
Professare nel battesimo la stessa fede, condividere lo stesso calice, accettare reciprocamente i ministri. Le tre condizioni indispensabili perché le chiese potessero vivere in comunione le une con le altre e in continuità con gli insegnamenti della chiesa universale furono finalmente poste nel documento di convergenza Battesimo, Eucaristia, Ministero (BEM), approvato da Faith and Order il 12 gennaio 1982. Ci erano voluti quasi vent'anni di lavoro e di preparazione perché nella sala conferenze dell'Oasis de los Santos Apóstoles si compisse il "miracolo di Limaµ, un vero e proprio kairos ecumenico: così si mostrò agli occhi dei presenti. La punta più avanzata di una generazione di professionisti nel campo del dialogo ecumenico offriva dunque a tutte le realtà ecclesiali del World Council of Churches la possibilità di dimostrare che il tempo della negoziazione era finito e che il consenso teologico era ormai maturo per differire sul piano ecclesiale il compito di realizzare l'unità. Che fosse convinzione o illusione, di fatto le resistenze, i grippaggi e i ripiegamenti identitari fecero del BEM in poco tempo il frutto maturo di un raccolto mancato. A quasi quarant'anni di distanza questo volume prova a spiegare come un successo così lungamente pianificato da Faith and Order sia potuto arrivare troppo presto, o troppo tardi, ma in ogni caso fuori fase, rispetto al ciclo delle stagioni ecumeniche delle chiese, finendo suo malgrado nella collezione di fossili del movimento ecumenico.
Costituzione, sovranità, democrazia, stato di diritto. Quante e quali sono le parole del costituzionalismo moderno? Scritta a più mani da costituzionalisti e filosofi del diritto, questa «grammatica» non si concentra su un ordinamento giuridico in particolare, ma enuclea le idee fondamentali che hanno attraversato la dottrina dello stato costituzionale in Europa. Leggendo il costituzionalismo attraverso l'evoluzione delle sue parole, il libro ricostruisce le radici storico-culturali della nostra Carta e le prospettive future, invitando a partecipare al dibattito tutt'oggi in corso su come distribuire il potere in una società di cittadini considerati eguali.
Per qualità e quantità, i beni ecclesiastici rappresentano la componente più significativa del patrimonio culturale italiano. Tuttavia già da alcuni decenni questo immenso capitale religioso e artistico deve fare i conti con la sfida della secolarizzazione e con la complessità istituzionale e organizzativa degli enti ecclesiastici. In mancanza di interventi efficaci, i suoi tesori rischiano soluzioni improprie o, peggio ancora, di cadere in rovina. Se CEI e diocesi stanno reagendo con appositi uffici e azioni di sistema (come il censimento dei beni ecclesiastici, accessibile nel portale BeWEB), per gli ordini religiosi la situazione è più problematica. Eppure la posta in gioco è altissima: in che modo la società civile, il volontariato e gli enti pubblici possono concorrere a proteggere e valorizzare questo patrimonio immenso? Cosa si può fare per evitarne la dispersione e avviare invece una gestione corretta e sostenibile? Dopo una attenta e completa ricostruzione del quadro istituzionale e giuridico, il volume muove dalla rassegna delle esperienze maturate da alcune fondazioni per individuare gli ambiti più rilevanti o più critici degli interventi posti in essere e stabilire un insieme di buone prassi.
La salute è un diritto di tutti: un accesso universale alle cure è necessario e possibile L'epidemia da Covid-19 e la discussione che si è sviluppata attorno alle licenze sui vaccini, ci hanno drammaticamente mostrato che il nostro sistema economico, e in particolare l'istituto del brevetto e della proprietà intellettuale in campo medico, richiedono un prezzo alto da pagare in termini di monopoli e di disuguaglianze. È possibile immaginare un futuro in cui tutti possano godere dei frutti della scienza e della tecnologia eludendo il salato pedaggio che il mercato ci chiede? È possibile ripensare la brevettabilità di ciò che è necessario alla salute? Tra ricette immediatamente attuabili - purché la politica lo consenta - e soluzioni visionarie quasi ai limiti dell'utopia, la riflessione di un grande farmacologo su uno dei temi più urgenti del nostro tempo.
La storia dell'umanità è scandita da movimenti continui di genti e popoli, sospinti da una pluralità di motivazioni e circostanze, e con esiti che vanno dal pieno successo al totale disastro. L'autore racconta quindici vicende di migrazione che riguardano il mondo occidentale, Europa e America. Le storie si succedono secondo il diverso grado di libertà individuale che ha determinato la migrazione: dalla sua assoluta mancanza, propria degli spostamenti forzati - come nell'Unione Sovietica della Seconda guerra mondiale - al caso opposto degli spostamenti liberi, dovuti a decisioni individuali o familiari, come avvenne per la grande migrazione che fra Otto e Novecento portò milioni di persone oltre l'Atlantico verso le Americhe. Muoversi e cambiare dimora, terra, patria è una prerogativa umana, che le circostanze storiche non possono sopprimere.
