L'11 ottobre del 1960 inizia il primo ciclo sperimentale di Tribuna elettorale della Rai. I partiti ed i leader entrano nelle case e nei locali pubblici di un'Italia animata da una grande passione ideologica e una diffusa partecipazione alla vita politica. Le Tribune della Rai, che nel 1964 diventano una rubrica permanente, rappresentano un momento importante del progetto di educazione degli italiani alla nuova cittadinanza repubblicana e democratica, realizzato dal Servizio Pubblico su mandato del Governo e del Parlamento. Il programma, nelle sue diverse formule ed edizioni - conferenze stampa, appelli, dibattiti, tavole rotonde - dà spazio alla parola politica ed ai suoi protagonisti, sempre rispettandone ed esaltandone l'importanza, il ruolo, l'autorevolezza. Le Tribune sono una perfetta "macchina scenica" e un "grande spettacolo" - termine a lungo non gradito ai politici ma ben chiaro agli uomini di televisione - che rispondono alle esigenze e agli interessi di una democrazia basata sulla funzione indispensabile dei partiti. Le fotografie delle Tribune provenienti dall'Archivio fotografico della Rai documentano gli allestimenti e i protagonisti, la scena e il fuoriscena, di un programma che per oltre trent'anni ha segnato la vita politica e il costume italiani tanto da diventare oggetto di satira, attraversando gli anni del boom e del centrosinistra, del compromesso storico e della violenza, del pentapartito e del riflusso nel privato, sino alla crisi della prima Repubblica.
Assieme al Cenacolo e a Santa Maria delle Grazie, l'attuale Casa degli Atellani è, seppur modificata nei secoli, l'unica traccia tuttora presente del quartiere sognato da Ludovico il Moro, e l'ultimo edificio dell'attuale corso Magenta che mantenga parte dell'aspetto che presentava durante il Rinascimento. Gli Atellani che l'abitarono furono grandi protagonisti della vita sociale e politica nella Milano al tempo degli Sforza, dinastia cui rimasero encomiabilmente fedeli fino alla fine, nella buona e nella cattiva sorte" Da Leonardo da Vinci a Ludovico il Moro, le loro biografie si mescolano a quelle di moltissimi protagonisti ed eventi maggiori e minori di quella storia d'Italia.
"Il titolo del libro di Antonio Preziosi è certamente molto forte. Ma è anche un titolo che oggi più che mai, a dieci anni dalla morte di san Giovanni Paolo II, ci appare coerente e veritiero. Nessuno si è dimenticato di lui mentre è incredibile il numero di persone che chiedono di sapere di più della sua straordinaria vita, delle sue opere, del suo pensiero. Lui appare veramente 'immortale' agli occhi di chi lo ha conosciuto ed anche a quelli di chi si avvicina a lui per la prima volta: viene percepito come vivo, vicino alla gente, vicino soprattutto ai suoi amati giovani. E lui è veramente ancora con noi e dall'alto del cielo, come racconta Preziosi nel suo volume, continua a pregare per l'umanità come ha fatto in ogni istante della sua vita. Mentre aumentano coloro che continuano a cercarlo, io stesso sono testimone delle continue richieste di preghiere che nel suo nome vengono rivolte a Dio e tante di queste vengono accolte: guarigioni, conversioni, segni di grazia continua e permanente. A lui si rivolgono molte coppie che chiedono di avere figli ricordando il suo grande amore per la famiglia. La sua morte fisica non ha interrotto quei prodigi e quella preghiera che ho sperimentato quotidianamente durante la sua vita terrena." (Dalla prefazione del cardinale Stanislao Dziwisz)
Nei 1954 inizia l'avventura della Rai, e con essa la realizzazione dei primi sceneggiati: ai tempi erano adattamenti da opere letterarie, oggi è la moderna "fiction". "Il segno del telecomando" affronta l'entusiasmante viaggio da quelle lontane origini fino al 2014, e lo fa non solo ricostruendo la storia delle numerosissime produzioni Rai, ma cercando di andare anche oltre lo schermo, affidandosi alle testimonianze di quelle persone - autori, registi, attori, critici - che hanno reso il settore televisivo un tassello fondante della vita del nostro Paese. La storia della fiction Rai è un ritratto degli italiani degli ultimi sessant'anni e di ciò che più li ha emozionati. Gli amanti del dramma o della commedia romantica, gli appassionati del genere giallo o poliziesco, coloro che ricordano con affetto le cure del dott. Manson nella Cittadella, i casi di Nero Wolfe. Le inchieste del Commissario Maigret, quelli che negli ultimi anni hanno seguito con passione le avventure del Commissario Montalbano, di Don Matteo o di Un posto al sole, troveranno qui il piacere di incontrare i propri beniamini e chi li ha creati, e di scoprire, anche, artisti che hanno contribuito al loro successo e che sovente sono rimasti dietro le quinte. "Il segno del telecomando" è la testimonianza di una televisione che nel corso degli anni ha spesso cambiato faccia ed è riuscita a influire sulla vita degli italiani.
