Il 5 luglio 1294, dopo oltre due anni di Sede vacante, i cardinali riuniti in conclave finalmente convergono su un uomo del tutto estraneo alla Curia Romana, l'eremita abruzzese Pietro da Morrone. Digiuno di politica e lontanissimo dalle logiche del secolo, Celestino V si sente fin da subito a disagio tra i fasti di Roma, al punto che dopo soli cinque mesi comunica ai porporati la decisione di deporre la tiara. Il suo gesto apre la strada all'elezione di Bonifacio VIII, cardinale dalle notevoli doti diplomatiche, una nomina salutata dal mondo intero come provvidenziale. Non è di quest'idea, però, Dante, che nel terzo canto dell' "Inferno" sembrerebbe riferirsi proprio a Celestino con il verso "colui che fece per viltade il gran rifiuto". Sembrerebbe, appunto. Barbara Frale ricostruisce in questo libro la storia di Celestino, del suo rapporto con Bonifacio, raccontando eventi poco noti, non di rado delittuosi, risvolti e retroscena, infamie e amare verità che danno a questa biografia le sfumature del romanzo gotico. Protagonisti, insieme a Celestino V e Bonifacio VIII, sono il re di Francia Filippo il Bello, il re di Napoli Carlo II d'Angiò, le grandi famiglie nobiliari romane, i teologi della Sorbona, e un secolo, il Trecento, particolarmente gravato da scandali, processi, dispute dottrinali e lotte di potere, rese più infuocate dalla propaganda di tutte le parti in gioco. Fino a impedire di vedere nel "gran rifiuto" l'inganno che in realtà è stato. Introduzione di Franco Cardini.
Quando il Dizionario di filosofia di Nicola Abbagnano uscì, nel 1961, ebbe un'accoglienza straordinaria. Tre cose colpirono immediatamente i lettori di allora: la chiarezza della scrittura, la presenza di voci che aggiornavano "al resto del mondo" le conoscenze filosofiche italiane, la sorprendente ricchezza dei riferimenti ai maggiori e minori testi della tradizione. Si trattava in effetti di un'opera memorabile che esponeva e illuminava lo stato ultimo della filosofia, spiegando magistralmente la varietà dei termini impiegati dai filosofi, dandone una sorta di classificazione, chiarendo con sicurezza le differenze talora radicali dei significati.
«Un’indagine sulla ricerca che da quasi ventisei secoli gli uomini dell’Occidente conducono intorno al proprio essere e al proprio destino.»
Nicola Abbagnano
Il pensiero filosofico dalle origini ai giorni nostri: un’opera unica per autorevolezza, ampiezza e chiarezza espositiva.
Riscoprire e far rivivere «la ricerca che da quasi ventisei secoli gli uomini dell’Occidente conducono intorno al proprio essere e al proprio destino». Con queste parole Nicola Abbagnano indicava il proposito di un’opera destinata a diventare un classico della storiografia filosofica e un manuale su cui si sono formate generazioni di studenti.
La completezza, l’ampiezza dell’arco cronologico preso in considerazione, la chiarezza espositiva, la conoscenza e il riferimento diretto e accurato ai testi, il rispetto e l’attenzione per le più varie posizioni di pensiero espresse dai filosofi esaminati sono tra i maggiori pregi riconosciuti a questa celebre storia della filosofia che è tutt’ora tra le più apprezzate e diffuse non solo in Italia.
Il testo è stato inoltre aggiornato ed ampliato per la parte relativa alla filosofia contemporanea dall’allievo e continuatore delle opere di Abbagnano, Giovanni Fornero e, per l’ultimo volume, dallo stesso Fornero insieme con Franco Restaino e Dario Antiseri.
Nicola Abbagnano (Salerno, 1901-Milano, 1990) fu il massimo esponente della corrente esistenzialista italiana. Tra il 1936 e il 1976 resse la cattedra di Storia della filosofia all’Università di Torino. Oltre alla Storia della filosofia, pubblicò il Dizionario di filosofia (la cui terza edizione è stata aggiornata e ampliata a cura di Giovanni Fornero, UTET Libreria 2001). I suoi principali scritti teoretici sono ora raccolti in Scritti esistenzialisti (UTET 1988) e Scritti neoilluministici (UTET 2001).
