
Benedetta Parodi cucina per il marito Fabio e i figli Matilde, Eleonora e Diego, ma anche per tutti i telespettatori che la seguono ogni giorno sugli schermi televisivi e per voi lettori che qui troverete 237 piatti inediti. Come sempre, sono ricette che si cucinano in un attimo con ingredienti semplici ed economici oltre che sfiziosi e facilissimi da trovare. Quest'anno, però, Benedetta ha deciso di accompagnarvi passo dopo passo nella preparazione di pranzi e cene, immaginando per voi oltre 60 menù adatti ai pasti di tutti i giorni ma anche alle occasioni speciali: dalla festa di compleanno dei bimbi alla cena con un amico vegetariano, dallo spuntino davanti alla tv alla serata romantica a lume di candela, dalla cenetta di pesce che costa poco al pranzo perfettino per suocere criticone... Sempre "raccontandoli" con il suo consueto stile che mescola consigli e trucchi del mestiere ad aneddoti e ricordi personali. Per la prima volta, inoltre, Benedetta si è cimentata anche con la macchina fotografica immortalando proprio i piatti che lei stessa porta in tavola e che scoprirete sfogliando le pagine illustrate di questo suo nuovo libro.
Era disperso fra le sue carte l'abbozzo di romanzo che il ventenne Musil non era riuscito a pubblicare. Libere variazioni sull'amore, sulla letteratura, sul misticismo - molti dei temi che si ritroveranno nell'"Uomo senza qualità" - sono qui presentate nella forma di brani minimi, o veri e propri aforismi, alternati a pezzi filosofico-speculativi o narrativi. Una meditazione poetica del giovane Musil trovata e ricostruita dal suo massimo studioso italiano.
Siamo a fine Ottocento. L'aria di Capo Scirocco è tiepida e profumata di glicine la mattina in cui Rita Agnello, nobildonna di gran carattere e bellezza, nota un ragazzo che dorme sotto un arco. Approdato in Sicilia con solo pochi stracci e la sua potente voce da tenore, Luigi è giunto a Capo Scirocco su un carro, al riparo di un oggetto prodigioso e sconosciuto: "una grossa goccia nera e lucida, tutta piatta sopra e come tagliata da un lato". Ovvero un pianoforte a coda, che il giorno prima ha visto scaricare al porto. Adesso ne ha perso le tracce, ma ha trovato una benefattrice. La signora, sfidando ogni convenzione sociale, lo accoglie con tutti gli agi a palazzo Platanìa e gli offre un'educazione aristocratica: Luigi studia canto, frequenta i salotti della città, assapora il vento che le dà il nome e che si dice faccia impazzire le donne. Rita pare sempre più vitale, meravigliosa agli occhi del ragazzo che nel frattempo ha ritrovato il pianoforte: appartiene ad Anna, la giovane figlia di un mercante di agrumi. Ogni sera la ascolta suonare dalla strada, sogna di stregare le platee di mezzo mondo come cantante lirico e si sente già cresciuto, quasi uomo. Ma quando soffia lo scirocco, due donne nella mente di un ragazzo sono troppe. In un romanzo che ha la forza di un classico, Emanuela Abbadessa dà vita a una Sicilia voluttuosa e nobile, e ci racconta come il demone d'amore, in tutto simile a un vento caldo o a una melodia struggente, accende i desideri e travolge i cuori.
La bellissima vampira Payne, sorella gemella di Vishous e indomita guerriera, ha appena iniziato ad assaporare la libertà dopo una lunghissima prigionia e si prepara a scoprire un mondo a lei sconosciuto insieme ai membri della Confraternita. Finché un incidente la lascia paralizzata. Quando Payne chiede la morte, piuttosto che rassegnarsi a un'esistenza mutilata, Vishous decide di accettare l'aiuto di un uomo di cui non si fida, Manny Manello, l'unico chirurgo in grado di tentare la difficile operazione che potrà forse restituire alla vampira la capacità di camminare. Tra il dottore e la paziente nasce ben presto un'attrazione che li porta a vivere emozioni e sentimenti mai provati. Qualcuno però è sulle tracce di Payne, in cerca di vendetta: il vampiro Xcor, giunto dall'Europa a capo di un gruppo di rinnegati e rimasto orfano di padre proprio per mano della guerriera. Quali verità nascoste emergeranno dal passato di Xcor e Payne?
