Nel giro di tre secoli, una piccola setta periferica riesce a diffondere e imporre il proprio messaggio, la propria legge, all'interno dell'impero romano. È questa la vicenda, stupefacente e improbabile, della prima diffusione del cristianesimo, che questo volume ricapitola con chiarezza. Dopo aver tratteggiato il contesto religioso in cui sorse, cioè il giudaismo tardo e i vari paganesimi vigenti nel territorio dell'impero romano, il volume descrive l'azione di Gesù e degli apostoli e l'intensa opera di proselitismo che questi iniziarono, la progressiva fissazione della dottrina, l'organizzazione delle comunità, le persecuzioni di cui l'autore mette in luce in particolare l'importanza nel dar forma a un'idea di Chiesa come Chiesa di martiri e dunque a una particolare idea di santità a partire dalla quale si svilupperà un'imponente letteratura agiografica.
Il volume è qui presentato in una edizione aggiornata alle più recenti acquisizioni delle neuroscienze cognitive e affettive. I vari argomenti della neuropsicologia sono trattati seguendo una impostazione teorica e metodologica intermedia tra gli approcci più tradizionali, basati sulla localizzazione anatomica delle lesioni responsabili del deficit cognitivo, e gli approcci «ultra-cognitivi», che privilegiano i meccanismi sottostanti le funzioni prescindendo dalle basi neurobiologiche.
Il libro ripercorre le vicende politiche dell'area che va dal Marocco all'Iran, una regione strategica per la presenza del petrolio e lacerata da molteplici conflitti. Sono tracciati due secoli di storia: dalla spedizione napoleonica in Egitto e dalle riforme dell'impero ottomano fino alla caduta del califfato, dall'espansione coloniale ai processi di decolonizzazione, alle svolte della rivoluzione iraniana e alla crisi irachena; dal conflitto arabo-israeliano fino agli avvenimenti più recenti, segnati dalle primavere arabe, dall'emergere dell'ISIS e dal fallito golpe turco.
Il libro indaga i diversi usi del vocabolo exodos, a partire dalla letteratura greca antica fino alla letteratura cristiana dei primi secoli, attraverso un percorso unitario e sistematico. Sono tre le domande principali che costituiscono il filo conduttore della riflessione: perché la partenza degli israeliti dall'Egitto viene chiamata exodos? la storia di tale sostantivo nella letteratura di lingua greca può spiegare questa scelta terminologica? fino a che punto tale scelta ha influenzato la ricezione dell'idea dell'esodo? Nella ricerca storica, filologica e biblica questa tematica non era stata finora affrontata in maniera sistematica ed esaustiva. Utilizzando un approccio lessicale, filologico e storico, il volume intende colmare una lacuna importante nella conoscenza di un termine che ha segnato la nostra storia sin dall'antichità.
Venezia, che conserva ancor oggi un'evidente impronta bizantina, nacque bizantina nel VI secolo e tale rimase nell'alto Medioevo almeno fino al IX secolo. Poi il legame con Costantinopoli si fece via via più lento, ma all'interno di questo si scrisse la vocazione commerciale di Venezia. L'autore traccia la storia del rapporto millenario che nel corso del Medioevo ha unito la città lagunare all'impero bizantino fino alla caduta di questo, nel 1453. Dalla fondazione di Venezia sotto la pressione dell'espansione longobarda alla dipendenza da Bisanzio, all'indipendenza entro la sfera dell'impero all'aperta ostilità che condusse Venezia a partecipare, nella quarta crociata, alla conquista di Costantinopoli.
Caro Salvatore caro Ferruccio Due credenti nella ragione, testimoni d’eccezione dei grandi cambiamenti economici e politici degli ultimi decenni, impegnati in una riflessione fra personale e civile sui travagli del paese, sulle loro cause remote e recenti, sui modi per uscirne. Un dialogo per conoscere e capire, parlando di temi che vanno dal possibile declino dell’economia italiana al rapporto con l’Europa, madre o matrigna, dal concetto di austerità nelle pubbliche finanze agli antichi difetti italiani nel diritto, nell’istruzione, nella concorrenza, nella finanza, dallo sviluppo sostenibile agli elementi di forza che l’economia italiana comunque conserva, dalle convulsioni del nostro sistema politico al circolo vizioso dell’informazione. Modesti nella normalità, eccezionali nell’emergenza: l’Italia si salverà ma la strada ricca di futuro apparterrà a cittadini consapevoli, non a moltitudini vocianti.
