Nonostante la necessaria parzialità e arbitrarietà di una scelta – l’edizione originale di Letteratura moderna e Cristianesimo si compone di cinque volumi – i profili degli autori presentati in questo libro offrono una testimonianza significativa del metodo di lettura di Moeller, che è basato su due fattori fondamentali. Da una parte riferirsi all’opera di un autore come a una cosa sempre viva, dall’altra la volontà di non separare mai l’uomo e le sue opere dalla realtà della vita stessa. Da questo approccio nasce una straordinaria capacità di conversazione. Moeller, infatti, non parla di Kafka, Camus, Sartre e Péguy: conversa con loro. Fornisce le proprie ragioni, ma anche le chiede. E lo scrittore, non sempre di buon grado, risponde a sua volta. Ciò spiega il fulcro intorno al quale ruotano le indagini dell’autore e la meta finale dei suoi percorsi: non gli aspetti stilistici o estetici, e neanche i punti di rottura o le discontinuità, il pensiero sociale o politico o la visione del mondo. Ciò che Moeller cerca in ogni scrittore è semplicemente la libertà.
Il Roseto è una piccola oasi di pace, una palazzina circondata da siepi fiorite. I suoi abitanti si conoscono tutti, e non perdono occasione per incontrarsi e scambiarsi ricette, favori, consigli. Alla morte della vecchia Dora, la comunità si stringe per farsi coraggio e allo stesso tempo vibra di curiosità: chi prenderà il suo posto nel piccolo appartamento con vista sul giardino? All'arrivo dei nuovi inquilini - una giovane coppia con un figlio di dodici anni - i condòmini sono pieni di eccitazione, pronti ad accoglierli come membri della loro grande famiglia. Silenziosi, discreti, gentili, "gli altri" sembrano i vicini perfetti... eppure c'è qualcosa che non va. Perché si rifiutano di partecipare a feste e riunioni? Perché lasciano sempre solo il piccolo Antonio? E perché non rispondono al campanello anche quando sono in casa? In poche settimane, l'aria al Roseto diventa elettrica: antiche tensioni che tornano a galla, litigi che scoppiano per un nonnulla, una macchia sospetta che invade la facciata allargandosi a dismisura. E il dubbio cresce: di chi è la colpa? Sono stati "gli stranieri" a portare scompiglio con la loro presenza? O le responsabilità vanno cercate altrove?
La creatività: una delle doti peculiari dell'Homo sapiens, qualcosa che ci definisce come specie e come individui; la capacità, a lungo ritenuta unica, di realizzare opere d'arte o trovare soluzioni innovative ai problemi e agli stimoli del mondo. Grazie a essa abbiamo creato macchine sempre più avanzate, ormai in grado di superarci in molti ambiti. Ma se il sogno di riprodurre le caratteristiche della mente umana è antichissimo, lo sviluppo di una vera e propria intelligenza artificiale - in grado di apprendere dall'esperienza e migliorarsi - è un percorso ben più recente. Oggi che l'intelligenza artificiale è una realtà in via di affermazione, la domanda è: potrebbe a sua volta dimostrarsi creativa? Musica, arti visive, letteratura, matematica, persino l'elaborazione di una nuova lingua: i passi avanti in questi campi sono stati enormi, e tali da far ritenere che si sia sulla strada giusta per raggiungere traguardi un tempo impensabili. Possibile che, in un futuro prossimo, le macchine siano in grado di aiutarci a tener viva la nostra immaginazione? Marcus du Sautoy - studioso e divulgatore di fama internazionale - ripercorre in questo libro i progressi compiuti negli ultimi anni dal machine learning, oltre a esaminare la natura profonda della creatività umana e a descrivere i processi matematici che vi sono implicati. Il risultato è un volume ricco e affascinante, che offre un'analisi innovativa del mondo dell'IA e dell'essenza di ciò che chiamiamo «essere umano».
Cosa succede quando la vita che hai sempre sognato svanisce l'attimo prima di diventare realtà? Lorenzo è cresciuto a Messina, sotto il tavolo di legno del ristorante dei genitori. Desiderava una carriera da chef ma, all'improvviso, tutto è cambiato. Impantanato, sospeso e ancora immaturo, Lorenzo inizia a lavorare in un'agenzia di viaggi. Nel frattempo, mentre la neve scende sull'Etna, lui si rifugia in un cibo insipido e immagina le vite degli altri. Toccherà a sua sorella Elena stanarlo e praticare un kintsugi degli affetti, rimettendo insieme i cocci della sua esistenza. Il timore di dimenticare chi abbiamo amato non dev'essere una scusa per rinunciare a guardare l'orizzonte. Sperando che al momento giusto, al bivio cruciale, i leoni nel cuore ricomincino a ruggire. Francesco Musolino, attraverso i colori e i sapori della Sicilia, indaga con una prosa intima l'educazione all'età adulta. Quando restiamo immobili, indecisi se combattere, solo grazie a un autentico atto d'amore possiamo trovare il coraggio di crescere.
