Nel giugno del 1943 il tenente di complemento Mariano Barletta, in servizio alla capitaneria del porto di Napoli e insegnante all'istituto nautico, riceve l'ordine di partire per una base nelle isole Ionie. Prima destinazione: Santa Maura e poi Cefalonia. Sull'isola che sarà teatro dell'eroico sacrificio della divisione Acqui trucidata dai nazisti dopo l'8 settembre, ha inizio l'odissea del tenente Barletta: la resistenza, le speranze gli aiuti che non arriveranno mai, l'eccidio, la sopravvivenza, la clandestinità e poi la fuga insieme a un piccolo gruppo di scampati, fra cui spicca l'indimenticabile figura del temerario tenente De Angelis che morirà di stenti e malaria.
La maloca è la casa collettiva degli Yanomami, indios della foresta amazzonica. E "Maloca, maloca..." è il messaggio che apre le comunicazioni radio tra i villaggi della foresta dove ha vissuto una giovane pediatra italiana che ha prestato servizio nelle fila dell'organizzazione umanitaria Médicins du Monde. La storia di una donna occidentale che vive sulla propria pelle tutte le contraddizioni dell'incontro con un'altra cultura, che accetta di essere messa a confronto con gli sciamani, ma si indigna per lo stupro collettivo di cui si vantano i giovani maschi del villaggio, che si ribella quando una donna pensa di sopprimere il figlio illegittimo e si diverte quando si ritrova una famiglia intera nel bagagliaio dell'auto.
La guerra più lunga è quella dei soldati italiani che, dopo l'8 settembre 1943, furono abbandonati in terra straniera ai soprusi e alle violenze di nemici vecchi e nuovi. Benanti, ufficiale medico in Albania presso il 130° reggimento fanteria della «Perugia», dopo l'armistizio si aggregò alle unità combattenti partigiane. Alla liberazione le autorità comuniste albanesi lo sottoposero al regime di internamento e dopo un processo di stampo staliniano fu condannato ai lavori forzati. Rientrò in Italia nel 1948 dopo anni di «agonie, fame, sete, violenze, brutalità, torture, via disumana, angosce interminabili. E partire, partire, partire sempre».
Il 9 settembre 1943 la corrazzata Roma, nave ammiraglia della Marina Militare italiana, venne affondata da aerei tedeschi mentre navigava nelle acque della Sardegna. Morirono 2 ammiragli, 86 ufficiali e 1.264 uomini d'equipaggio. L'autore di queste pagine, ufficiale della Roma, svela inquietanti retroscena politico-militari di quel tragico episodio. L'affondamento della Roma non fu solo un deliberato atto di vendetta dei tedeschi per il «tradimento italiano», ma la conseguenza di un piano per salvare la monarchia sabauda elaborato dallo Stato Maggiore della Marina e rimasto segreto per anni.
L'esercito regolare, i banditi karimojong, i ribelli del Lord's Resistance Army, le bande dei bambini soldato, la guerra, i campi profughi. È l'Uganda dove si muove Pietro, un volontario italiano il cui destino incrocia quello dei fratelli Oboke Owen, Charlie e Lester. Una storia africana raccontata all'ombra dell'albero dei piedi alti.