
Nell'ottica di Harnack la storia del dogma è considerata dalla prospettiva dell'incontro della predicazione cristiana con la cultura ellenistica, e la sua storia come storia della concettualizzazione e della sostanziazione metafisica della figura di Gesù. Scritto di portata rivoluzionaria, la Storia di Harnack è la messa in discussione della legittimità di un cristianesimo fondato sui dogmi. Frutto di un sapere vastissimo, quest'opera - per dirla con Yves Congar - è il risultato felice del concorso di una serie di doni eccezionali: potenza di lavoro, chiarezza di vedute, unione di erudizione del dettaglio e di visione d'insieme, sensibilità per gli sviluppi e le differenze, e tutte queste capacità unite a uno stile brillante e alle qualità del conferenziere. Il terzo volume è dedicato alla vittoria definitiva della speculazione teologica nella sfera della regola di fede ed è l'illustrazione dei presupposti e dei concetti di Dio salvatore e dell'uomo oggetto di salvezza. Chiude il volume un'appendice dedicata al manicheismo.
Il volume tratta del periodo compreso tra il 30 e il 70 d.C., molto più esteso dei (probabili) tre anni della missione di Gesù. Questi due periodi e due argomenti - la missione di Gesù e la prima generazione del movimento che ebbe inizio con Gesù - sono probabilmente i periodi e gli argomenti più approfonditi di tutta la storia delle origini cristiane. In quest'opera James Dunn dà ancora una volta prova delle sue capacità di dominare pienamente sia le fonti primarie anche non cristiane sia la sterminata letteratura secondaria dedicata alle origini della chiesa, attento al particolare senza per questo perdere mai di vista l'insieme. Senza mai essere presi in uno stile pedantesco, in questo primo tomo si viene di pagina in pagina condotti attraverso gli episodi e le figure salienti delle origini cristiane: dalla pentecoste ai dodici, a Pietro, Giovanni e Giacomo, dalle credenze riguardo a Gesù agli ellenisti e a Stefano, fino alla comparsa di Paolo e alle basi della sua missione.
Nell'ottica di Harnack la storia del dogma è considerata dalla prospettiva dell'incontro della predicazione cristiana con la cultura ellenistica, e la sua storia come storia della concettualizzazione e della sostanziazione metafisica della figura di Gesù. Scritto di portata rivoluzionaria, la Storia di Harnack è la messa in discussione della legittimità di un cristianesimo fondato sui dogmi. Frutto di un sapere vastissimo, quest'opera - per dirla con Yves Congar - è il risultato felice del concorso di una serie di doni eccezionali: potenza di lavoro, chiarezza di vedute, unione di erudizione del dettaglio e di visione d'insieme, sensibilità per gli sviluppi e le differenze, e tutte queste capacità unite a uno stile brillante e alle qualità del conferenziere. Il volume secondo (di sette) si apre con uno sguardo storico generale sulla formazione della chiesa apostolica per proseguire con la storia dell'ellenizzazione del cristianesimo in quanto sistema di dottrina.
Le Esposizioni di Afraate sono uno dei testi più importanti della letteratura siriana. Composte tra il 336 e il 345 d.C., rappresentano la più antica opera datata prevenuta in questa lingua e forniscono un interessante e variegato panorama della chiesa in Persia nel IV secolo. L'autore appartiene a un particolare gruppo ecclesiale, tipico di questa regione, denominato "membri del patto" e composto da consacrati che vivono solitari o in piccole comunità, senza che per questo siano staccati dal resto della chiesa, ed è a questi che egli rivolge le sue esortazioni alla preghiera, al digiuno, alla perseveranza e alla carità. Tratto tipico dell'opera sono le frequenti citazioni sia dall'Antico sia Nuovo Testamento, a dimostrazione della formazione eminentemente biblica di un autore che d'altro canto non mostra il minimo interesse né per la filosofia greca né per le controversie cristologiche che travagliavano la sua epoca.
Il secondo volume, con cui l'opera è conclusa, comprende le esposizioni 11-23, dedicate, tra l'altro, alla circoncisione, alla Pasqua, al Sabato, al Messia, alla persecuzione, ecc.
Il volume si chiude con utili indici parziali
Le sure del Corano sono fitte di citazioni bibliche e di digressioni sulla fede sia giudaica sia cristiana. Su che cosa basa le sue affermazioni il testo coranico? in concreto, a quali gruppi giudaici e cristiani pensava Muhammad quando parlava della "gente del Libro"? Ecco le domande che guidano Joachim Gnilka in questo volumetto. Punto di partenza delle sue considerazioni è la constatazione che il Corano conosce i cristiani unicamente sotto il nome di "nazareni", denominazione che è un'indicazione di gruppi cristiani di orientamento giudaico, noti anche al Nuovo Testamento. Di passo in passo Joachim Gnilka mette in luce e dipana le radici giudeo-cristiane del Corano, mostrando come la classificazione dell'islam come eresia cristiana non sia affatto peregrina.
