
Ci sono storie, nei Vangeli, che a distanza di duemila anni sanno ancora sorprenderci e provocarci, perché sono capaci di farci osservare la realtà da una prospettiva inattesa. L’eredità che lasciano è rivoluzionaria e scardina i pregiudizi e la concezione tradizionale di giustizia: famiglie in crisi, poveri sempre più poveri e ricchi sempre più ricchi, lavoratori stanchi e modi diversi di amare e vivere la preghiera. Tra le parabole evangeliche, Enzo Bianchi ne ha scelte quattro tra le più note e, muovendosi con agilità tra passato e presente, ci consegna un’appassionata rilettura di quelle che restano ancora oggi pagine aperte dei Vangeli. In esse la parola si fa rivelazione del volto di Dio, guidandoci in profondità, fino al centro del suo cuore colmo di misericordia, che significa amare in grande. Per ricordarci che è attraverso la parola di Cristo che l’amore di Dio si trasferisce all’umanità, trasformandone per sempre l’esistenza. Un libro da leggere e rileggere, per scoprirne ogni volta un nuovo, imprevisto messaggio.
Uno dei personaggi più affascinanti del vecchio testamento, il pastore destinato a regnare su Israele: dal momento in cui il giovane Davide viene unto dal profeta Samuele per volere di Dio, che aveva riconosciuto in lui il nuovo re, la sua vita è ricca di episodi eccezionali. De Wohl racconta questa storia grandiosa con un respiro narrativo da romanzo d'avventura: dagli anni di servizio e persecuzioni sotto re Saul al destino che lega Davide alla principessa Mikal, figlia di Saul, dall'amore per Betsabea agli intrighi per uccidere il marito di lei, Uria, fino al tradimento di uno dei suoi figli, Assalonne, l'autore ci riconsegna tutta la complessità di un personaggio sfaccettato e moderno, capace al contempo di terribile spietatezza e di sconfinata generosità.
Siamo di fronte a una prospettiva apocalittica: l'estinzione degli italiani, la loro sparizione dalla storia a causa di un crollo demografico che sta diventando irrimediabile. Intanto i nostri politici fischiettano con noncuranza, assorbiti dalla contesa delle poltrone, mentre lasciano che un fiume di migranti, di diversa cultura e religione, sbarchi e si insedi nella penisola e mentre, da tempo, hanno deliberato una cessione di poteri che fa venir meno l'indipendenza nazionale e la sovranità popolare. Con la sudditanza ai mercati finanziari, con la perdita di sovranità monetaria (per l'euro) e di sovranità politica (per l'Unione europea dopo Maastricht) si è assestato un durissimo colpo allo stato sociale e all'economia italiana e si riduce progressivamente lo stato nazionale a un fantasma. Nel quale infatti gli elettori e i cittadini percepiscono di contare sempre meno. Antonio Socci compie un affascinante viaggio nella storia d'Italia mostrando che il tradimento delle élite e la "chiamata dello straniero" hanno "ferito" per molti secoli la nostra storia nazionale. Il popolo italiano ha sempre reagito esprimendo la sua straordinaria genialità, che ha illuminato il mondo in tutti i campi del sapere, della vita e dell'arte (e anche con i suoi santi). Soprattutto la nostra grande letteratura ha tenuto vivi l'identità nazionale e il grido di protesta per i tanti eserciti stranieri che hanno trasformato il "Bel Paese" nel loro campo di battaglia. In particolare ha tenuto desto il senso di appartenenza a una storia millenaria e a un'identità che affonda le sue radici nei popoli italici preromani e nella Roma classica e cristiana. Radici culturali e identità nazionale che oggi una pervasiva ideologia tenta di delegittimare, di offuscare o addirittura di negare. Questo libro è anche un'accorata dichiarazione d'amore all'Italia e un'esortazione a non accettare la sua liquidazione e il tramonto dell'Occidente.
In viaggio dagli Stati Uniti alle Filippine, lo scrittore Juan Diego Guerrero, cinquantaquattro anni, sogna il suo passato in Messico. Sogna la discarica dove ha trascorso l'infanzia e l'adolescenza, luogo desolato ma anche, per un bambino quale è lui, prodigiosa montagna di rifiuti da cui sfilare e trarre in salvo i libri. Juan Diego sogna l'adorata sorellina Lupe e i suoi borbottii incomprensibili a chiunque tranne lui, Lupe che sapeva leggere i pensieri delle persone e che amava veramente soltanto due cose: suo fratello e tutti i cani. Juan Diego sogna e risogna i gesuiti dell'orfanotrofio di Oaxaca, e sogna un'incombente statua della Vergine Maria, e anche quell'incredibile incidente avvenuto tra sua madre e la statua della Madonna. Sogna, Juan Diego, ricorda e sogna, entrando e uscendo – complice un'assunzione non proprio ortodossa di betabloccanti e pastiglie più o meno intere di Viagra – da luminosi attimi che nella sua mente sono eterni e bui recessi nei quali continua a sprofondare. Commovente è la maestria con cui John Irving racconta questo lungo e impressionante viaggio. Prende l'impalpabile materia dei ricordi e le dà forma rigirandola tra le mani, e infine ci consegna un romanzo vivace e pieno, un oggetto solido; come fosse un dado che, lanciato e rilanciato a più riprese, fa di continuo comparire e scomparire personaggi sorprendenti e tracce di vita.
