Vissuto al culmine della civiltà medievale, negli anni in cui Dante scriveva la sua Commedia, il tedesco Eckhart (1260-1328 ca.) è unanimemente riconosciuto come il più profondo mistico occidentale e, insieme, come grandissimo pensatore. Non a caso i contemporanei lo chiamarono meister, ovvero magister, non tanto per la cattedra universitaria che aveva tenuto a Parigi, quanto per la sapienza dispiegata sul tema cruciale per ogni intelligenza umana: conoscenza dell'anima e conoscenza di Dio. Eckhart infatti da un lato recepisce in pieno la lezione della filosofia classica: conosci te stesso e conoscerai anche Dio, perché uno solo è il logos, umano e divino; dall'altro rivendica per ogni cristiano quel che Gesù afferma di sé stesso: l'essere una cosa sola col Padre. Rovesciando così completamente il dualismo biblico, per cui c'è un Dio lassù nei cieli e un uomo quaggiù in terra, il maestro domenicano insegna invece che l'anima e Dio sono una cosa sola. Questa paradossale verità la comprende però soltanto l'uomo interiore, ovvero l'uomo completamente distaccato, che ha evangelicamente rinunciato a sé stesso e ha così scoperto l'essenza dell'anima, il suo "fondo", ove essa diventa spirito, così come Dio è spirito. Si apre allora per lui, "uomo nobile", già qui nel tempo la luce abbagliante dell'eternità, e già qui nel molteplice la dimensione beatificante dell'Uno.
Admirabile commercium è la formula che i pari della chiesa idearono per sintetizzare il cuore del messaggio cristiano, ovvero lo "scambio miracoloso" tra il divino e l'umano, per cui Dio assunse la natura umana, affinché l'essere umano potesse divinizzarsi. Uno scambio ben impari, tutto a vantaggio dell'umanità e realizzato solo per amore e per grazia.
A partire da Ireneo di Lione, la "formula dello scambio" è divenuta, nei primi secoli, la carta d'identità dei cristiani. E' forse giunto il tempo di rivalutarla.
Oggi che i tratti "transumanti" di immortalità e onnipotenza vengono invocati con particolare prepotenza, il recupero del concetto cristiano di "divinizzazione" è la preziosa risposta della teologia al desiderio più profondo che abita da sempre l'animo umano.
Come è da intendere questa divinizzazione? A quale realtà allude? Nessuno può rispondere a questi interrogativi meglio dei padri della chiesa greci e latini, di cui questo libro offre, per la prima volta nella pubblicistica italiana, una ricognizione globale.
Giordano Frosini (1927-2019) è stato uno dei teologi più completi della Chiesa italiana. Come docente della Facoltà teologica dell'Italia centrale e come autore, ha coperto tutte le aree della teologia. Nella sua vasta produzione, particolare apprezzamento e successo hanno ricevuto i testi di escatologico e teologia delle realtà terrestri, tradotti in diverse lingue.
Andrea Vaccaro, della Facoltà teologica dell'Italia centrale, si occupa principalmente delle linee di intersezione tra teologia, filosofia e tecnologia. Tra i suoi testi: Perché rinunziare all'anima? (EDB 2001), Il dogma del Paradiso (Lateran University Press 2006), Bit Bang (con G.O. Longo, Apogeo 2013), L'intelligenza spirituale (EDB 2018).
Persuasa che la rivelazione divina non sia esclusiva di un popolo e di un tempo, Simone dedicò gli ultimi anni della sua breve vita (1909-1943) a un'indagine nelle tradizioni religiose di tutto il mondo, alla ricerca di cosa unisce nella verità le diverse rivelazioni. Particolare rilievo in questa indagine lo ebbero le grandi filosofie e religioni dell'India: l'induismo, esaminato nei suoi principali testi - le Upanishad e la Bhagavad-Grta - per le quali Simone studiò intensamente il sanscrito; il buddhismo, soprattutto nella sua forma Zen, e, di riflesso, anche il taoismo cinese. Nella "rivelazione indiana" Simone trovò quegli elementi essenziali che non aveva trovato in quella biblico-cristiana: il distacco dall'ego, con la conseguente identificazione con l'Uno-Tutto; il concetto impersonale e, insieme, personale di Dio, una cosa sola con l'anima. Sul piano morale, trovò la risposta al problema dell'azione e della forza, tanto più scottante durante la guerra: come Krishna insegna ad Arjuna, l'azione è buona se compiuta senza guardare ai frutti, "senza perché", come dicono i mistici cristiani. Simone si convinse infatti che la verità delle religioni non sta nelle rappresentazioni teologiche, ma nella mistica. Le mistiche - scrisse - si rassomigliano tutte, fin quasi all'identità. Cogliere questa identità, ma anche il rilievo di quel "quasi", fu l'impegno che assolse fino alla morte.
