Sommario: De Gasperi e la prima guerra mondiale (a cura di Giuseppe Tognon).M. Mondini, La genesi del nostro mondo. La Grande guerra italiana tra Europa e Trentino; M. Cau, "Una svolta della storia". De Gasperi e la Grande guerra. Interculturalità. Scontri e incontri di culture e civiltà (a cura di Giuseppe D'Anna e Stefano Santasilia) G. D'anna - S. Santasilia, Premessa; L. Bruni, Economia e interculturalità; G. Cacciatore, Nuovo umanesimo e filosofia interculturale; A. Ciccozzi, Interculturalità, critica postcoloniale, immigrazionismo; C. De Angelo, Immigrazione, diritto e interculturalità. I tribunali islamici in Gran Bretagna; R. Diana, Interculturalità e storia. Elementi per un'etica delle migrazioni; C. Dieskmeier, Libertà, interculturalità ed éthos globale; G. Di Palma, Un esempio di lettura interculturale della Bibbia: Paolo; F. Fanizza, Interculturalità e gentrification; R. Fornet-Betancourt, Interculturalità e religione. Appunti per un'interpretazione interculturale della crisi del cristianesimo in Europa; M. Kaufmann, Esiste un diritto umano all'identità culturale?; I. Loiodice, Interculturalità a scuola. Per una formazione al dialogo e alla condivisione "oltre i confini"; M. Marianelli, "Chaque religion est seule vraie". Il modello weiliano come paradigma di un umanesimo interculturale; G. Pasqualotto, Dalla filosofia comparata alla filosofia interculturale; S. Reding Blase, Oltre l'assimilazionismo indigenista...
Theme Section / Sezione Monografica Archives of the Orient. Selected Papers from the International Conference on Paul Ernst Kahle (Turin, April 10-11, 2014). - Bruno Chiesa, Paul Kahle and the Hebrew Bible - Geoffrey Khan, Paul Kahle and the Cairo Genizah Manuscripts - Corrado Martone, Forgotten Legacy. A Reassessment of Paul Kahle's views on the Dead Sea Scrolls - Andrea Ravasco, Paul Kahle as a Septuagint Scholar - Alessandro Mengozzi, "Das zur Zeit Jesu in Palästina gesprochene Aramäisch" by Paul Kahle. Research on Aramaic, Then and Today - Elvira Martín-Contreras, Building Research Projects. The Correspondence between Paul E. Kahle and Federico Pérez Castro kept at the Consejo Superior de Investigaciones Científicas (CSIC) - Bruno Chiesa, Paul Kahle and Some of His Jewish Pupils - Thomas Becker - Wilhelm Bleek, Paul Kahle and the University of Bonn - Hyder Abbas, Scholar and Collector. Paul Kahle and Chester Beatty in the Chester Beatty Library Archives - Fabrizio A. Pennacchietti, La missione a Düsseldorf nella primavera del 1966 per espletare le pratiche relative all'acquisto della Biblioteca Kahle - Maria Luisa Russo, The Rearrangement And Preservation Of The Documentary Heritage Of Paul Ernst Kahle.
Lo studio dell'espulsione dalla Spagna dei cristiani discendenti dai mori (1609-1614) si intreccia con la questione della figura controversa di Juan de Ribera, arcivescovo di Valencia santificato nel 1960, che in essa ebbe un ruolo di primo piano. Egli esercitò pressioni a favore della misura contro battezzati - compresi minori incolpevoli - su Filippo III e sugli uomini più influenti del governo, quando, tra Cinquecento e Seicento, la Chiesa sembrava muoversi in tutt'altra direzione cercando di favorire la diffusione universale del messaggio cristiano. Nell'accostarsi a questi temi largamente dibattuti nel corso dei secoli, soprattutto dagli storici spagnoli, Giovanna Fiume ricava una prospettiva peculiare attraverso l'esame della causa di canonizzazione, ricostruita nel confronto della documentazione vaticana con quella prodotta a Valencia (è riportato in Appendice il Memorial data al Papa dai postulatori della causa). Crocevia tra storia giudiziaria, storia della Chiesa, storia politica e storia delle devozioni e dei culti, il processo di canonizzazione si rivela fonte preziosa e versatile: avviatosi all'indomani della morte di Ribera, mentre, espulsi i moriscos di Valencia, si proseguiva con quelli degli altri regni, fa emergere, accanto alle caratteristiche di una santità discussa - sulla quale si espresse a metà Settecento la stessa Congregazione del Santo Uffizio muovendo al prelato accuse pesanti -, l'intrico delle relazioni internazionali tra Vaticano e Spagna, espressione delle battaglie politiche e dottrinali dell'epoca. A celarsi dietro queste vicende, quasi come deus ex machina, è la ragion di Stato alla quale sembra sottostare persino la gloria degli altari.
