Questo volume intende dare un contributo per la storia dei poveri e dell'assistenza nell'Italia postunitaria. Due capitoli sono dedicati alla "mentalità" con la quale la classe dirigente affrontò il problema, impressionante per le sue dimensioni, dei mendicanti e dei vagabondi. Gli altri focalizzano alcuni momenti significativi del passaggio dall'antico sistema della beneficenza all'assistenza pubblica e, quindi, della trasformazione delle Opere Pie in "moderne" istituzioni. Questo importante tema storiografico (la nascita dello "Stato sociale" è una novità fondamentale dello Stato contemporaneo) finora non è stato adeguatamente approfondito ed è stato trattato, in alcuni casi, con preconcetti ideologici. L'autore ha cercato di analizzare, più che i dibattiti, l'applicazione concreta delle leggi, mostrando, sulla base della documentazione conservata nell'Archivio Centrale dello Stato, come le innovazioni, in particolare quelle di Crispi, anche se animate da uno spirito di "razionalizzazione" della beneficenza, finissero per fornire sia ai partiti "costituzionali" sia a quelli della Sinistra democratica e socialista un "campo" da occupare con i propri uomini. Tanto da rendere lecita la domanda se i cambiamenti nelle amministrazioni delle Opere Pie abbiano portato a un reale miglioramento della drammatica condizione dei poveri.
"Perché leggere i classici?", L'interrogativo ha attraversato la riflessione estetico-critica moderna e contemporanea, da Sainte-Beuve a Croce, da Eliot a Calvino ed appare oggi più che mai attuale in tempi di indifferentismo storico, di smarrimento del senso della continuità dialettica della storia, di inquieta ricerca di identità etico-culturale. Nato da un'intima passione dell'autrice per il mondo classico e da anni di pazienti ricerche, il volume si apre con una filosofica causerie sui concetti di classicità e classicismo, passando nei capitoli successivi ad un'analisi, lungo l'asse cronologico, delle diverse modalità di approccio ai classici, ad una breve, essenziale storia della ricezione e della tradizione testuale, per poi aprire un approfondimento monografico di più ampio respiro sugli echi classici nella letteratura italiana, con particolare attenzione al panorama novecentesco. A chiusura dello studio una riflessione dedicata alla didattica dei classici nel tempo: uno sguardo sintetico su storia, metodi, problemi, particolarmente utile a docenti e studenti.
Martha Nussbaum è oggi fra ì filosofi che più destano la curiosità del mondo accademico e politico. I suoi testi tradotti in italiano sono richiestissimi nei corsi accademici e citati come letteratura di riferimento. Per far nascere "l'occhio della compassione" nei cittadini occorre stimolare la loro capacità di immaginazione, come avveniva nel mondo antico, quando le tragedie greche spronavano i cittadini ateniesi a riflettere sui casi umani e sui comportamenti etici. Le tragedie si calavano infatti all'interno del tessuto cittadino della democrazia ateniese ed erano destinate ad alimentare i valori civili che sostenevano le dinamiche governative e il progresso civico delle istituzioni ateniesi. Fabrizia Abbate si chiede se è possibile riproporre oggi, nello scenario allargato e multiforme delle nostre democrazie, quel connubio tra l'immaginazione letteraria e la responsabilità politica. Oggi che la globalizzazione orienta verso dinamiche sociali del tutto nuove si trova inevitabilmente a fare i conti con le culture non occidentali, con le minoranze, le etnie, le differenze razziali e sessuali, la proposta originale di Martha Nussbaum, è quella di rivalutare una componente del pensiero, senza la quale la razionalità scientifica sembra essere davvero inadeguata per rispondere da sola alle questioni urgenti del pianeta.
La produzione poetica giovanile di Karol Wojtyla viene offerta vin traduzione italiana nel volume Karol Wojtyla, "Le poesie giovanili", con l'epistolario relativo agli anni 1939-40. Essa appare nutrita da una duplice idea dominante: il bello rivelazione di Dio creatore e la Polonia terra dell'arte e della bellezza. Risultano incisivi su queste pagine lo stretto legame e la coerenza assoluta di alcune tematiche profonde del giovane studente di Cracovia, non ancora sacerdote, che costituiranno i nuclei essenziali dai quali si irradierà la "lezione" umana di Papa Wojtyla. Presentazione di Paolo Martino.