Una guida al cinema di fantascienza che traccia un percorso storico dalle pellicole mute e in bianco e nero dei pionieri della Settima Arte, ingenue ma affascinanti, a quelle tridimensionali dei giorni nostri. Dai fondali di cartapesta di "Viaggio nella Luna" di Georges Méliès (1902) alla computer grafica di "Avatar" di James Cameron (2009), dal celebre "Metropolis" di Fritz Lang (1927) al nuovo "RoboCop" di José Padilha (2014). Si passa poi ad analizzare capolavori come "2001: odissea nello spazio" o "Il mondo perduto", passando per le saghe mitiche di "Star Trek", "Guerre stellari", "Terminator", "Ritorno al futuro" o "Alien". Senza dimenticare i film di culto come "Blade Runner", "Gattaca", "Matrix" e le numerosissime pellicole da riscoprire (Il mostro della Laguna Nera, RX-M destinazione Luna, Saturn 3 e altre). Una piacevole guida che evidenzia i progressi tecnologici (il sonoro, il colore, l'evoluzione degli effetti speciali, il 3D), considerando i rapporti con la storia del cinema in generale e riflettendo sui grandi avvenimenti di cronaca che, influenzando l'immaginario collettivo, si rispecchiano nella cinematografia (le guerre mondiali, gli avvistamenti di ufo, il passaggio della cometa di Halley, la Guerra Fredda, i cataclismi naturali, l'u settembre...). Il volume è arricchito da numerosi box dedicati a temi specifici o sottogeneri, oltre che alle personalità che hanno contribuito alla filmografia.
La scomparsa del cadavere di un condannato a morte, in particolare di "quel" condannato, per i credenti costituisce un segno della resurrezione, ma nello stesso tempo offre tutta una serie di importanti occasioni per provare a smontare e rimontare i fatti che precedettero la fine terrena di un uomo straordinario. Incipit del libro è appunto la tomba vuota: da qui si snoda un'indagine, condotta con estremo rigore scientifico e priva di qualunque condizionamento ideologico, per ripercorrere le fasi della Passione di Cristo ponendo in evidenza gli aspetti storici, archeologici e antropologici che possano contribuire a comporre un quadro globale delle ultime ore - dalla cattura alla presunta resurrezione - di un uomo da molti riconosciuto come il Figlio di Dio. L'autore guida il lettore, che diviene investigatore, offrendogli fonti note e meno note, dettagli anatomopatologici, analisi trasversali per contribuire a valutare la storicità dell'evento e le eventuali contraddizioni nei suoi oggettivi legami con la storia. Ordinando indizi che ambiscono a trasformarsi in prova, il libro propone un modo di rileggere in chiave archeo-antropologica, ma anche criminologica, la Passione e la morte di Cristo, cogliendone gli aspetti più reali e umani.
In questo libro fondamentale, tradotto per la prima volta in italiano, Boyer spiega come gli esseri umani abbiano formato i loro concetti religiosi e i motivi della loro diffusione culturale. Con un approccio che unisce antropologia culturale, scienze cognitive, psicologia e biologia evoluzionista, l'autore giunge a una spiegazione naturalista della religione senza tralasciare nessun aspetto: il sovrannaturale, gli spiriti e gli dèi, il rapporto tra religione, morale e sentimenti negativi, il culto dei morti, l'importanza dei rituali, la formulazione di dottrine e l'esclusione dei non aderenti dal tessuto sociale. Attraverso esempi provenienti dalle civiltà di tutto il mondo, Boyer cerca di dimostrare la sua ipotesi secondo cui le credenze religiose esisterebbero a prescindere dall'utilità che esse conservano storicamente nei fenomeni di coesione sociale e in quelli della trasmissione culturale. Le forme di credenza, molto più semplicemente, appartengono a un insieme di sistemi concettuali alla base degli stessi processi cognitivi grazie ai quali il nostro cervello si è evoluto nel corso dei millenni. Da questo punto di vista, la religione smette gli abiti dell'oggetto di devozione per essere finalmente indagato nelle sue ragioni evolutive e nelle sue potenzialità pervasive di influenza sulle comunità umane.