
Non si finisce mai di studiare Bernardo di Clairvaux, e con lui, la costellazione dei "dottori" sorti da Cîteaux. Con il loro "amore delle lettere" e "desiderio di Dio", essi hanno lasciato un patrimonio enorme di contemplazione, di esperienza e di "arte" del mistero cristiano. I temi trattati toccano in profondità la materia cistercense, a cominciare dalle origini e dall'originalità di Cîteaux, che trova le radici del "nuovo monastero" nella carità cristiana che "è capace di dare compimento al senso di un'intera esistenza". Un'esistenza che assume la sua forma e la sua misura da Cristo che ha unificato tutta la vita di Bernardo, il quale dichiarava: "Questa è la mia più sublime e la mia interiore filosofia: sapere Gesù". Bernardo di Clairvaux abitualmente non ama indugiare sul pensiero astratto, proprio della "scuola", ma applicare la sua "considerazione" al mondo concreto, esplorando, con rara penetrazione, la fenomenologia dell'anima, ed esprimendola con il multiforme linguaggio dell'esperienza.
L'uomo è sempre stato affascinato dagli animali. Erano forti, belli, intelligenti e lui ne era attratto e li temeva. L'uomo li ha visti come dei, ma li ha usati per vivere, per vestirsi, per cibarsi, per ornarsi. Nelle grotte del Paleolitico ci sono grandi affreschi: gli animali sono immensi, invadenti, assoluti, mentre l'uomo è piccolo e debole. L'uomo da sempre ama e teme l'animale, che per lui è tanto vicino ma tanto distante. L'uomo scruta gli animali per capire forme, colori, gesti, forza d'azione, astuzia. Anche noi, oggi, vogliamo imparare qualcosa con gli animali. Sebastiano Ranchetti vi ha visto i colori, e invita i giovani lettori a tuffarvisi dentro. Età di lettura: da 3 anni.
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L'uomo è sempre stato affascinato dagli animali. Erano forti, belli, intelligenti e lui ne era attratto e li temeva. L'uomo li ha visti come dei, ma li ha usati per vivere, per vestirsi, per cibarsi, per ornarsi. Nelle grotte del Paleolitico ci sono grandi affreschi: gli animali sono immensi, invadenti, assoluti, mentre l'uomo è piccolo e debole. L'uomo da sempre ama e teme l'animale, che per lui è tanto vicino ma tanto distante. L'uomo scruta gli animali per capire forme, colori, gesti, forza d'azione, astuzia. Anche noi, oggi, vogliamo imparare qualcosa con gli animali. Sebastiano Ranchetti vi ha visto le forme, e invita i giovani lettori a tuffarvisi dentro. Età di lettura: da 3 anni.
L'uomo è sempre stato affascinato dagli animali. Erano forti, belli, intelligenti e lui ne era attratto e li temeva. L'uomo li ha visti come dei, ma li ha usati per vivere, per vestirsi, per cibarsi, per ornarsi. Nelle grotte del Paleolitico ci sono grandi affreschi: gli animali sono immensi, invadenti, assoluti, mentre l'uomo è piccolo e debole. L'uomo da sempre ama e teme l'animale, che per lui è tanto vicino ma tanto distante. L'uomo scruta gli animali per capire forme, colori, gesti, forza d'azione, astuzia. Anche noi, oggi, vogliamo imparare qualcosa con gli animali. Sebastiano Ranchetti vi ha visto gli opposti, e invita i giovani lettori a tuffarvisi dentro. Età di lettura: da 3 anni.