"Ai tempi delle grandi dittature del Novecento in Europa si moriva per la libertà, i diritti umani, la giustizia e la democrazia. Oggi si muore per i debiti." Non è una crisi passeggera, è il capitalismo come lo conosciamo che non funziona più. L'euro ha favorito le economie floride del Nord Europa a scapito di quelle periferiche. E ha innescato una spirale distruttiva che sta travolgendo le democrazie del Sud, dove ormai decisioni come le tasse, le pensioni, gli investimenti in istruzione sono guidate da Bruxelles, non dai singoli governi. Peccato che le misure che vengono imposte, sempre le stesse tagli, austerità, sacrifici - si stanno rivelando pesantemente recessive. E se continua a scivolare nella povertà, presto l'Italia diventerà una colonia del Nord Europa: un Paese sottomesso e in miseria in cui esportare le proprie merci e qualche volta andare in vacanza. Era prevedibile tutto ciò? La risposta è sì, come dimostra Loretta Napoleoni in questo libro appassionato, documentato, denso di scomode verità e incursioni nella Storia. È stato previsto? La risposta è no. Dati alla mano, l'autrice spiega come i governi nazionali e le istituzioni internazionali hanno fallito nel loro compito di proteggere i cittadini e oggi insistono nel loro errore.
Le parole d'ordine più abusate dagli italiani? Meritocrazia e concorrenza. Dai banchi del parlamento o dal bancone di un bar c'è spesso qualcuno che le pronuncia a sproposito. Eppure è raro vederle praticate, tantomeno nel campo in cui avrebbe più senso farlo: l'istruzione superiore. Ci siamo abituati a uno Stato paternalista e sprecone, che preleva dalle tasche di tutti per fornire un servizio riservato a pochi. A molti sembra giusto così. Sembra equo che le tasse di un intero Paese finanzino l'università, anche se la stragrande maggioranza dei ragazzi provenienti da famiglie modeste non ci metterà mai piede. Così che i poveri finiscono col pagare un futuro migliore per i figli dei ricchi. In questo libro Andrea Ichino e Daniele Terlizzese propongono un ripensamento del sistema universitario che nei dibattiti tra addetti ai lavori ha già fatto scalpore: non un nuovo terremoto, ma una graduale iniezione di concorrenza. Spazi di autonomia per scegliere docenti e programmi, creare corsi di eccellenza e attrarre i migliori; maggiori risorse, raccolte con rette universitarie più alte per chi le può pagare; possibilità per gli studenti di finanziarsi attraverso un sistema di prestiti. Diversi da quelli tradizionali, però: da rimborsare, con meno rischio, solo dopo aver trovato un lavoro e in proporzione ai redditi futuri. Un modo per dare più risorse a chi davvero se le merita: le università capaci di offrire un'istruzione con valore reale e non solo legale.
Giorgio, studente modello figlio di intellettuali borghesi, ha ventidue anni e una vita normale e un po' noiosa. Senza crepe, in apparenza. Francesco è torbido, misterioso e affascinante. E baro. Le loro vite viaggiano separate fino all'incontro che segnerà il destino di entrambi. I due diventano amici e passano da una partita di carte truccata all'altra, da una bravata all'altra, in un vortice ubriacante che a poco a poco diventa un'inarrestabile discesa agli inferi. In parallelo corre un'indagine dei carabinieri su una serie di misteriose violenze. Una storia struggente sull'amicizia e il tradimento. Un'avventura picaresca in una Bari segreta e allucinata.
