La parola leadership, in inglese, designa l'autorità, e la radice verbale che la costituisce descrive la persona che dirige come una persona che "guida", conduce, orienta. Secondo tale etimologia, l'autorità è quindi l'abilità di muovere gli altri verso la realizzazione di un dato obiettivo. Nel campo religioso, una guida è in particolare un'autorità piena di carità. Suo scopo essenziale è di testimoniare la volontà di Dio, incoraggiando a vivere secondo essa. Ma ciò presuppone una generale pratica dell'amore fraterno e una comune apertura alle vie di Dio. Per questo una guida efficace ha bisogno di membri responsabili, e un insieme responsabile di membri necessita di un fulcro di riferimento competente, che sappia custodire il tesoro della propria chiamata, senza però rinunciare a parlare dell'Amore accolto con spirito di donazione.
La Rivista diretta dai Padri Carmelitani Scalzi, n. 1/2010.
L'Autore, attingendo agli Scritti e colloqui di questo impareggiabile "cuoco", ha voluto non solo ricostruirne in sintesi l'avvincente avventura spirituale, ma anche offrire una raccolta di consigli preziosi per trovare la chiave della vera felicità.
La
Biografia di Edit Stein.
"Ebrea, filosofa, cristiana, religiosa, martire": così la definiva Giovanni Paolo II nel proclamarla beata nel 1987. Definizione precisa e insieme concisa. Edith, una delle donne più rappresentative della nostra epoca, percorre in 51 anni di vita molte strade e compie importanti esperienze sia culturali che religiose.
Il termine persona, che ha le sue radici nel greco prosopon, non appare nella Bibbia, mentre la croce è presente sia come strumento di tortura sia come luogo teologico fondamentale. Operando nel contesto della fede, la Cattedra Gloria Crucis si propone invece di indagare le relazioni tra i due concetti. I contributi dei vari relatori approfondiscono l'argomento da un punto di vista filosofico, teologico e psicologico fornendo considerazioni che colpiscono per la loro originalità e attualità. Il primo contributo fa notare come da un incontro critico-costruttivo delle religioni dell'Asia con la fede cristiana si può apprendere moltissimo. Infatti, se già i pagani Platone, Aristotele e Plotino, possono essere dei "pedagoghi" a Cristo, perché non potrebbero esserlo anche i pensatori filosofi e religiosi degli altri popoli? Certe forme dell'induismo e del buddismo non hanno forse compreso le verità neotestamentarie dell'amore di Dio, della grazia, della sofferenza vicaria, in maniera più profonda che non la "teoria critica"? Un ultimo contributo tocca la natura malata della persona e il processo di guarigione nel dono di sé alla luce dell'Uomo dei dolori che vince la morte e risorge.
Nato dalla tradizione plurisecolare dell'Ordine Carmelitano, lo Scapolare è segno di una lunga storia d'amore e di impegno tra la Vergine Maria e i figli del Carmelo. Le prime testimonianze documentarie lo dichiarano il "giogo" di Cristo, riflesso dell'atto fondamentale col quale Cristo ha operato l'umana redenzione. La Chiesa, pur conservando l'afflato cristologico, vi ha riconosciuto nel tempo il grande dono materno e lo ha impreziosito di privilegi ricordando che quello che lo Scapolare dona, lo significa pure efficacemente. Chi crede e indossa la Veste è chiamato pertanto a operare in onore di Maria, a cooperare alla sua missione di salvezza e ad accrescerne il culto, diffondendo la sua devozione e difendendo il suo onore. Il volume tratteggia la storia della Veste, mettendo in evidenza il valore simbolico e l'utilità che porta alla fede e alla spiritualità carmelitana.
"Educazione" è diventata oggi una parola abusata e inflazionata,impoverita e svuotata anche del suo significato più profondo. Meluzzi vi riconosce invece una forte connotazione misterica. A metà fra tradizione e rivelazione, l'educatore è allora un profeta che parla in nome di qualcuno dinanzi a qualcun altro per comunicare un messaggio. È proprio in quest'accezione che la figura dell'educatore e quella del profeta vengono a coincidere. Infatti entrambe le figure conducono fuori da una forma di schiavitù verso una maggiore consapevolezza di sé e del mondo. Ma affinché le due libertà s?incontrino per creare una nuova coscienza la coscienza del sacro , è necessario avvertire e far avvertire una forte vocazione dentro di sé, che se è autentica, è testimoniata dalla gratuità del dono e dallo spirito di sacrificio. Ai cristiani attenti alla buona notizia evangelica è richiesto proprio il coraggio di questa testimonianza.
Di distacchi e di rinunce è fatta la vita di una carmelitana di clausura. Dallo spazio chiuso di un monastero, giunge però la voce dissonante dell'autrice di questo libro che, pronta a gettar luce intorno al mondo cui appartiene, racconta con gioia la storia della sua vocazione. Dipanando il filo della stessa, rivela progressivamente la libertà che dischiude il cammino di abbandono e fiducia nel Signore. Creato un equilibrio tra il mondo della favola e quello della realtà, fa assaporare di volta in volta il mistero della povertà evangelica. "Il povero e la bambina" è infatti metafora di un incontro, tra Gesù e un'anima, di una conoscenza sempre più approfondita che culmina nel Carmelo. Di matrice autobiografica, questo libro è un invito a guardare con occhi nuovi lo spazio della clausura e a porre se stessi sotto il segno della povertà, che vuol dire carità, spirito di condivisione, un cuore da bambini.
Nella Messa, o anche a distanza da essa, ma semprenella sua lunga ombra, si svolge la trama della vita cristiana. È questo il luogo di un incontro, sempre nuovo e diverso per ciascuno, con il Risorto. E fondamentalmente è la celebrazione di un banchetto in cui ognuno è compartecipe e insieme testimone. Questo libro ripercorre tutte le fasi dell'evento liturgico, dai riti iniziali fino al momento in cui il fedele, trasformatoo semplicemente rinnovato dal mistero della comunione sponsale, abbandona la Chiesa e continuaa camminare per la strada della vita, forse più buono ecresciuto nella fede, ma certamente più responsabile. Chi legge questo libro vi troverà momenti della propria biografia, pensieri e sentimenti che credeva perdutio verità che non ha mai affrontato, ma che gli permettono di entrare nel cuore dell'Eucaristia e assaporare il culmine dell'Alleanza d'amore tra Dio e il suo popolo, firmata nel sangue di Cristo: segno e sorgente di gioia cristiana, tappa per la Festa eterna.