Argomentazioni filosofiche a confronto intorno all'esistenza e alla trascendenza di Dio, e i contrasti tra il pensiero di Rosmini e quello di Gioberti.
«Cammino» è un luogo comune della pedagogia spirituale, cristiana e non cristiana. L’itinerario, le tre vie, la salita del monte, sono motivi e simboli ricorrenti nella patristica e negli autori medioevali.
Ma per santa Teresa, che percorse in prima persona quel cammino, è esperienza di vita, prima ancora di tradursi in materia letteraria.
Nei suoi quarantadue capitoli, il Cammino di perfezione distilla tutta la sostanza dell’insegnamento teresiano – l’orazione, le virtù evangeliche, la Chiesa, Cristo – e vi innesta la spiritualità cristiana. Ne risulta una catechesi chiara, rivolta a gettare le fondamenta dell’edificio.
Con un susseguirsi di confidenze e consigli personali, l’Autrice guida nella strada che porta alla perfezione: a conclusione del Cammino, il lettore ha imparato come prega Teresa e si è fatto partecipe della sua esperienza di fede. Può sentirsi come un orante in comunione con una contemplativa immersa nell’esperienza di Dio.
La Rivista diretta dai Padri Carmelitani Scalzi, n. 1/2011.
La Rivista diretta dai Padri Carmelitani Scalzi, n. 2/2011. Il dinamismo dello Spirito nell'esperienza del cristiano.
Può un giurista di professione passare abilmente dal rigore applicativo della legge ai voli della poesia? Sicuramente sì, se a muoverlo è una fede fortemente posseduta, assimilata pensando a Dio e al destino eterno dell’uomo. Fernando Santosuosso, con uno stile tutto personale, ci fa dono di un libro definito dallo stesso “un sommesso canto del cigno estraneo alla terra dei poeti… tenue traccia di dialogo intimo con l’invisibile”.
Quella di In paradiso insieme è infatti una poesia del dolore, proprio e di tutti: quello che produce la solitudine, la paura, l’attesa, il giudizio e dunque la morte, l’altra vita e l’eterno. Ma è anche poesia di speranza e di luce, che vede nell’amore che gratuitamente si dà il più profondo senso della vita e della morte.
Con una forma estranea al comune versificare, sgombra di ogni schematismo precostituito, Fernando Santosuosso sa giocare sui tasti del comune sentire, dell’innato e agognato desiderio della felicità, e infondere nel lettore quella consapevolezza in cui vuole pertinacemente credere. “La vita è più del comune morire”, scrive in Non omnis moriar.
La Rivista diretta dai Padri Carmelitani Scalzi, n. 4-5/2010. Teresa di Gesù e la formazione del laico.
La Rivista diretta dai Padri Carmelitani Scalzi, n. 3/2010. L'educazione nella Bibbia.
Quattro amici, due uomini e due donne, riuniti in un momento cruciale della loro esistenza. Quattro vite che si ritrovano dopo molti anni, solo apparentemente per caso. Che cosa può intrecciare i destini di un noto giornalista televisivo, di una celebre stilista di moda, di un affermato imprenditore, di una monaca di clausura? Trent’anni prima avevano condiviso un momento speciale: due ragazzi e due ragazze attorno a un fuoco acceso sull’Appennino dell’Italia centrale a parlare di loro, dei loro desideri e del loro futuro. Uno strano gioco chiamato dagli stessi “Un Sogno per te”. Un’esperienza che avrebbe legato e segnato per tutta la vita ciascuno di loro. Beatrice, la stilista di moda; Cristiano, il giornalista televisivo; Dimitri, l’amministratore delegato; Aurora, la monaca di clausura. E sarà proprio Aurora a fare sì che i suoi amici di sempre, costretti a compiere un bilancio del prezzo pagato per raggiungere il loro obiettivo, sappiano ritrovare se stessi. Quarantotto incredibili ore in cui si rincorrono e si incrociano, quasi misteriosamente, una madre disperata che ha perso l’amore della figlia; una donna inglese emersa dal passato che cerca di scoprire il vero padre; una ragazza salvata da una coppia di anziani… Il tutto con un susseguirsi incalzante deciso dal destino, per ritrovare, insieme, la forza di comprendere davvero quel sogno tanto desiderato. Un racconto dei giorni nostri che parla di amore, amicizia e, perché no, anche di fede.
La Rivista diretta dai Padri Carmelitani Scalzi, n. 2/2010.In primo piano, i frutti della santità giovanile.
siste nella vita della donna un momento di passaggio in cui si verifica l’esperienza affettiva più importante. Quel momento è la maternità, colto da Concepción Cabrera de Armida in una storia che coinvolge in primo luogo se stessa, prima madre di famiglia numerosa, poi ispiratrice di opere ecclesiali, e infine partecipe della fecondità del Padre.
Resoconto intimo ma non strettamente personale di tutte queste realtà, Essere madre introduce a un Mistero trinitario, mariologico ed ecclesiologico che coinvolge tutti i battezzati. Un Mistero di possesso dello Spirito Santo che, personalizzato in Maria e condiviso da tutta la Chiesa, si trasforma in grazia per una missione di maternità spirituale.
Attraverso gli esercizi e i dialoghi mistici tenuti da Concepción nell’epoca più matura della sua vita spirituale, l’opera si propone come un messaggio di invito all’incarnazione mistica: grazia per eccellenza di offerta reciproca, trasformante e unitiva, che permette di accostarsi al Padre e cogenerare frutti di vita eterna.