Il libretto presenta una serie di pensieri tratti dalle parole e dai messaggi di papa Francesco nei suoi primi giorni di pontificato. In essi risalta il volto della Chiesa, popolo di Dio, l'azione dello Spirito Santo artefice di unità; il ruolo di Maria, madre della Chiesa, il compito di ogni cristiano di confessare Gesù Cristo crocifisso e di annunciare il Vangelo. Una parola di particolare affetto il Papa rivolge anche ai giornalisti.
Questo testo nasce da un pluriennale lavoro di equipe di persone che operano in un progetto culturale (Progetto AMOS) che si occupa
di affettività, sessualità, amore e fecondità di coppia, secondo un’antropologia cristiana ma aperta a un confronto laico serio. Il testo parte da una riflessione su che cosa è la sessualità; perché è stata pensata così; come può essere capita e vissuta dagli uomini e le donne di oggi; che cosa significa e come è possibile costruire un vero maschile e femminile oggi; che cosa significa relazione affettiva e sessuale e come può essere comunicata a adolescenti e giovani; che cosa vuol dire fare incontrare l’eros e l’amore in un incontro duale; quale spazio per una fecondità di coppia e infine una riflessione dal punto di vista etico sulle tematiche sessuali più dibattute nel mondo di oggi. La seconda parte del testo è dedicata ai workshop. Per ogni tematica vi è una scheda in cui si illustrano le tecniche,gli strumenti per tradurre in ambiti diversi questi contenuti e facilitare il passaggio dagli obiettivi teorici a un progetto di formazione educativa.
L’AUTORE
Michelangelo Tortalla è coniugato con tre figli, è medico, sessuologo clinico, iscritto all’Albo Nazionale della Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica.
Presidente dell’Associazione di volontariato Progetto AMOS. Docente di tematiche sessuologiche al Master Universitario in Bioetica della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale (sezione di Torino). Insieme con la moglie Enrica Oddone, incaricato dalla Segreteria della CEI in qualità di collaboratore del Direttore dell’Ufficio Nazionale di Pastorale Familiare, dal 2003 al 2010.
Ha pubblicato diversi libri e articoli sulle tematiche dell’affettività, sessualità, coppia, famiglia.
Quale collaborazione può esserci tra Chiesa e famiglia? Preti e laici (specialmente sposi e famiglie) da sempre si incontrano in parrocchia, nelle occasioni festose o faticose della vita. Tuttavia non mancano difficoltà e incomprensioni.
Nella costituzione sulla Chiesa Lumen gentium si mette al primo posto il Popolo di Dio: tutti i cristiani sono ritenuti importanti e necessari, anche se ciascuno con il proprio specifico ruolo. Quindi anche i laici e le famiglie non possono più essere considerati elementi passivi ma attivi, non più assistenti ma protagonisti.
Alla relazione sacerdoti-famiglie è dedicato questo volume, che invita a lavorare insieme, unendo le menti, le volontà, i talenti di ciascuno. Il libro non tratta soltanto dei fondamenti della spiritualità cristiana in questo campo, ma riporta anche esperienze concrete realizzate in diverse diocesi.
L’associazione
La comunità di Caresto è un’associazione di famiglie che, ogni fine settimana, organizza corsi di esercizi spirituali per famiglie e per fidanzati. È in grado di offrire ospitalità completa a coppie autonome, gruppi parrocchiali, movimenti di ogni parte d’Italia, fino a un numero di trenta famiglie per volta, anche con la presenza di figli. Il nome deriva dal colle su cui si trova il gruppo di case che ne costituisce la sede, a due chilometri dal centro abitato di Sant’Angelo in Vado (Pesaro-Urbino).
Oggi molte persone hanno perso le loro radici senza neppure esserne consapevoli. Cercano di vivere solo nel presente, senza considerare il proprio passato. Eppure chi non conosce le proprie radici, non può sapere di cosa ha bisogno il suo albero della vita per crescere svilupparsi interiormente.
A. Grün suggerisce come riscoprire le proprie radici e la propria identità: le radici nella Bibbia, nella forma che Dio ha voluto per ciascuna creatura; il significato del proprio nome, la filosofia di vita dei propri antenati, i loro rituali come cammino verso le radici: tanti elementi e modi che aiutano a trovare la propria collocazione nella vita. Ciascuna persona può nuocere a se stessa se rimane concentrata solo
sui propri problemi. Ma anche i disturbi che vengono dall’esterno, come le malattie che ci affliggono, possono danneggiare le proprie radici.
È pertanto importante imparare a «purificare» le proprie radici per fiorire nella consapevolezza e nella libertà.
L’AUTORE
Anselm Grün è monaco benedettino nell’abbazia di Münsterschwarzach (Baviera), dove dirige come cellerario (amministratore) le venti imprese
del convento con quasi trecento dipendenti. Esperto di economia aziendale e dottore in teologia fondamentale, ha appreso l’arte di guidare le persone dalla Regola di san Benedetto da Norcia, dalla Bibbia, dai Padri del deserto e dalla psicologia moderna.
È lo scrittore cristiano più letto nei paesi di lingua tedesca ed è apprezzato da molti, in particolare dirigenti, come consulente e assistente spirituale. Diverse decine di migliaia di persone partecipano ogni anno alle sue conferenze.
