
Una testimonianza da una periferia del nostro mondo dove regna dolore e disperazione ma insieme amore e gratuità di chi si fa vicino e sostegno discreto.
Il nobile Wolfgang Langenmantel, sposatosi con Sophie Imhoff nel 1612, in seguito a una crisi matrimoniale era in procinto di divorziare. Per cercare aiuto si recò nel monastero di Ingolstadt, a circa settanta chilometri da Augsburg, dal sacerdote gesuita Jakob Rem. Questi, grazie alla propria esperienza spirituale, lo invitò a pregare con forza davanti alla Vergine dipinta nella cappella, affidando a Lei la difficile situazione familiare.
Itinerari di evangelizzazione rivolti a preadolescenti e adolescenti. Ottimo testo per catechisti ed educatori che esprimono difficoltà nel fronteggiare efficacemente, in chiave educativa e di annuncio, questa fase della vita dei ragazzi.
Favole da mangiare, una storia breve per far conoscere ai bambini i prodotti della terra, racconta di Gino, un omino tondo e paffuto e sempre di buon umore. Abitava in campagna con sua moglie, il gatto Miao e il cane Bau. Ad ogni stagione piantava ciò che avrebbe potuto raccogliere dal suo orto per mangiare sano e fresco. Ogni giorno andava a guardare il suo orto ed era soddisfatto del lavoro fatto e scrutava attentamente per veder spuntare il primo filo verde, pensando già alla buona verdura che avrebbe arricchito la sua tavola: fagiolini, zucche, zucchine, fragole, cetrioli, patate.
Questo libro-intervista introduce nel cuore delle civiltà africane, in particolare della fascia sub-sahariana, attraverso un lungo colloquio con un personaggio camerunense di antiche e nobili tradizioni: Martin Nkafu Nkemnkia, uno dei capi del popolo dei Bangwa, tra le tribù più importanti nella parte centrale del Camerun. Tra i primi Focolarini africani di Chiara Lubich, oggi è docente di filosofia e di teologia presso prestigiose Università Pontificie e scrittore. Come filosofo e teologo, è cultore del pensiero africano e delle molteplici tradizioni culturali e religiose della sua terra. In queste pagine, Martin Nkafu Nkemnkia parla di sé, della sua numerosa famiglia, della sua identità di cristiano nel complesso contesto culturale della sua terra d'origine. Parla di un popolo, il suo, che ha accolto il Vangelo. È in seno al suo popolo, infatti, che i Focolarini iniziarono la loro avventura nell'Africa sub-sahariana. Ed è proprio a Fontem, dove Nkafu è nato, che quando ancora era un ragazzo conobbe Chiara Lubich, che vi si era recata in occasione dell'inaugurazione della nascente cittadella, la prima del movimento in Africa. Un incontro decisivo per il suo futuro. Con Nkafu-Martin si compie un viaggio ideale in terra d'Africa, nella sua realtà, nelle sue tradizioni culturali, nella molteplicità delle identità indigene, delle forme della spiritualità, del senso religioso della vita, delle ritualità, dei miti delle origini, delle culture, dell'arte.
