L'Autobiografia di Paisij Velickovskij (1772-1794), che in questa edizione vede la sua prima traduzione, è la testimonianza di una delle più prestigiose figure del monachesimo ortodosso a cui si deve il grande rinnovamento che sul finire del sec. XVIII ha permeato le regioni balcaniche e russe. Con l'Autobiografia, che copre i primi vent'anni di vita e fa però presagire la grandezza dell'uomo che diventerà guida di centinaia di monaci, vengono presentati nel volume alcuni documenti inediti raccolti sotto il titolo "Insegnamenti dello starets Paisij". Sono questi a introdurci con più immediatezza nella profondità della sua esperienza e dottrina spirituale. Oltre ai testi dello stesso Paisij tratti da sue lettere, risulta preziosa la testimonianza del suo discepolo Giorgio di Cernica, che estenderà nella Valacchia l'opera di rinnovamento paisiano.
Guerrico ha lasciato tracce biografiche assai incerte; si ritiene che sia vissuto fra i sec. XI e XII, che sia stato prima canonico a Tournai, città belga a ridosso del confine francese dove presumibilmente è nato, poi, in Francia, monaco a Clairvaux ed infine abate a Igny. Nei suoi sermoni, Guerrico, schivo e ritroso, sa esprimere con candore e misura un mondo interiore di spiritualità e di riflessione che, mentre riecheggia problemi ed orientamenti del suo tempo, non trascura le vicende umane. Il volume offre una sintesi di tutte le ricerche sulla persona e l'opera dell'abate di Igny, e costituisce un'ottima introduzione ai suoi 54 sermoni.
Macario/Simeone, noto anche come "Pseudo-Macario" o, tra i monaci ortodossi, "Macario il Grande", appartiene alla Siria-Mesopotamia settentrionale, e operò tra il 380 e il 430. Attraverso i suoi Discorsi e dialoghi spirituali, il nostro autore dà rilievo soprattutto allo stato di quiete (hesychia) nella preghiera. La sua spiritualità è scritturistica e trinitaria, per la grande importanza che vi assume lo Spirito Santo; è centrata sull'esperienza dell'anima liberata dal male attraverso l'evento pasquale, che lotta contro le passioni e le tentazioni. Nonostante la condanna ecclesiastica, i discorsi di Macario/Simeone hanno avuto una grande diffusione nell'oriente monastico, influenzando grandi autori spirituali come Isacco di Ninive e Simeone il Nuovo Teologo.
La pietà cristiana ha percorso lo stesso cammino di Cristo in quel rito religioso che è la Via Crucis, caro al cuore di ogni fedele, che in spirito di penitenza si è affiancato a Gesù sulla via del Calvario. La Croce non è solo patibolo infamante, ma è via, anzi nel linguaggio biblico è vita. La Croce è quindi anche e soprattutto il sentiero della Vita: Via Crucis, Via Vitae. Il tratto di strada rappresentato va dal pretorio di Ponzio Pilato, dove Gesù viene condannato a morte (prima stazione) fino alla cima del Calvario, dove viene affisso alla Croce, alta fra cielo e terra, e dove si trova "un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo" (Gv 19,40) in cui verrà deposto il corpo di Gesù (quattordicesima stazione). Le immagini e le parole che illustrano questo itinerario della Via Crucis ci aiutano a diventare sempre più "vera icona" del Figlio: lo Sfigurato della Passione, il Trasfigurato nella Gloria.
Il volume è il resoconto fedele del convegno che ha coinvolto monaci e laici in una riflessione scaturita dalla Lettera apostolica Orientale lumen del papa Giovanni Paolo II. A livello politico ed economico emerge sempre di più una reazione che porta a rivendicare i diritti delle particolarità e delle minoranze. A livello religioso, invece, sembra prevalere l'appello ad un incontro fecondo fra i valori, perché vengono dallo Spirito Santo, che è effusione di carismi e Spirito di unità ma anche di varietà. L'ecumenismo sancisce il criterio base della "unità nella e dalla diversità", e della "diversità nella e dalla unità". La Lettera apostolica sollecita a guardare al monachesimo dell'Oriente cristiano, nel desiderio di respirare a pieni polmoni, perché la Chiesa intera, anche quella cattolica, ha bisogno di trasfigurazione e di ascensione. Ecco l'appello all'Oriente. Perché ci aiuti a scoprirlo nella sua purezza, e proprio come "dimensione" che deve qualificare tutta la Chiesa.
Quest'opera, che rappresenta il settimo volume del grande commento da lui curato per la collana Sources chrétiennes è come il coronamento dell'amore del padre De Vogüé verso san Benedetto e la vocazione monastica. Il commento è prezioso per la ricchezza dei riferimenti alle fonti bibliche, patristiche, liturgiche e monastiche che aiutano a capire il pensiero di san Benedetto. In questo commento risulta chiaro l'impianto della Regola nei suoi principi costitutivi: Scrittura e tradizione, Chiesa e Sacramenti ecc. La vita monastica cristiana si colloca all'interno della Chiesa, nella linea di un immediato prolungamento del battesimo; proprio il battesimo con la relativa catechesi sta alla base dell'esistenza dei monaci.
Le tre omelie mariane di Nicola Cabasilas (nato a Tessalonica probabilmente nel 1322), presentate in questo volume, e tradotte in italiano per la prima volta, costituiscono il frutto della sua piena maturità e non sono da meno delle grandi opere del nostro autore. Le tre omelie si intitolano rispettivamente: "In nativitatem", "In annuntiationem", "In dormitionem". Non sono state scritte per essere pronunciate nella liturgia, ma per essere offerte al patriarca di Costantinopoli a diverso titolo celebrativo. Cabasilas si mostra teologo profondo e originale, oltre che stilista consumato, e le tre omelie mariane risultano tutte impregnate della ricca tradizione dei Padri.