
Questa è la storia di Cyril Avery, anima bella venuta al mondo nella profonda Irlanda cattolica del 1945 e fin da subito alla ricerca di un posto nel quale potersi sentire a casa. Dopo la nascita, la madre sedicenne lo aveva consegnato a una monaca redentorista perché si occupasse della sua adozione, e Cyril era finito a vivere in una casa ricca, sotto la tutela di due genitori eccentrici, non esattamente affettuosi: cresceva così un bambino alla deriva, ancorato al mondo solo grazie all'amicizia con Julian Woodbead, passione infantile, primo e decisivo innesco che gli avrebbe fatto intuire l'uomo che era destinato a essere. Diventato adulto, in una ricerca ininterrotta della propria identità, Cyril viaggerà tra l'America e l'Europa incrociando le grandi paure collettive che hanno contrassegnato il Novecento, la cupa violenza dell'Ira, il dolore inaffrontabile dell'Aids.
«Trentanove è il numero simbolo di una generazione fallita o sull'orlo del fallimento. Una generazione fregata dai padri, che pure avevano consegnato l'illusione che a un'infanzia felice e a un'adolescenza bellamente turbolenta sarebbero seguiti anni di benessere, serenità, sollievo, pace. Una generazione che non genera figli, come impietosamente fotografato da tutte le rilevazioni statistiche. Trentanove è l'età media del Rassegnato.» Come siamo arrivati fin qui? Da dove ha origine quella che Mario Monti, da presidente del Consiglio, definì «generazione perduta»? Quali sono le responsabilità dei quarantenni di oggi e quali le colpe di una pessima visione politica e sociale nell'Italia degli ultimi cinquant'anni? Tommaso Labate, anagraficamente coinvolto in questa categoria vittima di un'inarrestabile parabola discendente, scava nel passato dei Rassegnàti per trovare la matrice della non-reazione, dell'inerzia, della sconfitta che segna il destino dei ventenni di vent'anni fa. Quelli a cui la dignità deve essere concessa per decreto. Dalle lotte (finte, sbagliate o troppo facili) degli anni Novanta a quelle individuali, quasi ombelicali di oggi, dalla crisi occupazionale a quella dei valori, I Rassegnàti è la cronaca precisa di un'occasione sprecata, di una partita persa all'ultimo rigore. Come quello di Baggio nella finale di USA 94, sparato alto sopra la traversa.
Perché qualcuno, si chiede Shakespeare, dovrebbe appoggiare un leader palesemente inadatto a governare, una persona pericolosa e impulsiva, malvagia e subdola, o indifferente alla verità? Perché, in alcuni casi, le prove di crudeltà non sono un deterrente, bensì un'attrattiva capace di trascinare seguaci soddisfatti? "Da questo momento," dichiara Macbeth "il primo moto dell'animo sarà / tutt'uno con il moto della mia mano." Ma allora le istituzioni che dovrebbero impedire alle persone comuni, e ancor più ai leader delle nazioni di agire sulla spinta di ogni impulso folle, dove sono? E quali sono i meccanismi psicologici che conducono una nazione a dimenticare i propri ideali e persino il proprio interesse? Nonostante siano passati secoli, i re e i contadini di Shakespeare gettano luce ancora oggi sul carattere delle masse e dei loro agitatori, trovando rinnovata chiarezza nelle osservazioni di Greenblatt. La fragilità improvvisa delle istituzioni, il disordine delle classi dirigenti e la rabbia populista come conseguenza della crisi economica sono tutti elementi per comprendere la politica moderna, ma anche quello spirito popolare di umanità che per Shakespeare rimase per sempre l'unica vera speranza, perché "si può soffocare, ma mai spegnere del tutto".