"Temo il dolore che si fa storia e vorrei contribuire a frenarlo, ma ora temo ancor più il dolore della mia fantasia, di quell'anticipazione che permea il romanzo di un dolore ancora maggiore e di un dolore che non è nel mondo ma nel mio mondo, dentro di me. Esco ora dalla mia Dachau, e cambio un pennino, massacrato." Trasferire il passato nel futuro, trovare vita in ciò che sembrava morto. Non è per nostalgia che un vecchio scrittore riporta alla luce pagine che ha nascosto dentro bauli dimenticati. Rileggendo quei quaderni, capisce la ragione che lo ha spinto a sotterrarli tanto tempo prima: quei fogli erano troppo irruenti, carichi di eros, molto lontani dai temi che lo hanno impegnato nell'ultima parte della sua esistenza. Non vi trova alcuna traccia dei richiami alla fragilità che gli hanno dettato invece le sue opere più recenti. Questa scoperta gli permette di riscoprirsi, tanto che decide di riempire il suo futuro rimettendo ordine tra quelle carte passate. Un ordine che può essere solo apparente perché la vita, si sa, si consuma in un insieme caotico al quale è difficile assegnare una logica. E, anzi, è proprio questo disordine, fatto di "variazioni" generate dalle novità, dalla speranza, dalle attese e dalle delusioni, a dare un senso. Vittorino Andreoli, libero dal pudore di un tempo, ci consegna questa raccolta che si fa rappresentazione dell'esistenza di uno scrittore. Sono pagine dense di vita, dove emerge tutta la fatica del quotidiano e il dolore che contraddistingue la condizione umana a qualsiasi età.
Mentre sorvola la Foresta Amazzonica, un piccolo velivolo precipita per un malore del pilota. I quattro ragazzini a bordo sono illesi. Presto si rendono conto di essere soli: non ci sono adulti nei paraggi, nessuno a cui chiedere aiuto. Sta a loro trovare di che nutrirsi e proteggersi. Quando in una scatolina di tabacco scoprono una mappa che indica un misterioso punto X, si avventurano sul fiume a bordo di una zattera improvvisata. Il viaggio è più travagliato del previsto e, una volta arrivati alla meta, i quattro si trovano davanti una città abbandonata. Tra le rovine abita un uomo vestito in modo strano e loro cominciano a chiamarlo l'Esploratore. Non hanno idea che l'avventura è appena cominciata... Età di lettura: da 10 anni.
I palazzi del potere, i corridoi, le anticamere, i salotti chi, oltre ai leader e ai capi di Stato, abita questi spazi? Chi gestisce i flussi - di persone e di informazioni - in entrata e in uscita dagli studi dei potenti e dalle sale in cui si prendono le decisioni politiche? Chi aiuta, sostiene e a volte indirizza il leader nella sua quotidiana navigazione tra i marosi della politica nazionale e internazionale? Antonio Funiciello muove da queste domande, e dalla sua personale esperienza di chief of staff del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, per proporre un'analisi attenta e serrata del ruolo dei collaboratori, del consigliere e del braccio destro. Per farlo parte da molto lontano, dal primo staff della storia, quello dei dodici apostoli riuniti intorno alla figura di un leader-maestro unico nel suo genere, Gesù di Nazareth, e ci accompagna tra le pagine salienti che il più noto consigliere politico di tutti i tempi, Niccolò Machiavelli, ha dedicato al delicatissimo incarico di chi, nel senso nobile del termine, serve il potere e i potenti. Emerge così, tra aneddoti e ricostruzioni di molte vicende italiane e internazionali, un ritratto documentatissimo di diversi leader (da Roosevelt a Trump, da Blair a Macron) e di coloro che, avvolti nell'anonimato di chi lavora nell'ombra, ne hanno facilitato l'ascesa e l'opera, insieme a un vademecum che individua e fissa nel tempo i tratti e le caratteristiche del perfetto consigliere. "Il metodo Machiavelli" è una dichiarazione di amore per la politica, nella consapevolezza che esiste anche un "potere buono. I suoi soci sono la verità e il coraggio. Perché, per dirla col Machiavelli delle Istorie, 'in questo guasto mondo' di una politica e di un potere pavidi e fasulli non si capisce proprio cosa dovremmo farci".
Narrata in terza persona - la "bambina" del titolo altri non è che l'alter ego dell'autrice - questa autobiografia di una delle più note psicologhe italiane racconta la storia di un'infanzia a cavallo della seconda guerra mondiale. Nata da padre ebreo e madre cattolica, la bambina dovrà affrontare le discriminazioni razziali, senza però subire la deportazione - a cui riuscirà a sfuggire ricorrendo al cognome materno e quindi restando "senza stella" - ma anche il senso di perdita per la prigionia del padre e la difficoltà di un rapporto con la madre, dalla quale si sentirà sempre lontana. Una storia che, attraverso una serie di flashback puntualmente commentati, racconta i traumi e i dolori che i bambini devono spesso sopportare, e che li accompagneranno per tutta la vita, e come riescono a superarli attingendo a risorse segrete come il gioco, la fantasia, la creatività e l'ironia. Una testimonianza di vita che è anche una rassicurazione per i genitori: i loro figli ce la possono fare, e ce la faranno, se riusciranno a realizzare le loro potenzialità mettendosi alla prova.
La scalata al potere di Matteo Salvini e il destino di un'Italia che non ha saputo imparare dal passato.
Una controstoria dell'Italia degli ultimi anni del boom tracciata da un bastian contrario e straordinariamente vicina allo spirito del nostro tempo.
Dopo la chiusura del suo «Candido», Giovannino Guareschi collaborò con «il Borghese», la rivista fondata da Leo Longanesi. Questo volume, introdotto da Alessandro Gnocchi, raccoglie per la prima volta gli articoli, le rubriche, le vignette pubblicati sul settimanale tra il 1963 e il 1964, oltre a quelli proposti ma non stampati e a brani tagliati e dunque inediti. Anche qui, Guareschi combatte con tutte le armi a sua disposizione (prima fra tutte l'ironia: della parola e del segno grafico) la sua eterna battaglia contro comunisti, democristiani, progressisti in generale (anche nella Chiesa) e conformisti. Il risultato è una controstoria dell'Italia degli ultimi anni del boom tracciata da un bastian contrario e straordinariamente vicina allo spirito del nostro tempo.