
"Io conosco un pianeta su cui c’è un certo Signor Chermisi; non ha mai respirato un fiore; non ha mai guardato una stella, non ha mai voluto bene a nessuno, non fa altro che addizioni tutto il giorno, e tutto il giorno ripete: Io sono un uomo serio. E si gonfia di orgoglio. Ma non è un uomo, è un fungo!".
Questa accorata confidenza del Piccolo Principe di Saint-Exupéry mi è tornata in mente nel dare alla stampa questo quarto libro dei Ritratti di santi.
Nel pianeta cristiano bisognerebbe anzitutto imparare a cercare i Santi, imitando Frate Leone che tenta di rintracciare il Poverello d’Assisi: "al lume della luna, il va cercando pienamente per la selva: e finalmente egli udì la voce di santo Francesco e, appressandosi, il vide stare ginocchioni in orazione con la faccia e le mani levate al cielo, ed in fervore di spirito si decea: ‘Chi se’ tu, o dolcissimo Iddio mio? Che sono io, vilissimo vermine e disutile servo tuo?'".(Fioretti).
Tutta la bellezza del pianeta cristiano si manifesta nei Santi; e santi sono coloro che si nascondono nella selva (sempre nascosti nella Carità, anche quando intraprendono "opere e opere" a favore dei loro fratelli) per intrattenersi con Dio, in quel dialogo che ogni volta riporta il mondo alla originaria purezza della creazione.
(dalla Prefazione dell'Autore).
La comunione dei santi è, in un certo senso, il possesso diretto che noi cristiani abbiamo di tutti i santi di tutti i secoli. Questo passo di Péguy, ricordato dall’autore nella prefazione al suo volume, è la migliore presentazione del tentativo perseguito di fare teologia raccontando ed esponendo le vite dei santi. Apparentemente non vi è ordine nella sua scelta. Accanto al grande Agostino viene presentata l’umile figura di Vittoria Rasoamanarivo che svolse un ruolo significativo nell’evangelizzazione del Madagascar; il peso di una altro grande vescovo riformatore come san Franceso di Sales è bilanciato dalle figure semplici di Teresa Margherita Redi, un’umile suora che si distinse per la sua generosità nell’assistenza alle consorelle nel carmelo, e di Zelia e Luigi Martin, la mamma e il papà di santa Teresina, che sembrano tirati sugli altari dalla gloria della figlia. Il quadro è poi completato dal ritratto di tre sacerdoti moderni quali Daniele Comboni, Luigi Orione e Tito Brandsma.
Il denominatore comune è allora la comunione dei santi, lo sguardo portato nella bellezza e ricchezza della Gerusalemme celeste, dove i santi sono alla presenza di Dio e seguono l’Agnello dovunque egli vada. Ai nostri tempi, lamentano tanti, è venuta meno la considerazione dei Novissimi. Attraverso la contemplazione delle vicende di questi santi, Antonio Sicari offre l’immagine di una Chiesa più grande, di una comunione dei fedeli già raccolta nell’adorazione del Signore.
Gloria è la prima parte della grande esposizione balthasariana della fede cattolica. Prendendo le mosse dagli attributi dell'essere (bello, buono, vero), Balthasar ha trattato in questa prima parte della "bellezza" del mondo e della "gloria" di Dio, nella seconda (Teodrammatica) della libertà finita e infinita e nella terza (Teologica) dell'insieme delle questioni concernenti la verità creata, la verità divina, nonché il loro reciproco rapporto.
Lo Spirito della Verità è il terzo volume di Teologica, la terza anta della trilogia di Balthasar che vede prima Gloria (l'Estetica) e Teodrammatica.
Come nellEstetica sono messe in relazione bellezza del mondo e gloria di Dio, e come nella Teodrammatica la libertà finita e divinamente infinita, così nella Teologica si riflette sulla relazione tra la struttura della verità creata e di quella divina.
Un pamphlet illuminante, garbato ed elegantemente scritto, che affronta i temi cruciali del futuro della scienza, delle derive tecnologiche, dell'avvenire stesso del pianeta. Questo libro è intriso di una passione genuina per l'avventura della conoscenza scientifica, per la ricerca di base anzitutto che deve potersi dispiegare senza l'asfittica prospettiva di un'immediata applicatività tecnologica e commerciale, ma anche per la ricerca finalizzata che, proprio dal suo essere momento distinto dalla ricerca fondamentale, nutrito da essa ma separato, può dispiegare tutta la sua creatività tecnica. Sullo sfondo resta la grande questione delle risorse, sempre più limitate a causa dell'ipertrofia produttiva dell'economia globalizzata e l'urgenza di saldare una nuova alleanza con la natura che unisca il genio di diverse culture, lasciando alle generazioni future il meglio di Galileo e degli Indiani.
