
"Mi metto, idealmente, di fronte a un interlocutore incredulo che, giustamente, a buon diritto, mi domanda le ragioni del mio credere in Cristo. A questo interlocutore dovrò rivolgermi con 'dolcezza e rispetto' così come mi suggerisce Pietro, il primo papa. Devo infatti pensare che chi mi sta di fronte è forse più vicino a Dio di quanto lo sia io che cerco di convertirlo. Potrebbe essere più vicino in ragione di una sua maggiore carità che esercita nei confronti di quei poveri, affamati, infermi, carcerati, nei quali, secondo il vangelo (Mt 25), il Cristo e cioè Dio di fatto è presente. Potrebbe anche trattarsi di un inquieto ricercatore di assoluto, titubante sulla soglia della fede cristiana e disponibile a varcarla, ma soltanto in modo motivato e responsabile. Mi chiedo se potrò essere di aiuto a questi miei 'compagni di viaggio' per raggiungere insieme la meta che attende tutti noi, la verità che dà significato al nostro esistere nel mondo e nel tempo." (dalla Premessa)
Il tentativo di queste pagine è, insieme, disegnare l'itinerario di vita di Francesco di Sales nel suo confronto con i maggiori movimenti culturali e religiosi dell'epoca, e far luce sulla peculiarità della dottrina salesiana intesa non come fenomeno isolato ma come uno dei fermenti più significativi della civilizzazione moderna, declinatosi nell'immenso movimento del Rinascimento nutrendo generazioni di credenti. La vita, l'opera, la spiritualità, la fraternità, la missione di san Francesco sono qui osservate nell'unità inscindibile di contemplazione e azione, richiamate come opposti polari. Un modello che, amalgamando il suo percorso spirituale dalla formazione alla dottrina, fino a esprimersi nell'azione, prende il nome di dévotion: slancio teso verso quell'unità che si dà nella carità, mai pienamente raggiunta e sempre ardentemente perseguita. È appunto la dévotion la cifra e il segreto del fascino della personalità di Francesco di Sales, radice della fecondità della sua figura e del suo essere dottore dell'amore oltre lo spazio e il tempo della sua epoca, davvero estasi dell'azione e della vita.
La Storia dell'età barocca di Benedetto Croce (del 1929) è assunta in questa ricerca come un prisma da cui si irradiano, da una parte, il metodo storico e lo storicismo di Croce, dall'altra i suoi ideali, politici e religiosi, e le prese di posizione, pubbliche e civili. Una relazione dialettica tra pensiero e azione che diviene il presupposto ermeneutico per decifrare il suo stesso modello storiografico: più che una filosofia della storia, storiografia che ha uno specifico filosofico, il quale, a sua volta, va compreso a partire dallo specifico storico in cui si è generato. Sostando sulla elaborazione crociana del concetto di Controriforma - come sistema di potere teocratico e dunque paradigma teologico-politico - il saggio fa luce sul dilemma cristianesimo/libertà al cospetto dell'età moderna.
Ernst Cassirer fu uno dei pochi intellettuali che, negli anni della Repubblica di Weimer, si espresse a favore della Costituzione della Repubblica: il testo qui tradotto è la trascrizione di questa sua presa di posizione pubblica, nel 1928. Vi si respirano gli ideali dell'illuminismo e della Bildung, come formazione del carattere e educazione morale, che furono fondamentali per il processo di assimilazione degli ebrei in Germania. Alla crisi della cultura, della politica e dello Stato di quegli anni queste pagine oppongono il ruolo attivo della filosofia: certo non la sola necessaria, eppure una forza decisiva, a partire dal richiamo alla ragione, non solo per spiegare a posteriori gli eventi, ma per comprenderli e orientarli nel loro corso.
Centro urbano dall'assetto internazionale e microcosmo di una pluralità di gruppi etnico-religiosi al crocevia tra paganesimo, giudaismo e cristianesimo, Caesarea Maritima fu una metropoli di nome e di fatto, e tale si è rivelata archeologicamente. I contributi qui raccolti del Gruppo Italiano di Ricerca su Origene e la Tradizione Alessandrina offrono le più recenti prospettive di indagine, con approccio storico-critico e filologico, sulla complessità di questo contesto urbano alla luce dei modelli socio-antropologici di identità e di conflitto/competitività.
Accanto all'immagine cristiana di Caesarea Maritima derivante da ingegni eccellenti quali Origene, Panfilo ed Eusebio, emerge una polifonia di gruppi e culture in grado di sollecitarne l'attività di intellettuali e lo stesso ministero cristiano.
OSVALDA ANDREI è professore associato di Storia del cristianesimo e delle chiese all'Università degli studi di Siena. I suoi principali ambiti di ricerca sono: storiografia e cronografia giudaico ellenistica e cristiana (antica e tardo antica); modelli, fondamenti esegetici, strategie di costruzione ed espressione delle idee cristiane sul tempo (cronologie antiche e cronologia moderna); Eusebio di Cesarea e la tradizione alessandrina; cristianità e giudaismo. Tra le sue pubblicazioni: M'. Acilio Glabrione ed il leone. Domiziano tra ebraismo e cristianesimo (Torino, 2002).; Rileggere 'Roma' nell'Apocalisse. Una riflessione sul rapporto 'testo-contesto' (Arezzo-Avellino, 2007); Canons Chronologiques et Histoire ecclésiastique (in S. Morlet - L. Perrone [eds.], Eusèbe de Césarée. Histoire ecclésiastique. Commentaire, Tome I, Paris 2012, in corso di traduzione per Morcelliana).
