
Rosario Crocetta se ne va e lascia il suo buco: una voragine nella carne viva della Sicilia, dovuta all'incapacità di un governo che solo l'impostura di una Rivoluzione da Pappagone ha potuto far sopravvivere per tutta una legislatura. Con la complicità dei leader politici nazionali, tutti indifferenti alle sorti del più importante pezzo di storia e di futuro messo al centro del Mediterraneo. E con la sciagurata devastazione sociale conseguente alla bugia delle bugie: l'Autonomia regionale, motore primo della corruzione, degli sprechi e del sottosviluppo. Come in un copione in costante aggiornamento, la terra delle contraddizioni torna a farsi protagonista, con l'urgenza che la cronaca reclama. Attori in scena, con il governatore uscente, i suoi folcloristici assessori, i maledetti piromani che ogni estate tornano a incendiare ettari di terra sull'altare delle convenienze e i furbi che si fanno beffe dei fessi. Ma anche i giganti eterni che fanno grande la Sicilia, come Andrea Camilleri, e poi i caduti, che raccontano la storia di un ritorno, come Totò Cuffaro. Il risultato è un'istantanea impietosa e sagace, sconsolante nella nuda verità e al tempo stesso esilarante nelle dinamiche che ritrae. Dopo Buttanissima, ecco Strabuttanissima Sicilia per raccontare i guai della terra che dannandosi si ama, una terra che pur davanti all'evidenza del baratro si rifiuta di voler imparare dai suoi errori. Aveva ragione Tomasi di Lampedusa. E noi, purtroppo, torto. Nulla, infatti, cambia.
Razzismo, fanatismo, sentimento antidemocratico: il dibattito pubblico a cui partecipiamo è sempre più polarizzato, dominato da un pensiero pronto a contestare le posizioni degli altri, ma incapace di mettere in discussione le proprie.
Carolin Emcke oppone a questa omologazione la ricchezza di una società aperta a voci differenti: una democrazia si realizza pienamente soltanto con la volontà di difendere il pluralismo e il coraggio di opporsi all’odio. Con questi anticorpi possiamo sconfiggere i fanatici religiosi e nazionalisti, che raccolgono consensi ma hanno paura della diversità e della conoscenza, le armi più potenti che abbiamo.
Un saggio provocatorio e coraggioso, best seller da oltre 100.000 copie in Germania e in corso di traduzione in 11 lingue, che conferma Carolin Emcke come una delle voci più interessanti e seguite del panorama europeo.
Tetsuya è il miglior arciere del paese, ma si è ritirato a vivere come un umile falegname in una valle remota. Un giorno, un altro arciere venuto da lontano lo rintraccia e si presenta a lui per confrontarsi col migliore di tutti. Tetsuya raccoglie la sfida, in cui dimostra allo straniero che non basta l'abilità tecnica per avere successo, con l'arco e nella vita. Un giovane del villaggio ha assistito al confronto, e implora Tetsuya di insegnargli il cammino dell'arco di cui ha tanto sentito parlare. Il maestro cede all'entusiasmo del giovane e decide di rivelargli i suoi segreti, che non faranno di lui soltanto un bravo arciere, ma soprattutto un grande uomo. Il ragazzo, attraverso una serie di consigli ed esempi, impara così a scegliere con cura gli alleati, a concentrarsi sul giusto obiettivo, a lavorare su di sé con costanza per migliorarsi, trovando la serenità anche nei momenti burrascosi.
Sono atmosfere rarefatte e surreali a fare da sfondo ai racconti di "Disadorna". Seguendo quel tocco lieve e ironico che contraddistingue il realismo magico tutto padano di Dario Franceschini, incontriamo uomini storditi di fronte alla vastità del mare, ci perdiamo nella nebbia che avvolge la pianura, scoviamo ricordi e amori lontani, vediamo le storie con gli occhi dei protagonisti. Forse, ci dice l'autore, è proprio nelle cose più semplici della vita che si nasconde la felicità.
Bobi Bazlen (Trieste 1902 - Milano 1965) è stato uno dei protagonisti più influenti della cultura italiana nel Novecento. Fondatore assieme a Luciano Foà di Adelphi, consulente di Einaudi e delle più importanti case editrici italiane, grazie a lui venne scoperto Italo Svevo e pubblicata la letteratura mitteleuropea fino ad allora sconosciuta, tra cui Franz Kafka e Robert Musil. Capace di leggere indifferentemente in tedesco, italiano, inglese e francese, indovinava il valore dei libri in base al fatto che avessero "il suono giusto". Affascinato da oroscopi e mappe astrologiche, aveva una cultura vastissima che si spingeva fino all'antropologia e all'arte primitiva. Di madre ebrea e padre cristiano evangelico, da adulto abbracciò il taoismo e le filosofie orientali. Imprendibile, misterioso, bizzarro anche nel vestiario, è rimasto sempre nell'ombra. Chi era dunque, Roberto, Bobi, Bazlen? Perché ha lasciato fantasmi irrisolti? Perché era amato da tanti, come la poetessa Amelia Rosselli, e avversato da altri, come il regista Pier Paolo Pasolini e lo scrittore Alberto Moravia? Una vita piena di passioni, amicizie profonde e frequentazioni di intellettuali come Elsa Morante, sullo sfondo della grande storia del secolo breve. Dalle mattinate passate nella bottega di Umberto Saba, al dialogo ininterrotto con Eugenio Montale, all'avventura della psicoanalisi, con Edoardo Weiss e Ernst Bernhard, di cui fu uno dei primi pazienti. Questo libro racconta un Bazlen inedito, attraverso lettere e testimonianze che riportano a Trieste, la città che lasciò a 32 anni senza farvi (forse) più ritorno.