I Vangeli narrano l'opera della croce, un'opera che attraversa le folle e, di quando in quando, coinvolge singole persone con le loro storie; tra queste troviamo alcune figure femminili: la suocera di Pietro, la peccatrice, la vedova povera, la samaritana, la vedova di Naim ecc., che non contano nulla sul piano sociale, ma acquistano un valore eterno su quello umano. Appaiono inattese sulla scena, quasi interrompendo il racconto, per inserirvi la loro piccola esistenza, così ordinaria e, per questo, così vicina alla nostra. Senza dottrina, insegnano; senza autorità, ispirano; senza nome, sono. I loro incontri con il Figlio di Dio, pur nel dramma, rasserenano e fanno gioire. Quale il loro segreto? Esse, a differenza degli altri, non cercano il Messia, ma nel Messia vedono Gesù. La grande lezione che ci danno è che Dio è umano. "Le piccole donne dei Vangeli sono figure appena tratteggiate, fredde meteore che s'infiammano a contatto con gli occhi vivi dell'uomo di Nazareth." (dalla premessa dell'autore)
Il cristianesimo sostiene che ogni persona umana è creata da Dio come essere unico e irripetibile. E in modo unico viene anche educato e cresciuto, portato a pienezza dallo Spirito Santo che è l'artista divino. Questa convinzione suscita nell'autore una domanda pregna di curiosità: come sarà stato l'avvicinarsi del Cristo a ciascuna delle persone che ha incontrato? Con quale metodo noi oggi possiamo aprire il Vangelo per cercarlo e scoprirlo? In questo libro trovano spazio solo alcuni dei ritratti che sono scaturiti da questa ricerca sui personaggi del Vangelo e la loro storia interiore; persone che hanno avuto il privilegio, la fortuna non solo di un incontro personale con Gesù, ma anche di lasciarne traccia perenne nelle parole ispirate dei Vangeli. Sono: Simone, la Samaritana, Nicodemo, un sordomuto, due discepoli, una donna del popolo, un uomo malato da tempo, un uomo nato cieco, Zaccheo, una prostituta, una adultera, Lazzaro, un malfattore... I profili sono stati scelti per la diversità delle loro storie e delle condizioni dei protagonisti. Ciascuno di noi si può ritrovare in loro e pensare che anche per noi Gesù ha una parola altrettanto personale.
L'autore propone un sussidio per l'iniziazione cristiana in preparazione alla Prima Confessione, che è una sorta di diario di viaggio, in cui il bambino in primo luogo, ma anche il gruppo di catechesi nel suo insieme, diventano i protagonisti del percorso. Si tratta, infatti, di un libro interattivo, ricco di domande, spunti e stimoli per animare il gruppo e spronarlo a riflettere e a prendere posizione sugli argomenti più intensi della confessione, per permettere ai bambini di arrivare più consapevoli a un momento tanto importante della vita cristiana. Alcune attività coinvolgono anche i genitori.
Ecco un libro colorato, curato nei testi e nelle illustrazioni per ricordare un incontro unico: quello con Gesù nell'eucaristia. Un invito a rivivere quel giorno di festa, completando con parole, foto e preghiere questo album, e insieme comprendere l'importanza della presenza di Gesù nella vita quotidiana del bambino.
In queste pagine l'autrice esprime la propria concezione della donna, che viene presentata in una triplice dimensione: come spazio, come deserto, come cielo. La donna è innanzi tutto spazio che accoglie, contiene e protegge, come ben dimostra l'esperienza della maternità, durante la quale essa sa fare posto a colui che è "altro" da lei, diventando "casa accogliente" per il nascituro. Questa sua predisposizione ricalca, in un certo senso, l'atteggiamento misericordioso di Dio, sempre pronto ad accogliere e confortare. Come deserto, cioè come spazio di verità, la donna è chiamata a prendere le distanze dagli aspetti negativi dell'amore, quelli che tendono a imprigionare l'altro, piuttosto che renderlo libero (il che può accadere sia nel rapporto con i figli sia in quello con il partner). Il modello dell'amore liberante è Maria di Nazaret, che in più di un'occasione ha saputo farsi spazio desertificato (per esempio, nell'episodio di Gesù a colloquio con i dottori nel tempio e, soprattutto, ai piedi della croce). È ancora Maria il prototipo del cielo, inteso come grembo che accoglie tutta l'umanità. È lei la madre universale, la madre della Chiesa, la donna del paradiso nella quale vengono composte in perfetta armonia tutte le dimensioni e anche le contraddizioni di quello che papa Wojtyla definì il "genio femminile". In lei, secondo la profezia biblica, il deserto è fiorito.