
"Non posso dimenticare le ascese giovanili in Grigna passando dalla cresta Segantini... Credo che la via della Chiesa di oggi sia una via stretta: la chiamerei la via del crinale." È lucido e consapevole, ma pieno di speranza, lo sguardo con cui il cardinale Angelo Scola racconta la sua vita, la Chiesa e l'Italia, nella profonda e sorprendente conversazione con Luigi Geninazzi: dalla riscoperta della scelta cristiana nell'adolescenza alla militanza in Comunione e Liberazione in fecondo dialogo con il "genio educativo" di don Giussani, e dalle incomprensioni con qualche autorità ecclesiastica milanese all'amicizia con Giovanni Paolo II che lo nomina vescovo a soli quarantanove anni. Non mancano ricordi personali e collettivi, dal travaglio della lunga malattia e dall'esperienza della psicoanalisi al passaggio tra il papato di Ratzinger, a cui fin dall'avventura di "Communio" lo lega una intensa amicizia intellettuale, e quello di Bergoglio, definito "un salutare colpo allo stomaco per le Chiese d'Europa". Al centro di questo ricco affresco di aneddoti e riflessioni si staglia una domanda cruciale: a che punto è la Chiesa di oggi? Tra chi riduce il cristianesimo a semplice religione civile e chi propone un puro ritorno al Vangelo, il cardinale indica una "terza via" che è quella delle implicazioni dei misteri della fede. E dell'impegno fattivo dei credenti per contribuire, ripartendo dalla fede, alla "nascita di una nuova Europa, inevitabilmente meticcia ma non per questo senza più identità".
Notre-Dame, una chiesa, ma anche il cuore di Parigi e un'icona che supera i confini della Francia. A un anno dal rogo che ha distrutto la Cattedrale e commosso il mondo, Franco Cardini ne fa la protagonista del suo nuovo libro: un'interprete solo apparentemente senza voce della storia d'Europa che ha assistito a molti grandi eventi nel corso dei secoli e può quindi raccontarci il Vecchio continente dal Medioevo a oggi. In una cavalcata affascinante l'autore parte dalle sponde della Senna per portarci a esplorare un miracolo della tecnica, un monumento polimorfo distrutto e ricostruito più volte, un'enciclopedia di simboli alchemici, un orologio solare, riscoprendo il romanzo omonimo di Victor Hugo, i grandi passaggi e protagonisti della storia (dalla Rivoluzione Francese a Napoleone e Hitler) ma anche noi stessi. Perché, benché più volte riprodotta e falsificata, Notre-Dame resta un simbolo unico capace di agire ancora nella storia europea.
I decenni più neri dell'Europa: tra gli anni Trenta e l'inizio della guerra fredda. Un tempo in cui tutto cambia e anche la Chiesa deve confrontarsi con i nuovi poteri via via emergenti: prima i totalitarismi europei, poi le due superpotenze del mondo bipolare. In questo quadro, risulta centrale la questione del rapporto tra mondo cattolico ed ebraismo, non solo negli anni della persecuzione e dello sterminio ma anche dopo, con un «ritorno a casa» dei sopravvissuti segnato da ostilità e da pogrom, e con la partita aperta della questione mediorientale. Quale fu, rispetto a questi temi, la posizione della Chiesa e in particolare di papa Pio XII, che era stato nunzio apostolico a Berlino durante l'ascesa di Hitler? Come mutò in quegli anni la visione di politica internazionale della Santa Sede? Chi era il nemico irriducibile: il nazismo pagano, il fascismo con i suoi richiami alla religione di Stato, o il comunismo tenacemente ateo? Quando, e in quali modi, la Chiesa si avvicinò alle posizioni dell'alleato americano, non sempre in sintonia con le priorità strategiche del Vaticano? Interrogando i documenti, molti inediti, alcuni recentemente desecretati, questo saggio indaga il periodo tra il 1932 e il 1948. Tre lustri durante i quali il mondo cambiò aspetto, ma pregiudizi e timori profondamente radicati rimasero vivi nelle menti e nelle prassi di popoli e istituzioni. Indagarne la persistenza, capire come influenzarono azioni, inazioni, silenzi e decisioni della Chiesa come degli altri protagonisti di quegli eventi, è oggi più necessario che mai.