Impara ad ascoltare il tuo cuore: è l'insegnamento che scaturisce da questa favola spirituale e magica. Alle frontiere tra il racconto da mille e una notte e l'apologo sapienziale, "L'alchimista" è la storia di una iniziazione. Ne è protagonista Santiago, un giovane pastorello andaluso il quale, alla ricerca di un tesoro sognato, intraprende quel viaggio avventuroso, insieme reale e simbolico, che al di là dello stretto di Gibilterra e attraverso tutto il deserto nordafricano lo porterà fino all'Egitto delle piramidi. E sarà proprio durante il viaggio che il giovane, grazie all'incontro con il vecchio alchimista, salirà tutti i gradini della scala sapienziale: nella sua progressione sulla sabbia del deserto e, insieme, nella conoscenza di sé, scoprirà l'anima del mondo, l'amore e il linguaggio universale, imparerà a parlare al sole e al vento e infine compirà la sua leggenda personale. Il miraggio, qui, non è più solo la mitica pietra filosofale dell'alchimia, ma il raggiungimento di una concordanza totale con il mondo, grazie alla comprensione di quei "segni", di quei segreti che è possibile captare solo riscoprendo un linguaggio universale fatto di coraggio, di fiducia e di saggezza che da tempo gli uomini hanno dimenticato.
Il Vietnam dilaniato dalla guerra e dal comunismo; New York - il simbolo dell'America - ferita dalla violenza e dall'intolleranza; l'omosessualità come condizione di diversità ed emarginazione. Trentacinque poesie, ispirate al vissuto di questo giovanissimo autore vietnamita, emigrato in America ancora bambino. Ad animare "Cielo notturno con fori d'uscita", la sua prima raccolta poetica, è una lingua nuova, di commistione e creazione, in cui l'amore per il classicismo - il mito, l'estetica, l'armonia, la fede nell'ordine e nella simmetria - si fonde con la ricerca di nuove forme, sempre fedeli al verso libero e a un dialogo fra prosa e lirismo sorprendente e vitale.
Un'agenda per accompagnare i lettori ogni giorno con una frase, un consiglio, un ammonimento, una massima. Un appuntamento che quest'anno è dedicato al tema della libertà e che, come ogni anno, propone le illustrazioni di Catalina Estrada.
Dalle ceneri della Primavera araba, si è acceso in Siria, dal 2011 a oggi, uno dei conflitti civili più lunghi e violenti della storia recente. Janine di Giovanni - reporter americana che ha vissuto, dalla guerra nei Balcani, tutti i fronti più caldi degli ultimi decenni - ha seguito sin dal principio le ostilità che hanno lacerato la Siria. Janine di Giovanni racconta dall'interno un paese sull'orlo della disintegrazione, abbracciando il punto di vista delle vittime più fragili e sole: le persone normali, le madri, i figli, gli anziani, coloro che hanno perso tutto, i giovani soldati mandati a combattere. Questi ritratti dal fronte, scritti con passione, empatia e tenerezza, testimoniano le conseguenze di una guerra civile che ha visto un popolo armarsi e combattere contro se stesso, arrivando a distruggere uno dei paesi più sviluppati del Medio Oriente e sollevando questioni che riguardano noi tutti - i milioni di profughi e rifugiati, la nascita e diffusione dell'ISIS, le costanti tensioni fra le potenze internazionali.
Esther Hillesum, detta Etty, è una ragazza olandese di origini ebraiche, colta, curiosa, dalla sensibilità inusuale. Appassionata di letteratura russa e lettrice vorace, lavora come dattilografa al Consiglio Ebraico: la sua è una condizione privilegiata, allo scoppiare della Seconda guerra mondiale e con l'inizio delle persecuzioni razziali potrebbe scappare e salvarsi. Potrebbe coltivare i suoi studi, scoprire l'amore che comincia ad affacciarsi nella sua vita, realizzare i mille sogni suggeriti dalla sua fantasia. Ma decide di non abbandonare la sua famiglia, il suo popolo, e di condividerne fino in fondo la sorte. Così, il 7 settembre 1943, dopo i mesi passati nel campo di transito di Westerbork, sale su un treno per Auschwitz da cui, quasi trentenne, non farà più ritorno. In questo appassionante ritratto, che si legge come un romanzo di grande intensità, Edgarda Ferri racconta l'animo ribelle e poetico di Etty Hillesum, gli anni della gioventù e della guerra affrontati con uno spirito mai esausto, un "umanesimo radicale" che ha trovato nelle pagine del suo diario e delle sue lettere un'altissima interpretazione letteraria. Considerata uno dei simboli della Shoah, la vita e l'opera di Etty Hillesum sono diventate fonti di ispirazione contro l'oblio della memoria, esempi di altruismo e solidarietà capaci di sopravvivere alle atrocità della storia. Questo libro ci trasporta con intimità e rispetto nei suoi momenti privati, nelle scelte coraggiose, nel cuore tormentato di una donna dalla forza indomita e mai dimenticata.