Alcune ragazze scout della squadriglia delle Aquile, durante un campo invernale a Roccafelice, si imbattono nelle orme di un lupo. Subito dopo, alcuni ragazzi scout della squadriglia dei Leoni si trovano a faccia a faccia con il lupo. Rientrati in città, i ragazzi vorrebbero tornare presto nel bosco a rintracciare il lupo, ma il loro capo propone di realizzare una mostra sui lupi, in attesa della primavera. Quando in primavera, come promesso dai capi, tornano nei boschi di Roccafelice, scoprono che, oltre al lupo, in un casolare abbandonato ci sono anche una femmina-lupo e due lupacchiotti legati a una catena perché catturati da due loschi bracconieri, che vogliono venderli all'estero.I due bracconieri li colgono di sorpresa e li catturano. Tuttavia, grazie anche ad alcune Aquile che chiamano i forestali, tutto si conclude bene. Alla fine i capi scout sono costretti a punire i ragazzi per la loro disobbedienza, ma sono anche orgogliosi del loro coraggio che ha permesso di salvare la famiglia di lupi.
Il libro presenta la biografia di Fabio Moreni, volontario cremonese ucciso il 29 maggio 1993, a soli trentanove anni, nella Bosnia dilaniata dalla guerra, mentre portava aiuti umanitari alla popolazione.
Fabio Moreni aveva tutto ciò che un giovane poteva desiderare: era intelligente (si era laureato con lode a soli ventun anni alla Normale di Pisa), capacissimo nelle relazioni umane, di bell’aspetto e ricco imprenditore, responsabile dell’azienda ereditata dal padre, morto prematuramente. Che cosa dunque lo motivò a impegnarsi in continui viaggi nella ex Jugoslavia messa a ferro e fuoco? Non tanto e non solo motivi umanitari, bensì un vero e proprio cammino di fede, che lo ha condotto a incontrare Cristo nella sofferenza dei fratelli provati dal conflitto. La memoria di Fabio Moreni è oggi tenuta viva dalla Fondazione a lui intitolata, sorta nel 1994 per volontà della madre e di un gruppo di amici che desiderano ricordarne la fede esemplare.
L’AUTORE
Mauro Faverzani, giornalista, è direttore dell’emittente cremonese Radio 883. Scrittore e saggista, collabora con diverse testate e agenzie, locali e nazionali.
Figli di Facebook, iPod, iPad, iBooks, Twitter... i giovani di oggi hanno il web nel cellulare. Anche se abitano in un paesino di 800 persone, vivono a livello globale, hanno amicizie internazionali. Sono sempre connessi. Si verifica, allora, che la Rete, chiamata a connettere, finisca invece, per isolare. Si perde il contatto con la realtà. «Quando il desiderio di connessione virtuale diventa ossessivo – dice Benedetto XVI – la conseguenza è che la persona si isola, interrompendo la reale interazione sociale».
I social network sono un potenziale aiuto alla relazione, ma anche una minaccia. La relazione umana non è basata sui paraverbali e sulle esclamazioni di Facebook (ahahah, condivido, sei grande!) ma richiede tempi, conoscenza diretta, coinvolgimento. Ed è sempre incompleta se è povera di contenuti concettuali profondi e se non ha un aggancio alla realtà.
L'autore
Luciano Verdone è docente di psicologia e filosofia. È sposato e padre di due figlie. Nelle sue opere egli adotta uno sguardo multiprospettico, basato sull’analisi psicologica, sociologica e filosofica. Lo accompagna la quotidiana esperienza del mondo giovanile.
L'autore offre una panoramica del mondo giovanile oggi con note interessanti anche sulla differenza di genere, cioè differenze marcate tra ragazzi e ragazze, specialmente nell'età scolare. I nostri ragazzi sono ormai figli dell'immagine, della musica e dell'emozione. Il linguaggio verbale non è più il loro codice comunicativo. Fanno fatica a comprendere un testo o ad esprimersi con le parole. La loro struttura discorsiva è elementare, fatta di sottintesi non spiegati, secondo il modello sincopato del messaggio da cellulare. Gli insegnanti, gli adulti, appartengono ancora al pensiero logico e analitico. I giovani, invece, a quello globale ed emotivo.
Per i bambini può diventare un momento molto difficile quando si trovano ad affrontare la perdita di una persona che amano. Per loro è difficile comprendere il significato della morte. Perché accade? Dove è andata la persona che è morta? Tornerà di nuovo? Chi si prenderà cura di me adesso? Sono questi i tristi interrogativi che un bambino si pone, anche se non li esprime a voce. Questo libretto offre un pratico aiuto per comprendere i loro sentimenti quando vivono un lutto e per rassicurarli che questo tempo verrà superato e potranno tornare a sorridere. Età di lettura: da 4 anni.
Il tempo più bello della fanciullezza è quello vissuto con i propri amici. Essere e diventare amici è un'arte a volte difficile da assumere e da praticare. Tocca ai genitori, agli insegnanti, ai sacerdoti trasmettere come essere veri amici e come coltivare una sana amicizia. Questo libretto introduce i bambini a quei valori che costruiscono la vera amicizia: lealtà, verità e onestà. Età di lettura: da 4 anni.