Un libro che propone alla cultura italiana e internazionale un contributo importante per una nuova fase di approfondimento del valore culturale e scientifico dell'opera teilhardiana, scritto da un autore parimenti esperto di filosofia indiana e di teologia cristiana. Attraverso un duplice confronto con autori come J. Monchanin o H. De Lubac, e con le religioni delle tradizioni orientali, il saggio sviluppa ed analizza le riflessione di Teilhard de Chardin sul pluralismo religioso attraverso le categorie filosofiche dell'idealismo, del dualismo, del panteismo e del relativismo. Viene così ricostruita l'attenzione teilhardiana verso la mistica delle religioni orientali e il loro "senso cosmico", tematica generale che rientra nel generale interesse verso il mondo, le culture e le religioni vissuto dalla cultura francese negli anni Quaranta.
«Rispetto ai due precedenti volumi dell’epistolario, sembra circolare qui un’aria diversa, una libertà nuova, una sorta di radicalismo missionario che s’impone infine come frutto e insieme causa della piena maturità spirituale e apostolica della Tincani, una sorta di cifra definitiva della sua personalità evangelica e del suo carisma. […] Queste Lettere di missione vedono la luce nell’autunno del 2012, mentre si prepara e ormai si celebra il Sinodo dei vescovi su «La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana », come dire che il Sinodo cerca ex professo la terapia adeguata alla crisi. Al riguardo questo carteggio di Luigia Tincani può tuttora risvegliare energie e prima ancora coscienze».
Dall’Introduzione di Mons. Guido Mazzotta
La consulenza genetica è un processo di informazione e comunicazione che precede e segue l'effettuazione di un test genetico. La consulenza genetica non si limita a trasmettere informazioni mediche, ma implica anche il riferimento ad aspetti etici e giuridici che riguardano l'identità della persona e la libertà/responsabilità rispetto a scelte individuali e sociali. L'incremento di informazioni in qualche misura "sovraccarica" eticamente l'uomo, rendendo le scelte problematiche sotto vari profili. Si parla spesso di "appropriata" consulenza genetica. Ma che cosa significa consulenza genetica "appropriata"? Diversi sono i modi di considerare l'"appropriatezza" della consulenza in base al paradigma antropologico ed etico di riferimento. Anche la normativa sulla consulenza genetica lascia ancora aperte diverse problematiche, sia a livello legislativo che giurisprudenziale, nazionale ed internazionale. I contributi raccolti in questo volume consentono di delineare percorsi di riflessione, nel contesto della discussione bioetica e biogiuridica attuale.
"Il volume che presentiamo segna una tappa nuova nell'impegno dell'Istituto nel campo dell'edizione delle fonti relative alla vicenda personale e al ministero ecclesiale di Giovanni Battista Montini-Paolo VI. Prende avvio, infatti, la pubblicazione dell'epistolario generale di Giovanni Battista Montini, che comprende le lettere scritte da lui e a lui indirizzate tra il 1914 e il 1923. Le lettere raccolte in questa edizione documentano la formazione ricevuta da Giovanni Battista Montini nell'ambiente familiare e nel contesto del cattolicesimo bresciano. Esse ci permettono di gettare uno sguardo sul primo manifestarsi e sulla progressiva maturazione della sua vocazione sacerdotale e illustrano i suoi primi passi nell'ambiente romano e l'avvio del servizio alla Santa Sede, che nel breve periodo trascorso alla Nunziatura di Varsavia ha trovato una prima concreta e sofferta attuazione. Nella ricorrenza del cinquantesimo anniversario dell'inizio del Concilio Vaticano II, l'Istituto Paolo VI si augura che quest'opera possa contribuire a una conoscenza più fondata e vera dell'uomo e del papa che ha guidato la Chiesa cattolica durante il Concilio e si è dedicato instancabilmente alla realizzazione delle sue indicazioni nei difficili anni seguenti." (L'istituto Paolo VI)
In una straordinaria opera di rivelazione letteraria, Lady Norrington getta nuova luce su un importante personaggio storico: la seconda moglie di Thomas More. Sebbene per più di quattro secoli sia rimasta sullo sfondo come una figura sconosciuta e molto oscura, durante i ventiquattro anni di matrimonio con Thomas More seguì con consumata abilità una delle più considerevoli famiglie in Europa. Riuscì a far ridere il marito dopo tutti questi anni di vita comune, e continuò a farlo ridere durante i giorni bui e pericolosi dei suoi mesi nella torre di Londra: un risultato indubbiamente raro e un trionfo di coraggio e di risolutezza. Questa originale ricerca rivela inoltre che Lady Alice non fu, come molti hanno suggerito, una persona di rango inferiore che More elevò al suo status sociale. Al contrario, troviamo una ricca signora di buona famiglia con il sangue dei re nelle sue vene, che mediante il matrimonio di suo cugino era diventata parente di Enrico VII e di Enrico VIII. La sua famiglia era grande amica dei Tudor molto tempo prima del matrimonio con Moro. Una scoperta ancora più considerevole è che mentre i discendenti di Moro furono per la gran parte proprietari terrieri, preti e monache, i discendenti di Alice, attraverso l'unico figlio sopravvissuto dal suo primo matrimonio si trovano inseriti in alcune delle più aristocratiche famiglie d'Inghilterra, quali Alington, Bray, Savage, Spencer, Stanhope e Strathmore. Si arriva, percorrendo questa strada genealogica, alla discendente più famosa, la Regina Madre, Elizabeth di Glamis e a sua figlia la Regina Elisabetta II.
