Cadice, 1811. Mentre la Spagna combatte per l'indipendenza contro le truppe di Napoleone, le Americhe si battono per la loro, contro la Spagna. Ma nella città più aperta d'Europa, eterno crocevia di uomini e merci, si svolge una battaglia di ben altra natura. Da settimane compaiono corpi di giovani donne dilaniati a colpi di frusta. E c'è una strana combinazione: i luoghi di ritrovamento coincidono con i punti d'impatto dell'artiglieria francese. Chi è il colpevole? Perché tanta ferocia? Come spiegare il nesso con le bombe? Con il tempo, Cadice si trasforma in un'immensa scacchiera sulla quale ha luogo una partita tesa, sinistra, dove la mano di un giocatore occulto muove i pezzi segnando in maniera indelebile i destini dei protagonisti: un poliziotto corrotto, una prestigiosa armatrice, un capitano corsaro, un imbalsamatore misantropo e un eccentrico artigliere, per il quale la guerra serve soltanto a migliorare la gittata dei suoi obici.
La lunga storia della magia e dell’alchimia.
Fuori dagli schematismi del razionalismo imperante, ma anche dalle semplificazioni dell' "esoterismo di massa".
Dall'Alessandria ellenistica ai campus americani in rivolta, dalla Firenze rinascimentale alla Zurigo di Jung, un viaggio attraverso l'eredità del pensiero magico, ancora attivo nell'Europa del razionalismo e del progresso.
Da tempo si pensa di introdurre la filosofia nelle scuole a partire dalle elementari, e si sa che le giovani menti si alimentano di continue domande. Ma come fare a insegnare una materia apparentemente così complicata?
Nel 1941 Anna Levin ha ventitré anni, lavora come assistente in un asilo, ama dipingere e provvede da sola alla famiglia. Dopo la morte della madre ha dovuto crescere il fratello Koljia, mentre il padre Michail, scrittore inviso al regime, si è lasciato andare alla passività . Quando, in settembre, Leningrado è accerchiata dai carri armati tedeschi, nessuno può immaginare che sia l'inizio dell'assedio più cruento ed estenuante che la Storia ricordi. Mentre Anna lotta disperatamente per la sopravvivenza dei suoi cari, due persone trovano rifugio in casa sua: Marina Petrovna, un'affascinante attrice di teatro che in passato è stata l'amante di Michail, e Andrej, un giovane medico siberiano innamorato di Anna. Le due storie d'amore si intrecciano, mettendo a confronto due mondi e due generazioni, mentre l'inverno avanza impietoso e la città isolata è drammaticamente a corto di viveri. Gli assediati si trovano costretti così a settimane di sacrifici e di stenti, a bruciare i mobili e i libri per resistere al gelo o a masticare cuoio per ingannare i tormenti della fame. Sospettano gli uni degli altri. Superare l'inverno e preservare la propria umanità in mezzo alla disperazione estrema è la sfida che ciascuno si trova ad affrontare. Grande romanzo storico e toccante storia dei sentimenti, L'assedio è stato paragonato a un Via col vento russo in cui la straordinaria capacità narrativa di Helen Dunmore ha saputo dar vita alla figura di una vera eroina, Anna, animata dal coraggio e dalla tenerezza, e a un dramma familiare che scava nell'animo dei personaggi rendendoli emblematicamente universali.
Helen Dunmore
Helen Dunmore è nata nello Yorkshire nel 1952, seconda di quattro figli. Dopo l’infanzia trascorsa in una famiglia molto estesa, ha studiato letteratura, insegnato inglese in Finlandia, prima di dedicarsi alla poesia e alla scrittura in genere. È autrice di romanzi, racconti, libri per ragazzi e raccolte di versi. Con A Spell of Winter ha vinto la prima edizione del prestigioso Orange Prize, che, insieme al premio Whitbread per il miglior romanzo, ha avuto L’assedio tra i suoi finalisti. Helen Dunmore collabora alle pagine culturali del Times e dell’Observer ed è curatrice da diversi anni di programmi radiofonici dedicati all’arte. Già presidente della Society of Authors per gli anni 2005 e 2006, è oggi membro della Royal Society of Literature.