Marzo 1946. Su una lussuosa Aprilia con autista, Mrs. Giulia Masca fa ritorno a Borgo di Dentro: quarantasei anni prima, sola, incinta e senza soldi, aveva detto addio alle campagne piemontesi imbarcandosi su un piroscafo alla volta di New York. Nella filanda che l'ha vista operaia bambina il tempo dei geloni alle mani e delle guerre con i padroni si era compiuto e in mezzo alla folla di Manhattan, tra i grattacieli e il profumo di hot dog, per Giulia era iniziata una nuova vita: un marito titolare di un alimentari nel cuore di Little Italy, un figlio, un piccolo impero commerciale. L'America le aveva regalato il riscatto che aveva sempre sognato. Ma il passato la tormenta. Che ne è stato di sua madre Assunta? Dell'amica Anita Leone e della sua vivace famiglia di mezzadri? Che fine ha fatto Pietro Ferro, il fidanzato che Giulia ha abbandonato senza una parola di spiegazione quasi mezzo secolo prima? Mentre lei era lontana, le colline intorno al Borgo di Dentro e i suoi abitanti sono stati protagonisti di due guerre mondiali, dell'avvento del fascismo e della lotta per la liberazione. Di battaglie, di amori e di speranze. Quando Giulia torna in Italia, non può che guardare quei luoghi e quei volti con altri occhi se vuole chiudere i conti con il passato.
Chi va a pranzo da Benedetta Io sa bene: ogni portata che offre ai suoi ospiti è il risultato di tanta curiosità e di tutta la fantasia che ha a disposizione. Perché in cucina non è importante solo saper dosare correttamente gli ingredienti ma anche e soprattutto essere capaci di accostarli, indovinando quali sapori saranno esaltati, quali consistenze daranno più soddisfazione al palato e quali colori renderanno più invitante il piatto. E quindi ecco più di 150 nuove, buonissime ricette di Benedetta, tutte fotografate da lei e riunite a seconda degli alimenti con cui sono state preparate, in perfetto stile Parodi.
Se la vita ti pone un problema, i numeri possono darti la soluzione. Donatella ne è fermamente convinta quando, fresca di laurea in Matematica, sceglie di dedicarsi all'insegnamento. Sono gli anni Settanta, per amore ha lasciato Milano trasferendosi a Catania, e l'incontro con la scuola è dirompente. Certa che la risposta giusta non sia mai quella che si ha in tasca, Donatella è una prof fuori dagli schemi: alle sue alunne e ai suoi alunni che vedono solo le regole spiega che la matematica è creatività e che un piano può anche essere una superficie sferica, basta solo spostare il punto di vista. Capire la matematica, in fondo, è come capire un'opera d'arte: ci vogliono fantasia e spirito libero. Quarant'anni dopo, a un passo dalla pensione, Donatella fa un altro incontro che le resterà nel cuore: quello con Bianca, una giovane prof di italiano e latino alla prima supplenza, che entra nel suo stesso liceo con gli occhi pieni di speranza e preoccupazione. I ragazzi, ne è certa, la guarderanno come guardava lei i supplenti quando era sui banchi: è questa la sua prima sfida, e non ha idea di come affrontarla. Ma non sarà sola nell'avventura che la aspetta, Donatella sarà la sua compagna di viaggio dentro e fuori dalla scuola. Divisa tra le tradizioni familiari del padre iraniano e i propri desideri, Bianca troverà nella collega più esperta una guida che la condurrà per mano nel mondo a lei sconosciuto dei numeri, dove imparerà a fare i conti con le emozioni e scoprirà la radice quadrata della propria felicità.