Il volume presenta un insieme di 53 tavole che illustrano le "gesta mirabili" di san Carlo Borromeo ideate da un religioso di Milano, Cesare Bonino, in segno di omaggio alla città che aveva visto dispiegarsi l'avventura della riforma della vita cristiana proposta dal grande cardinale lombardo. Oggi, a distanza di quattro secoli, in occasione dell'Anno Carlino, che ne ricorda il 400° anniversario, queste tavole vengono riproposte dalla presente edizione al lettore moderno. Accompagnate dalla trascrizione dei testi, esse sono introdotte da due brevi testi che ne danno una chiave di lettura storico-artistica di Danilo Zardin e di Simonetta Coppa.
Stefano Bortolussi, Patrizia Villani, Francesca Merloni, Fabrizio Pagni.. Sono nomi non conosciuti ai lettori di poesia, anche se letti nella ristretta cerchia degli addetti ai lavori. Sono autori di poesia, teatro o teatro in versi. Un genere rarissimo nella poesia italiana, e non diffuso comunque nel moderno occidente. Questo volume propone le opere nuove di autori che in questo decennio sperimentano con felicità la nuova e antica avventura. Accanto a quelli citati, autori già noti al pubblico della poesia, come Albeto Toni o Marco Vitale, poeti conosciuti o quasi inediti, ma tutti uniti dall'ebbrezza del nuovo e dalla dilatazione della voce oltre il "tu", sulla scena del mondo.
Angkor, nell’attuale Cambogia, è uno dei luoghi più straordinari che un turista, o uno studioso, possa visitare in Asia e meritava un grande e completo libro d'arte. Dopo il lungo periodo di guerra civile che in Cambogia ha bloccato ogni attività archeologica e di ricerca nel grande complesso di Angkor, non si hanno a disposizione opere capaci di dare un quadro completo dei monumenti. E' così che a cura di G. Béguin si è deciso di rieditare il testo dell'ultimo grande lavoro su Angkor fatto da M. Glaize, direttore degli scavi fino al '45. L'opera originale, mai tradotta in italiano, era uscita con pochi documenti in bianco e nero, è, oggi, accompagnata da grandiose e puntualissime tavole a colori decise dal curatore a partire dalle campagne fotografiche svolte negli ultimi anni da S. Held.
Questo libro, grazie ad un perfetto intreccio tra la storia del manifesto con la storia dell'aviazione, ha il pregio di raccontare "con le immagini" uno spaccato del percorso compiuto dall'uomo contemporaneo, fatto di scoperte e di guerre, di competizioni e di riconoscimenti, il tutto filtrato attraverso la lente dell'arte. Indiscutibile è il potere evocativo da sempre suscitato dalle immagini e dalle rappresentazioni. Dopo un capitolo di apertura dedicato alle imprese pionieristiche dei padri dell'aviazione - primi fra tutti i fratelli Wright -, Manifesti aerei documenta il crescente interesse della stampa e delle nazioni per gli aerei attraverso manifesti che annunciano meeting europei e statunitensi, esposizioni, premi e addirittura intere settimane dedicate alla nuova disciplina, insegnata persino alla Sorbona.
Questo libro è un invito ad un itinerario che consente di pensare l'unicità del Cristo nel contesto di un mondo segnato da una pluralità di tradizioni culturali e religiose. La globalizzazione può condurre, per certi versi, a relativizzare radicalmente ogni pretesa all'assoluto e a colpire quindi il concetto di "unicità" che sembra impedire l'espressione di un vero pluralismo. In questa situazione il cristianesimo, per la tradizionale affermazione dell'unica mediazione di Cristo, è talvolta sospettato di assumere un atteggiamento di intolleranza nei confronti delle altre religioni. La sfida principale di questo libro consiste nel comprendere che l'unicità della mediazione di Cristo non sia esclusiva di altre forme di mediazione, cioè di religiosità, sebbene sveli origine e direzione. L'impegno nel dialogo interreligioso diventa, in questa luce, centrale nella missione della Chiesa, nel suo essere sacramento universale di salvezza.