Vita di santa Barbara è una storia di fede, una grande storia d'amore, e anche un dramma familiare che diventa il simbolo di uno scontro culturale destinato a cambiare per sempre il volto dell'Occidente. La testimonianza di santa Barbara segna il passaggio di consegne dal mondo pagano a quello cristiano e la forza della sua fede rivela l'impotenza dell'Impero di Roma. Incentrato sulla vita della vergine e martire del III secolo d.C., poi diventata santa, protettrice di minatori, Artiglieri e Vigili del Fuoco, nonché patrona di Rieti, questo volume, corredato delle immagini in Hd della fiction Santa Barbara - prodotta da Lux Vide in collaborazione con Rai Fiction, e andata in onda su Rai1 nel 2012 - offre ai devoti della santa, e non solo, una rivisitazione il più possibile completa e coinvolgente dell'esperienza religiosa e umana di una figura divenuta leggendaria.
È un percorso che guida il lettore attraverso la storia italiana degli ultimi 70 anni dove ognuno può intrecciare le vicende personali con il sentimento collettivo raccontato dalle parole di Zavoli. Dal ciclismo alla politica, dal Vajont a Chernobyl, dal fascismo al terrorismo, percorrendo tutta la storia della Rai, il lettore potrà cogliere quel processo identitario che ha contribuito alla costruzione dell'immaginario collettivo di una nazione. È la storia di noi Italiani raccontata attraverso la vita di un italiano d'eccezione quale è Sergio Zavoli. Corredato da interviste ad amici e colleghi (tra gli altri Piero Angela, Rita Levi-Montalcini e Rita Borsellino), il volume diviene dunque icona di quell'Italia da raccontare, a chi non era ancora nato, e da ricordare a chi possa aver dimenticato. Prefazione di Walter Veltroni.
Per quasi un secolo l'Istituto Luce ha prodotto, raccolto e conservato milioni di immagini (fotografie e film del reale), divenendo il custode della memoria visiva degli italiani. I suoi fotografi e operatori, e i molti altri di cui i suoi archivi conservano il lavoro, hanno raccontato ad almeno tre generazioni innumerevoli viaggi avventurosi e la vita dei microrganismi, i trasformismi della politica e la fatica del lavoro, le bellezze artistiche della penisola e le stelle del cinema internazionale. Attraverso il talento di veri e propri maestri dell'obiettivo oppure lo sguardo "medio" dei cronisti delle messe in scena della propaganda, si è creato l'immaginario italiano, quell'album mentale, personale o condiviso, che ognuno di noi costruisce attraverso sensazioni, ricordi, e soprattutto "immagini", vere o fittizie, desiderate o odiate, fatte insieme di realtà e fantasia. Questo libro, come una sorta di autobiografia "non autorizzata", mostra come gli italiani si sono osservati per quasi un secolo attraverso l'obiettivo severo o indulgente dell'informazione visiva, che ha descritto ogni loro conquista, illusione, debolezza, speranza. Anche quando viene sottomessa agli imperativi della comunicazione politica, la fotografia (come il film "dal vero") conserva sempre una sua autonomia (il reale si ribella alla rappresentazione), rivelando una storia di volti, di paesaggi, di vita intima che nessun altro mezzo è in grado così efficacemente di raccontare.
Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, mons. Enrico dal Covolo è nato il 5 ottobre 1950 a Feltre, in provincia di Belluno. È stato ordinato sacerdote il 22 dicembre 1979 a Milano. Insegna alla Facoltà di Lettere cristiane e classiche dell'Università Pontificia Salesiana, di cui è stato Preside-Decano, e in seguito ricerettore della medesima Università. Nel 2003 don Pascual Chàvez, Rettore Maggiore dei Salesiani, lo ha nominato Postillatore generale per le cause dei Santi della Famiglia Salesiana. Autore di numerose pubblicazioni dedicate ai Madri della Chiesa edite dalla LAS (Libreria Ateneo Salesiano), ha pubblicato "In ascolto dell'altro" il volume che raccoglie le meditazioni degli Esercizi Spirituali predicati al Papa e alla Curia Romana nel febbraio 2010. Mons. dal Govolo collabora con la storica trasmissione di informazione religiosa "Ascolta si la sera" in onda su Rai Radio1.
Una dichiarazione d'amore, per l'amore. Non c'è attimo della giornata in cui possiamo vivere senza pensare, senza cercare, senza interrogarci, senza perdere o ritrovare l'amore per conquistare fiducia. L'amore è una perla nella conchiglia. Può attrarci con la brillantezza della luce, può persuaderci che dobbiamo aprire un'altra conchiglia e continuare. La perla più preziosa equivale a un primo bacio. La luce e lo sguardo aiuterà altri baci, altre confidenze, altre intimità. Il libro di Italo Moscati è una storia fatta di tante storie, intorno al gioco disincantato, divertente, dell'amore, degli amori. I corteggiamenti, i simboli, l'allegria, le malinconie, l'entusiasmo di un colpo di fulmine. Vi compaiono i protagonisti conosciuti o sconosciuti, nel grande scenario che parte da vicino per andare lontano, e da lontano pervenire vicino. Dai divi famosi, dai modelli del cinema e dello spettacolo, della Tv, alle persone messe in luce dai fatti di cronaca; da figure che nella cultura e nell'arte hanno rappresentato i pensieri, i moti del cuore, le speranze, le illusioni, e ancora le speranze. L'autore ha attraversato le epoche, fino alla contemporaneità, con attenzione per gli amori della classicità ma soprattutto per sedurre il lettore con immagini e vicende che parlano soprattutto di lui e della incrollabile tenacia nell'inventarsi l'amore, una grande avventura personale. Moscati preferisce non fare nomi, invita a scoprirli.
Qual è il ruolo giocato dall'informazione negli ultimi anni? È questa la domanda da cui si parte per capire il peso dei media in campo economico. Vizi e virtù di una professione che si propone di raccontare i fatti in modo chiaro e completo, in grado di condizionare i comportamenti sociali. Se l'occhio di bue dell'informazione non avesse illuminato la crisi e non l'avesse spiegata ad ogni cittadino, questa sarebbe finita nell'oblio e diventata ancora più drammatica e pericolosa. L'informazione è dunque anche e soprattutto uno strumento di alfabetizzazione per rendere consapevoli i cittadini e i loro comportamenti. Offrire la "cassetta degli attrezzi" per comprendere e utilizzare le misure che possono aiutare a superare la crisi significa incidere sulla realtà, sul passaggio dalla crisi finanziaria alla ripresa economica. Un'analisi che ci porta verso una nuova Europa: riorganizzazione della politica, della pubblica amministrazione, del bilancio dello Stato, delle attività produttive pubbliche e private e soprattutto di un sistema di Welfare "europeo" che non viva l'interesse nazionale come un limite. Un'agenda politica che supera i confini nazionali e che scavalcando le barriere delle ideologie guarda davvero al bene comune di tutti. Con la premessa di Antonio Catricalà e la prefazione di Alberto Quadrio Curzio.