Per mille anni, a partire dalla "rivoluzione papale" di Gregorio VII, i papi tranne eccezioni si sono rivolti al mondo dicendo: "Lei non sa chi sono io", intendendo dominare "su re e regni", dettare i pensieri dei cuori e determinare le scelte anche più segrete degli uomini e dei fedeli, neanche fossero Dio. Ora c'è la rivoluzione papale di papa Francesco che dice: "Chi sono io?", chi sono io per giudicare, per condannare, per escludere dalla comunione sostituendomi a Dio? E perciò, come san Francesco si spoglia degli abiti del dominio e degli orpelli del potere, apre le porte, va a cercare gli esclusi, sconfessa i violenti, vuole che il denaro non sia signore ma servo e annuncia un mondo dove, dopo una giornata di tormenti, "Buonasera" vuol dire davvero buona sera. E cosi facendo svela il vero desiderio di Dio. Questo libro racconta questa novità vista da vicino, da Roma, dove dopo due anni di pontificato si è appena agli inizi, mentre grandi forze già scendono in campo per contrastare il nuovo corso della Chiesa.
È il 1960 e John Steinbeck, accompagnato dal fido barboncino Charley, parte alla riscoperta della sua amata America a bordo di un pie wagon riconvertito in camper. Le impressioni e le osservazioni raccolte durante il viaggio confluiranno nel fortunato "Viaggio con Charley". Cinquant'anni dopo, il giornalista Geert Mak ripercorre le orme dello scrittore, cercando di capire cosa ne è stato del paese osservato da Steinbeck e del sogno americano in generale. Chilometro dopo chilometro, si addentra in questa terra sconfinata, visitandone le grandi metropoli e i piccoli centri rurali, le aree urbane come Detroit, che per decenni è stata al centro dell'economia e che ormai è una città fantasma, o come New Orleans, devastata dall'uragano. Ma soprattutto parla con storici, giornalisti e gente comune, ne raccoglie pareri e testimonianze, che usa per ricomporre il puzzle più autentico di questa realtà. "In America", infatti, è a tutti gli effetti un autorevole affresco della nazione, con le sue tante contraddizioni, le sconfitte a livello politico e sociale, i miti, in gran parte avviati sul sentiero del tramonto, la visione di sé e della missione nel mondo. Un resoconto dal respiro letterario, di grande interesse e godibilità, frutto dello sguardo critico di un osservatore molto raffinato e acuto.
Nulla è più desiderato dagli uomini della perfetta armonia tra mente e natura, in quanto garanzia di serenità, sviluppo sano del percorso di vita e della personalità. L'area dei disturbi della sessualità è la prova più evidente di quanto sia fragile questo equilibrio, di quanto facilmente si inceppi e abbia bisogno di essere risistemato. Questo libro si occupa proprio del ristabilimento del rapporto tra lo sforzo di controllo mentale e l'incapacità di lasciarsi andare alle sensazioni. Anni di lavoro del Centro di Terapia Strategica nell'ambito dei disturbi sessuali hanno permesso di sviluppare tecniche terapeutiche il più delle volte orientate semplicemente allo sblocco di ciò che la mente intrappola della sessualità. La potenzialità straordinaria della natura è l'energia che permette di uscire "in bellezza" da situazioni di estrema sofferenza. Per dirla con le parole di Giorgio Nardone: "Considerata l'urgenza di chi soffre di questi problemi, il contributo potrà essere maggiormente apprezzato poiché dimostra che problemi così dolorosi, imbarazzanti e talvolta persistenti non richiedono obbligatoriamente soluzioni altrettanto imbarazzanti, dolorose e prolungate nel tempo". Questo libro è stato precedentemente pubblicato da Ponte alle Grazie con il titolo "La mente contro la natura".
Decidere è una libertà, ma anche un compito che può diventar difficile, fino a trasformarsi in un peso insostenibile. Più l'umanità si è evoluta, e più complessa è diventata la realtà con cui l'uomo entra in relazione, e di conseguenza più faticoso è diventato districarsi nella giungla delle scelte. La difficoltà aumenta in proporzione al ruolo occupato da chi decide nelle gerarchie della famiglia, della società, dell'economia, dal genitore al manager, dall'insegnante al politico. Gli strumenti a nostra disposizione, corsi e seminari di management e studio dei processi decisionali, si concentrano sull'aspetto razionale trascurando le oscure forze emotive che sono i veri ostacoli del decidere: la paura e le sue manifestazioni disfunzionali, lo stress e il dubbio patologico, l'angoscia e il panico. Partendo dalla sua pluriennale esperienza in diverse realtà formative e cliniche, Giorgio Nardone ci guida alla scoperta della "psicopatologia del decidere": la paura di sbagliare, di non essere all'altezza 0 di esporsi non dev'essere negata, ma compresa e gestita con strategie e stratagemmi mirati, in grado di trasformarla da handicap ad arma vincente. Solo così ritroveremo il coraggio e la serenità di affrontare i numerosi bivii del percorso della vita.
Platone, Hitchcock, l'Essere e il Nulla, Fichte, la fisica quantistica, la realtà delle finzioni, il Nirvana, Marx, Freud, la plebe, la follia, il sesso... e soprattutto Hegel e Lacan, anzi, più precisamente, la riscrittura lacaniana della dialettica di Hegel. "Meno di niente", l'ultima fatica filosofica di Slavoj Zizek, è un libro sterminato, che sembra voler parlare di "tutto quanto si trova sotto il cielo". Ma è anche un'opera destinata a far ricredere quanti considerano Hegel come il filosofo del "Sapere assoluto" che fagocita ogni cosa e la filosofia post-hegeliana (che spesso è filosofia anti-hegeliana) come ciò che pone rimedio a questa follia idealista. Perché la nostra situazione è identica a quella con cui doveva fare i conti Hegel e, forse, l'unico modo che abbiamo oggi di prevenire la catastrofe, di fermare l'accelerazione capitalistica, animata da un'implacabile pulsione di morte, è ripetere Hegel. Tuttavia, che cosa accadrebbe se per questa via approdassimo a una semplice, quanto sconvolgente, conclusione? "Se c'è qualcosa anziché il nulla, ciò non avviene perché la realtà ecceda il mero nulla, ma perché la realtà è meno di niente".