«L'inclinazione al commercio, al baratto e allo scambio di una cosa per un'altra, è propria di tutti gli uomini, e non si ritrova in nessuna altra razza di animali». Così Adam Smith, in La ricchezza delle nazioni. Quello del commercio è il grande romanzo dell'uomo, che si mette in viaggio con l'animo incerto, tra il desiderio della scoperta e quello del ritorno. Una storia epica e drammatica, che comincia agli albori della civiltà, in Mesopotamia, dove i primi mercanti, carichi di orzo, rame e avorio, iniziarono a discendere e risalire il corso del Tigri e dell'Eufrate. Che si rinnova sulle rotte che dall'Oriente a Roma, attraverso le tempeste monsoniche, portavano la seta nel cuore del l'Impero. Che si afferma nel monopolio portoghese sulle spezie nel Cinquecento; nei tentativi della Spagna di aggirare i presidi di una potentissima Venezia; nella corsa allo zucchero della Giamaica, su cui l'Inghilterra fonderà il suo impero mercantile; nelle tecniche finanziarie che permisero alla fiorente e libera Olanda di costruire le sue fortune nel Seicento, mentre milioni di nativi africani erano deportati verso un destino di schiavitù. È però con l'era moderna che il commercio diventa materia di studio scientifico. Gli stati nazionali si dotano di ministri e tecnocrati, sorgono le banche centrali, Londra diventa la prima piazza di scambio; i commerci, per effetto dell'espansione imperialista e della Rivoluzione industriale, conoscono un'impennata straordinaria, mentre a inizio Novecento il mondo si contrae sotto la spinta di traffici sempre più frenetici, e lentamente si avvicina il momento del collasso. Dall'antichità a oggi, nell'era dell'interdipendenza globale, in questo percorso ricco e avvincente, con una narrazione scientifica stesso tempo fluida e unica nel suo genere, Bernstein ci fa rivivere l'avventura millenaria del commercio mondiale, e attraverso un mosaico fatto di storie, oggetti, uomini, culture e naturalmente guerre“, ci fornisce allo stesso tempo gli strumenti per comprendere presente.
Una tesi storica largamente diffusa e riconosciuta indica la massoneria come il vero strumento strategico che ha assicurato il successo della Rivoluzione francese: le logge, permeate dallo spirito anticlericale di correnti interne come quella degli Illuminati di Baviera, avrebbero rappresentato il centro di una cospirazione contro il trono e l’altare. Il sorprendente studio di Eduardo Callaey segue l’evoluzione dell’Ordine attraverso il Diciottesimo secolo per sfatare quello che lui dimostra essere un mito. La massoneria non fu affatto l’ispiratrice e l’artefice della Rivoluzione francese – e della violenza sanguinaria che ne macchiò l’epilogo. In realtà, se è vero che nelle logge del Settecento circolavano ideali repubblicani e progressisti e che molti illuministi e giacobini avevano gravitato al loro interno, i fatti dimostrano che la massoneria tradizionale, di origine giudaico-cristiana e iniziatica, fu una vittima del Terrore rivoluzionario e venne annientata in una guerra fratricida. Dalle sue ceneri sarebbe rinata una nuova organizzazione, più vicina a un partito politico che a una «scuola di misteri», in cui la dea Ragione avrebbe preso il posto dei Gran maestri dei riti esoterici. E fu proprio questa massoneria razionalista, figlia del «secolo dei lumi», a perpetuare il mito rivoluzionario e complottista, oscurando arbitrariamente l’altra anima dell’Ordine. Questo saggio fornisce la chiave per comprendere la trama occulta – e occultata – della storia massonica, la grande contraddizione che ancora oggi attraversa l’Ordine, l’eterna diatriba fra i seguaci della tradizione spiritualista e chi individua nelle logge un efficace sistema di azione politica.
Sulla piccola isola di Ono, nell'estremità meridionale del Giappone, la famiglia Eguchi si dedica da generazioni alla forgia delle spade, un'arte antica in cui rivive la fierezza dei primi samurai che colonizzarono la regione. È l'inizio del Novecento quando il giovane Minoru decide di seguire le orme paterne e di legare il proprio destino a questo isolato microcosmo rurale, dove il tempo sembra sospeso nell'incanto di tradizioni ancestrali. Con ingegno e forza d'animo, Minoru supera le sfide del progresso che presto cambia il volto dell'isola, i rovesci della sorte, gli orrori delle due guerre mondiali, ma nel suo intimo, attraverso gli anni, riecheggia un tormentoso interrogativo, legato al significato dell'esistenza, al mistero della morte, al valore della memoria. La risposta coinciderà con l'ultima grande prova della sua vita, e avrà a che fare con la visione di un maestoso Buddha bianco che fin dall'infanzia lo sorregge nei momenti bui. Evocativa saga familiare ispirata alla storia del nonno dell'autore, questo romanzo trascende i confini del tempo per affrontare i grandi quesiti dell'uomo, attraverso quella profondità di sentire, quella saggezza filosofica e quella impalpabile levità che sono proprie della cultura orientale.