Siamo nel 2028 e l'unica libertà che sembra essere rimasta all'uomo è la fuga dalla città. Così il protagonista di questo romanzo, ormai segregato tra le quattro mura della sua abitazione, terrorizzato anche solo dall'idea di aprire la porta, decide di andarsene. Lontano da tutti, dai rumori, dal caos, da un mondo dove è diventato impossibile vivere. Lontano da chi occupa abusivamente ogni spazio intorno a lui. Vittorino Andreoli immagina un futuro che somiglia molto al nostro presente, ma dove le ingiustizie si sono ancor più esasperate e, nonostante il benessere raggiunto grazie alle grandi scoperte, tutto parla di una situazione a un passo dal baratro. Una casa isolata, affacciata sull'oceano nel Nordovest della Scozia, sembra il luogo ideale per ritrovare un po' di pace: una baia abitata soltanto da uccelli marini e, a ridosso, montagne che nel tempo si sono trasformate per l'azione del vento. È qui, osservando la perfezione di un ambiente rimasto invariato dal giorno della creazione, nel silenzio delle pietre, che riesce finalmente ad analizzare con maggiore distacco le contraddizioni che lo hanno spinto a cercare la solitudine estrema. Inebriato da tanta bellezza, si lascia tentare dall'idea di non tornare mai più, trasformando quella che doveva essere una parentesi temporanea in una scelta definitiva. Eppure, anche l'idillio, visto più da vicino, rivela lati meno luminosi. Ma soprattutto, nella più completa solitudine, si cancella ogni possibile relazione umana, ogni sentimento si spegne. La distanza poi cambia la prospettiva e apre uno spiraglio di luce e di speranza sui mali della metropoli. Quest'uomo può forse tornare a indossare gli eleganti abiti di città che aveva chiuso in un armadio al suo arrivo in Scozia? O invece, chissà, un'altra libertà è possibile?
Negli ultimi anni la meditazione è passata dall’essere una pratica elitaria a rimedio per risolvere qualunque problema, dal sovrappeso alle relazioni di coppia e al successo nel lavoro. La plasticità del cervello, per cui la struttura di questo organo è influenzata dalle emozioni e dagli stati mentali, è ormai ampiamente condivisa e ha aperto la strada a una serie di metodi di “training mentale” che si propongono di migliorare la vita emotiva e intellettuale.Daniel Goleman e Richard J. Davidson raccontano in questo libro il loro interesse più che trentennale per la meditazione e le ricerche fondamentali che li hanno resi dei luminari rispettivamente nella psicologia e nel neuroimaging, spiegando la verità medica su quello che la meditazione può fare veramente per noi, e come trarne il massimo beneficio.Facendo piazza pulita dei miti popolari e delle distorsioni pseudo scientifiche, gli autori dimostrano che, al di là del benessre mentale, la meditazione può condurre alla modifica permanente dei tratti della personalità, facendo emergere qualità come l’altruismo, l’empatia e la compassione. Per ottenere questo risultato, però, sono necessari alcuni elementi che attualmente mancano nella versione più comune di mindfulness: come il feedback personalizzato e una visione del Sé più ampia di quanto non accada ora. Per questo, basandosi sugli ultimissimi dati ottenuti nel laboratorio diretto da Davidson, gli autori indicano nuovi metodi per sviluppare un addestramento mentale più efficace e più duraturo.
Per la prima volta qui, Ciro Vestita, con Federica Alaura e Irene Gelli, ci offre una panoramica approfondita sulla corretta alimentazione e le buone abitudini che percorre l’intero arco delle nostre vite, partendo dalla gravidanza e passando per infanzia, maturità e vecchiaia. Quali sono i cibi migliori quando si aspetta un figlio? Ha davvero senso “arricchire” la nutrizione di un adolescente che fa tanto sport? E come cambiare regime una volta che l’appetito, e il bisogno calorico, si riducono negli anni d’argento? Il lettore può così comprendere ciò che succede al suo corpo con il passare del tempo e adattare di conseguenza le proprie abitudini senza sforzi eccessivi. Proseguendo il suo lungo percorso di nutrizionista di primo livello, con la consueta attenzione al potere curativo delle piante, Vestita compone un vero e proprio manuale di sani comportamenti, molti dei quali inediti e poco praticati, che ci accompagna per tutto l’arco dell’esistenza e che, per questo, dà attenzione e suggerimenti a ognuno di noi, a qualsiasi età e alle prese con le più comuni esigenze della vita quotidiana. Perché, come ci insegna Vestita, vivere a lungo e in forma non è un miraggio: richiede però i consigli giusti, un impegno costante ma soprattutto il piacere di prendersi cura di sé.