Questa storia inizia tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento nelle vaste praterie d'America, dove un indiano sioux provò a opporre la forza della visione all'oppressione del suo popolo e del suo ambiente. Inizia nell'Emilia Romagna degli anni Settanta, dove un gruppo di giovani decise di inventarsi il proprio lavoro, e imparò così ad amare le api grazie a un eclettico professore di disegno. Inizia sulle colline marchigiane, dove Gino Girolomoni consacrò l'intera esistenza al ripopolamento delle campagne e all'affermazione del biologico come inno alla vita. Inizia ovunque qualcuno decida di abbandonare la strada più semplice per aprirsi a nuove opportunità, perché questa storia, raccontata da Lucio Cavazzoni, presidente di Alce Nero, non è solo una storia, ma mille storie diverse che non smettono mai di iniziare, cambiare, rinnovarsi. Storie che parlano di terre e contadini, panificatori e cuochi, rivoluzioni e fatica, lotte e sconfitte. E ancora ulivi millenari da abbracciare, alveari da scoprire, piantagioni di canna da zucchero da proteggere e terre confiscate alla mafia da restituire alla collettività. Storie, dunque, che parlano di cibo: un cibo bello, buono e vero come ogni cibo dovrebbe essere. Un cibo che racchiude in sé i semi di mille rivoluzioni, perché si fa messaggero dei racconti dei territori che abitiamo e degli uomini che li coltivano, e soprattutto perché è ancora in grado di nutrire davvero.
Venticinque secoli fa, Aristippo di Cirene, allievo di Socrate e fonte di ispirazione per Epicuro, "inventò" il piacere: per diffondere i suoi insegnamenti faceva ricorso al gioco, all'umorismo, all'ironia, sollecitava "il verduraio, il calzolaio, il marinaio, la prostituta" e praticava la filosofia come una terapia, anticipando per molti versi il metodo psicoanalitico. Per aver voluto nobilitare il corpo, il desiderio, il sensibile, il reale, Aristippo (come poi i Cinici e gli Epicurei) attirerà su di sé, nei secoli a venire, il disprezzo dei pensatori cristiani, spiritualisti, dualisti, idealisti, cadendo infine nell'oblio. Michel Onfray, affidandosi ai frammenti e alle testimonianze di amici e nemici di questa figura cardinale della filosofia antica, cerca di portare alla luce un continente sommerso ma alimentato dalla pulsione di vita, come antidoto alla rinuncia, all'autopunizione e all'odio verso sé stessi.
È in fondo alla contrada di Atòra, sull'isola di Honshu, in Giappone, che Matabei Reien si ritira per scappare ai furori del mondo contemporaneo. In questo luogo sperduto tra montagne e Pacifico, si nasconde la tranquilla pensione di donna Hison, e poco distante un giardino fuori dal tempo. Poco a poco, Matabei si lega al vecchio giardiniere, il maestro Osaki, e scopre in lui uno straordinario pittore di ventagli, diventando suo allievo. Fantastico labirinto dalle prospettive ingannevoli, il giardino del maestro Osaki è anche cornice di ferite e passioni, ben lontane dalla via dello Zen, e che verranno violentemente spazzate via dalla furia dello tsunami. Cosa resterà di Matabei e dei suoi preziosi ventagli?
"Dieci giorni dopo la fine della guerra mia sorella Laura precipitò con l'auto giù da un ponte." Sono queste le prime parole, semplici ma inquietanti, con cui Iris Chase, la voce narrante del romanzo, decide, a ottantadue anni, di raccontare le tormentate vicende della sua famiglia nell'arco di quasi un secolo. Ma sin dall'inizio il racconto di Iris viene interrotto dagli stralci di un altro romanzo, una scabrosa storia d'amore scritta dalla sorella tragicamente morta e pubblicata postuma con enorme successo: "L'assassino cieco". Il protagonista del romanzo, un uomo in fuga, inventa per la sua amante una storia di fantascienza su un pianeta inverosimile, dando, così, vita a un terzo livello narrativo.
Il bambino ha sempre bisogno di qualcuno che gli faccia le coccole. L'adulto si fa le coccole da solo e non ha bisogno di nessuno. Il genitore è l'unico capace di fare le coccole agli altri. Sull'equilibrio e lo sviluppo di queste tre personalità, che coesistono in noi, si giocano tutta la nostra vita, il nostro benessere, il nostro rapporto con gli altri, la nostra felicità. In natura, in noi e negli animali, le tre personalità si sviluppano armonicamente e in tempi precisi. Purtroppo però, nelle società industrializzate ricche e iperprotette l'evoluzione naturale non avviene, e noi rimaniamo bambini. Questa è la base di tutte le nostre nevrosi. Paure, fobie, panico, ansia, depressione sono tutte manifestazioni di una personalità infantile non evoluta, sempre alla ricerca di amore, di sicurezza, di coccole. Questo saggio dell'autore di "Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita" insegna in modo facile e umoristico a fare il bambino imparando a farsi umili, a diventare un adulto imparando a difendersi e a diventare un genitore imparando ad amare.