Penetrare nel vissuto esperenziale e spirituale della cristificazione di Paolo di Tarso è l'intento principale delle pagine di questo studio contemplativo e di esegesi spirituale che desiderano chiedere all'Apostolo delle Genti di entrare nel mistero della sua vita, trasformata nell'Evento di Damasco. L'esperienza dell'incontro con Cristo permette a Paolo di insegnarci il suo "sentire" teologico e spirituale, aiutandoci a giungere, come lui, ad essere profumo di Cristo (cf 2Cor.2.15). Il procedere di questo itinerario di riflessione si apre con uno sguardo sulle tappe salienti della vita di Paolo per poi passare a riflettere sull'esperienza dell'Evento di Damasco, descritta dalle lettere autobiografiche e dallo scritto lucano degli Atti. L'autore, infine, si sofferma su alcune tematiche teologico-spirituali proprie e specifiche di Paolo, frutto della sua esperienza di cristificazione con il Signore Gesù, così da accogliere e vivere l'invito di Paolo stesso: Fatevi miei imitatori come io lo sono di Cristo Gesuù (cf 1Cor 11.1).
L'esperienza della responsabilità che nasce nell'incontro con l'altro è assunta nel presente volume come punto di partenza della riflessione sulle condizioni di possibilità di una vita autenticamente umana. La descrizione dei fenomeni costitutivi di questa esperienza e l'esplicitazione dei loro significati etici e antropologici conducono, attraverso il dibattito con i pensatori del passato e del giorno presente, alla fondazione meta-antropologica dei principi, dei valori e delle norme morali. Nella prospettiva aperta dalla concezione della persona come essere relazionale e "dono autonomo", vengono individuati quei modi di vivere "con" e "per" gli altri che alla luce della "sapienza dell'amore" appaiono alla ragione pratica come moralmente necessari e universalmente validi.
"Non è facile determinare il 'genere letterario' di una Introduzione come quella presente. Essa non deve diventare un riassunto della materia, ma neppure deve accontentarsi di indicare dove possono essere studiate con maggiore ampiezza le questioni, senza neanche formularle o senza indicare almeno ciò che, nell'opinione dell'autore sarebbe un principio di soluzione. Ho cercato di evitare entrambi gli estremi, offrendo nelle sue linee generali i contenuti fondamentali della Antropologia Teologica e dando contemporaneamente un certo spazio all'informazione relativa alle differenti opinioni sui problemi più importanti." (L.F. Ladaria).
Il tema del sangue dell'alleanza è una chiave di lettura efficace della teologia matteana per comprendere l'idea della remissione dei peccati compiuta da Gesù Cristo. Il Primo Vangelo infatti è l'unico a vedere associati, nella formula delle parole sul calice di Mt 26,28, i concetti di alleanza, remissione dei peccati e aspersione del sangue. La stessa teologia sulla liberazione dai peccati appare sin dalle prime righe di Matteo, in 1,21, dove il nome di Gesù viene legato alla salvezza del popolo dai suoi peccati. Il sangue compare poi nella parte conclusiva del vangelo. La questione dell'alleanza è molto presente nella recente ricerca teologica biblica. A partire dall'affermazione della Dei Verbum sull'unità dei due testamenti, e dalla considerazione che "Cristo ha fondato la Nuova Allenaza nel suo sangue" (DV 16), si è giunti a formulare ipotesi diverse sulla reciproca relazione tra Prima (Antica) e Nuova Alleanza. Nel Vangelo di Matteo non appare il concetto di nuova alleanza nelle parole sul calice, mentre altrove nel Nuovo Testamento la "novità" dell'alleanza in Gesù viene espressa. La ragione di questa assenza non è stata ancora esaurientemente toccata a riguardo del Primo Vangelo, e viene perciò affrontata da vicino in questa ricerca. Il lavoro prende l'avvio dalla Wirkungsgeschichte dei testi e dei temi oggetto della tesi, per poi spostarsi all'indagine esegetica e teologica dei capp. 26-27 del vangelo.
La disciplina teologica propone di dare una proposta/risposta alla ricerca della fede, della verità seguendo l'invito di Pietro riportato in 1 Pt 3,15-16, testo programmatico, quasi mai preso nel suo insieme. L'espressione più adeguata del rapporto intimo e personale dell'uomo con Dio ci è data dal (ri)conoscimento reciproco in Gal 4,9. Questo lavoro vuole ricostruire e riproporrere il trattato teologico De Fide che guarirebbe finalmente la frammentazione del sapere nata con il divorzio tra riflessione ed esperienza.