«Un’indagine sulla ricerca che da quasi ventisei secoli gli uomini dell’Occidente conducono intorno al proprio essere e al proprio destino.»
Nicola Abbagnano
Il pensiero filosofico dalle origini ai giorni nostri: un’opera unica per autorevolezza, ampiezza e chiarezza espositiva.
Riscoprire e far rivivere «la ricerca che da quasi ventisei secoli gli uomini dell’Occidente conducono intorno al proprio essere e al proprio destino». Con queste parole Nicola Abbagnano indicava il proposito di un’opera destinata a diventare un classico della storiografia filosofica e un manuale su cui si sono formate generazioni di studenti.
La completezza, l’ampiezza dell’arco cronologico preso in considerazione, la chiarezza espositiva, la conoscenza e il riferimento diretto e accurato ai testi, il rispetto e l’attenzione per le più varie posizioni di pensiero espresse dai filosofi esaminati sono tra i maggiori pregi riconosciuti a questa celebre storia della filosofia che è tutt’ora tra le più apprezzate e diffuse non solo in Italia.
Il testo è stato inoltre aggiornato ed ampliato per la parte relativa alla filosofia contemporanea dall’allievo e continuatore delle opere di Abbagnano, Giovanni Fornero e, per l’ultimo volume, dallo stesso Fornero insieme con Franco Restaino e Dario Antiseri.
Nicola Abbagnano (Salerno, 1901-Milano, 1990) fu il massimo esponente della corrente esistenzialista italiana. Tra il 1936 e il 1976 resse la cattedra di Storia della filosofia all’Università di Torino. Oltre alla Storia della filosofia, pubblicò il Dizionario di filosofia (la cui terza edizione è stata aggiornata e ampliata a cura di Giovanni Fornero, UTET Libreria 2001). I suoi principali scritti teoretici sono ora raccolti in Scritti esistenzialisti (UTET 1988) e Scritti neoilluministici (UTET 2001).
«Un’indagine sulla ricerca che da quasi ventisei secoli gli uomini dell’Occidente conducono intorno al proprio essere e al proprio destino.»
Nicola Abbagnano
Il pensiero filosofico dalle origini ai giorni nostri: un’opera unica per autorevolezza, ampiezza e chiarezza espositiva.
Riscoprire e far rivivere «la ricerca che da quasi ventisei secoli gli uomini dell’Occidente conducono intorno al proprio essere e al proprio destino». Con queste parole Nicola Abbagnano indicava il proposito di un’opera destinata a diventare un classico della storiografia filosofica e un manuale su cui si sono formate generazioni di studenti.
La completezza, l’ampiezza dell’arco cronologico preso in considerazione, la chiarezza espositiva, la conoscenza e il riferimento diretto e accurato ai testi, il rispetto e l’attenzione per le più varie posizioni di pensiero espresse dai filosofi esaminati sono tra i maggiori pregi riconosciuti a questa celebre storia della filosofia che è tutt’ora tra le più apprezzate e diffuse non solo in Italia.
Il testo è stato inoltre aggiornato ed ampliato per la parte relativa alla filosofia contemporanea dall’allievo e continuatore delle opere di Abbagnano, Giovanni Fornero e, per l’ultimo volume, dallo stesso Fornero insieme con Franco Restaino e Dario Antiseri.
Nicola Abbagnano (Salerno, 1901-Milano, 1990) fu il massimo esponente della corrente esistenzialista italiana. Tra il 1936 e il 1976 resse la cattedra di Storia della filosofia all’Università di Torino. Oltre alla Storia della filosofia, pubblicò il Dizionario di filosofia (la cui terza edizione è stata aggiornata e ampliata a cura di Giovanni Fornero, UTET Libreria 2001). I suoi principali scritti teoretici sono ora raccolti in Scritti esistenzialisti (UTET 1988) e Scritti neoilluministici (UTET 2001).