Siamo entrati nella nuova era della civiltà digitale e stiamo imparando, anche in modo drammatico, come «usarla». La rivoluzione della data economy investe e investirà profondamente la nostra stessa cultura e cambierà - non sempre in meglio - i nostri modi di lavorare, informarci, studiare, muoverci, produrre beni e servizi, creare nuove opere, vendere, comprare, coltivare relazioni personali. Ma non possiamo arrenderci di fronte allo straniamento che si prova tra boom del commercio online e chiusura dei negozi, robotizzazione e caduta dei posti di lavoro, trionfo dei social network e «fine della privacy». La sfida è reagire e «vivere» il cambio dei modelli di vita, di lavoro, di socialità. Mettere la tecnologia al nostro servizio senza esserne sopraffatti, imparare ad affrontare la novità come in passato abbiamo fatto con le altre grandi rivoluzioni scientifiche dalla comparsa delle macchine a vapore, del treno, dell'elettricità, dell'automobile. E per farlo occorre mettere in campo proposte e correttivi concreti che gli autori avanzano in queste pagine ricche di esempi e dati. Un pamphlet provocatorio e costruttivo al tempo stesso su come affrontare la più grande discontinuità nella storia recente dell'uomo.
L'emergenza Coronavirus ha travolto il Paese e i media, suscitando reazioni opposte e diffondendo convinzioni a volte non in linea con i dati scientifici. Tra social, fake news e scontri di opinioni, è difficile capire a chi affidarsi, persino su qualcosa di così cruciale per la vita dei singoli e del Paese. Simona Ravizza, che ha seguito la cronaca dell'epidemia per il «Corriere della Sera», interroga sei autorevoli esperti, ciascuno dei quali si è occupato dell'epidemia nella sua attività clinica e di ricerca, ponendo domande che sono nella testa di ogni cittadino e riguardano la prevenzione, le cure, la logica dei provvedimenti di ordine pubblico. Ne risulta un volume agile con risposte chiare e documentate, che ci offrono un quadro completo del fenomeno che sta toccando la vita di tutti.
L'Odissea non è la storia del viaggio di un uomo: è la storia d'amore di molte donne. C'è Calipso, che, avvinta dalle sue stesse reti di seduzione, si innamora di Ulisse ma deve lasciarlo andare. C'è Euriclea, la nutrice che lo ha cresciuto, e ci sono le sirene, ciecamente decise a distruggerlo. C'è Nausicaa, seduttrice immatura ma potente, che non osa nemmeno toccarlo. C'è Circe dominatrice, che disprezza i maschi finché non ne incontra uno diverso da tutti gli altri. E naturalmente c'è lei, Penelope, la sposa che non si limita ad attendere il marito, ma gli è pari in astuzia e in caparbietà. In questo libro, sono loro a cantare le peregrinazioni dell'eroe inquieto, ciascuna protagonista di una tappa della grande avventura, ribaltando la prospettiva unica del maschile nella polifonia del femminile: che conquista, risolve, combatte. Alle loro voci fa da controcanto quella di Atena, dea ex machina, che sprona sia Telemaco sia Ulisse a fare ciò che devono: la voce della grande donna dietro ogni grande uomo. In un curioso alternarsi di punti di vista, torna in vita e vibra di nuovi significati un classico immortale, in una narrazione che vola sulla varietà e sulla verità dei sentimenti umani.