Il Rapporto 2021 di italiadecide prosegue la riflessione avviata nel 2019 e dedicata alla fiducia reciproca tra pubblico e privato. Le relazioni di leale collaborazione tra operatori economici, organizzazioni e istituzioni sono la leva strategica per lo sviluppo del Paese. Opportunità e criticità di questa relazione sono qui analizzate in funzione della transizione ambientale. Questo processo, da un lato promette nuovi equilibri e nuove opportunità di crescita e di benessere, dall'altro lato comporta crescenti incertezze e timori per il futuro, conflitti di valori e di interessi, rischi di aggravare le disuguaglianze esistenti e di crearne di nuove. Per avviare concretamente e in tempi misurabili il Green New Deal è pertanto necessario riaffermare il dialogo e il reciproco riconoscimento tra società e istituzioni, per costruire una visione comune fondata sulla consapevolezza di una responsabilità diffusa. Alla base di questo processo c'è il rafforzamento della fiducia nella democrazia, indispensabile per costruire una cittadinanza sociale sostenibile.
È diffusa l'opinione che Dio sia già sceso almeno una volta sulla terra per venirci a cercare, accettando per questo, lui, re del cielo, di giacere bambino in una grotta. Spetta a noi adesso andare a cercarlo. Ed è così che l'uomo da sempre costruisce templi per incontrare Dio. Dov'è Dio? Dalla più remota antichità e dai recessi più profondi dell'inconscio, il suo silenzio ci ha parlato in infiniti modi. Lo abbiamo colto nei misteri della natura e nelle meraviglie dell'arte tutte le volte che, al di là dei limiti del visibile e del comprensibile, abbiamo visto una luce e sentito vibrare il suono della sua potenza. Prendendo le mosse dalla ricerca di un divino immaginato e sperato, questo libro approda alle immagini concrete di come Dio si sia proposto nelle opere dell'uomo, in quelle forme architettoniche spesso perdute, malintese e dimenticate del santuario, del tempio, della sinagoga, della cattedrale, della moschea. Un percorso drammatico e intenso verso i luoghi dell'eterno a misura d'uomo.
Negli ultimi anni la politica americana ha conosciuto rapide evoluzioni, ma l'intelaiatura dell'ordinamento statunitense rimane la Costituzione del 1787. Aggiornato all'esito delle elezioni presidenziali che hanno visto la vittoria di Joe Biden e a cui è seguito il più difficile insediamento della storia americana, il volume dà conto dei cambiamenti intercorsi a cavallo di due amministrazioni agli antipodi come quelle incarnate da Barack Obama e Donald Trump. Questi rivolgimenti politici vengono però collocati e analizzati all'interno delle continuità costituzionali, istituzionali e giuridiche - la struttura federale, la separazione dei poteri, l'indipendenza dei giudici, la carta dei diritti, l'associazionismo politico - di una democrazia che continua a essere di riferimento nel mondo.
A seguito della Brexit l'edizione aggiornata dà conto delle trasformazioni istituzionali che stanno già influendo sull'intero ordinamento costituzionale del Regno Unito. Il consolidamento del potere del premier e la sua dialettica con la sovranità parlamentare, la riflessione sui diritti fondamentali e sul nuovo Bill of Rights, le ambigue connessioni tra la democrazia diretta e la cultura della rappresentanza, la crescita della devolution e le rivendicazioni separatiste di Scozia, Galles e Irlanda del Nord, l'istituzione di una nuova Corte Suprema e il delinearsi di una nuova giurisdizione di rango costituzionale: questi i binomi nevralgici per osservare la fisionomia di una condizione di insularità che è entrata in una fase di accelerazione.
«Infine Enea arrivò a quella terra d'Italia che è chiamata Laurento, dal nome dell'alloro, su cui regnava Latino... Quello era dunque il luogo che il fato indicava per fondare una città» Origine del popolo romano, 10-11. Favolosi, intemporali: ogni città ha i suoi miti di fondazione, costellati di profezie e oracoli, il suo parterre di eroi. I Romani, che pure attingono a piene mani dalla mitologia greca - appena cambiando i nomi: Ermes/Mercurio, Atena/Minerva, Herakles/Ercole... -, dispongono di un ampio repertorio di racconti autoctoni, che parlano delle origini del loro popolo. Vi si narra di ninfe dei boschi; del fondatore Enea, straniero e designato; dei gemelli abbandonati Romolo e Remo, della lupa che li allattò; del pastore Faustolo che li raccolse; di un fratricidio, a ricordarci che gli albori scontano sempre un atto barbarico; di una serie di re, Romolo appunto e i restanti sei. Tra mito e storia, accanto agli eroi entrano in scena le donne, con il ratto delle Sabine, la sventurata Tarpea, Egeria che dettò le leggi a Numa, Lucrezia e il suo nobile senso dell'onore, le vestali, Clelia e le giovani romane. Un mondo prodigioso, quello che Giulio Guidorizzi dischiude con garbata sapienza, invitandoci a seguire i primi passi di una civiltà destinata a conquistare l'abbagliante titolo di Caput Mundi.