«Un’indagine sulla ricerca che da quasi ventisei secoli gli uomini dell’Occidente conducono intorno al proprio essere e al proprio destino.»
––– Nicola Abbagnano
Il pensiero filosofico dalle origini ai giorni nostri: un’opera unica per autorevolezza, ampiezza e chiarezza espositiva.
Riscoprire e far rivivere «la ricerca che da quasi ventisei secoli gli uomini dell’Occidente conducono intorno al proprio essere e al proprio destino». Con queste parole Nicola Abbagnano indicava il proposito di un’opera destinata a diventare un classico della storiografia filosofica e un manuale su cui si sono formate generazioni di studenti.
La completezza, l’ampiezza dell’arco cronologico preso in considerazione, la chiarezza espositiva, la conoscenza e il riferimento diretto e accurato ai testi, il rispetto e l’attenzione per le più varie posizioni di pensiero espresse dai filosofi esaminati sono tra i maggiori pregi riconosciuti a questa celebre storia della filosofia che è tutt’ora tra le più apprezzate e diffuse non solo in Italia.
Il testo è stato inoltre aggiornato ed ampliato per la parte relativa alla filosofia contemporanea dall’allievo e continuatore delle opere di Abbagnano, Giovanni Fornero e, per l’ultimo volume, dallo stesso Fornero insieme con Franco Restaino e Dario Antiseri.
Nicola Abbagnano (Salerno, 1901-Milano, 1990) fu il massimo esponente della corrente esistenzialista italiana. Tra il 1936 e il 1976 resse la cattedra di Storia della filosofia all’Università di Torino. Oltre alla Storia della filosofia, pubblicò il Dizionario di filosofia (la cui terza edizione è stata aggiornata e ampliata a cura di Giovanni Fornero, UTET Libreria 2001). I suoi principali scritti teoretici sono ora raccolti in Scritti esistenzialisti (UTET 1988) e Scritti neoilluministici (UTET 2001).
Giovanni Fornero è autore e coautore dei manuali di storia della filosofia attualmente più diffusi. Insieme a Gianni Vattimo dirige, presso Bruno Mondadori, la collana di filosofia contemporanea «I fili della filosofia».
«Un’indagine sulla ricerca che da quasi ventisei secoli gli uomini dell’Occidente conducono intorno al proprio essere e al proprio destino.»
––– Nicola Abbagnano
Il pensiero filosofico dalle origini ai giorni nostri: un’opera unica per autorevolezza, ampiezza e chiarezza espositiva.
Riscoprire e far rivivere «la ricerca che da quasi ventisei secoli gli uomini dell’Occidente conducono intorno al proprio essere e al proprio destino». Con queste parole Nicola Abbagnano indicava il proposito di un’opera destinata a diventare un classico della storiografia filosofica e un manuale su cui si sono formate generazioni di studenti.
La completezza, l’ampiezza dell’arco cronologico preso in considerazione, la chiarezza espositiva, la conoscenza e il riferimento diretto e accurato ai testi, il rispetto e l’attenzione per le più varie posizioni di pensiero espresse dai filosofi esaminati sono tra i maggiori pregi riconosciuti a questa celebre storia della filosofia che è tutt’ora tra le più apprezzate e diffuse non solo in Italia.
Il testo è stato inoltre aggiornato ed ampliato per la parte relativa alla filosofia contemporanea dall’allievo e continuatore delle opere di Abbagnano, Giovanni Fornero e, per l’ultimo volume, dallo stesso Fornero insieme con Franco Restaino e Dario Antiseri.
Nicola Abbagnano (Salerno, 1901-Milano, 1990) fu il massimo esponente della corrente esistenzialista italiana. Tra il 1936 e il 1976 resse la cattedra di Storia della filosofia all’Università di Torino. Oltre alla Storia della filosofia, pubblicò il Dizionario di filosofia (la cui terza edizione è stata aggiornata e ampliata a cura di Giovanni Fornero, UTET Libreria 2001). I suoi principali scritti teoretici sono ora raccolti in Scritti esistenzialisti (UTET 1988) e Scritti neoilluministici (UTET 2001).