Il testo contiene il materiale preparatorio - in certo senso gli abbozzi - di una grande opera di predicazione ("Opus Sermonum") progettata dal Maestro domenicano (1260-1328 ca.) che però non ci è giunta. Ci troviamo così in presenza di un caso unico nella storia del pensiero e della spiritualità: nella officina, per così dire, di un intellettuale medievale, di fronte alla testimonianza viva del suo metodo di lavoro, nella fase di preparazione di un'opera. L'importanza eccezionale di questi abbozzi - peraltro sviluppati spesso come un'intera predica - sta nel fatto che essi mostrano in tutta evidenza i temi principali che Eckhart ha avuto sempre in mente e che intendeva trattare. Ritroviamo qui perciò, in primo luogo, la concezione dell'uomo distaccato, che nel distacco è fatto una cosa sola con Dio: in cui soltanto, per grazia, assume reale consistenza, davvero è, non più smarrito nell'oceano doloroso della lontananza dall'essere, dal Bene.
«La filosofia non ha che una sola mèta e un solo principio: conoscere sé stessi e diventare simili agli dèi. Il principio è la conoscenza di sé stessi, la mèta è la somiglianza agli dèi»: così, alla fine del mondo antico, l'imperatore Giuliano esprimeva il senso del filosofare classico, da Pitagora e Platone in poi. Questo senso oggi è perduto, per cui il mondo contemporaneo, privo tanto della conoscenza di sé quanto di quella di Dio, vaga smarrito nell'alienazione. Il nostro tempo è infatti funestato da due false scienze, la psicologia e la teologia. La prima dà a intendere di conoscere l'uomo, ma non ne conosce l'essenza, che è spirito; la seconda dà a intendere di conoscere Dio, ma ne propone in effetti solo accidentali immagini, frutto del determinismo psichismo e di parole umane spacciate per divine. «Non ci sono date oggi che menzogne», scriveva perciò Simone Weil.
"La sfida della complessità" è lo scritto che, forse più di ogni altro, costituisce un'immediata e valida introduzione non solo al pensiero di Edgar Morin, ma alla Complessità in generale. È un testo che per la sua chiarezza e agilità logico-espressiva può fornire un fondamentale contributo al raggiungimento di scopi non solo teoretici, ma anche formativi. La sfida consiste nel capire che, oggi più che mai, il termine complessità ha acquisito una pregnanza epistemologica di cui non si è compreso ancora a fondo il significato. Esso racchiude in sé una potenza rivoluzionaria di portata ontologica, logica, epistemologica, e quindi anche etico-formativa. Una rivoluzione che ha investito e continua a investire il nostro modo di intendere la realtà, l'immagine della realtà fuori di noi, la visione del mondo, il modo di organizzare i saperi, la conoscenza, l'impostazione delle varie discipline, l'orizzonte di senso generale in cui ci muoviamo.
Da agnizione a ofiologia, da scozzone a telestesia, da uranoscopia a zeugma. Tutti, ma proprio tutti i termini che devi sapere: per accrescere la tua conoscenza, diventare un campione a Scarabeo, fare bella figura in società, risolvere qualsiasi cruciverba, stupire gli amici e impressionare i colleghi.
I sette volumi di Harry Potter non racchiudono solo intrecci misteriosi e magia, ma anche riferimenti a creature della mitologia e del folclore, rielaborazioni di fatti storici, profonde intuizioni psicologiche. Nella guida trovano spazio: le trame dell'intera saga, accompagnate dallo studio dei temi principali dei romanzi e da numerose curiosità sulla loro stesura; i profili dettagliati dei 30 personaggi principali; un'analisi ragionata degli strumenti magici sulla base di fonti storiche e letterarie; le schede complete e aggiornate dei 7 film tratti dai romanzi; una biografia dell'autrice; un panorama dei prodotti legati al mondo di Harry Potter (libri, videogiochi, siti Internet e altro ancora); notizie inedite e l'epilogo che J.K. Rowling non ha mai pubblicato. Completa il volume un dizionario dalla A alla Z di tutte le creature, gli oggetti magici, gli incantesimi e le pozioni che compaiono nella saga, oltre a un esclusivo percorso di visita ai luoghi in cui sono stati girati i film.
Stacchiamoci dall'iPhone, Internet non scappa! Prendiamo una penna e scopriamo quanto possiamo essere creativi con soddisfazione personale e vantaggi per la nostra vita interiore e di relazione: c'è un artista sopito dentro ciascuno di noi, che aspetta solo di essere incoraggiato a esprimersi. Questo diario interattivo fornisce 365 suggerimenti, uno per giorno, per disegnare, scrivere, redigere liste, scambiare riflessioni con altre persone, immaginare, sognare... in libertà.
Chi ha detto che la creatività è una prerogativa di geni e guru? Le neuroscienze parlano chiaro: il cervello può imparare per tutta la vita, la creatività si può potenziare, indipendentemente dall'età. Le recenti scoperte scientifiche hanno dimostrato che applicando le giuste tecniche possiamo modificare addirittura l'anatomia e la struttura del nostro cervello, riattivando connessioni neuronali che credevamo perdute o sopite. Grazie ai suoi studi, Bachrach ha potuto sviluppare un vero e proprio programma di allenamento per il cervello, praticabile da tutti. Occorrono solo un po' di disciplina e volontà. Con un linguaggio chiaro ed esercizi concreti "Il cervello geniale" ci mostra la via per nutrire l'immaginazione ed essere più creativi, capire come sfruttare al meglio i sensi, rafforzare la memoria, focalizzare l'attenzione, controllare le emozioni negative e rafforzare quelle positive. Lasciatevi trasportare in questo viaggio affascinante nelle profondità del cervello. Quando lo conoscerete meglio, la vostra vita cambierà per sempre.