
Amsterdam, 1892. All'orfanotrofio del Piccolo Tulipano arrivano cinque neonati abbandonati nelle maniere più diverse, chi in una cesta a forma di bara, chi dentro un secchio per il carbone. Tutti modi comunque inaccettabili per la direttrice, l'arcigna e puntigliosa signora Gassbeek. Milou, Dita, Oval, Finny e Sem diventano presto gli "inadottabili", casi disperati di cui la direttrice non riesce a liberarsi. Loro, però, sono uniti come fratelli e hanno trovato nell'amicizia la forza di resistere. Una speranza sembra profilarsi quando i ragazzi compiono dodici anni e un commerciante di zucchero, un certo signor Rotman, propone di prenderli con sé. Indossa abiti eleganti, ma ha baffi che fremono e un sorriso sbagliato. Per i cinque amici è l'inizio di un'avventura che richiederà tanto ingegno quanto coraggio. In un paese incantevole, tra i canali di Amsterdam e i mulini a vento del vasto polder, la loro fuga sarà costellata di atmosfere da brividi, messaggi segreti e colpi di scena. Età di lettura: da 10 anni.
Il lavoro dell'astronomo è quello di osservare. Che usi gli occhi, un telescopio o che capti i raggi gamma emessi dai corpi celesti quello che ottiene sono sempre immagini da studiare. Tra queste alcune hanno fatto la storia dell'astronomia altre anche quella della società e del costume. Sono diventate iconiche, le conosciamo tutti anche se spesso non ne capiamo il significato. E in questo libro Licia Troisi ci accompagna in un viaggio proprio tra queste immagini: le più famose, le più belle o più semplicemente quelle che hanno colpito di più la nostra fantasia. Ci svela quello che raccontano, quali straordinarie scoperte o misteri racchiudono. Ricostruendo così anche il nostro rapporto di sconfinata curiosità e fascinazione verso l'infinito nel quale siamo immersi. Perché dagli oggetti più vicini a quelli più lontani viviamo in un luogo intriso di misteriosa bellezza che non ha mai smesso di affascinarci e sul quale non abbiamo mai cessato di interrogarci. Nei secoli sono cambiati i mezzi con cui abbiamo cercato di capire, ma le domande e il mistero per la sfrontata bellezza del cosmo restano intatti.
Dan Brown, da sempre appassionato di musica e musicista lui stesso, è stato ispirato dai classici per l'infanzia come "Pierino e il lupo" e dai suoi libri di bambino. Ne "La Sinfonia degli animali" combina musica e scrittura per una nuova generazione di lettori, usando le tecnologie più avanzate per coinvolgerli nella lettura. Il libro sarà infatti accompagnato dalla prima opera musicale dell'autore, composta appositamente per l'occasione: un album di musica classica che eleva la lettura a esperienza multisensoriale e si rivolge sia ai bambini che agli adulti. Un libro senza tempo che grandi e piccini potranno sia leggere in modo tradizionale, sfogliando semplicemente le pagine, sia, mentre leggono le pagine, ascoltando le composizioni musicali - una per ciascun animale - con un'app interattiva per smartphone che sarà disponibile per il download gratuito via web oppure con un QR code stampato su "La Sinfonia degli animali" al momento della pubblicazione. I disegni sono dell'illustratrice ungherese Susan Batori. Età di lettura: da 5 anni.
La famiglia, all'origine della civiltà, oggi ne sta decretando la fine. È una crisi che investe l'intera società perché ciò che accade all'interno della famiglia ha rilevanza sul sociale e sul futuro dell'uomo. I genitori hanno rinunciato al ruolo di guida proteggendo all'infinito i figli: è il plusmaterno che nasce dal fallimento della cura e sospende il momento della responsabilità. La generazione che ha contestato sta crescendo figli e nipoti docili, pronti all'assoggettamento. Cosa è successo? I giovani che non dissentono permettono al fantasma mai sconfitto dell'antica tendenza dell'essere umano alla sottomissione di giocare la partita della vita al posto loro, rovesciandola in morte. Laura Pigozzi, psicoanalista, esplora in questo saggio come lo scacco della famiglia sia la radice di una tragedia sociale più vasta e ferocemente distruttiva. Attraverso il concetto di disobbedienza civile elaborato da Hannah Arendt, prende forma in queste pagine una inedita rilettura delle origini del totalitarismo che per la prima volta riesce a spiegare le conseguenze politiche della pulsione di morte freudiana e ci permette di riscoprire alcuni casi emblematici di rapporti genitoriali fallimentari, come quello di Hitler con sua madre. «L'adattamento di un giovane» ci ricorda l'autrice «ha sempre qualcosa di immorale» perché sia un soggetto che una comunità si fondano sulla divergenza. È nelle famiglie che i ragazzi dovrebbero allenarsi a trovare lo slancio verso l'esterno, diventando adulti. Fallire questa trasformazione significa condannarli a un'eterna infanzia, che apre le porte non solo ai dittatori bambini ma anche a quelli veri.
