Perché nelle diverse azioni liturgiche si usano specifiche vesti liturgiche? Qual è il senso? Cosa richiamano, a cosa rimandano? Perché vestirle secondo determinate norme non è opzionale? Perché indossare o meno la stola sotto la casula non è una scelta a discrezione del singolo celebrante? Ci possono sembrare banali queste domande eppure frullano nelle mente di molti, se non di tutti coloro che vedono un celebrante sovraccarico di determinate vesti liturgiche o di chi sorride, chiedendosi se anche con 50° è proprio necessario indossare tutto. In fondo, se hai la stola è sufficiente; oppure: «La casula copre tutto, a che serve mettere la stola?». Eppure ogni veste liturgica ha un suo senso proprio, ed è segno di un Oltre, segno e senso che - se conosciuto - arricchirebbe la partecipazione al Mistero celebrato, personale e comunitaria. Questa la funzione del testo.
Il documento della Congregazione per l’Educazione Cattolica sul gender, firmato il 2 febbraio scorso, ha visto la luce solo pochi giorni fa. Nasce dalla consapevolezza di una particolare emergenza educativa in atto, soprattutto sui temi dell’affettività e sessualità. Si pone come obiettivo il sostenere quanti sono impegnati nell’educazione delle nuove generazioni ad affrontare «con metodo» le questioni oggi più dibattute sulla sessualità umana, alla luce del più ampio orizzonte dell’educazione all’amore.
La prospettiva è indubbiamente dialogica e potrebbe essere così sintetizzata: no all’ideologia, sì alla ricerca; no alla discriminazione, sì all’accompagnamento; no all’«antropologia del neutro», sì all’antropologia delle differenze.
È un testo che farà comunque discutere e attorno al quale si potrebbe attivare un importante dibattito.
Il testo si presenta come un romanzo attraverso il quale riflettere su ciò che rende generativa una comunità parrocchiale, passando da un attivismo senza prospettiva pastorale (legato ad abitudini e tradizioni) a una visione rinnovata, corresponsabile. Quando il parroco ha un malore ed entra in coma, si decide di tenere nascosta la notizia perché si teme che, in assenza del suo pastore, la parrocchia sia accorpata con quella vicina. La comunità si assume responsabilità nuove, ma presto si verificano liti e divisioni. Un giorno, anche l'eucaristia sparisce dalla cappella. La ricerca che ne segue aiuterà a riscoprire ciò che più conta, ciò che è veramente essenziale, e a passare da una sopravvivenza forzata alla ricerca del Sempre Vivo. La comunità «si risveglia» e con essa il parroco, ma in tutti c'è la consapevolezza che qualcosa è cambiato per sempre, senza alcuna nostalgia. Il testo evidenza tutti i cliché della vita in parrocchia: riunioni, processi comunicativi, dinamiche relazionali, progettualità, divisione in gruppi autoreferenziali.
Antonio Ruccia, conquistato dall'esempio di don Tonino Bello, vuole una Chiesa che sconfigge le sonnolenze e combatte le dis-missioni di persone e di comunità. Non si può mai dire: «La Missione è finita». Abbiamo bisogno di persone affascinate da Gesù, missionari senza confini. Abbiamo bisogno di una Chiesa «estroversa, protesa, non avviluppata dentro di sé», a cui papa Francesco ha aggiunto: «contempl-attiva, innamorata di Dio e appassionata dell'uomo», riprendendo proprio le parole di Tonino Bello. È la proposta di una nuova pastorale per tutti i cristiani, espressa con un linguaggio provocatorio, spiazzante, che costringe a riflettere e non permette alcun «non tocca a me!». Le parole di don Ruccia vanno di pari passo con quelle di don Tonino Bello, scelte dagli interventi più illuminanti, provocanti e pungenti - ma anche appassionati e gonfi di tenerezza - del vescovo salentino.
Alcuni giovani dell'Azione Cattolica, negli anni '80, chiesero a Carlo Maria Martini di insegnare loro a pregare pregando insieme con loro. Ebbe inizio la Scuola di preghiera in Duomo, il primo giovedì di ogni mese. Gli stessi giovani vollero offrire a tutti l'esperienza fatta, raccogliendo in un piccolo volume le meditazioni. Questo libro è nato così: non un testo sulla preghiera, quindi, ma una preghiera vissuta. Si articola in due parti: 1) Il clima della preghiera: quattro brevi capitoli introduttivi per entrare nella preghiera e trovare il proprio ritmo; 2) Itinerario di preghiera con l'evangelista Luca: sette momenti forti di preghiera, tratti da sette pagine del Nuovo Testamento (Maria, Simeone, diversi momenti della vita di Gesù, la prima comunità cristiana) che Martini rilegge con la competenza del biblista e rioffre come preghiera.
Al Circolo Polare Artico, gli elfi ricevono una lettera: “Abbiamo rapito Babbo Natale. Quest’anno niente regali per nessuno”. Una misteriosa scomparsa, intorno a cui s’incontrano e si scontrano elfi, krampus e altri personaggi della leggenda e del folklore popolare, insieme a quelli della tradizione natalizia: San Nicola, Befana, Re Magi, Santa Lucia… Riusciranno tutti insieme a salvare il Natale e partecipare alla festa?
Spartiti musicali delle canzoni: Scrivi la tua letterina – Che fine ha fatto Babbo Natale? – Danza in mezzo al bosco –– Ora serve del coraggio – Se salvassimo il Natale – Tutti i giorni è Natale.
L’angelo Carletto si ritrova sulla terra con una missione: trovare due animali degni di stare nella stalla accanto al piccolo Re che sta per nascere. Ma gli animali sulla terra sono tanti! Come fare a prendere in fretta una decisione? Uno spettacolo con 6 canzoni, in cui s’intrecciano la leggenda del pettirosso e quella del bue e dell’asinello nel presepio; per festeggiare il Natale con i bambini e parlare di amicizia e umiltà.
Spartiti delle canzoni: Angeli all’opera (strum.) - Ecco il Natale – Sono un angioletto – Guarda i cammelli – Noi siamo gli animali – La culla del piccolo Re – Tanti auguri.
Il testo ripropone una serie di brevi articoli per stimolare i catechisti a sensibilizzare e informare i ragazzi dell'iniziazione cristiana circa le diverse forme di carità possibili. Una Chiesa fraterna e solidale esprime il volto concreto del vivere da cristiani ispirato direttamente al Vangelo. L'autore presenta brevemente alcune iniziative concrete di solidarietà nate nelle diocesi italiane. Gli articoli, scritti su commissione di Sovvenire (servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica) sono già stati pubblicati sulla rivista paolina Catechisti parrocchiali.
I Dieci Commandamenti sono il dono di un Dio che ci ha creati per amore e ha stretto un'alleanza con l'umanità, perché vuole solo il suo bene. Ci tracciano la strada da percorrere, per costruire una società giusta, a misura dell'uomo. Non sono limitazioni alla libertà, ma indicazioni per la libertà. Essi ci insegnano a evitare la schiavitù e ad aprirci a una dimensione più ampia di quella materiale (Papa Francesco).
Calendario 2020 a forma di libretto.
"Nella vita non c'è nulla di più grande da desiderare dell'amicizia".
Aelredo di Rievaulx