Un'antologia del linguaggio di Totò attraverso le sue battute, le famose "quisquilie" e "pinzellacchere" che l'attore improvvisava nei suoi film, tutte espressioni entrate nell'immaginario collettivo degli italiani: "E io pago ", "Alla faccia del bicarbonato di sodio!" e tanti altri irresistibili modi di dire. Un volume unico, impreziosito da una serie di ritratti di Totò realizzati dal celebre caricaturista Umberto Onorato, quindici capitoli per leggere il mondo con gli occhi del principe della risata: dagli "Appunti di viaggio" a "Quando c'è la salute", da "Italiani brava gente" ad "Affari di famiglia", un caleidoscopio di situazioni e invenzioni linguistiche geniali, imprevedibili, e a tratti amare. Perché, ieri come oggi, Antonio de Curtis ha ancora molto da insegnare su vizi, virtù, diavolerie e magagne di un'umanità che assomiglia a ognuno di noi.
"Ci vuole coraggio per pregare il Padre nostro. Ci vuole coraggio. Dico: mettetevi a dire 'papà' e a credere veramente che Dio è il Padre che mi accompagna, mi perdona, mi dà il pane, è attento a tutto ciò che chiedo, mi veste ancora meglio dei fiori di campo. Credere è anche un grande rischio: e se non fosse vero? Osare, osare, ma tutti insieme. Per questo pregare insieme è tanto bello: perché ci aiutiamo l'un l'altro a osare." Il Padre nostro è la preghiera che racchiude tutte le altre, quella che Gesù stesso ha donato ai suoi discepoli per rispondere alla loro richiesta: "Insegnaci a pregare". In questo libro, Papa Francesco la illumina versetto per versetto rispondendo alle domande di don Marco Pozza, teologo e cappellano del carcere di Padova. Le parole insegnate da Gesù entrano in risonanza con episodi della vita di Jorge Mario Bergoglio, con la sua missione apostolica e con le inquietudini e le speranze delle donne e degli uomini d'oggi, fino a diventare la guida per una vita ricca di senso e di scopo. Ogni capitolo della conversazione si conclude con dei testi di Papa Francesco - pronunciati nelle udienze del mercoledì o negli Angelus - che approfondiscono e sviluppano temi cruciali come la paternità, la grazia, il perdono, il male. Alla fine, don Marco Pozza porta il Padre nostro dentro il carcere, e lascia che due suoi parrocchiani diano voce al dolore che percorre le loro esistenze e alla loro speranza di misericordia.
Narrata in pochi versetti all’inizio della Genesi, la storia di Adamo ed Eva ha avuto, nei secoli, un influsso determinante sulle concezioni delle origini e del destino umani. Pochi racconti si sono dimostrati così tenaci, così diffusi e così “reali”. L’insistenza sulla verità letterale della narrazione biblica diventò uno dei pilastri dell’ortodossia cristiana e i pittori rinascimentali conferirono un persuasivo senso di realtà ai primi esseri umani e così alla loro storia. Ma a che cos’è dovuta la sua fortuna? Perché ha affascinato tante menti brillanti e tanti artisti straordinari? È la domanda che si pone Stephen Greenblatt in “Ascesa e caduta di Adamo ed Eva”, a cui risponde facendo rivivere il racconto della nascita dell’umanità attraverso le sue numerose e diverse interpretazioni: dagli antichi rabbini ai protocristiani, dai codici di Nag Hammâdi agli esegeti coranici, da Agostino a Tommaso, da Milton a Whitman e Mark Twain, passando per van Eyck, Masaccio, Hieronymus Bosch, Dürer e Michelangelo, in una galoppata mozzafiato tra capolavori dello spirito e della fantasia. “Gli uomini non sanno vivere senza storie. Alcuni di noi le creano di professione e altri – compreso il sottoscritto – dedicano la vita adulta a cercare di comprenderne la bellezza, il potere e l’influenza.” Oggi, per molti di noi, quella storia è un mito. L’Illuminismo e Darwin hanno svolto il loro compito, e la comprensione delle origini è stata liberata dalla morsa di un’illusione un tempo potente. “L’uomo e la donna nudi nel giardino, con strani alberi e il serpente parlante, sono tornati nella sfera dell’immaginazione da cui erano originariamente emersi.” Ma non per questo hanno perso il loro fascino. Adamo ed Eva sono al tempo stesso un’incarnazione della responsabilità e della vulnerabilità umane, della possibilità di scegliere la ricerca della conoscenza disobbedendo alla massima autorità oppure, in alternativa, della possibilità di lasciarsi sedurre fino a operare una scelta insensata, dalle conseguenze catastrofiche e indelebili. “Tengono aperto il sogno di un ritorno, in qualche modo, un qualche giorno, a una beatitudine che è stata perduta. Possiedono la vita – la peculiare, intensa, magica realtà – della letteratura.” La stessa che trapela da ogni pagina di questo libro.