La rimarcabile unità geografica da sempre caratteristica dell'Egitto è il primo fondamento della sua eccezionale continuità storica, che si è costruita nell'alternarsi e nel confronto tra diverse dimensioni di espansione e influenza: quelle asiatica e africana sul piano continentale, quelle nilotica e mediterranea sul piano regionale. Il libro introduce a questa molteplicità di dimensioni e piani - storico, politico e culturale - che hanno via via contribuito a trasformare e arricchire l'identità dell'Egitto. Si apre con due contributi sulla civiltà dei Faraoni e le sue espressioni religiose; si svolge poi attraverso la diffusione del cristianesimo e l'elaborazione di forme artistiche proprie, tardo-antiche e cristiane, fino ai cambiamenti portati dalla conquista araba e dalla diffusione dell'Islam. I secoli medievali e quelli del governo dei Turchi, prima mamelucchi poi ottomani, rappresentano per il paese un'alternanza di luci e ombre, una complessità della quale rende conto anche un capitolo sulla società e la cultura del Cairo medievale. La modernità, giunta con l'esercito napoleonico, affascina molti esponenti della società egiziana e, attraverso essi, si irradia in altre regioni del Vicino Oriente. I temi propri del Risorgimento arabo e poi dell'individuazione di quali dimensioni privilegiare tra le tante proprie del paese - islamica, araba, egiziana, mediterranea - hanno fatto dell'Egitto nel Novecento un vero laboratorio di riflessioni e decisioni politiche cariche di conseguenze.
Anselmo d’Aosta e dintorni. I “dintorni” sono tre: Lanfranco di Le Bec, priore di Anselmo e poi suo predecessore nella sede episcopale di Canterbury – qui presentato nel suo profilo generale e nella prerogativa di esegeta, in cui spunta già il teologo; Guitmondo d’Aversa, alunno di Lanfranco soprattutto come maestro di dialettica nel monastero di Le Bec; e Urbano II, del cui comportamento Anselmo non sarà totalmente soddisfatto – pur non cessando mai di riferirsi alle sue decisioni sull’indipendenza ecclesiale nelle nomine episcopali –, e qui studiato nei suoi principi di riforma della Chiesa.
Ma a emergere nel volume, e a occuparne la più parte, è lo stesso Anselmo d’Aosta, riscontrato nelle vicissitudini complesse e nelle tribolate peripezie che ne tratteggiano e ne snodano la vita, sempre toccandola e coinvolgendola nell’intimo.
Ne risulta così ampiamente ricostruita la sua figura di monaco e di abate amabile – al quale, a suo dire, tutti i buoni volevano bene –, di teologo sottile, di ostinato difensore della «libertà della Chiesa» e di assertore tenace del primato delle ragioni della verità e della coscienza.
Il volume mira anche a essere una introduzione o iniziazione a sant’Anselmo in vista del IX centenario della sua morte – 21 aprile 1109 –, che sicuramente non mancherà di chiamare a convegno studiosi e ricercatori dalla sponda sia della filosofia sia della teologia.
Eliade Mircea Oceanografia
Nel 1934 Mircea Eliade (1907-1986) pubblicava con il titolo Oceanografia una selezione di articoli e saggi apparsi a Bucarest sul giornale «Cuvântul» e sul settimanale «Vremea» nei due anni precedenti, oltre ad alcune note di diario con il titolo Frammenti. «Questo tentativo di esaminare la vita quotidiana dell’anima, di risolvere di nuovo, con serietà, i problemi semplici – che nessuno prende più in considerazione – perché troppo grandi o troppo semplici – lo chiamo oceanografia», scrive l’Autore nella sua prefazione.
Con stile nervoso, paradossale e a volte ironico, il giovane Eliade, ritornato dall’India nell’ambiente culturale vivace e pluralista della Bucarest dell’inizio degli anni ’30, in questo libro presenta appunto una «oceanografia dell’anima contemporanea», attraverso una serie di «divagazioni filosofiche» in cui troviamo, in fase di elaborazione, alcuni dei temi di fondo del futuro grande storico delle religioni, scrittore e uomo di cultura: la critica ai pregiudizi occidentali nei confronti delle tradizioni religiose extraeuropee, la scoperta del simbolo come strumento di conoscenza, l’«irriconoscibilità del miracolo», le strutture mitiche del romanzo e del cinema, la libertà personale e l’esperienza vissuta, l’autenticità contrapposta all’originalità quale premessa alla creatività artistica e alla disponibilità della scoperta.