La biografia di Pancho Villa, il rivoluzionario messicano entrato nella leggenda, scritta nello stile di Paco Taibo, che in tanti anni di ricerche ha dipanato un groviglio di aneddoti, dicerie, falsità o mitizzazioni. Un affresco della più complessa rivoluzione - la prima del XX secolo - seguendo la vita avventurosa, temeraria e tormentata dell'uomo che si chiamava in realtà Doroteo Arango, bandito per ribellione ai soprusi dei latifondisti divenuto generale della División del Norte, un esercito talmente disciplinato e ben organizzato da suscitare all'epoca l'interesse di osservatori militari europei e statunitensi. Questo libro ricostruisce le peripezie, dai particolari più stravaganti alle imprese memorabili, di un uomo sagace e imprevedibile, illetterato che fondò scuole in tutti i territori conquistati, astemio in un ambiente di forti bevitori, dallo sguardo magnetico.
Guerra e informazione. Un binomio conflittuale e difficile, perché l'informazione vera, secondo l'autore, non piace a chi fa le guerre. Il paradosso dell'era della comunicazione globale e delle notizie in tempo reale, del dominio dei grandi network televisivi, è che non si è mai stati così lontani dalla guerra, dalla reale linea del fronte: il reporter si trova in una trincea mediatica, assediato da restrizioni e imposizioni, da manipolazioni e propaganda, mentre è sempre più difficile trovare gli spazi per approfondire le notizie, ci si riduce alla cronaca, ai luoghi comuni e alle frasi fatte. Un giornalista italiano ripercorre in questo volume i principali conflitti dell'era della comunicazione globale e li analizza alla luce di queste considerazioni. Giovanni Porzio, che ha trascorso gli ultimi venticinque anni sui fronti più caldi di Medio Oriente, Africa, Asia e Balcani, è stato testimone di quello che racconta. Dai deserti africani alle montagne afghane, svela i meccanismi occulti della propaganda e della disinformazione, in una riflessione sul mestiere dell'inviato "sulla linea del fuoco" che è anche un'indagine sul ruolo dei media.
Ambientato sotto il regno di Ramses III, l'ultimo dei grandi faraoni, il romanzo è la storia avventurosa di una famiglia di ladri di tombe. Personaggi storici e di finzione si intrecciano dando vita a un ampio affresco sull'antico Egitto, ricco di dettagli sulla vita quotidiana, i costumi, la lotta per la sopravvivenza delle classi più povere e gli interessi di potere dell'aristocrazia; in cui si percorrono le strade buie di Menfi, la capitale amministrativa, e si ritrova la bellezza dei paesaggi, la ricchezza e la magnificenza dell'architettura, la grandezza degli eserciti impegnati nella battaglia contro i popoli vicini, lo splendore della corte faraonica.
Alla fine della Seconda guerra mondiale, un convoglio di sommergibili tedeschi salpa dalla Norvegia diretto in America latina, con il tacito consenso dell'ammiragliato britannico. Questa operazione segreta degenera in tragedia con un conto finale di cinque navi colate a picco e più di 400 morti. Nella sua rotta verso l'Argentina, uno dei sommergibili affonda una corvetta in acque nordamericane. Un'altra delle imbarcazioni fuggitive si scontra con l'incrociatore brasiliano "Bahia" e lo affonda causando 336 morti. Contro ogni evidenza, tutti e due i fatti sono dichiarati accidentali. Poi, in momenti diversi, gli U-Boot arrivarono sulle coste argentine, coperti dall'Armada argentina in complicità con gli ammiragli di Gran Bretagna e Stati Uniti. Attraverso un'indagine storica dettagliata, sulla base di documenti inediti che tanto Londra quanto Washington sottoposero a segreto di stato per 75 anni, Juan Salinas e Carlos De Napoli squarciano il velo sull'ultima operazione segreta del Terzo Reich, gettando luce sulle manovre di quegli U-Boot e sulla possibile presenza a bordo di gerarchi nazisti in fuga. Emergono così i motivi della clamorosa complicità della marina argentina, dell'ammiragliato britannico e di quello americano, che coprirono la missione tedesca falsificando gli interrogatori dei marinai arrestati e sigillando i documenti con il segreto militare.
In un'antica torre di guardia sul Mediterraneo, Falques, ex fotoreporter di guerra, dipinge un immenso affresco circolare: il paesaggio atemporale di una battaglia, la fotografia che non è mai riuscito a scattare, il caos del mondo dall'assedio di Troia a oggi. Dopo trent'anni in prima linea in molte guerre, infatti, ha deciso di ritirarsi in solitudine, non solo per gli orrori ai quali ha assistito ma anche per il proprio lavoro, che non sempre è stato oggettivo e innocente come avrebbe dovuto. Su questo punto è d'accordo il croato Markovic. Fotografandolo, Falques gli ha distrutto la vita. E molti anni più tardi, Markovic lo rintraccia, determinato a ucciderlo. Dal passato torna anche il ricordo di Olvido Ferrara, la donna amata, saltata su una mina in servizio nella ex Iugoslavia, da cui ha compreso come solo l'arte può dove l'occhio o la macchina fotografica falliscono.
Gabriel-Atlan Ferrara è un grande direttore d'orchestra che si innamora di Inez Prada, affascinante cantante lirica. Simile a un eterno inseguimento, la loro storia d'amore si articola in vari modi e momenti storici: Londra sotto le bombe tedesche nel 1940, Città del Messico nel 1949, di nuovo Londra nel 1967 e Vienna alla fine del millennio. Una trama che sembra intersecarsi con un'era primigenia, alle origini del mondo.