
Aprire la Bibbia, pregare, andare in chiesa, o semplicemente vivere.
Con semplicità e freschezza, questo testo introduce i bambini ai primi passi nella fede e a un rapporto di viva amicizia con Dio.
“In questa crisi terribile che sembra minacciare la sopravvivenza della Chiesa e del cristianesimo, una sola è la parola che si impone: il testimone deve, con la sua medesima vita, dimostrare la verità”. Con queste parole, tratte dalla Prefazione di Carlo Bo alla prima edizione di Parola e Silenzio, viene ripresentato al pubblico il Diario di Divo Barsotti, definito l’ultimo mistico del XX secolo, testimone dell’Invisibile in una società che sempre più vuole farne a meno. Il suo Diario raccoglie gli scritti personali degli anni 1955-1957.
Divo Barsotti nacque a Palaia (PI) nel 1914. Pochi anni dopo l’ordinazione sacerdotale, per interessamento di Giorgio La Pira, si trasferisce a Firenze, dove ha iniziato la sua attività di predicatore e di scrittore. È unanimemente riconosciuto come mistico, e come uno degli scrittori di spiritualità più importanti del secolo. La sua produzione letteraria è notevolissima: più di 150 libri, molti dei quali tradotti in lingue straniere, e diverse centinaia di articoli presso quotidiani e riviste di spiritualità. Ha scritto commenti alla Sacra Scrittura, studi su vite di santi, opere di spiritualità, diari e poesie. Tra i suoi testi più importanti: Il Mistero Cristiano nell’anno liturgico, Il Signore è uno, Meditazioni sull’Esodo, La teologia spirituale di san Giovanni della Croce, La religione di Giacomo Leopardi, La fuga immobile. Ha fondato la “Comunità dei figli di Dio”, famiglia religiosa di monaci, formata da laici consacrati che vivono nel mondo e religiosi che vivono in case di vita comune; in tutto, circa duemila persone. Vicino alla sensibilità del Cristianesimo orientale, Barsotti ha avuto, tra gli altri, anche il merito di avere fatto conoscere in Italia figure di santi della Russia quali Sergio di Radonez, Serafino di Sarov, Silvano del Monte Athos, con il suo lavoro Cristianesimo russo. Nel 1972 fu chiamato a predicare gli Esercizi spirituali in Vaticano al Papa. Ha insegnato teologia per più di trent’anni presso la Facoltà teologica di Firenze e ha vinto diversi premi letterari come scrittore religioso. Si è spento il 15 febbraio 2006 nel piccolo monastero dedicato a san Sergio di Radonez, nelle pendici dei colli di Firenze, circondato dai suoi giovani monaci.
L’uomo nel corso dei millenni ha venerato una moltitudine di dèi, e anche oggi deve far fronte a nuove seduzioni: i miraggi del denaro e del consumismo, l’individualismo, il successo ad ogni costo, il male di vivere della depressione. La fede cristiana è seriamente interpellata nel suo stesso senso primario.
Il cardinale Lustiger, attraverso meditazioni brevi e dirette, affronta tutti i problemi che si affacciano nella mente e nel cuore di chi deve annunciare il Vangelo a questo mondo così distratto, e rivela qual è il cammino spirituale perché la coscienza percepisca la verità più bella: che Dio apre sempre la porta della fede.
Jean-Marie Lustiger, cardinale e arcivescovo emerito di Parigi, è nato nella capitale francese nel 1926 da genitori ebrei. I suoi vengono deportati ad Auschwitz, dove la madre muore nel 1943. Il giovane Jean-Marie si salva perché riesce a rifugiarsi presso una famiglia di Orléans. Qui, all’età di 14 anni, decide di convertirsi al cattolicesimo. Frequenta il liceo a Parigi, si laurea in lettere (per mantenersi agli studi lavora in un’officina meccanica) e poi decide di diventare sacerdote. Ordinato a 28 anni, svolge la sua attività pastorale in diverse parrocchie parigine, fino a quando Giovanni Paolo II, nel 1979, lo nomina vescovo di Orléans e, dopo meno di due anni, lo promuove arcivescovo di Parigi. Nella capitale francese rimane titolare della diocesi fino al febbraio 2005, quando lascia l’incarico per raggiunti limiti di età. Membro dell’Académie Française, ha scritto oltre venti volumi, molti dei quali pubblicati in italiano.
