"Il tema 'esperienza religiosa e questione di Dio' ha fatto da filo conduttore del seminario di studi di 'Hermeneutica', promosso dall'Istituto superiore di scienze religiose di Urbino "Italo Mancini", che ha ospitato nel settembre 2016 il convegno annuale dell'Associazione italiana di filosofia della religione (AIFR). Gli scritti che qui presentiamo raccolgono gli atti del convegno, assieme a un nutrito numero di interventi che restituiscono una parte del dibattito che durante esso si è registrato. La rilevanza di un tema così ampio e complesso è indubbiamente interdisciplinare: non solo la filosofia della religione, ma anche la teologia e le scienze della religione hanno interesse a mettere a fuoco il nesso tra esperienza religiosa e questione di Dio. Tuttavia, tale nesso appare oggi assai meno evidente di quanto poteva essere un tempo: il termine 'religione', sia dentro che fuori dell'ambito accademico, è spesso usato senza implicare un esplicito riferimento all'esistenza di Dio o a un determinato concetto di Dio, e sono frequenti nel panorama filosofico contemporaneo i tentativi di pensare l'esperienza religiosa entro un contesto che non è teistico o che non lo è più (si parla in questo caso di post-teismo). In un certo senso sembra che l'attenzione sul tema dell'esperienza religiosa, che è stata costante in epoca moderna e si rinnova e trasforma continuamente in quella post-moderna, sia stata guadagnata proprio a spese di quello di Dio." (Dall'introduzione di Marco Cangiotti e Andrea Aguti)
Il problema della sofferenza tocca il cuore della "teodicea": il rapporto fra il bene che è Dio e il male presente nel mondo. Per la teologia questa asimmetria è giustificata dal libero arbitrio, che rende l'uomo libero di scegliere: la sofferenza è una prova che offre la possibilità di approssimarsi a un bene più grande. Lewis, per l'approccio razionale a tali questioni - intelligibile ai più - e per lo stile accattivante, proprio di un grande romanziere, appare un pensatore moderno. Moderna è la sua apologia del cristianesimo: non tanto in contrapposizione alle altre fedi ma come difesa del senso stesso dell'essere umano, oggi quanto mai attuale, ad esempio, rispetto all'avanzare di prospettive naturalistiche, che negano la dimensione della libertà umana. L'esperienza del dolore rappresenta, appunto, l'argomento contrario. Premessa di Andrea Aguti.
Il volume II/3 della prima edizione a livello mondiale di tutte le opere di Romano Guardini, con apparati critici, iniziata nel 2005. L'ultimo, molto atteso, volume che completa la sezione della "Filosofia della religione" di Guardini, con testi inediti Un classico del pensiero cristiano e della filosofia
Questi scritti di Bontadini e Severino, risalenti agli anni Ottanta, conducono nel vivo di una disputa durata più di trent'anni. L'origine del disaccordo coincide con la pubblicazione, nel 1964, del celebre saggio di Severino, "Ritornare a Parmenide", nel quale si mostra la necessità che ogni essente sia eterno e, al tempo stesso, si palesa la radicale distanza dal pensiero metafisico. Il disaccordo ruota dapprima attorno alla diversa interpretazione del "Principio di Parmenide" - l'essere è e non può non essere - e successivamente sul "divenire": ciò che per il senso comune è "un uscire delle cose dal nulla e un ritornarvi". Il contrasto fa sì che entrambi sviluppino le argomentazioni a favore della propria tesi facendo chiarezza, da opposte prospettive, su questioni decisive della filosofia; perciò rappresenta uno dei capitoli più significativi della storia della filosofia del Novecento.
SOMMARIO - Ricordo di Giovanni Miccoli SEZIONE MONOGRAFICA I ghetti nell'Italia moderna. Relazioni oltre le mura, a cura di Marina Caffiero e Serena Di Nepi - Marina Caffiero - Serena Di Nepi, Introduction. The Relationship between Jews and Christians. Toward a Redefinition of the Ghettos - Giuseppe Veltri, Exchanging Cultural Space. The Jewish Ghetto and the Italian Academies - Serena Di Nepi, Relazioni oltre le mura. Un processo ad Ancona all'epoca dei ghetti (1555-1563) - Benedetto Ligorio, Ragusa, il secondo ghetto. Una comunità di mercanti nell'Adriatico orientale (1546-1667) - Nourit Melcer-Padon, Free Jews in a Free Port City. Livorno, the City without a Ghetto - Paolo Pellegrini, Uscire dal ghetto, ritornare nel ghetto. Le resistenze alle nobilitazioni di ebrei in Italia dopo l'emancipazione Saggi - Eugène Honée, The Fourth Lateran Council (1215): Its Sentence on Joachim of Fiore's Theology of the Holy Trinity. An Analysis and Commentary - François Boespflug, Sur la Sainte Face du Christ dans l'art, du XVIIIe au XIXe siècle - Francesco Tacchi, «La propaganda dell'errore non si combatte se non mediante la propagazione della verità». L'Opera Nazionale per la Buona Stampa e la Grande Guerra (1915-1918) Rassegne - Giovanni Vian, Il modernismo. Un itinerario tra fonti e documenti Recensioni.