Rimanere seduto davanti alla tela senza fare niente è quanto riferisce Giacometti del suo tentativo di ritrarre Isaku Yanaihara, professore di Filosofia francese all'Università di Osaka scelto come modello nel 1956: data ricordata dai critici come "crisi Yanaihara". Una battuta d'arresto che non si traduce nell'annullamento dell'opera ma in un nuovo sviluppo: una svolta nel percorso artistico di Giacometti che si confronta con i temi dello spazio e della profondità, adottando soluzioni diverse dalle tecniche tradizionali. Ne offrono un'acuta analisi i due testi qui presentati di Sachiko Natsume-Dubé, affiancati in appendice da alcune pagine del diario di posa di Yanaihara che costituiscono una testimonianza imprescindibile per la comprensione dell'opera dello scultore e pittore svizzero. L'esperienza dell'impossibile - ritrarre il volto di Yanaihara che non si riesce a catturare sulla tela - è la "catastrofe" e al tempo stesso la sua nuova possibilità: il tentativo di superare la prospettiva. Nella questione della tecnica pittorica è in gioco il rapporto dell'opera d'arte con il vero.
Nella Bibbia ricorrono numerose le immagini di Dio: ha occhi per guardare, orecchi per ascoltare, bocca per parlare e, come ci ricorda questo libro, per sorridere. Anzi, Paolo De Benedetti nella Prefazione afferma che, in quanto Dio è amore, il suo rapporto con gli uomini è legato soprattutto alle sue labbra che sorridono. Se la storia della salvezza parte dal riso di Sara di fronte alla promessa divina, a lei sterile e anziana, di una sterminata discendenza, la Bibbia - e in particolare la Bibbia ebraica - non manca di humour, emerso dalla recente attenzione alle sue dimensioni letterarie. Ma l'origine dell'umorismo che caratterizza l'animo ebraico è da rintracciarsi nella tradizione orale della Torah e nelle procedure della letteratura talmudica con le sue serie di domande e risposte destinate a sfociare in altre domande e i suoi aneddoti spesso paradossali e irrealistici. Un'ironia biblico-teologica, dissacrante ma mai in antagonismo alla fede, si ritrova anche nella tradizione popolare americana: innumerevoli film, fumetti e cartoni sono l'espressione di una libertà nella religione di cui l'umorismo è parte essenziale.
Il mondo religioso occidentale, e in particolare quello cristiano, è diventato nella sua liturgia monotono e freddo. Ma il rito ha essenzialmente una natura ludica - colta, tra i primi, da Romano Guardini -: la liturgia, come il gioco, è fine a se stessa, rientra in un mondo simbolico caratterizzato da modi di agire liberi, non dominati da rapporti di causa/effetto. La danza, la musica, il teatro si ritrovano nel passato religioso dell'umanità dove aspetti razionali e sensibili si coniugavano in una sintesi armoniosa. Il sopravvento incontrastato della ragione sui sentimenti e sull'agire umano, ma anche la riduzione della religione a interiorità, all'opposto, e della liturgia a parola hanno determinato la scomparsa di gesti rituali intensi e indebolito musiche, canti e movimenti. Come poter allora parlare ancora di gioco? Ritornando, grazie all'antropologia e alla storia delle religioni, alle strutture di fondo della liturgia.
"Chiudo gli occhi su questa terra dolorosa, drammatica e magnifica, chiamando ancora una volta su di essa la divina Bontà. Ancora benedico tutti. Roma specialmente, Milano e Brescia. Alla Terra santa, la Terra di Gesù, dove fui pellegrino di fede e di pace, uno speciale benedicente saluto. E alla Chiesa, alla dilettissima Chiesa cattolica, all'umanità intera, la mia apostolica benedizione." (dal Testamento di Paolo VI)
Con la Costituzione civile del clero, varata unilateralmente nell'estate del 1790, i rivoluzionari francesi vollero organizzare una Chiesa cattolica nazionalizzata e "rigenerata", di fatto estranea a ogni giurisdizione papale: nuova la geografia territoriale, nuove le regole d'accesso alle cariche pastorali, nuove le forme di governo diocesano. Nella frattura apertasi allora nell'opinione e nella comunione del cattolicesimo francese tra chi riconosceva e chi disconosceva la legittimità di un simile operare del potere politico, si misurarono con asprezza interpretazioni opposte di tesi e riferimenti condivisi, tolti dalla comune tradizione gallicana. Questo volume ripercorre posizioni eccentriche rispetto all'uno e all'altro fronte della controversia, così come alle specifiche istanze di Roma: le ragioni di un vescovo colto e aristocratico di Antico regime, monsignor de Savine, il quale, nell'adeguarsi alla nuova legislazione ecclesiastica, intese leggere con la massima radicalità - vedendovi la via maestra per la pacificazione religiosa - le sfide poste dalla secolarizzazione rivoluzionaria. Ne sortivano la dismissione di remotissimi concetti e immagini, il compimento di gesti dal tratto visionario, la ridefinizione del rapporto tra spazio pubblico e presenza del religioso, tra potere e pietà, sacramento e precetto - fino a lambire una sensibilità romantica destinata a fiorire, di lì a pochi anni e con tutt'altre prospettive, nel cattolicesimo dell'Ottocento...