Curata da noti biblisti italiani, la collana riprende ex-novo e amplia il coraggioso progetto della Nuovissima versione della Bibbia dai testi originali. I singoli libri biblici vengono riproposti in una nuova versione che, oltre ad avere i testi antichi a fronte, è accompagnata da un accurato apparato testuale-filologico e da un ampio commento esegetico-teologico. La serie è diretta da Massimo Grilli, Giacomo Perego e Filippo Serafini.
Pregare con i Salmi è tradizione antichissima, biblica, patristica e monastica, degli ebrei e dei cristiani. Libro della liturgia ufficiale di Israele, i Salmi sono diventati poi i testi della preghiera cristiana, anche liturgica (si pensi al Salmo responsoriale). Il Salterio è un "microcosmo" di molteplici aspetti: letterario, simbolico, teologico, dell'umanità, della preghiera, della storia, della liturgia. Microcosmo dell'Antico Testamento, microcosmo cristiano, poiché, come scrive Ugo di San Vittore, «tutta la divina Scrittura costituisce un unico libro e quest'unico libro è Cristo». Come l'intera storia di Israele - occasione della fedeltà di Dio al suo alleato - è narrata nei Salmi, così il Salterio contiene il grido, il dolore, la letizia e la tristezza, i timori, i dubbi, le speranze, l'esperienza tutta della vita e della morte umana. Contiene una «anatomia di tutte le parti dell'anima », secondo il famoso aforisma di Calvino. La musica e la poesia della cui materia sono fatti i Salmi è infine capace di rendere i versi di un "io" orante, la voce di tutta l'assemblea, sia quella di Israele che quella della Chiesa.
La fede in Gesù di Nàzaret è sempre accompagnata dall'interpretazione dei segni dei tempi nei quali essa è vissuta e testimoniata: il cristiano vive nel mondo e nel mondo deve trovare la via della fede. Il presente saggio affronta le sfide più urgenti e ineludibili che l'antropologia cristiana si trova di fronte: la pandemia, l'intelligenza artificiale, le neuroscienze, la crisi climatica, la strisciante indifferenza verso Dio nel mondo occidentale, la nuova questione di Dio sollevata da autori non credenti, la domanda antichissima e sempre attuale sul male. Il volume legge tutti questi interrogativi attraverso la chiave interpretativa della ragione illuminata dalla fede e trova la risposta alla domanda di futuro e di salvezza che sale dalla società contemporanea nella testimonianza pubblica della fede nel Cristo risorto e nella vita eterna. Il risultato è un'antropologia teologica per il mondo di oggi attenta alle questioni che lo animano.
«Il breve diario di questa monaca mi è stato dato in lettura...». Così Emanuela Ghini introduce quest'opera che può rispecchiare, in senso lato, la vicenda di ogni persona chiamata alla vita monastica. Una testimonianza ulteriore del mistero di chi dedica se stesso a Dio nella preghiera, nel silenzio, nella contemplazione, in uno sguardo davvero laterale nei confronti del nostro mondo, sempre presente nella vita di ogni monaca e di ogni monaco: vita protesa nell'amore che è Dio, verso i fratelli e le sorelle in umanità. Il diario dell'anonima novizia è preceduto da un altro scritto diaristico, della medesima persona ancora adolescente. È, dunque, la stessa giovane donna, in due momenti distinti della sua vita, a porsi quasi allo specchio e a rivelare l'intreccio di due volti della coscienza, quelli che, in fondo, abitano tutti noi: uno, ingenuo e sorpreso dal mistero indefinito della vita e uno teso al mistero di Dio. Due anime che esprimono quell'unico segreto nel quale tutti cresciamo, comprendiamo, semplicemente siamo. Il lettore che accetterà di farsi compagno di questo diario, pian piano si accorgerà di avere fatto ingresso in un piccolo gioiello di letteratura mistica, ancora possibile anche nel nostro secolo.
In che senso l'affermazione cardine della cristologia «Il Verbo di Dio si è fatto carne» ha una valenza ecologica? A questa domanda l'autore cerca di rispondere rileggendo i testi evangelici alla luce della crisi ecologica, divenuta sempre più una questione cruciale. Analizza il legame tra Gesù stesso e la natura, come egli l'ha sperimentata nel suo tempo, quanto sia presente nella sua predicazione del regno di Dio e come sia coinvolta nei suoi gesti miracolosi. Egli se ne è sentito parte, l'ha amata e rispettata, l'ha collocata nella sua giusta dimensione di dono. Gesù ha respirato la stessa aria di tutte le creature viventi sulla terra, ha mangiato cibo cresciuto dallo stesso terreno e bevuto acqua dalle stesse gocce di pioggia. I processi biologici naturali sono stati concreti e reali per l'uomo Gesù. In lui, Dio si è unito per sempre alla rete della vita, diventando parte della biologia della terra. L'amore divino si è rivelato cosmocentrico e biocentrico, non solo antropocentrico. La fede e la sequela in Gesù Cristo forniscono risorse per un'etica ecologica, necessaria per evitare l'indifferenza. La lettera enciclica Laudato si' e l'esortazione apostolica Laudate Deum di papa Francesco offrono indicazioni indispensabili per essere da cristiani - insieme a tutti i credenti e gli uomini e le donne di buona volontà - difensori, costruttori e custodi della casa comune.