Dopo aver svelato il volto della follia, Vittorino Andreoli ripercorre in questo libro le tappe di una vita attraversata da numerose sfide e scommesse, non senza qualche amarezza. "Ho aspettato ottant'anni per capire che la vita è fatta di continuità, non di avventure" e che la memoria invece può essere ingiusta perché lavora per celebrazione. Ma allora cosa significa compiere ottant'anni? Quali ombre ci lasciano e quali invece si ostinano a farci compagnia? Un "vecchio", ci insegna Andreoli, non è solo una persona con lo sguardo rivolto all'indietro, anzi è proprio a ottant'anni che è possibile affrontare con più libertà le "grandi domande dell'esistenza", come il rapporto tra fede e ragione; dedicarsi alla musica, al teatro, alla letteratura, continuando a sostenere la causa dei "miei matti" - come li chiama affettuosamente dal lontano giorno del 1959 in cui mise per la prima volta piede in un manicomio - attraverso interviste, dibattiti e conferenze. In queste pagine dense di riflessioni intime ma dal sapore universale, Andreoli racconta la sua esistenza unica, ricca di scoperte, di rivoluzioni e di riconoscimenti, di segni che ha inciso "sulla pietra" e "sulla carta". Una vita, da testimone e da protagonista, vissuta all'insegna dell'umanesimo per affermare, prima di tutto e sopra tutto, il valore e la straordinarietà dell'uomo "tutto intero".
Questo libro è la cronaca di una scoperta, di un viaggio durato tre anni, durante il quale l'autore percorre la Spagna per incontrare una realtà fino ad allora sconosciuta: gente di oggi, che vive con valori di duemila anni fa. Abituato a vivere in una società perennemente insoddisfatta dal punto di vista materiale e alimentata dal dolore e dall'insoddisfazione, se non dall'odio, Azurmendi entra in contatto con una presenza fondata sul dare tutto senza clamore, gratuitamente e non prestando alcuna attenzione ai benefici ricavabili, resa possibile dall'attivazione di un immenso amore per l'altro. E scopre che questo modo di vivere genera una gioia esistenziale duratura e una grande certezza. In altre parole, qualcosa di diverso dalla nostra società, in cui l'altro è spesso percepito come portatore di incertezza e rischio.
Lo Stato è tornato e in maniera prepotente. L'emergenza coronavirus - che ha rimesso al centro del dibattito politico l'opportunità di massicci interventi pubblici a sostegno di un'economia in declino - ha soltanto accelerato una tendenza già in atto. Eppure il capitalismo e la democrazia liberale sembravano essersi imposti come ultimo orizzonte possibile. La loro progressiva diffusione - alimentata dall'apertura dei mercati su scala globale e dall'unificazione europea - ha promosso benessere e prosperità ovunque. Ma ha anche costretto i sistemi economici ad adattarsi a profonde e radicali trasformazioni. Le cose sono cambiate a partire dalla crisi finanziaria del 2007-2008. Da allora, una larga parte dell'opinione pubblica, impoverita e spaventata dal futuro, ha cominciato a invocare chiusura e protezione. I movimenti populisti e sovranisti hanno subito intercettato questo malessere, facendosene portavoce. È una galassia ideologica molto eterogenea, ma a ben guardare i proclami dei loro leader sono sempre gli stessi: più Stato, meno Europa, avversione al commercio internazionale, protezione dei campioni nazionali costi quel che costi, allergia alla concorrenza. Saravalle e Stagnaro forniscono un'ampia ricognizione delle diverse politiche economiche sovraniste, raggruppandole sotto una serie di -ismi - statalismo, nazionalismo, dirigismo, protezionismo, unilateralismo, antiglobalismo - e ci ricordano che non sono affatto parole nuove. Si tratta, in realtà, di ricette vecchie e fallimentari, già sperimentate negli ultimi decenni, che hanno dimostrato di avere un solo tratto in comune: producono sempre risultati opposti a quelli desiderati. Contro il sovranismo economico ci offre non solo un'analisi accurata della crisi economica e valoriale che stiamo attraversando, ma anche una serie di risposte concrete per uscirne, questa volta davvero, migliori di prima.