Leggere questo libro significa fare un viaggio. Prendere per mano, o meglio farsi prendere per mano da Bruno, un bambino di nove anni, e cominciare a camminare. Presto o tardi si arriverà davanti a un recinto. Uno di quei recinti che esistono in tutto il mondo, uno di quelli che ci si augura di non dover mai varcare. Siamo nel 1942 e il padre di Bruno è il comandante di un campo di sterminio. Non sarà dunque difficile comprendere che cosa sia questo recinto di rete metallica, oltre il quale si vede una costruzione in mattoni rossi sormontata da un altissimo camino. Ma sarà amaro e doloroso, com'è doloroso e necessario accompagnare Bruno fino a quel recinto, fino alla sua amicizia con Shmuel, un bambino polacco che sta dall'altro lato della rete, nel recinto, prigioniero. John Boyne ci consegna una storia che dimostra meglio di qualsiasi spiegazione teorica come in una guerra tutti sono vittime, e tra loro quelli a cui viene sempre negata la parola sono proprio i bambini. Età di lettura: da 12 anni.
"C'è un sogno che mi accompagna da molti anni: scrivere un manuale che, anziché indirizzarsi ai medici, agli psichiatri o agli psicologi clinici, parli a tutti. Oggi, in queste pagine, il mio sogno trova finalmente concretezza." In questa nuova opera, Vittorino Andreoli ci insegna con chiarezza e serenità ad affrontare i primi segni di disagio o disturbo mentale a partire dai progressi scientifici raggiunti in questo campo. Se in passato infatti si tendeva ad attribuire le malattie della mente a un determinismo genetico o familiare, oggi sappiamo che è possibile risolverle, o per lo meno attenuare le loro manifestazioni, intervenendo subito. "Nei miei cinquant'anni di psichiatria" scrive Andreoli "sono rimasto talora persino sconvolto dall'osservare che persone vicine a un adolescente con comportamenti devastanti, o a un anziano che ha precorso la morte naturale con un suicidio, hanno minimizzato segnali che invece erano chiari." Grazie alla sua esperienza di una vita trascorsa a fianco dei pazienti, Andreoli riesce a parlare sia a chi sta male mentalmente sia a chi deve vivere vicino alla sofferenza degli altri: adulti, adolescenti, anziani. Il risultato è un percorso mirabile fra le emozioni e tutte le loro manifestazioni, da quelle più comuni come la paura o l'ansia, a quelle più complesse come la tristezza, aiutandoci a individuare i segnali d'allarme prima che sia troppo tardi.
Una nuova rivoluzione industriale è alle porte. Anzi, è già cominciata. Dopo aver sovvertito il mondo dei bit - e quindi l'industria della musica, dei video e l'editoria - la cultura digitale sta per trasformare il mondo degli atomi, degli oggetti fisici. E come nella prima rivoluzione industriale fu una macchina, quella a vapore, a innescare un cambiamento epocale, anche in questo caso c'è di mezzo una macchina: la stampante 3D, che consente di imprimere oggetti come si stamperebbe un foglio, dando vita alla "fabbrica personale". È questo l'importante annuncio di Chris Anderson, l'osservatore che prima di tutti ha definito i trend più avanzati della nostra era - dalla coda lunga di Internet alla gratuità della Rete -, in un libro che spiega come, nel prossimo decennio, gli innovatori più brillanti, coloro che hanno "visioni" di nuovi prodotti in grado di cambiare il futuro, non dovranno più affidare ad altri la realizzazione delle loro idee, ma potranno produrre e distribuire da soli, sfruttando il web e le nuove tecnologie e capovolgendo il mondo della produzione industriale. Alla base di questa rivoluzione - una sorta di "ritorno" dal virtuale al reale - oltre alle stampanti 3D, ci sono tutti i principali trend nati in rete - dalla peer production all'open source, dal crowdsourcing al crowdfunding - che permetteranno a chiunque di finanziare e produrre un singolo oggetto a costi bassissimi. La conseguenza per il futuro: tante piccole fabbriche personali e un movimento inarrestabile di "artigiani".