Numerosi sono gli storici che negli ultimi anni hanno tentato una lettura del ventennio fascista scevra da pregiudizi e ideologie. Guido Zagheni cerca di applicare questo metodo interpretativo al campo specifico del rapporto tra lo Stato fascista e la Chiesa cattolica in Italia.
Inizialmente il mondo cattolico, come il resto della società italiana, si lasciò sorprendere dal fascismo e numerosi esponenti della base e del vertice aderirono a quella che sembrava la proposta di una nuova società e di una crescita improvvisa e sorprendente della giovane nazione. Successivamente la pretesa del fascismo di essere l’unica forza a determinare il presente ed il futuro degli italiani fu all’origine di uno scontro sempre più aspro con la Chiesa. Le iniziali convergenze portarono al Concordato del 1929 e alla soluzione della questione romana. Seguirono i contrasti per l’Azione Cattolica, per la pulizia etnica attuata durante e dopo la guerra d’Africa, per le leggi razziali, per l’avvicinamento alla Germania. La conseguente scelta per la guerra segnò la rottura definitiva tra Chiesa e fascismo.
Il volume ripercorre minuziosamente la storia del fascismo dalle origini alla guerra di liberazione, e rivendica la forza e la dignità dell’azione della Chiesa, in particolare negli ultimi anni della dittatura.
Guido Zagheni, nato a Capergnanica (Cremona) il 1° gennaio 1942, ha studiato nel seminario vescovile di Crema divenendo sacerdote nel 1967. Ha alternato vita pastorale e studio, ricoprendo diversi incarichi nella diocesi. Dopo aver conseguito il dottorato in Storia della Chiesa presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, ha insegnato per alcuni anni nei seminari di Crema e Lodi; attualmente insegna Storia della Chiesa contemporanea presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano. È presidente della Fondazione «Carlo Manziana» Scuola Cattolica Diocesana. Presso le Edizioni San Paolo ha pubblicato due volumi del Corso di storia della Chiesa dedicati a L’età moderna (1995) e a L’età contemporanea (1996).
Questo libro presenta i principali scritti e discorsi di Bruno Forte nel suo primo anno e mezzo da vescovo alla guida dell’arcidiocesi di Chieti-Vasto. Ben lontano dall’essere una semplice raccolta, il volume offre una lettura sapiente e profonda dell’essere cristiani oggi, alle prese con la purezza dell’annuncio originario da un lato e con le sfide del contesto contemporaneo dall’altro. Il titolo dell’intervento tenuto a Lublino (Polonia) il 12 settembre 2004 in occasione del conferimento del dottorato honoris causa, Il Cristianesimo europeo di fronte alle sfide contemporanee, è la sigla complessiva del libro. Si tratta di essere cristiani come lo erano gli apostoli, ma di esserlo oggi: è questa l’intenzione di fondo che anima ogni scritto e ogni discorso del vescovo Bruno Forte, sia quando parla ai sacerdoti e a chi ha abbracciato la vita consacrata, sia quando si rivolge ai giovani, ai politici, agli economisti, agli uomini e alle donne della ricerca e dell’arte, al mondo dell’università. Dell’essere cristiani oggi, tanto più in grado di parlare al mondo quanto più radicati nel Vangelo, Bruno Forte presenta due modelli, Joseph Ratzinger e Carlo Maria Martini, offrendo in altrettanti saggi una lettura suggestiva della loro teologia e della loro spiritualità. L’unitario messaggio che ne risulta può aiutare molti a declinare i vari aspetti della “bellezza di Dio” nell’annuncio al tempo presente.
Bruno Forte nato nel 1949 a Napoli, ordinato sacerdote nel ’73, dottore in teologia nel ’74 e in filosofia nel ’77, è stato fino al 2004 Ordinario di teologia dogmatica nella Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale.
