La bolla "Auctorem fidei" è stata un documento di primaria importanza nella formazione del clero in senso ultramontano nell'800 e poi più in generale del clero cattolico nella prima metà del '900. La gran parte del clero non era portato alla filologia o alla ricerca storica, ma piuttosto al proprio compito di pastori nella Chiesa. Le 85 proposizioni dell'Auctorem fidei erano come un quadro comodo di riferimento: una sorta di catechesi papale e cattolica proposta in termini essenziali e rispondente pienamente alle urgenze dei tempi nuovi.
Per varie ragioni il saggio costituisce una novità. Introduce per la prima volta nelle pubblicazioni italiane di etica filosofica e teologica l’interesse per i temi della felicità e della virtù, attorno ai quali da circa un trentennio è in corso un vivace dibattito presso moralisti tedeschi e anglo–americani. Parecchi filosofi e teologi ripropongono infatti i concetti di fe­licità e di virtù per ovviare agli inconvenienti riscontrabili nell’etica moderna, di matrice sia utilitarista, sia kantiana, sia liberale.
In particolare l’a. opera per la prima volta in Italia un approfondito confronto con la proposta di Alasdair MacIntyre nel suo After Virtue di riprendere la tradizione aristotelica delle virtù.
Inoltre discute il progetto di Stanley Hauerwas di centrare l’etica teologica sul concetto di carattere formato in una comunità. Da parte sua introduce nel dibattito un interlocutore che, pur essendo antico, è nuovo, in quanto o ignorato o scarsamente sfruttato: Tommaso d’Aquino. Egli mostra non solo che la morale della virtù elaborata da Tommaso dice qual­cosa di assolutamente originale rispetto alle teorie etiche antiche, moderne e odierne, ma anche che il suo contributo, opportunamente sviluppato per rispondere ai nuovi pro­blemi, resta valido e attuale.
Delinea così un’etica della virtù che, riprendendo quella tomista, integra i concetti di ragion pratica (sfruttando la recente teoria di G. Grisez e di J. Finnis), di vita buona, di felicità, di dovere e analizza i complessi rapporti tra virtù e norme, virtù e giudizio pratico. So­prattutto spiega la funzione delle virtù nella buona condotta di agenti umani complessi e fragili. Termina con alcuni spunti circa l’educazione alle virtù.
Il saggio è filosofico, ma ha rilevanza anche per la teologia morale e spirituale e per una teoria dell’educazione morale.
Le proposte principali che emergono dal volume, rivolte a rendere le scuole e i centri capaci di offrire una formazione tecnico-professionale adeguata alle sfide del Terzo Millennio, sono: potenziare nell'attività formativa i processi di personalizzazione in modo da educare soggetti solidi, maturi e consapevoli; diffondere una nuova cultura organizzativa ispirata a un modello progettuale aperto e flessibile, puntando al coinvolgimento diretto della famiglia nelle attività formative e sviluppando al massimo la relazione con le imprese; realizzare un processo di evangelizzazione veramente integrato nella vita delle scuole e dei centri, rafforzando la Comunità educativo-pastorale.