L'ideologia corrente esorta all'empatia confondendola con l'altruismo o persino con la bontà. È un errore fatale. Attraversando arte, filosofia e psicologia, questo libro smonta la connessione semplicistica e falsa tra morale ed empatia e ne costruisce una, più complessa, tra empatia e umanità. Tutti siamo empatici, ma non tutti siamo buoni. L'empatia, infatti, è necessaria anche ai torturatori, ai sadici, a chi - e il mondo contemporaneo, con i suoi muri e le sue derive securitarie ne fornisce innumerevoli esempi - contrappone il "noi" agli altri. Noi non siamo buoni perché siamo empatici ma possiamo diventare migliori conoscendo l'empatia, la sua forza, le sue strategie, i suoi segreti.
La Costituzione dell’Italia repubblicana offre, a livello europeo, una delle più complete protezioni della libertà religiosa, ma l’attuazione legislativa del progetto costituzionale è parziale. L’Italia è conosciuta per il suo modello concordatario, esteso dalla Costituzione anche alle confessioni diverse dalla cattolica, ma non tutti sanno che, per le comunità religiose prive di accordi con lo Stato, l’unica legislazione fruibile risale al 1929. Una normativa così datata e così fuori asse rispetto ai principi costituzionali, per quanto corretta nel tempo dalla Consulta, si è rivelata sempre più inadeguata a soddisfare le crescenti e nuove istanze, sia individuali che collettive, di libertà religiosa. I vari tentativi di approdare a una nuova legge generale sulla libertà religiosa non hanno avuto, a oggi, esito positivo. Restano così in larga misura inevase molte delle domande di libertà che emergono da un contesto religioso e culturale sempre più caratterizzato, anche in Italia, in senso pluralistico. A tali domande prova a rispondere la «Proposta» di legge pubblicata in questo volume, elaborata da Sara Domianello, Alessandro Ferrari, Pierangela Floris e Roberto Mazzola, con il coordinamento di Roberto Zaccaria. La «Proposta» prende in carico più istanze di libertà, individuali e comunitarie, investe diverse tematiche (tra le quali l’assistenza spirituale, l’associazionismo religioso, l’uguale libertà di tutte le confessioni) e scaturisce da un ampio confronto del Gruppo di lavoro con comunità religiose, associazioni non confessionali, giuristi, politici e rappresentanti istituzionali.
Roberto Zaccaria, già professore ordinario di Diritto costituzionale nell’Università degli Studi di Firenze, è presidente del Consiglio italiano per i rifugiati. Sara Domianello è professore ordinario di Diritto ecclesiastico e di Diritto canonico nell’Università degli Studi di Messina. Alessandro Ferrari è professore ordinario di Diritto ecclesiastico e di Diritto canonico nell’Università degli Studi dell’Insubria. Pierangela Floris è professore ordinario di Diritto ecclesiastico e di Diritto canonico nell’Università degli Studi di Cagliari. Roberto Mazzola è professore ordinario di Diritto ecclesiastico europeo e di Diritto interculturale nell’Università degli Studi del Piemonte Orientale.
Che tipo di democrazia è la democrazia populista? Da non confondersi con i regimi dittatoriali e autoritari, il populismo – nella prospettiva dell’autrice – va considerato una variante del governo rappresentativo, basata sul rapporto diretto tra un leader e il «suo popolo», rivendicato come «vero» contro l’establishment. Il rischio democratico non risiede allora nella domanda di espansione della democrazia, o nell’enfasi posta sul richiamo al popolo, ma nella selettività con cui il leader individua il suo popolo, facendone un’arma di parte da brandire contro l’altro. Il popolo dei populisti di fatto rifugge dall’inclusività e dalla generalità del popolo sovrano. Un contributo illuminante alla comprensione di un atteggiamento e di una prassi politica segnati da un crescente successo.
Nadia Urbinati è professore ordinario di Teoria politica alla Columbia University di New York. Collabora a diversi quotidiani nazionali; tra i suoi libri ricordiamo «Democrazia in diretta. Le nuove sfide alla rappresentanza» (Feltrinelli, 2013), «Democrazia sfigurata. Il popolo tra verità e opinione» (Egea, 2014) e «Utopia Europa» (Castelvecchi, 2019).
Il manuale presenta un quadro completo e aggiornato delle diverse difficoltà di apprendimento riscontrabili in ambito scolastico, relativi a lettura e scrittura, all’area del calcolo, all’attenzione. Nell’esaminare tali disturbi secondo una prospettiva neuropsicologica e cognitiva, gli autori, fra i maggiori esperti della materia, danno conto in modo chiaro ed esaustivo dei diversi modelli interpretativi così come delle novità intervenute negli ultimi anni in ambito diagnostico e riabilitativo.