Ha trascorso lunghi periodi di ricerca a Tubinga e a Parigi. Ha tenuto lezioni e conferenze in molte Università europee e americane e corsi di aggiornamento e di esercizi spirituali nei vari continenti. È consultore del Pontificio Consiglio per la Cultura, membro di quello per l’Unità dei Cristiani e della Commissione Teologica Internazionale della Santa Sede: in essa ha presieduto il gruppo di lavoro che ha redatto il documento Memoria e riconciliazione: la Chiesa e le colpe del passato (febbraio 2000). Nel giugno 2004 Giovanni Paolo II lo ha nominato Arcivescovo Metropolita di Chieti-Vasto. L’8 settembre 2004 è stato ordinato vescovo nella cattedrale di Napoli dall’allora cardinal Joseph Ratzinger. Nel giugno 2005 è stato eletto Presidente della Commissione Episcopale per la Dottrina della Fede, l’Annuncio e la Catechesi della Conferenza Episcopale Italiana. Delle sue opere (molte delle quali tradotte in varie lingue) le principali sono la Simbolica Ecclesiale (Edizioni San Paolo, Milano) in otto volumi e la Dialogica (Edizioni Morcelliana, Brescia) in quattro.
Il Vademecum essenziale per capire i Vangeli e per comprendere il racconto degli Atti degli Apostoli. Attraverso l’uso dei colori e una impaginazione facilitata, il lettore è guidato alla scoperta della figura di Gesù (sezione Gialla), del Vangelo di Marco (sezione Arancione), del Vangelo di Matteo (sezione Rossa) e di Luca e Atti (sezione Verde). Testi brevi, tabelle, focus sui temi centrali, citazioni e rimandi ai passi dell’Antico Testamento, suggerimenti per l’approfondimento, cronologia del Nuovo Testamento e Indici, compongono un volumetto agile. Efficace e di grande utilità alla portata di tutti.
Fabrizio Iodice è nato a Bari nel 1961. Studioso di Sacra Scrittura, insegna Esegesi Neotestamentaria a Bari presso la Facoltà Teologica Pugliese e altri Istituti. A questo unisce l’attività di traduttore da varie lingue.
Il percorso dottrinale sviluppato dall’Autore, col fine di delineare e fondare il criterio della “adeguatezza etica” nell’uso dei mezzi terapeutici e di sostegno vitale, parte dall’esame dei fondamenti biblici e teologici relativi al valore della vita, al dovere di conservarla e, conseguentemente, di curarla; ma esso si avvale anche delle feconde riflessioni prodotte sul tema dai teologi moralisti della Tradizione precedente, dal sec. XVI fino alla metà del XX sec., così come di una diligente rassegna del Magistero recente della Chiesa. Una ricerca che offre al lettore alcuni risultati davvero significativi, sia sul piano dottrinale che su quello applicativo-operativo.
Maurizio Calipari è un sacerdote della Diocesi di Reggio Calabria-Bova. Da qualche anno, svolge la sua attività di studio presso la Pontificia Accademia per la Vita, in Vaticano. Inoltre, ricopre la carica di Assistente Ecclesiastico della Federazione Internazionale delle Associazioni dei Medici Cattolici (FIAMC). Dopo aver conseguito il Baccalaureato in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana in Roma, don Calipari ha intrapreso gli studi di Teologia Morale presso l’Accademia Alfonsiana, dove ha conseguito il Dottorato con una tesi di argomento bioetico. Ha inoltre approfondito la sua formazione nel campo della Bioetica frequentando dei Corsi di Perfezionamento e un Master di 2° livello tenuti dall’Istituto di Bioetica dell’Università Cattolica del S. Cuore in Roma e dal Pontificio Istituto “Giovanni Paolo II”. Attualmente, insegna Etica generale presso l’Istituto Internazionale “Camillianum” e Bioetica presso il Pontificio Istituto “Giovanni Paolo II”. Tra le sue pubblicazioni: M. Calipari, A.G. Spagnolo, A quali condizioni i pazienti accettano il “peso” di una chemioterapia, in Med. e Mor. (1999) 2:399-402; Nutrizione artificiale nei pazienti in “stato vegetativo persistente”, in Med. e Mor. (1999) 6:1223-1230; E. Sgreccia, M. Calipari, M. Lavitrano, Church backing depends on ethical use of animals, Nature, 2001 Dec 13;414(6865):687; Verso la conclusione della vita: le responsabilità etiche dell’intervento socio-sanitario, in Atti del Convegno “Dignità del vivere e del morire” (Roma – 27 gennaio 2001), Roma 2002, pp. 35-40; The principle of Proportionality in Therapy: Foundations and applications criteria, NeuroRehabilitation, 2004;19(4):391-397; L’adeguatezza etica degli interventi di sostegno vitale nelle persone in stato vegetativo persistente, in Bioetica, anno XIII, 2 (2005), pp. 129-133; Ética al final de la vida. Aplicación a personas en estado vegetativo, in Vida y ética, año 5, n. 2, dic. 2004, pp. 117-126; Proporcionalidad terapéutica, in Vida y ética, año 5, n. 2, dic. 2004, pp. 269-281.
