
L'idea di questo volume nasce con l'intento di dare seguito a quanto affermato nella Relazione di Sintesi della Prima Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, lì dove si chiede di «promuovere, in sede opportuna, il lavoro teologico di approfondimento terminologico e concettuale della nozione e della pratica della sinodalità prima della Seconda Sessione dell'Assemblea» (1p) e si richiede pure «un analogo chiarimento (per) le implicazioni canonistiche della prospettiva della sinodalità» (1q). In tal senso, si è ritenuto opportuno lavorare per approdare ad un ulteriore chiarimento della nozione di sinodalità come tratto costitutivo della Chiesa (inerente al soggetto ecclesiale in rapporto alla sua identità) e come "stile ecclesiale" (modo di essere ad intra e ad extra), sanando la dicotomia tra definizione/nozione di "sinodalità ecclesiale" e pratica/esercizio della sinodalità. La questione che ha orientato il lavoro è stata la seguente: Qual è lo specifico di una teologia della sinodalità, che ci aiuti a riscoprire il carattere sinodale della Chiesa ("costitutivamente sinodale"), a partire da una lettura e un'analisi del processo sinodale in corso? Tale problematica ci introduce alla comprensione teologica della pratica sinodale (o esercizio della sinodalità), intesa come "stile ecclesiale" già in atto, per giungere a chiarire la nozione di "sinodalità ecclesiale".
L'Istituto Paolo vi di Brescia prosegue nella pubblicazione del Carteggio (1914-1933) di Giovanni Battista Montini-Paolo vi relativo all'anno 1930, quarto tomo del secondo volume dedicato agli anni fucini dal 1924 al 1933. L'iniziativa si inserisce nel solco di un progetto editoriale di lungo respiro che, avviato all'inizio di questo millennio per la cura di Xenio Toscani, si è già concretizzato nella stampa di un primo volume in due tomi riguardante gli anni dal 1914 al 19231, e di tre tomi del secondo volume per gli anni 1924-1925, 1926-1927 e 1928-19292. Il presente tomo è interamente consacrato al 1930 e accoglie un totale di 824 corrispondenze, 201 autografe di Giovanni Battista Montini e 623 di altri mittenti. Rispetto agli anni precedenti è da evidenziare una diminuzione delle lettere di Montini in rapporto a quelle ricevute, mentre l'orizzonte dei corrispondenti si dilata. Ai familiari e agli interlocutori che detengono ruoli di responsabilità nella Chiesa, nella società, nella politica e nella cultura (consiglieri nazionali della fuci, presidenti e assistenti ecclesiastici dei circoli fucini, professori delle università, intellettuali italiani e stranieri, autori di opere di grande importanza per la vita culturale e spirituale, vescovi e superiori di congregazioni religiose, esponenti della Curia romana...), si aggiunge un numero rilevante di studenti e di semplici "militanti" fucini che si rivolgono all'assistente ecclesiastico generale pur senza esigere una risposta, ma desiderosi di condividere informazioni sull'attività dei circoli locali e inviando ringraziamenti, saluti e auguri.
Saggi Paola Dusi, Imparare ad abitare zone scomode: decolonizzare la conoscenza e i sistemi scolastici andando oltre il deficit thinking Anna Granata, I cento linguaggi della scuola plurale. Valorizzare i saperi nascosti delle minoranze linguistiche e culturali Valerio Ferrero, Pratica filosofica di comunità a scuola: un approccio decoloniale? Riflessioni tra bell hooks e Matthew Lipman Vera Brunelli - Rita Locatelli, Una riflessione critica sul contributo delle Pedagogie del Sud per ripensare la partecipazione dei bambini e delle bambine Francesco Bossio, Identità plurali e necessità di riconoscimento. Annotazioni di pedagogia decoloniale Maria Vincenza Raso, Peuples autochtones et Canada: vers une politique éducative de réconciliation Rosita Deluigi, La ricerca esperienziale come luogo di sensi: strategie di innesco di paradigmi decoloniali Isabella Pescarmona, Giulia Gozzelino, Traiettorie di ricerca meridiane: percorsi metodologici e orizzonti pedagogici divergenti Domenico Francesco Antonio Elia, Decolonizzare gli spazi pubblici: nuovi orientamenti nella public history of education Aurora Bulgarelli, Francesca Gabrielli, Esperienze comunitarie per una risignificazione decoloniale: le Parish Map come strumento nei contesti educativi formali Recensioni M.C. Bernard, H. Breton, L. Cadei, V. Ciobanu-Gout (eds), Tournant narratif en sciences de l'éducation. Perspectives interdisciplinaires et internationales, Editions science et bien commun, Québec, 2024
Francesco Bonini, La democrazia non è mai conquistata per sempre
LA DISABILITA' TRA LETTERATURA E FILOSOFIA
rappresentazioni e percorsi per una antropologia interale
A cura di Calogero Caltagirone e Fabio Pierangeli
Calogero Caltagirone, Introduzione, La disabilità come “strutturale” antropologico
Marianna Gensabella Furnari, Disabilità e vulnerabilità: un approccio bioetico
Federica Millefiorini, La poesia di Pierluigi Cappello tra disabilità, ansia di conoscenza, viaggio letterario e riuso dei classici
Cecilia Spaziani, Casa Landau (1990) di Carmelo Samonà. Disagio mentale e dinamiche di relazione Io-Altro
Letteratura
