Sullo scorcio del XVII secolo a Monte San Savino, dove prospera una vivace comunità ebraica, la storia di un singolare processo criminale che inizia a seguito di una rissa per interessi fra ebrei, ma nel cui corso vengono formulate a carico dell'ebreo Graziadio Portaleone, che ha ferito alcuni membri della famiglia Usigli, ben più gravi accuse di "commercio carnale" con la giovane cristiana Orsola Fucini: una pratica vietata, attentamente sorvegliata dal Santo Uffizio e dall'Inquisizione e puntigliosamente perseguita dai bandi del bigotto granduca Cosimo III. L'opera delinea un quadro vivo e sofferto dei rapporti tra ebrei e cristiani nella Toscana granducale di fine '600, ripercorrendo parallelamente la storia delle due famiglie ebree protagoniste dell'episodio, gli Usigli e i Portaleone, le cui vicende si snodano per un arco di circa tre secoli.
Concepita dal giovane Giuseppe Prezzolini come risposta alle istanze di rinnovamento della Chiesa cattolica messe in campo dal modernismo, l'opera fu pubblicata per la prima volta nel 1908, pochi mesi dopo la condanna del movimento da parte di papa Pio X. Il testo fu ristampato - privo di note - più di cinquant'anni dopo, nel 1963, in un clima culturale radicalmente mutato, sebbene pervaso da analoghe spinte modernizzatrici all'interno della Chiesa cattolica.