Evagrio ha scritto per il monaco Eulogio due opere: Sulla confessione dei pensieri e consigli di vita e I vizi opposti alle virtù.
Per la prima volta le due opere scritte da Evagrio per il monaco Eulogio vengono tradotte in italiano.
La Traduzione è realizzata sulla base della recensio longior di entrambe, che si fornisce nel testo greco a fronte e che rappresenta l’altra importante novità di questo studio in quanto migliora la conoscenza diretta dei testi evagriani a partire dall’analisi di una più ampia tradizione manoscritta.
Nei due trattati si intrecciano i temi fondamentali della vita monastica: il lavoro manuale, la preghiera, l’astinenza, l’ubbidienza, la pazienza, l’umiltà e quelli più cari alla sua ricerca morale e ascetica dell’analisi dei pensieri, del confronto con le passioni, delle relazioni che intercorrono tra vizio e virtù. Al centro l’esperienza del deserto come luogo di consapevolezza e dominio di sé.
Evagrio, originario del Ponto, dove era nato verso il 345, fu ordinato lettore da Basilio e, dopo la sua morte, diacono da Gregorio di Nazianzo, che seguì a Costantinopoli, quando questi fu nominato vescovo. Dopo un passaggio a Gerusalemme, indossò l’abito monacale e andò a vivere in Egitto, facendosi umile discepolo dei padri del deserto. Stette per due anni sui monti di Nitria (383-385) e quattordici alle Celle, fino al 399, anno della sua morte. Di questa sua esperienza egli ci ha lasciato diverse opere di carattere dottrinale e ascetico che abbracciano e hanno per fine tutto il mondo del deserto e che, per l’approfondimento spirituale e lo scavo psicologico, ne fanno «il primo teorico del monachesimo» (L. Regnault).
Lucio Coco (1961), studioso di letteratura cristiana antica, ha curato tra l’altro l’edizione integrale dei Detti dei padri del deserto. Serie alfabetica (Piemme, 1997), e la prima edizione del Meterikón. Detti delle madri del deserto (Mondadori, 2002). Ha dedicato inoltre particolare interesse alla storia della medicina greca, approntando l’edizione degli Aforismi di Ippocrate (Sellerio, 1999) e, sul tema della depressione, della lettera A Stagirio tormentato da un demone di Giovanni Crisostomo (Città Nuova, 2002). Di recente ha pubblicato una raccolta di testi sul tema della lettura e del libro nei Padri della Chiesa (L’atto del leggere, Qiqajon, 2004) e sulla pratica della lectio spiritualis (La lettura spirituale, Edizioni Sylvestre Bonnard, 2005).
Con una nuova traduzione dal testo originale particolarmente attenta alla dimensione letteraria e poetica di Gibran e con un saggio sulla cristologia gibraniana, il libro ricostruisce la figura del Salvatore grazie alle testimonianze di personaggi dell’epoca, alcuni storici altri di pura immaginazione, alcuni chiaramente innestati nei racconti evangelici altri propensi a una libera affabulazione, alcuni sedotti dal suo messaggio altri decisamente ostili. Come pellegrino e forestiero in questo mondo, Kahlil Gibran, poeta dell’Assoluto, scorge in Gesù, Figlio dell’Uomo, il senso ultimo e nuovo dell’intera umanità.
Un’opera unica di grande intensità poetica.
Kahlil Gibran, scrittore, poeta e pittore, nonché drammaturgo, nacque in Libano (villaggio di Bisharri, la Valle dei Cedri) il 6 gennaio del 1883. Trascorse la giovinezza tra Boston, Beirut e Parigi. Nel 1912 si stabilì a New York, dove visse fino alla morte (10 aprile 1931). Nella sua ampia produzione in inglese, spiccano testi di carattere mistico-filosofico, come The Madman (Il folle), The Forerunner (Il precursore), il celeberrimo The Prophet (Il profeta), Sand and Foam (Sabbia e spuma), Jesus the Son of Man (Gesù, il Figlio dell’Uomo), The Wanderer (Il vagabondo) ecc.