Hitonari Tsuji è nato a Tokyo. La sua fama in Giappone è dovuta sia all'opera di narratore e poeta, sia a quella di musicista e voce rock. Autore di molti romanzi che hanno riscosso un successo straordinario, è considerato un capofila della nuova letteratura giapponese. Per la storia del Buddha bianco, si è ispirato alla vita di suo nonno. Con questo libro ha vinto in Francia il Prix Femina Étranger - il prestigioso premio nato nel 1904 - che lo colloca accanto ad autori quali Erri de Luca, Javier Marías, Ian McEwan, Sandro Veronesi e Rose Tremain.
Viviamo in un regime che si sostiene sul vuoto – individuale e collettivo – di conoscenza, giustizia, libertà, felicità. È questa la verità da cui muove Giancarlo Majorino. Quella “dinamica sudditanza diffusa, inalata”, quell’aria nell’aria dove anche la parola e l’immagine, non più riconducibili a una qualche priorità artistica o morale, sembrano espropriate e polverizzate, ridotte a elementi variamente ricomposti dalla logica del marketing e della comunicazione, della dichiarazione pubblica e della menzogna. Sottomesse, come noi, al dominio del Denaro e del Potere, sono oggi più che mai i puntelli di una “mascherata divisione tra chi ha, e quindi è, e chi non ha, e quindi non è”. Ma sono ancora la parola e l’immagine lo strumento di resistenza e di opposizione dell’intellettuale e del poeta. Con l’energia che gli è propria, e la saggezza del tempo, Majorino le convoca in queste pagine, miscelandole sapientemente e alternando una prosa analitica, dolce o vendicativa, a sprazzi di rara potenza evocativa. E le trasforma, entrambe, in testimoni esecutrici di una benefica congiura, mai più necessaria, mai più rivendicata.
Il libro
A Venezia tanto si ama e tanto si è amato; nessuno resiste alle sue sensuali atmosfere. E come raccontare la città più romantica del mondo se non ripercorrendo i grandi amori che ha ispirato? Veneziano è il seduttore per eccellenza, Giacomo Casanova, di cui questo libro ricorda le più spregiudicate prodezze amatorie. Veneziana è Bianca Cappello, futura moglie di Francesco I de’ Medici, che l’ansia d’amore mette in fuga dal palazzo del padre. Dalla Serenissima passano una ricca marrana perseguitata e il suo amante segreto, i cui intrighi alla corte di Costantinopoli scateneranno la battaglia di Lepanto. A Venezia lascia il segno Lord Byron, l’inquieto poeta inglese, che qui fa sue oltre duecento donne, “contesse e mogli di ciabattini, nobili, borghesi o popolane”. Non potevano mancare la passione travolgente fra Isabella Teotochi Albrizzi e il giovane Ugo Foscolo, la burrascosa storia fra Gabriele D’Annunzio ed Eleonora Duse, e l’idillio “proibito” fra l’Hemingway maturo e un’affascinante baronessina diciannovenne, musa ispiratrice del suo Di là dal fiume e tra gli alberi. Per arrivare ad avventure e follie d’amore più recenti, come le nozze da fiaba tra la giovanissima Ira Fürstenberg e il principe Alfonso Hohenlohe o la presunta storia di Julia Roberts sul set del film intitolato – naturalmente – Tutti dicono I love you. Undici straordinarie vicende di passione e sentimento attraversano cinque secoli di storia, accomunate dal medesimo sfondo: Venezia, l’impareggiabile ruffiana.
La mamma e il papà sono sul punto di separarsi, la nonna è a letto malata, il fratello minore si conferma l’essere più fastidioso del pianeta, e come se non bastasse quell’odiosa di Danyelle fa di tutto per soffiarle il ragazzo che le piace. È questa la dura realtà con cui deve fare i conti tutti i giorni Joana Dalva, tredicenne in piena crisi adolescenziale che sogna di diventare scrittrice.
Un giorno, però, la scrittura prende il sopravvento e Joana scopre di possedere un dono straordinario: dopo aver terminato un racconto sulla sua quasi omonima Giovanna d’Arco in cui la santa patrona di Francia si salva dal rogo, Joana si rende conto di aver provocato una vera e propria rivoluzione nella Storia. Ma se un suo racconto può plasmare il passato, perché non usare le parole per cambiare il presente? È qui che inizia, tra le pagine scritte e la vita reale, un avvincente gioco a rincorrersi che presto le sfuggirà di mano.
Per partecipare a questo gioco non occorre avere l’età di Joana Dalva né l’esuberanza dell’adolescenza: il romanzo Sérgio Klein toccherà il cuore di tutti coloro che credono, o non hanno ancora iniziato a credere, nell’energia creatrice delle parole.