua testimonianza diretta del genocidio subito dagli armeni in Turchia. C’è l’oscuro incombere della guerra, delle devastazioni, delle stragi e il presagio di quanto accadrà trent’anni dopo. Lo sterminio degli armeni era solo una «prova generale» dei campi di concentramento nazisti.
Da più parti sono stati sollevati dubbi per ciò che concerne la qualità e la completezza dell'informazione scientifica offerta dai mezzi di comunicazione di massa, fonte privilegiata della formazione dell'opinione pubblica. La corretta informazione rappresenta, però, il presupposto per un serio dibattito pubblico in merito alle valutazioni morali e sociali delle novità che la ricerca scientifica propone, specialmente per quanto attiene al campo delle questioni cosiddette "bioetiche". Discutere relativamente all'adeguatezza dell'offerta informativa pare quindi, oggi più che mai, importante e necessario.
Vivere l’Italia è una raccolta di testi di attualità, cultura e società che propone una panoramica autentica sull’Italia, offrendo l’opportunità di accostarsi all’universo linguistico e culturale italiano. Gli obiettivi di arricchimento lessicale, potenziamento delle abilità di interazione, comprensione e produzione scritta sono intrecciati a spunti per il confronto interculturale e per l’analisi contrastiva tra l’italiano e le lingue degli apprendenti per una efficace educazione linguistica.
"La difesa dell'etica viene spesso additata come strumento aggressivo nei confronti di chi è costretto a perseguire obiettivi difficili e quindi a non badare troppo alle scelte imposte lungo il cammino. E chi difende l'etica è tacciato di moralismo, di superficialità di giudizio. Chiediamoci allora se è possibile essere un ottimo uomo d'impresa rispettando contemporaneamente con scrupolo i valori morali. Noi rispondiamo che non solo è possibile, ma che anche il valore economico non può prescindere da una generale moralità. L'etica e il profitto sono ampiamente compatibili. E l'uomo d'azienda, essendo inevitabilmente un modello sociale, deve rispettare sempre questo ruolo perché le sue azioni vengano prese ad esempio dai cittadini come modi di vita da imitare".
Tema ormai cruciale per tutte le organizzazioni, il diversity management è un approccio consolidato di gestione del cambiamento all'interno del mondo aziendale. Lo studio coordinato da Giuditta Alessandrini dedica particolare attenzione alle situazioni di lavoro contemporanee, caratterizzate da fenomeni socioeconomici correlati alla globalizzazione, quali, per esempio, la multietnicità come fenomeno connesso alle dinamiche migratorie e all'integrazione di soggetti stranieri nelle aziende. I contributi presenti nel volume esplorano i modi attraverso i quali il dialogo interculturale può essere fondamentale per mantenere non solo la competitività delle imprese ma anche condizioni di benessere organizzativo e di equità nel rispetto dell'alterità. Strategie di accoglienza verso la diversità, infatti (intese come bagaglio di valori, professionalità e ricchezze relazionali), possono rappresentare per l'impresa un significativo valore anche nell'ottica del raggiungimento del bene comune.
Durante il calvario degli armeni negli anni della prima guerra mondiale, attraverso la sua personale odissea, la bambina diventa adolescente, diventa donna, e forma il suo carattere e il suo destino affrontando la fatica insensata di continuare a percorrerla, quella strada infinita che porta verso il nulla, verso un destino ignoto che non è più nelle sue mani: eppure esiste, chiude nel fondo del cuore le ferite e i ricordi che più fanno male, e riesce a misurarsi con ogni disavventura.
La crisi tra governo fascista e Santa Sede sulla questione razziale, dalle politiche antiafricane in Etiopia al varo della campagna antisemita, sino alla controversia sui matrimoni misti e alla morte di Pio XI, è ricostruita, in questo libro, attraverso l'analisi di documenti italiani e di quelli vaticani. I passi diplomatici con cui la Santa Sede tentò di bloccare l'adozione in Italia delle leggi razziali, e il dibattito che si sviluppò in Vaticano nel merito delle teorie e delle politiche razziali del fascismo, trovano qui la giusta collocazione nelle vicende storiche di quegli anni. In particolare,è posto in risalto lo scarto esistente tra le posizioni di principio espresse da Pio XI e da L'Osservatore Romano, che condannarono chiaramente l'antisemitismo e il razzismo, e l'azione diplomatica della Santa Sede, ispirata alla logica del realismo e tesa alla ricerca di compromessi che potessero soddisfare almeno - l'unica richiesta basata su un appiglio giuridico, quella di non toccare la normativa matrimoniale, disciplinata dai patti concordatari.
La maggior parte dei ragazzi che usa Internet fa esperienza attiva delle culture partecipative: scrive e condivide post sui blog, elabora prodotti mediali in modalità nuove e creative (fan video, fan fiction), prende parte a community online e social network (Facebook), lavora in gruppo per produrre nuova conoscenza (Wikipedia). Un numero crescente di studiosi ritiene che queste attività possano favorire l'apprendimento tra pari, lo sviluppo di abilità utili per il lavoro e il pieno esercizio dei diritti di cittadinanza. Ma è possibile che queste competenze possano essere acquisite dai ragazzi in autonomia, al di fuori di qualsiasi progetto educativo? Jenkins sostiene la necessità di un indirizzo pedagogico e politico che metta in sinergia la didattica in aula, le attività extrascolastiche e il coinvolgimento delle famiglie affinché a tutti i giovani sia assicurata la possibilità di sviluppare le competenze culturali e le abilità sociali di cui hanno bisogno per affrontare al meglio le sfide del XXI secolo. Nel testo sono, inoltre, raccolti utili spunti ed esempi cui i docenti possono ispirarsi per progettare il lavoro in classe.