Siamo nel mezzo (o all'inizio) di una crisi epocale che per fortuna potrebbe cambiare in meglio il nostro modo di essere e di comportarci. Il mondo dell'informazione deve essere uno dei primi a evolvere, stante il suo fondamentale ruolo. La notizia, in quanto tale, non può più essere il solo dominus del giornalista che deve farsi carico dell'affascinante fardello di portare conoscenza, abbassando quanto più possibile il livello di conflittualità sociale e aumentando quello di armonia relazionale. La comunicazione informativa che voglia assicurarsi un salto di qualità deve essere dunque diretta a far conoscere e a far ri-conoscere l'altro con i suoi bisogni e nella sua dimensione di persona, offrendo una solenne diversa opzione all'impossibilità di pervenire a una verità assoluta.
Avvocati, scienziati e docenti universitari si sono avvicendati nell'elaborazione di questo saggio che si pone l'obiettivo di approfondire un ambito relativamente nuovo, quello del crimine ambientale con i conseguenti danni e i possibili rimedi. Con un approccio normativo, tecnico e culturale a largo raggio gli autori disegnano i contorni dell'argomento, dal suo originarsi alle sue conseguenze, dal riconoscimento delle parti lese alla definizione delle responsabilità. Inoltre, in anteprima assoluta, viene pubblicato un ampio stralcio della storica e innovativa sentenza ecuadoregna del febbraio 2011 nella quale per la prima volta un Tribunale condanna una multinazionale del petrolio, la Chevron, a rifondere i danni causati dal disastro ambientale provocato nella foresta amazzonica, a difesa dei diritti della natura e di chi la abita.
Un uomo è bloccato di notte sulla sua barca in un fiume, tra la nebbia. Ogni sforzo per spostarla è inutile. Il cuore gli batte in gola. Quasi lo soffoca. L'inquietudine e il mistero dominano la sua mente. Solo all'alba e all'ultima riga si scoprirà il perché.
Lui, lei e l'altro. Un giro di carte per prevedere la volontà di un destino inafferrabile. Paura, passione, senso di colpa. E fede, vita, morte. Lui, lei e l'altro.
Le più grandi scoperte del nostro pianeta non si devono alla scienza, nè alla ricerca, nè al caso, ma a qualcuno che non ha voluto arrendersi.