In un paese senza nome retto da leggi crudeli - uomini costretti a dimostrare il proprio coraggio nuotando nel fiume che scorre sotto il paese, persone seppellite negli alberi - un adolescente si ritrova all'improvviso orfano. Solo, dovrà imparare a destreggiarsi e a proteggersi dalla diffidenza dei suoi concittadini in un mondo claustrofobico che non comprende e non accetta. Finché un giorno anche in lui, come nelle montagne incontaminate che circondano il paese, non si risveglierà la "primavera", ovvero l'amore. Interpretato spesso come un'allegoria della vita in un regime totalitario, "La morte e la primavera" è un romanzo sul potere, l'esilio e la speranza che in una società conformista germoglia anche dal più piccolo gesto d'indipendenza.
*** Questo è il libro consigliato da LIBRERIE DI ROMA per il mese di NOVEMBRE 2019 ***
Una macchina avanza sulle strade americane. All'interno una coppia e i due bambini nati da precedenti relazioni. Il padre e la madre sono documentaristi, si sono conosciuti durante una mappatura degli idiomi parlati a New York, la metropoli linguisticamente più eterogenea del pianeta. Si sono lasciati alle spalle la casa in cui sono diventati una famiglia. Davanti a loro una lunga lingua d'asfalto che li spinge verso un futuro incerto. Sono diretti in Arizona: il padre vuole visitare il luogo dove l'ultima banda di guerrieri apache si è arresa all'esercito americano. La madre vuole invece vedere con i propri occhi la realtà di quella che i notiziari chiamano "emergenza migratoria": bambini che attraversano da soli il confine. In un alternarsi di paesaggi desertici, polverose città di frontiera e soste in motel, si delinea una nuova mappa dell'America d'oggi, un territorio profondamente segnato dalla storia, dalle migrazioni e dalle conquiste. Lo stesso paesaggio che, in cima a un treno merci, attraversano anche i bambini perduti con un numero di telefono cucito sui vestiti. Con "Archivio dei bambini perduti" Valeria Luiselli ha scritto il grande romanzo del presente americano, un lessico famigliare composto di voci, testi, suoni e immagini che unisce al senso politico dello scrivere l'idea che vita e letteratura siano un unico e sterminato labirinto di echi e rimandi continui.
Sono tempi bui per il popolo d'Israele. Stranieri in Egitto, sono trattati come schiavi e costretti a svolgere ogni sorta di lavoro pesante nei campi, nei cantieri e nelle case. Per sfuggire all'ennesima persecuzione voluta dal Faraone, il piccolo Mosè è deposto in una cesta di vimini e affidato alle acque del Nilo. Ritrovato dalla figlia del sovrano, viene portato a corte e allevato come un principe. Sarà poi lui a guidare la fuga del popolo d'Israele dall'Egitto, ad attraversare il Mar Rosso e a peregrinare per quarant'anni nel deserto fino ad arrivare in vista della Terra Promessa. Dopo Mosè viene Giosuè, che guida il suo popolo in guerra, ed espugna l'imprendibile Gerico. A Giosuè fanno seguito i giudici, il più famoso dei quali è Sansone. Ancora una volta Guus Kuijer ci racconta una delle più importanti storie della letteratura universale da un punto di vista esterno, descrivendo al non credente un mondo decisamente singolare ma pieno di vicende appassionanti.
La cittadinanza - il "diritto ad avere diritti", come l'ha definita Hannah Arendt - è oggigiorno preclusa a milioni di persone sulla terra: profughi, rifugiati, apolidi e altri "illegali". Per pochi fortunati, al contrario, i passaporti sono dei beni di lusso da collezionare come gli oggetti d'arte, per viaggiare liberamente e pagare meno tasse. Questo reportage ci mostra com'è cambiato il concetto di "cittadinanza" nell'era delle grandi migrazioni e della privatizzazione degli Stati. Da un lato, gli ultraricchi, che si sono impossessati del titolo di "cittadini del mondo" e sono gli unici a godersi, con i loro capitali, un pianeta senza frontiere. Dall'altro, le nazionalità svendute, come l'inverosimile accordo siglato da uno dei paesi più poveri al mondo, le isole Comore, e gli Emirati Arabi che, per regolare lo status delle popolazioni apolidi ancora presenti sul loro territorio, hanno comprato all'ingrosso migliaia di passaporti comoriani.
Guus Kuijer, uno dei più popolari autori olandesi contemporanei, fin da piccolo è stato affascinato dalle storie della Bibbia, pur non essendo mai stato un credente. Molti anni dopo si è cimentato in una sfida che sembrava impossibile: reinterpretare il testo in chiave moderna per portare questo libro ricco di storie a un pubblico di lettori del XXI secolo e renderlo, allo stesso tempo, accessibile ai non credenti. "La Bibbia per non credenti" si può definire un grande romanzo agnostico, dove non solo Dio, ma anche la curiosità dell'uomo ha un ruolo nella creazione. In questo volume sono raccontate le storie della Genesi: la sconsolata solitudine di Dio prima della creazione, Adamo ed Eva, il serpente e la cacciata dal Paradiso, il diluvio universale e la Torre di Babele per finire con il peregrinare della discendenza di Abramo dalla Mesopotamia fino all'Egitto. C'è un affascinante invito che attraversa le pagine di questo libro e che ci spinge a rivisitare i nostri miti fondativi e il ruolo che noi, esseri umani, abbiamo avuto in essi. "La Bibbia per non credenti" ci rivolge, in modo curioso e intelligente, delle domande per le quali non esiste un'unica risposta.
La sera del 18 ottobre 1944 il maestro e falangista Oriol Fontelles viene ucciso durante un'incursione dei maquis. Solo i testimoni di questa morte conoscono l'inconfessabile segreto che la circonda. Quando sessant'anni dopo Tina Bros scopre nella vecchia scuola, nascosti dietro una lavagna, i quaderni di Oriol, non immagina che questo ritrovamento riporterà alla luce un segreto che è rimasto custodito per mezzo secolo. Rivivrà con Oriol la sua tragica relazione con la bella ed enigmatica Elisenda Vilabrù, il suo coinvolgimento con il regime franchista e il tardivo riscatto, ma non solo. Come delle ombre riaffiorano dalle nebbiose valli dei Pirenei, le storie, gli odi, gli amori e i tradimenti di un tempo segnato dal fanatismo e dalla passione. Sentimenti antichi che sopravvivono ad un passato che non è mai passato. Con straordinaria abilità stilistica Jaume Cabré alterna i piani temporali, e come un direttore d'orchestra, crea una storia polifonica che attraverso le voci e le vicende dei personaggi mette a nudo la verità storica dell'impossibilità di dimenticare e perdonare.
Questo atlante riccamente illustrato raccoglie cartine e immagini per un viaggio intorno al mondo. Per ogni continente presenta una carta fisica e informazioni sul paesaggio; una cartina pieghevole dei singoli paesi per orientarsi meglio; grandi illustrazioni sugli usi e i costumi. Non manca un poster di grandi dimensioni con il planisfero. Età di lettura: 6-10 anni.