Lo studio di Romano Penna è dedicato al termine mysterion nell'ambito degli scritti di Paolo. L'esame del campo semantico ne illustra i rapporti con i termini greci per "sapienza", "volontà", "decisione", "proposito", e con la parola in uso a Qumran per "progetto". Ne risulta che la parola mysterion è profondamente radicata nell'eredità dell'Antico Testamento: con mysterion s'intende la volontà di Dio che ha per fine la salvezza del mondo e che sta al di là delle capacità di comprensione umane. Ma in Gesù Cristo, nella sua persona di crocifisso e risuscitato, questo mistero si è rivelato apertamente e ora si attua in pienezza sul piano sia comunitario (la chiesa) sia individuale (l'"uomo nuovo")
Nell'ottica di Harnack il dogma è considerato dalla prospettiva dell'incontro della predicazione cristiana con la cultura ellenistica, e la sua storia come storia della concettualizzazione e della sostanziazione metafisica della figura di Gesù. Scritto di portata rivoluzionaria, la Storia di Harnack è la messa in discussione della legittimità di un cristianesimo fondato sui dogmi. Frutto di un sapere vastissimo, quest'opera - per dirla con Yves Congar - è il risultato felice del concorso di una serie di doni eccezionali: potenza di lavoro, chiarezza di vedute, unione di erudizione del dettaglio e di visione d'insieme, sensibilità per gli sviluppi e le differenze, e tutte queste capacità unite a uno stile brillante e alle qualità del conferenziere. L'edizione del centenario è la ristampa anastatica in sette volumi di quella straordinaria impresa editoriale che fu la versione italiana edita alla vigilia della prima guerra mondiale, tra il 1912 e il 1914, in Svizzera. Il volume primo, dopo una parte introduttiva sull'idea, la funzione e i presupposti della storia del dogma, prende in esame il cristianesimo delle origini, sia gentile sia giudaico, fino ai tempi e alla figura di Marcione
Gesù di Nazaret visto dai testimoni della sua vita non è una biografia del fondatore del cristianesimo, bensì un saggio nato dalla convinzione che attualmente gli autori delle "vite di Gesù" non fanno che ripetere gli errori dei loro predecessori. Per Etienne Trocmé questo ristagno può essere superato: uno studio attento dei diversi strati della tradizione preevangelica consente di ricostruire l'impressione suscitata dalla persona di Gesù nei diversi ambienti palestinesi: i discepoli, i contadini e i pescatori della regione del Lago di Tiberiade, alcuni settori della classe media, le masse giudaiche. Lo storico deve accontentarsi di queste "immagini", e soltanto la sovrapposizione di queste consente di dare qualche profondità alla figura che viene a delinearsi e anche di intravedere una personalità fuori dell'ordinario.
In quest'opera E. Lohse ricerca quale sia lo scopo dei racconti evangelici relativi alla passione e morte di Gesù, ne esamina la storicità e indaga quale dovette essere la narrazione della passione di Gesù nella tradizione orale che sottostà ai vangeli. Nell'interpretazione dei singoli testi l'autore mette in evidenza come i vangeli siano lontani da intenzioni documentarie, e questo perché il loro interesse si concentra sul contenuto teologico.
"Cronaca degli ultimi pagani", nell'edizione in lingua francese giunto alla terza edizione, fu al suo apparire una sorpresa sia per la critica sia per il grande pubblico, soprattutto perché l'autore vi racconta - in uno stile chiaro e vivido - il trionfo del cristianesimo nell'impero romano, ma dalla parte dei vinti, i "pagani". Il volume fornisce la cronaca documentata delle misure di prescrizione e di messa al bando che in tempi successivi si adottarono contro i culti politeisti e monoteisti non cristiani, e al tempo stesso fa rivivere le ultime credenze e le pratiche "pagane" dell'antichità classica. Intento del libro di Pierre Chuvin è anche di mostrare come vicende tragiche come quelle del martirio e dell'assassinio di una Ipazia, la celebre filosofa di Alessandria, non abbiano impedito alla parte cristiana d'integrare nelle proprie feste rituali, oggetti e cerimonie "pagane", e come in tal modo l'eredità pagana sia stata fatta propria dal cristianesimo, a dispetto dell'intolleranza, di qualsiasi parte, e in sfida all'ortodossia dispotica, di qualsiasi autorità.