E' il 1915: l'Austria e l'Italia sono in guerra. Il fronte su cui si combatte è lungo 450 chilometri: un arco dall'Ortles all'Adriatico. Nelle pagine del libro rivivono episodi, scontri e atti di valore di entrambe le parti.
Pubblicato nel 1880, non piacque né ai critici né agli appassionati lettori di poesia leopardiana. Vi si narrano i sette anni di convivenza dei due amici, trascorsi tra Firenze, Roma e Napoli, ultima tappa, anche metaforica, del viaggio leopardiano. Un libro provocatorio (costò qualche giorno di prigionia al suo autore) come furono, a quei tempi, la vita e la poesia del Leopardi.
Furono in molti, negli ultimi mesi della RSI, a varcare apertamente o di soppiatto il portone dell'arcivescovado di Milano per conferire con il "grande mediatore", il cardinale Ildefonso Schuster. Erano alti gradi delle forze armate, esponenti fascisti di primo piano, ufficiali della Wehrmacht germanica e addirittura delle SS tedesche. Tutti muniti di richieste e di proposte, tutti interessati e, anche segretamente impegnati, alla ricerca di uno spiraglio d'intesa allo scopo di evitare la resa dei conti e la conclusione traumatica del conflitto che da diciotto mesi insanguinava il Centro-Nord.
Questo romanzo cerca di far capire la necessità di tutelare il paesaggio, il patrimonio artistico e archeologico.
Oliviero, un ragazzo considerato difficile, viene messo in collegio. Qui incontra gli appartenenti al Club della Magnolia, una banda segreta che accoglie solo ragazzi non integrati nella vita di collegio e nel quale Oliviero viene subito accettato. Un giorno decidono di fuggire e da quel momento avranno avventure e disavventure per riuscire a tornare a casa, sfuggendo all'inseguimento degli Educatori. La fuga si rivelerà ricca d'incontri con persone sagge, ma anche divertenti e bizzarre.