Con una magistrale espressione, il Concilio Vaticano II fa centro sul nòcciolo essenziale dell'opera salvifica e messianica di Gesù Cristo, quando dice: Cristo ha ucciso nella sua carne l'odio e, nella gloria della sua risurrezione, ha diffuso lo Spirito di amore nel cuore degli uomini (Gaudium et Spes, 78c). - Ha ucciso l'odio e ha diffuso l'amore: non si poteva esprimere meglio ciò che ha fatto Gesù per noi. - Ha ucciso l'odio nella sua carne: ecco il venerdì santo. - Ha diffuso l'amore nel cuore degli uomini: ecco la Pasqua. Mistero di morte e di risurrezione, la Pasqua sta al centro del mistero di Cristo e della sua missione di salvezza. E poiché la Pasqua rivive nel mistero eucaristico, l'Eucaristia sta al centro del mistero della Chiesa e della sua opera di salvezza. La centralità del mistero pasquale di Cristo emerge con vigore in questo libro di don Divo e l'approfondimento che ne fa diventa l'approfondimento del mistero eucaristico, che è pasquale in ciascuno dei suoi tre aspetti: presenza reale, sacrificio e convito.
«Una lotta. Un dramma. Una instancabile e appassionata ricerca di Dio. È questo ciò che emerge dalla lettura de La lotta con l'angelo, il primo diario di Divo Barsotti pubblicato anonimo nell'ormai lontano 1954. Chi conosce la Bibbia avrà già riconosciuto nel titolo un evidente rimando all'episodio narrato in Gn 32,23-33, in cui l'autore sacro racconta la lotta di Giacobbe con Dio presso il torrente Iabbok». (dalla Prefazione di Stefano Albertazzi) «In questo diario si parla dell'autore come di un'"anima sacerdotale che la grazia interiormente sollecitava al Signore". Si usa il procedimento d'una fictio letteraria, fingendo che l'autore sia sconosciuto, morto poi nell'estate del 1942. [...] Barsotti giustifica la ragione della pubblicazione con il desiderio di "aprire le anime a una visione più alta di vita soprannaturale". Le parole del diario, per il Barsotti, "rivelano meno l'uomo che Dio", [...] Dio conosciuto e amato tramite Gesù Cristo» (da Emilio Grasso, "L'esperienza di don Divo Barsotti attraverso la lettura dei diari" in: S. Tognetti - G. Guarnieri - L. Russo [a cura di], Cerco Dio solo. Omaggio a don Divo Barsotti, Comunità dei figli di Dio, Settignano 1994, 21.27).
Questa edizione dell'epistolario del padre Luigi Tezza, cofondatore della congregazione delle Figlie di San Camillo, è giunta a maturazione dopo lungo lavoro di studio e ricerca. Il lettore che la aprirà potrà confrontarsi con la spiritualità di questo autentico figlio di San Camillo. Potrà gustarne la santità che è stata "certamente, opera di Dio in lui, alla quale però egli ha collaborato costantemente, dando il meglio di se stesso" (card. José Saraiva Martins). La sua esperienza spirituale emerge luminosa in questi scritti come pure la sua grande dedizione, le sue spiccate capacità organizzative, che gli permisero di operare senza sosta in quel vasto campo di lavoro che è il mondo della sofferenza e della salute. Senza risparmiarsi, rispose alle necessità pastorali del tempo, raggiungendo con zelo i molti luoghi del dolore per portarvi sollievo e garantire l'accompagnamento spirituale. In questo testo, poi, emerge quella crescente creatività, unita a una carica profetica, che lo portò spesso a prendere decisioni del tutto nuove ed estranee alle linee del suo Istituto in quell'epoca. Ciò che si delinea dalla sua penna è il ritratto di un uomo che ha saputo continuare il carisma del Fondatore nel tempo, potenziando e ampliando l'ispirazione provvidenziale di Camillo de Lellis. Queste pagine, oltre ad accompagnare il lettore nel cammino di santità del padre Tezza, sono valide e attuali anche per noi, che certamente vogliamo fare nostri i reiterati inviti alla santità di san Giovanni Paolo II che non ha smesso di ricordare: "Siate santi. È la santità il compito essenziale di tutti i cristiani".
La preghiera, proprio perché accompagna il cristiano per tutta la vita, dall'infanzia alla morte, cambia forma, anzi implica dei mutamenti a seconda delle età. Ma ciò che è determinante è che non venga mai meno, che non ci si stanchi di pregare, che si preghi sempre e in ogni situazione. Può darsi che il Signore ci faccia la grazia di diventare vecchi e di arrivare a un'intensità spirituale in cui sembra di non pregare più ma che le nostre persone stesse siano diventate preghiera, come avvenne a san Francesco d'Assisi. In ogni caso, che si sia piccoli o anziani, dotti o semplici, per pregare basta semplicemente dire a Dio: «Abba! Papà caro!». E al Figlio: «Gesù Signore, vieni!». Basta questo per dire che lo Spirito prega in noi e che in noi per grazia c'è l'arte della preghiera.