"Antrum" è un volume interamente dedicato alle grotte, un tema fertile, naturalmente disponibile ad una lettura di tipo simbolico e un'analisi interdisciplinare. Di qui l'estrema eterogeneità che caratterizza la raccolta, nei contenuti, nella cronologia e negli ambiti geografici rappresentati, con l'unico motivo unificante di una costante afferenza all'area mediterranea. I contributi, che a seconda dei casi risultano dotati di un taglio prevalentemente archeologico o storico-religioso, si ripartiscono in egual misura tra mondo greco-romano e cristianesimo. Se, dunque, il fulcro dell'opera è costituito dalla forte identità morfologica della grotta, che condiziona la sua stessa attitudine a rivestire significati sacrali, i vari segmenti interni intervengono a declinare singoli aspetti tematici, ora fornendo una nuova lettura di argomenti già noti, ora portando all'attenzione degli studiosi temi meno sondati, e pur tuttavia meritevoli di maggior risalto. Nell'antro, inteso come un "ponte" in cui le categorie dello spazio e del tempo si annullano, almeno rispetto alla loro ordinaria percezione, sono da sempre state ravvisate, da parte delle più varie culture umane, le condizioni idonee per l'irruzione del soprannaturale e la piena estrinsecazione delle sfere cultuali. L'isolamento, la monumentalità, l'inaccessibilità, l'oscurità, la profondità, la presenza di belve o esalazioni sono tutti elementi connotativi di enorme rilievo; ma non per questo, anche alla luce dei più recenti orientamenti scientifici, è possibile accogliere una visione "etica" di questa complessa fattispecie culturale, cui converrà piuttosto anteporre un approccio di tipo "emico", in grado di rendere giustizia alle peculiarità storiche e ambientali della realtà di riferimento. E questa specifica valutazione critica, pertanto, a caratterizzare, come in filigrana, tutti i saggi ospitati nel volume.
Sono qui tradotte da Stefano Esengrini alcune delle più significative conversazioni sull'arte del pittore francese Georges Braque, corredate di illustrazioni. Attraverso le sue parole, pronunciate nel corso di più di un trentennio (1928-1963), e la riproduzione di tredici dipinti, si ripercorre il cammino figurativo e umano di uno dei pittori che più hanno contribuito a determinare il destino dell'arte nel Novecento - dagli esordi fauves alla scoperta di Cézanne, fino all'esperienza cubista e alla produzione tarda, caratterizzata dalla comparsa dei temi dell'atelier e dell'uccello. In gioco è il senso complessivo di quel fenomeno spirituale in cui consiste la creazione artistica: l'origine dell'opera d'arte, la questione dello spazio, la figura dell'artista e la particolare natura del rapporto che egli intrattiene con quella "realtà" che è suo intento ritrarre.
Le testimonianze "bresciane" sulla santità di Paolo VI, qui per la prima volta raccolte e annotate da Massimo Tedeschi, sono tratte dalla Positio super vita, virtutibus et fama sanctitatis, conservata negli archivi della Congregazione delle Cause dei Santi. Documenti che riportano - ai fini del processo di canonizzazione - i detti su Montini riferiti da coloro che lo hanno conosciuto: queste parole, radunate al di fuori dei faldoni ufficiali, sembrano ridare corpo e vita alle virtù di Montini che si manifestano fin da ragazzo e seminarista, e poi da sacerdote, vescovo e Papa. Una polifonia di voci che converge nel mostrare la straordinaria levatura spirituale e umana di Montini, per un ritratto seppure parziale ma poco convenzionale. Come quello, familiare, che si trae dal ricordo di Chiara Montini Matricardi e dall'album di famiglia, dove si coglie la levità dello zio don Battista e non solo la solennità del vescovo e del Papa.
Collocato tra le ortodossie e la critica radicale alla religione, tra lo scandalo delle divisioni fratricide tra Chiese, delle guerre di religione, e lo scetticismo libertino e ateo, Herbert di Cherbury - statista e filosofo inglese (1582-1648) - delinea un'autentica terza via nel dominio religioso che fa di lui, come già Wilhelm Dilthey aveva colto, l'esponente di quella linea speculativo-teologica «trascendentale o spiritualista» che, dal Cinquecento in poi, muovendo dal teismo rinascimentale e dalla mistica, aveva dichiarato l'universalità della rivelazione, il primato della coscienza e del lumen Dei in essa inscritto sul dogma e sulle istituzioni. Herbert, in questo senso, scrive Dilthey, è colui che «primo tra tutti nell'Europa cristiana pose le basi dell'autonomia della coscienza religiosa mediante l'analisi della capacità conoscitiva in materia di religione». Tra le sue opere ricordiamo, oltre a De religione laici (1645) - qui tradotto e commentato da Gabriella Bartalucci -, De ventate (1624), De religione gentilium (postumo, 1663) e l'Autobiografia (postuma, 1769). Roberto Celada Ballanti.
Il tema della giustificazione - l'azione salvifica di Dio, che rende l'uomo "giusto" ai Suoi occhi -, attorno a cui ruota lo Scisma protestante, fu una questione decisiva per il giovane Lutero, e oggetto precipuo della sua esegesi biblica, in particolare delle lettere paoline. Il volume ricostruisce questo particolare aspetto della dottrina luterana facendo luce, al tempo stesso, sul senso della Riforma nel suo differire dalla teologia cattolica. L'interpretazione luterana del concetto di "grazia" - ripresa e commentata in queste pagine - rappresenta anche il focus di una più profonda conoscenza fra le due confessioni, e il modo per superare reciproci pregiudizi e condanne dottrinali sulla via della comune fede in Cristo, di cui tanto più bisognosi sono gli uomini del nostro tempo.