Maria dell'Eremo francescano di Campello, conosciuta anche come sorella Maria, è stat una grande figura spirituale del Novecento italiano. Nata a Torino nel 1875, rigenera nel 1926 un antico e abbandonato romitaggio del Trecento nella Valle Umbra, presso Campello. In questo luogo morirà nel 1961, dopo una vita appartata con le compagne eremite e al tempo stesso paradossalmente densa di relazioni con personaggi come Gandhi, il dottor Schweitzer, Ernesto Buonaiuti, don Primo Mazzolari, Dorothy Day, Adelaide Coari, Paul Sabatier, David Maria Turoldo. Senza essere una intellettuale, e restando apparentemente fuori dalla storia, raccolta nel nascondimento, Maria entra in intima comunione con uomini e donne che segnano la cultura, la politica, la storia del secolo scorso; di questa trama di relazioni rendono conto gli scritti i questo volume.
Amicizie "senza confini", quelle di Maria, create con semplicità francescana, con sensibilità mistica, con finissima femminile percezione dell'altro, con anelito alla libertà in senso cristiano. Fin dall'adolescenza, un'espressione dell'Imitazione di Cristo l'aveva segnata: "Nessuno è più libero dell'uomo che nulla desidera sulla terra". E alle compagne diceva: "La libertà assoluta è riverenza del mistero e distacco assoluto". Era questa libertà a darle uno stigma d'universale che Francesco d'Assisi avrebbe forse riconosciuto come familiare e che oggi sussiste nella terra generazione delle sue eremite.
SAGGI DI: Andrea Riccardi- Marco Bartoli - Roberto Morozzo della Rocca - Mariangela Maraviglia - Massimo Orlandi - Marco Roncalli - Mauro Velati - Emile Poulat.
Il Novecento appare, retrospettivamente, come il secolo del ritorno dell'Angelo. Basti evocare i nomi di Walter Benjamin e Paul Klee. È stato però Romano Guardini il pensatore che più di ogni altro ha fatto dell'Angelo la cosa stessa del suo pensiero: paradigmatici sono al riguardo i suoi studi su Bonaventura, Dante, Dostoevskij e Rilke. In questo libro da un lato si analizza tutto ciò che Guardini ha scritto sull'Angelo, dall'altro si cerca di contestualizzarlo nelle grandi elaborazioni angelologiche della filosofia del Novecento.Ne viene una vera e propria guida storica e teoretica all'Angelo come figura in cui filosofia e teologia hanno interrogato le questioni che stanno sotto il nome di Dio, dell'uomo, del senso della storia e del male (nella figura dell'Angelo caduto).Confrontando Guardini con Rosmini, Nietzsche, Benjamin, Barth, Bultmann, von Balthasar, Rahner, Bulgakov - per giungere alla riflessione di Massimo Cacciari - l'autore disegna un sorprendente quadro del pensiero contemporaneo in cui filosofia e teologia confliggono e convergono nella domanda di cui l'Angelo è il segreto custode: qual è il destino etico-religioso dell'uomo?
DESCRIZIONE: Il sentimento del sublime, che Kant descrive nella Critica della capacità di giudizio, è uno dei luoghi più oscuri della filosofia trascendentale: se, da una parte, è chiaro il ruolo che questo sentimento assume nell’estetica settecentesca, d’altra parte, non è evidente in che modo il sublime sia connesso alla filosofia kantiana. Questo lavoro di ricerca intende ricostruire la genesi della nozione di sublime nel pensiero di Kant, la sua collocazione nella formazione del testo della terza Critica e il suo rapporto con gli scritti morali. In questo modo il volume contribuisce all’avanzamento degli studi kantiani, che finora non avevano prestato molta attenzione al sublime oppure lo avevano ricondotto a filosofie differenti da quella trascendentale. Il risultato più rilevante raggiunto da Kant nella descrizione del sublime è proprio quello di mostrare, a partire dalla contemplazione della natura, dall’estensione dell’immaginazione e dalle idee della ragione, l’umanità del soggetto trascendentale.
COMMENTO: Un'analisi dell'esperienza estetica del sublime nella Critica del giudizio di Kant. Una prospettiva dalla quale emerge il profondo intreccio tra "natura" e "libertà" morale.
SERENA FELOJ nel 2012 ha conseguito il dottorato di ricerca in «Scienze della cultura» (Scuola di Alti Studi, Fondazione San Carlo, Modena). È stata borsista DAAD presso l’Università di Marburg e ricercatrice ospite all’Università di Colonia; ha collaborato con l’Università degli Studi di Pavia e con l’Università degli Studi di Milano. Al pensiero di Kant e all’idealismo tedesco ha dedicato numerosi articoli e saggi, su riviste italiane e straniere.
La tesi di dottorato, rielaborata in questo volume, ha vinto il premio “Viaggio a Siracusa” e il premio della Fondazione E. Mattei come migliore tesi di dottorato.
La mente di uno scrittore? È la cartografia dei suoi incontri, nelle pagine dei classici e dei contemporanei e nella vita. Incontri che concorrono, per affinità e differenze, ai lineamenti della scrittura di un autore. Questo libro è la cartografia della mente di Spina: essenziali colpi di sonda sugli amati Cervantes, Flaubert, ?echov, Tolstoi, Fontane, Hofmannsthal, Musil, Mann, descrizione dei luoghi attraversati nel tempo - dalla malinconica e intrigante Libia dei primi decenni del secolo scorso alla Roma di Cristina Campo -, ricordo degli amici, tra cui Camillo Togni e Vanni Scheiwiller. Il tutto con un tratto di estraneità al mondo - di inattualità - che è la cifra della scrittura di Spina: una prosa meditata sul destino che sempre ci accompagna e che dona all'esistenza quell'enigmaticità che queste pagine aiutano a decifrare.