I fenomeni climatici estremi e il corona virus con i suoi effetti sul rapporto tra gli Stati e l'economia globale ma anche la fine dell'inflazione e la resistenza del sovranismo: sono questi i temi che aggiornano e il saggio di Giulio Tremonti sul grande disordine che oggi investe le nostre vite. L'autore prende spunto da tre profezie che emergono dal profondo della storia. Quella di Marx sulla deriva del capitalismo globale, la previsione del Faust di Goethe sul potere mefistofelico del denaro e del mondo digitale, infine l'intuizione di Leopardi sulla crisi di una civiltà che diviene cosmopolita. Tre chiavi di lettura che l'autore, testimone diretto di tanti «misteri» della storia recente, intreccia con la personale esperienza di studioso e di protagonista della politica. La storia, che doveva essere finita, sta tornando con il carico degli interessi arretrati e la giovane «talpa» del populismo sta scavando il terreno su cui, appena caduto il muro di Berlino, è stata costruita l'utopia della globalizzazione. Oggi sembra di essere tornati agli anni '20 di Weimar, in una società stravolta e incubatrice di virus politici estremi.
Quella di Gesù è la crocifissione di un giusto, come avrebbe per primo riconosciuto il centurione sotto il patibolo. Chi ne sia il responsabile, il sinedrio o Pilato o entrambi, è da sempre dibattuto.
Se al primo può ascriversi l’accanimento con cui i suoi membri sostengono la colpevolezza di Gesù per violazione delle norme a protezione della maiestas del popolo romano e del principe, al governatore della Giudea va imputata l’inosservanza di regole basilari del diritto alle quali si sarebbe dovuto attenere.
L’autore lo spiega nel corso di un’indagine seria, appassionante e originale, che ricostruisce una pagina fondamentale della storia soffermandosi su alcuni degli aspetti meno esplorati delle ultime ore della vita di Gesù.
Un capolavoro architettonico ammirato in tutto il mondo. Una città, Firenze, al culmine della sua fortuna storica e artistica sotto i Medici. E un genio tormentato, Filippo Brunelleschi, destinato a lasciare un'impronta indelebile nella storia. Sergio Givone tesse in queste pagine la trama che portò alla nascita della cupola del Duomo di Santa Maria del Fiore, simbolo indiscusso del Rinascimento, ripercorrendo i giorni di una città colpita dalla peste, il magico incrocio degli artisti dell'epoca, da Masaccio a Donatello, da Arnolfo di Cambio a Lorenzo Ghiberti, le rivalità, le delusioni e i drammi di un'impresa temeraria. A seicento anni dall'inizio dei lavori di costruzione, riviviamo le voci, i gesti, i personaggi e i retroscena di una saga drammatica ed eroica, scopriamo il sogno di un artista visionario che sfidò le leggi della fisica e lo scetticismo dei contemporanei, ma anche il suo rapporto col figlio tanto profondo quanto contrastato. Nel romanzo della cupola s'intrecciano ricostruzione degli eventi e filosofia, scienza e biografia, svelando arcano e realtà di un'opera tra le più rilevanti della nostra civiltà.
Il Maggiore, un veterano della Seconda guerra mondiale, esala in ospedale il suo ultimo respiro. A vegliarlo, sua moglie e il cane Tassen. La macchia sul naso gli ha impedito di sfilare nelle mostre canine, ma gli ha fatto scoprire in casa Thorkildsen l'affetto di una vera famiglia. Purtroppo, ora, le cose non vanno granché bene: Tassen e la signora Thorkildsen devono ricominciare una nuova vita, loro due soli, e non è semplice, per Tassen, che è un cane da un solo padrone, e per la donna, sempre più evanescente e smarrita. Beve troppa «acqua del drago» e non uscirebbe più di casa, se non ci fosse lui. Ma Tassen non sarebbe un cane speciale se non sapesse cosa fare per risolvere la situazione: a suo modo, naturalmente. La storia della corsa al Polo Sud, la gara che vide protagonisti, nel 1911, l'esploratore norvegese Roald Amundsen e il suo rivale, il capitano inglese Robert Scott, diventa la loro passione. La sorte delle mute di cani, un quesito morale che assorbe tutte le riflessioni sulla vita, sulla morte, sulla gloria, sull'onore. E una grande metafora dell'umanità, a due o quattro zampe che sia. Un romanzo che mette in campo la voce ironica e disarmante di un cane, straordinariamente dolce e intelligente, aprendoci gli occhi su quanto sia strano, distorto, a volte crudele il mondo degli uomini.