La sua corrispondenza con Mayy Ziyadah, grande scrittrice araba, è stata raccolta postuma nel volume Love Letters (Lettere d’amore). Le Edizioni San Paolo hanno inoltre pubblicato il romanzo giovanile Broken Wings (Ali spezzate), le prose lirico-narrative di The Storm (La tempesta), gli atti unici Lazarus and His Beloved (Lazzaro e il suo amore) e The Blind (Il cieco) e alcuni scritti e frammenti inediti, riuniti sotto il titolo La stanza del profeta.
Edoardo Scognamiglio, dottore in Teologia (1997), dottore in Filosofia (2005), è uno dei massimi conoscitori dell’opera letteraria e del pensiero poetico di Kahlil Gibran. Insegna Teologia dogmatica presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (Napoli) e si occupa di Dialogo interreligioso e dell’islam presso la Pontificia Università Urbaniana (Città del Vaticano). Presso il Convento San Francesco in Maddaloni (Caserta) dirige il Centro Studi Francescani per il Dialogo interreligioso e le Culture. È impegnato in notevoli centri accademici per lo studio e la promozione del Dialogo, collabora a molte iniziative editoriali, a riviste e giornali. Tra le sue numerose pubblicazioni a carattere scientifico, ricordiamo: Il volto di Dio nelle religioni. Una indagine storica, filosofica e teologica, Milano, Paoline, 2001; Ecco io faccio nuove tutte le cose. Avvento di Dio, futuro dell’uomo e destino del mondo, Padova, Messaggero, 2002; Catholica. Cum ecclesia et cum mundo, Padova, Messaggero, 2004; Henri-Louis Bergson. Anima e corpo, Padova, Messaggero, 2005; Volti dell’islam post-moderno, Città del Vaticano, PUU, 2005.
Un volume frutto di lunghi anni di insegnamento della materia. La prima parte presenta le questioni introduttive più importanti, utili per comprendere la situazione vitale in cui il vangelo è stato scritto, il suo processo di formazione, le differenze con i sinottici, il problema dell’autore.
La seconda sviluppa in maniera organica e coerente la teologia del quarto evangelista, mettendo in particolare rilievo la prospettiva cristologica che sta alla base dello scritto. Di particolare interesse la presentazione della visione ecclesiologica dell’Autore, strettamente connessa con quella cristologica, per terminare indicando quali sono le linee basilari dell’etica giovannea e la loro novità nell’ambito neotestamentario.
Alberto Casalegno è un padre gesuita che ha compiuto i suoi studi alla Facoltà di Filosofia Aloisianum di Gallarate (VA), alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Sezione San Luigi, con sede a Napoli, all’Istituto Biblico di Roma, dove ha ottenuto la Licenza in Sacra Scrittura. Ha concluso la sua formazione alla Pontificia Università Gregoriana, dove ha conseguito il Dottorato in Teologia. Ha iniziato a insegnare esegesi del Nuovo Testamento nel 1974, dando il suo contributo alla FIST di Torino, al Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME) di Monza, alla Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna. Ha passato molti anni in America Latina, sempre insegnando materie bibliche nel Centro de Estudos Superiores della Compagnia di Gesù, a Belo Horizonte, in Brasile. Attualmente è professore straordinario alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Sezione San Luigi, e collabora con l’Istituto Regionale di Formazione Presbiterale (IRFP) di Belém do Pará, in Brasile. Tra le sue pubblicazioni: Gesù e il Tempio. Studio redazionale di Luca-Atti, Morcelliana, Brescia 1984; Paulo, o evangelho do amor fiel de Deus, Ed. Loyola, São Paulo, 2001; Lucas, a caminho com Jesus missionário, Ed. Loyola, São Paulo 2003; Ler os Atos dos Apostolos. Estudo da teologia lucana da missão, Ed. Loyola, São Paulo 2005. Inoltre ha pubblicato articoli su diverse opere teologiche in collaborazione e su riviste specializzate sia in Italia che in Brasile.