Itala Tambasco, «Egli aveva creduto e credeva». La redenzione di Giuda in un racconto inedito di Joseph Tusiani
Storia
Antonio Scornajenghi, Il Partito Popolare Italiano e le elezioni del 1924. La candidatura di Giuseppe Spataro in Abruzzo-Molise
Filosofia
Lourdes Velázquez, La discriminazione di genere si riflette anche nell’intelligenza artificiale
Fabrizio Arena, Il problema dei modelli: André Gide e Friedrich Nietzsche
La ParoLa ai CLassici
Aldo Onorati, «Voi cittadini mi chiamaste Ciacco…»
Anniversari
Alberto Fraccacreta, Nell’opera di Paolo Volponi. Intervista a Salvatore Ritrovato
In ricordo di Romano Guardini
Raffaele Vacca, La solitudine di Romano Guardini
Rassegna bibliografica - teologia
Pasquale Bua, Ancora e ancora sinodalità: il punto sul cammino in corso
Recensioni critiche
Fabio Pierangeli,Calvino mai visto. Il catalogo della Mostra della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, “Penetrare i misteri della gioia”. accabò di Isabella Becherucci
Chiara Ferri, Il tempo presente è “essere altrove”. Mutamenti e sfide del mondo digitale
La nostra biblioteca
Aldo onorati
Abstracts Editoriale Saggi Davide Zoletto, Re-immaginare i contesti educativi con American Born Chinese Teresa Giovanazzi, Culture in dialogo. L'esposizione universale come emblema educativo della costruzione di reti comunitarie Lisa Stillo, Chi ha il potere di definire l'altro? L'educazione interculturale come pratica decoloniale Valeria Caggiano, Iker Omar Belsaguy Modelli educativi nelle civiltà orientali e occidentali: formazione di identità e competenze Luigi Castangia, L'Oriente e l'Europa nell'opera di Romano Guardini. Il contributo del metodo guardiniano alla comprensione dell'opera di F. M. Dostoevskij Andrea Spano, La creazione di valore nella pedagogia di Tsunesaburo Makiguchi Giuseppe Rizzuto, Maura Tripi, John Dewey e i giovani intellettuali: nuove pratiche educative in transito tra Stati Uniti e Cina (1847-1921) Livia Romano, Tra l'Oriente indiano e la pedagogia italiana del Novecento: Montessori, Capitini, Gandhi, Krishnamurti Bartolomeo Cosenza, Antonella Leone, Culture educative a confronto: esplorando le differenze tra Oriente e Occidente attraverso la musica e il suo insegnamento Maria Francesca D'Amante, Lì dove sorge e tramonta il sole. Sull'idea di uomo come armonia pedagogica delle differenze Raniero Regni, Oltre l'Oriente e l'Occidente, educare ad una civiltà planetaria Recensioni Nicoletta Rosati, Giocare senza giocattoli. Esperienze, ricerca e sperimentazione per l'attività ludica nell'infanzia, Anicia, Roma 2022 (Raniero Regni) Andrea Potestio, La circolarità non finita della pedagogia. Persona, relazione, «popolo», Studium, Roma 2023 (Cosimo Costa) Massimiliano Stramaglia, Pedagogia e alta sensibilità. Una nuova sfida per l'educazione, Studium, Roma 2023 (Cosimo Costa) Rosa Agazzi, Guida per le educatrici dell'infanzia. Edizione critica a cura di Evelina Scaglia, con introduzione e note Studium, Roma 2024 (Cosimo Costa)
Abstracts Editoriale Francesco Bossio Educazione, alterità e dimensione corporea. Note fenomenologiche sulla persona Francesca Pedone, Maria Moscato, Identità e alterità incarnate. Relazioni e cura nei servizi per l'infanzia in cornice Outdoor Education Malte Brinkmann, The lived body and the mind. On the relation of thinking, learning, and embodiment in intercorporeal reflexivity Enza Sidoti, Dal riconoscimento corporeo ai percorsi di formazione: note sulla Bildung Simone Digennaro, Corpo esteso: una riflessione sulla società onlife e sulle nuove forme di educazione alla corporeità Angela Arsena, Fenomenologia del corpo digitale e responsabilità educative Elif Gulbay, Antonella Leone, Embodied Learning with Augmented Reality: Future Teachers' Perspectives Chiara Sità, Maria Livia Alga, Itinerari corporei nella ricerca pedagogica: il tirocinio universitario degli educatori socio-pedagogici come autoetnografia somatica Ivana Bolognesi, Corpi e educazione nei contesti scolastici multiculturali Stefania Lorenzini, L'importanza del corpo nella relazione affettiva ed educativa tra genitori e figli/e per adozione. Considerazioni in prospettiva educativa interculturale Domenico Francesco Antonio Elia, Sono tutti da bruciare quei negri! Il corpo coloniale nelle lettere degli scolari a Graziani Rossella Caso, Narrare il non-umano. L'alterità del corpo bambino nelle storie per l'infanzia Alejandro Quintas Hijós, Croce Costanza, Nuevos escenarios: la educatión teatral en la escuela y la perspectiva corporal Valeria Caggiano, ARTimisia Gentileschi, an Educational Practice for Leadership. Yesterday's Lessons for Tomorrow Elisabetta Madriz, I "benefici della danza": prima analisi di un'esperienza formativa mediata dalla corporeità Vito Balzano, Educare alla corporeità. Il ruolo degli stakeholders per la costruzione di nuovi modelli di welfare Per le recensioni Salvatore Consoli, M.T. Moscato, "Un abisso invoca l'Abisso". Esperienza religiosa ed educazione in Agostino, Franco Angeli, Milano 2022 Maria Vinciguerra, Antonia Rubini, Fabio Granato, Incontro, Scholé, Brescia 2023 Elisabetta Fiorello, EdEn-Med: la mia scuola è il mondo. Modelli e strategie di Educazione Ambientale, Edizioni Anicia, Roma 2023.