L'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù nasce da un regalo. Quello di quattro bambini che, il 25 febbraio 1869, donano alla madre, per il suo compleanno, il loro dindarolo, il salvadanaio nel quale custodiscono i propri risparmi. Vogliono esaudire un suo desiderio: dare un ricovero ai piccoli malati di Roma che non possono permettersi cure adeguate. La donna è la duchessa Arabella Fitz-James Salviati, e il tenero gesto dei suoi figli è il seme che farà fiorire l'iniziativa della famiglia: il 19 marzo dello stesso anno apre a Roma il più antico ospedale pediatrico d'Italia. La prima sede è in una semplice stanza al numero 12 di via delle Zoccolette, sulla sponda sinistra del Tevere; la cura dei bimbi è affidata a due soli medici e la gestione dell'accoglienza alle suore Figlie della Carità di San Vincenzo de' Paoli. Circa vent'anni più tardi l'ospedale si trasferisce al Gianicolo, occupando parte del convento di Sant'Onofrio, e nel 1924 è donato al papa per dare continuità e stabilità a una struttura diventata nel frattempo ampia e importante. Ma la storia dell'ospedale non si limita ai rapporti tra benefattori, medici, pazienti e Chiesa; essa si intreccia infatti con quella del nostro Paese - i primi anni dell'Unità d'Italia, i Patti lateranensi, le due guerre mondiali - e con l'evolversi della medicina: la trasformazione della pediatria, la riforma del Servizio sanitario nazionale, l'internazionalizzazione della comunità scientifica, l'umanizzazione delle cure Oggi la comunità del Bambino Gesù guarda al domani come ospedale dei figli del mondo, coniugando ricerca scientifica e assistenza sanitaria con l'attenzione alla persona e l'impegno nella cooperazione internazionale. Grazie al racconto accurato e coinvolgente di Andrea Casavecchia, questo volume ci porta dunque alla scoperta di una delle eccellenze assolute del nostro Paese, la cui vicenda ci parla della nostra storia e ci proietta al contempo nel futuro.
La storia di un ragazzo nato a Pianaccio, sull'Appennino tosco-emiliano, che per sfuggire alla coscrizione della Repubblica sociale entra a far parte di Giustizia e Libertà e nel dopoguerra diventa caporedattore del "Resto del Carlino": questo libro è al contempo romanzo d'invenzione e scrupolosa autobiografia, cronaca familiare e ricostruzione storica. Perché è stato il debutto nella narrativa di uno dei più grandi giornalisti che l'Italia ricordi ed è una sorta di sintesi del suo modo di osservare il mondo, sempre attento ai paradossi e alla vulnerabilità degli esseri umani.
Basato sulla storia vera di Dita Kraus. Edita fa uno schizzo della baracca, con i suoi arcipelaghi di sgabelli, la linea della stufa e le due panche: una per lei e una per i libri. Ecco il suo mondo. Ad Auschwitz-Birkenau c'è l'unico campo "per famiglie" in cui vivono i bambini. Come uccelli rari in gabbia, i piccoli passano le loro giornate nel blocco 31, il paravento di normalità che i nazisti hanno costruito per gli ispettori della Croce Rossa. Qui Fredy Hirsch, un trentenne ebreo tedesco, ha organizzato in una baracca che è poco più di una stalla una scuola clandestina, dotata addirittura di una biblioteca. Gli otto volumi che la compongono - fra cui la "Breve storia del mondo" di H.G. Wells, un trattato di Freud, Le vicende del bravo soldato Svejk, un atlante geografico e "Il conte di Montecristo" - sono affidati alle cure della quattordicenne cecoslovacca Edita. Squadernati, strappati e malridotti, i libri sono arrivati lì per vie segrete, e difenderli non è certo semplice. Edita è disposta anche a rischiare la vita per salvare il suo tesoro, l'unico che le permette di fuggire dal dolore e dal plumbeo grigiore del campo di sterminio. Sarà proprio la sua fiducia nel potere dei libri a consentirle di vincere l'orrore. Una storia vera di coraggio e speranza.