"Ogni mattina alle sette, lavato, sbarbato, vestito di tutto punto mi siedo al tavolo del mio studio e scrivo. Sono un uomo molto disciplinato, un perfetto impiegato della scrittura. Forse con qualche vizio, perché mentre scrivo fumo, molto, e bevo birra. E scrivo, io scrivo sempre". Questo è Camilleri. Poi a novant'anni arriva il buio. E così come non era terrorizzato dalla pagina bianca, combatte anche l'oscurità della cecità e inizia a dettare. La sua produzione letteraria trova nell'oralità una nuova via per raccontare le sue storie. Ma se forte era la sua disciplina prima, lo è ancora di più oggi che può contare esclusivamente sulla sua memoria. E quindi occorre tenerla in esercizio: osservare nei dettagli i ricordi, rappresentarsi nella mente le scene. Quelli qui pubblicati, come dice lui, sono i compiti per l'estate: 23 storie pensate in 23 giorni, che raccontano come nitide istantanee la sua vita unica e, sullo sfondo, quella del nostro Paese. La memoria qui non è mai appesantita né dalla malinconia né dal rimpianto. Per questo Camilleri ha chiesto a chi parla attraverso i colori, le forme e i volumi di rendere il suo esercizio più godibile, più leggero, più spettacolare. "L'ideale della mia scrittura è di farla diventare un gioco di leggerezza, un intrecciarsi aereo di suoni e parole. Vorrei che somigliasse agli esercizi di un'acrobata che vola da un trapezio all'altro facendo magari un triplo salto mortale, sempre con il sorriso sulle labbra, senza mostrare la fatica, l'impegno quotidiano, la presenza del rischio che hanno reso possibili quelle evoluzioni. Se la trapezista mostrasse la fatica per raggiungere quella grazia, lo spettatore certamente non godrebbe dello spettacolo." Con illustrazioni di Alessandro Gottardo, Gipi, Lorenzo Mattotti, Guido Scarabottolo e Olimpia Zagnoli.
Una voce aleggia sull'Appennino, cuore sismico dell'Italia centrale. A chi appartiene? Non alle vittime né ai sopravvissuti delle catastrofi che hanno colpito L'Aquila e Amatrice. Ma a un capriolo che trova rifugio nel parcheggio di un supermarket, a un terremoto che prende coscienza di sé e a un (vero) unicorno che vive sui Monti Sibillini. Grazie a una scrittura ipnotica e a un segno di rara precisione, Giacomo Nanni registra le confessioni di un mondo oltre l'umano, fatto di forze naturali consapevoli della spietata logica che le muove. Un libro intimo e corale come una preghiera. Postfazione di Gipi.
"Se vuoi scoprire i segreti dei cavalieri della Tavola Rotonda e imparare la nobile arte della cavalleria, riceverai da questo libro la stessa assistenza e lo stesso incoraggiamento che ti fornirei io se fossi lì con te e ti facessi da maestro. Lancillotto Marshal, Gran Maestro dell'Ordine Segreto della Tavola Rotonda, 1 settembre 1588." Età di lettura: da 9 anni.
"Perché questi miei appunti su Padre Pio? Perché è stato lui a comandarmi di scriverli. 'Devi farla lavorare!' mi disse al termine di una confessione agitando la stilografica che mi aveva tolto dal taschino." Oggi novantenne, Giovanni Siena ha conosciuto Padre Pio già negli anni Venti e, dall'epoca della Seconda guerra mondiale fino alla sua scomparsa nel 1968, è sempre vissuto a stretto contatto con il santo. In questi trent'anni, giorno dopo giorno, ha annotato episodi straordinari e momenti quotidiani che ha condiviso con lui. Le memorie di Siena, pubblicate per la prima volta in questo libro, sono un documento che permette al lettore di conoscere da vicino e comprendere appieno la dolorosa storia terrena e la profonda spiritualità di Padre Pio. In pagine emozionanti, l'autore riporta fatti di cui è stato testimone . guarigioni miracolose, la lotta morale e fisica contro il Maligno, l'effusione di profumo del Padre... . e descrive una santità manifestata concretamente in ogni momento, anche solo con un gesto, con una parola incoraggiante oppure burbera o con comportamenti che per alcuni hanno suscitato scandalo, ma che per sterminate folle di credenti sono esempi inconfutabili di fede. Nei taccuini di Siena, inoltre, non mancano sorprendenti e preziosi quadri storici, come quello della drammatica occupazione di Foggia nel '44, o l'inedito resoconto di una confessione di Giovanni Leone, all'epoca presidente della Camera.