La rappresentazione del legame fra madri e figli è, nella cultura greca antica, molto complessa e articolata e rivela tratti sorprendenti e significativi. Attraverso l'analisi di alcune testimonianze iconografiche e dei testi epici, lirici, storici, teatrali, filosofici, di epoca arcaica e classica, l'autrice porta alla luce nuclei semantici, stereotipi, immagini che mostrano ambivalenze ed inquietudini che hanno in seguito attraversato la storia della nostra cultura. La relazione fra madri e figli/e, infatti, è percepita e rappresentata non come dato scontato e "naturale", ma come fondamentale per la strutturazione dell'identità personale, sociale, culturale dei figli, molto spesso in contrapposizione con i vincoli e con le norme della società stessa. Il legame fra madri e figli, insomma, è rappresentato come intenso, indecifrabile, incontrollabile, a tal punto da risultare inquietante e perfino pericoloso per il mondo civilizzato: un "mistero assurdo", come lo definisce Sofocle.
Sul finire del Settecento, un libro sulle api, sul modo di governarle e sulla loro utilità, scritto dal pugliese Antonio Maria Tannoja (1727-1808), riscosse un notevole successo e meritò all'autore l'iscrizione a socio della famosa Accademia fiorentina dei Georgofili. Dopo più di duecento anni, la scoperta di quel testo ha spinto Angelomichele De Spirito ad illustrarne il contenuto, che è quasi una "summa" e un'esposizione critica dell'apidologia del tempo. E, poiché l'autore, oltre ad essere uno tra i migliori entomologi del Settecento, era anche un discepolo di sant'Alfonso de Liguori, e meglio noto come suo primo biografo, De Spirito ne ricostruisce la storia di vita nel contesto socio-religioso del suo istituto e dell'ambiente circostante. Ne risulta un sorprendente spaccato di storia culturale, in cui Tannoja e le sue api, coltivate e osservate per quasi mezzo secolo, appaiono concretamente coinvolti in quel progetto di riforma e di diffusione di un nuovo approccio scientifico, tecnico ed economico, inculcato da pensatori come Ludovico A. Muratori e Antonio Genovesi nel secolo dei Lumi.
«Il testo che qui presentiamo, che esce per la prima volta in traduzione italiana a più di settant’anni dalla sua edizione originale (É. Gilson, Réalisme thomiste et critique de la connaissance, Vrin, Paris 1939), va inquadrato nel dibattito che, sul finire degli anni Trenta, coinvolse Gilson e alcuni illustri esponenti dell’Università di Lovanio, fondata dal cardinal Mercier. Tra essi, oltre a Mercier, J. Maréchal, B. Picard, L. Nöel, M.-D. Roland-Gosselin, p. P. Descoqs. La questione controversa riguardava la legittimità del “realismo critico”, cioè dell’incontro tra Tommaso e Cartesio e/o Kant, proposto, in sede conoscitiva, dai tomisti sopra indicati. Una legittimità che Gilson non era disposto a riconoscere e che susciterà un dibattito molto acceso sulla natura della gnoseologia tomista, sulla sua differenza o sulla sua possibile convergenza con l’impostazione critica moderna».
Dall’introduzione di Massimo Borghesi
Étienne Gilson (Parigi 1884 - Cravant 1978), storico del pensiero medievale e studioso di fama mondiale, è stato professore alla Sorbona, al Collège de France, al Pontifical Institute of Medieval Studies di Toronto. È autore di opere fondamentali dedicate al pensiero di Sant’Agostino, San Tommaso, San Bonaventura, Duns Scoto.