Giovanni Fornero è autore e coautore dei manuali di storia della filosofia attualmente più diffusi. Insieme a Gianni Vattimo dirige, presso Bruno Mondadori, la collana di filosofia contemporanea «I fili della filosofia».
Franco Restaino insegna Filosofia teoretica all’Università «Tor Vergata» di Roma. Per UTET Libreria ha pubblicato: Storia dell’estetica moderna (1991) e Storia della filosofia (1999) in sei volumi.
Dario Antiseri insegna Metodologia delle Scienze sociali presso la Facoltà di Scienze politiche della LUISS «Guido Carli» di Roma. Per UTET Libreria ha pubblicato: Trattato di metodologia delle scienze sociali (1996) e la nuova edizione della Teoria unificata del metodo (2001).
Secondo una tradizione antichissima, il male ebbe origine quando tra gli uomini nacquero "ragazze belle di aspetto", e "gli angeli, figli del cielo, le videro e se ne innamorarono". Da quel momento, con la discesa degli angeli e la loro unione con gli esseri umani, il peccato si diffuse su tutta la Terra. Questo mito delle origini, non incluso nel canone della Bibbia, è raccontato in uno dei testi attribuiti al patriarca Enoc in cui si intrecciano profonde riflessioni sul male e sul rapporto dell'uomo con Dio, scandagliate dagli ebrei fin dal tempo del travagliato esilio babilonese. Non è un caso isolato. È da versioni parallele di tal fatta che fiorirono rami secondari e dimenticati della tradizione biblica, specchio della varietà d'idee che serpeggiava nella Palestina del giudaismo precristiano: visioni teologiche alternative, spesso apertamente confliggenti con le posizioni ufficiali, che approdano fino al II secolo d.C, ponendo le basi delle comunità protocristiane. Composizioni come le "apocalissi", i testamenti di patriarchi e le raccolte di proverbi e salmi si mescolano, sotto strati di secoli, a immaginifici miti e compilazioni cosmogoniche, fino a perdersi nel tempo e scomparire sotto i colpi dell'ortodossia. Fu così che gli Apocrifi dell'Antico Testamento - qui raccolti in un nucleo di testi significativi, mai tradotti prima in italiano - furono trascurati per millenni e rivalutati nella loro importanza cruciale solo dopo i rinvenimenti di Qumran.
Negli ultimi 400 anni le scienze fisiche hanno conosciuto due grandi rivoluzioni: la prima ebbe inizio con Copernico e la seconda prese avvio grazie allo sviluppo delle teorie della meccanica quantistica e della relatività. Dalla metà del diciannovesimo secolo, le scienze della vita sono state radicalmente trasformate da una grande rivoluzione, messa in moto da Charles Darwin. In contrasto con quei due campi, le scienze della mente non sono state ancora protagoniste di una sola grande rivoluzione. È possibile accostarsi al mistero della coscienza da tre prospettive diverse: quella religioso-metafisica, quella scientifica, e una terza in cui confluiscono gli sforzi di entrambe. A quest'ultima categoria appartiene lo studio di Wallace, che imposta il suo libro sull'ipotesi in base alla quale "il problema della misurazione nella meccanica quantistica, il problema temporale nella cosmologia quantistica e l'hard problem nella scienza del cervello sono profondamente intrecciati". Wallace pone in discussione l'assunto naturalistico secondo cui la coscienza è un fenomeno puramente fisico, discostandosi in tal modo dalla scienza standard. Poi prosegue esplorando la tesi prescientifica da dove emerge che i fenomeni mentali hanno un'origine extracerebrale rintracciabile in un ambito del reale diverso. Nella parte conclusiva esamina la nozione della "grande perfezione" (Dzogchen) nel Buddismo tibetano