Le organizzazioni sono caratteristiche pervasive e durevoli della nostra società, un ambiente quasi "naturale" in cui ci muoviamo e che sembra delimitare il raggio della nostra personale responsabilità. Una fenomenologia non naturalistica mostra che la questione della responsabilità individuale non è riducibile all'interrogativo circa la misura materiale dei doveri verso l'organizzazione, verso l'ambiente sociale e naturale. Riguarda invece anche e soprattutto il senso di quei doveri e regole procedurali, i modi cioè con cui la coscienza può e deve assumere una necessità obiettiva, materiale e spogliate d'ogni senso religioso. L'adozione della prospettiva del soggetto consente una visione non riduttiva della responsabilità individuale e delle strutture organizzative. Queste si rivelano reti di rapporti umani, dove è possibile il riconoscimento dell'altro come prossimo: è la base comune che permette di affermare insieme la responsabilità verso le organizzazioni e la libertà di spirito nei loro confronti.
Che relazione vi è tra esperienza religiosa e teologia? Una risposta, quanto mai attuale, è quella che emerge dalla ricerca del teologo ceco Vladimir Boublík (1928-1974) soprattutto attraverso il volume Teologia delle religioni che, a partire dalla categoria teologico-filosofica dell'esperienza religiosa, consente di comprendere il legame tra la teologia fondamentale e la teologia delle religioni. Quale Teologia delle religioni oggi la Teologia fondamentale è in grado di delineare e proporre alla Chiesa e al mondo? Lo studio del pensiero Vladimir Boublík spinge verso una "teologia dell'ospitalità" che - partendo dall'esperienza religiosa connaturale all'uomo come un fattore peculiare della sua storia e della sua cultura - approdi a una ferma certezza: la coesistenza nel dialogo è una necessità. Come le religioni possono essere vie di fratellanza anziché muri di separazione? Sono le questioni che traspaiono già nell'opera di Boublík all'indomani del Concilio. Sono tali questioni, nella loro forza di coinvolgimento, che hanno generato il senso - primo ed ultimo - del nostro studio.
Prima di abbracciare, riconoscendo la propria vocazione più autentica (già da tempo, peraltro, intravista dal suo grande protettore, il principe-arcivescovo di Cracovia, Sapieha), la carriera che lo avrebbe portato sul trono di Pietro e fatto diventare il vicario di Gesù Cristo, l'uomo che sulla Terra rappresenta il Figlio di Dio, che 'fa le veci' della seconda persona del Dio trinitario, Wojtyla è stato un fecondo drammaturgo. L'importanza del fatto non sta tanto nella circostanza che, nell'intera storia dei papi, soltanto uno prima di lui (e ben cinquecento anni prima) ha scritto per il teatro, ma nella "coincidenza dei fini" del Wojtyla autore e del Wojtyla sacerdote, cardinale e poi papa. Sarebbe cambiato soltanto lo strumento per compiere quella che, fin da giovane, Wojtyla ha sentito essere la propria ineluttabile missione. La sua produzione letteraria è importante, quindi, oltre che in sé - si tratta di opere di grande intensità poetica e di notevole forza drammatica - anche perché consente di cogliere le ragioni profonde e i sentimenti che ispirarono l'azione di questo personaggio dal quale la storia contemporanea è stata fortemente segnata.
Il Codice di Camaldoli è un documento di grande importanza per la storia del movimento cattolico del Novecento. Scritto tra il crollo del regime fascista e la fine della seconda guerra mondiale, esso propiziò un intenso scambio di idee sulla dottrina sociale, ispirò la riflessione dei cattolici nell'elaborazione del patto costituzionale e orientò il loro impegno nella politica, nell'economia e nella società. Il testo viene qui riproposto ai lettori e agli studiosi in un'edizione integrale e fedele all'originale e con un quadro storiografico completo e aggiornato delle fonti, dei temi e degli intellettuali protagonisti di una vicenda che contribuì a gettare le basi della Repubblica.