Educare alla fede e rendere visibile il grande "sì" della fede è il tema del Grest 2016, volto a favorire nel tempo presente un nuovo incontro dei fanciulli e dei ragazzi con il mistero del Dio-Amore, in un inedito e fecondo rapporto tra la fede e la vita di oggi. Il compito educativo dell'attività oratoriana appartiene a questo "sì" della Chiesa e del cristiano. Partendo dal Cantico delle Creature il Grest 2016 lancia alcuni interrogativi profondi: "Che tipo di mondo desideriamo trasmettere?", "Per quale fine siamo venuti in questa vita?". Due, quindi, gli itinerari lungo i quali scorrono e si fanno proposta le giornate del Grest 2016: l'uomo e il mondo, perché si impari a cogliere l'universo al servizio dell'uomo e lo si riconosca amante dell'universo; l'uomo e Dio, Padre grande da amare; Padre amoroso nei confronti delle sue creature, e soprattutto nei confronti dell'uomo. Imparare ad osservare la bellezza del creato, ammirare la meravigliosa vita degli animali e delle piante, stupirsi dell'unicità dell'uomo e di loro stessi, è il punto di partenza che, mediato dalla catechesi e riletto alla luce della Parola, aiuterà i partecipanti al Grest a fissare lo sguardo sull'artefice di tutto, professando la propria fede in Dio Padre e Creatore, che li ha pensati ed amati sin dall'inizio dei tempi.
Il libro di fra Onofrio è una litania di temi che approfondiscono, da diverse angolature, le differenti prospettive della profezia cristiana, così come è possibile intravederla in don Tonino e in Papa Francesco. Si tratta di un insieme di melodie che formano la grande sinfonia della profezia evangelica. Una profezia che investe tutta la Chiesa e si manifesta come condivisione di ideali e di orizzonti, e insieme, come enucleazione di forme inedite di “ospitalità della soglia”; una profezia che è partecipazione alla vita del popolo e condivisione del linguaggio, dei gesti, dei simboli; una profezia che ha il sapore di una fede colma di umanità e di prossimità con tutti; una profezia che mantiene sempre aperte le porte, fa il primo passo e si mette al passo con gli ultimi; una profezia che ha il “timbro francescano” e, del Poverello di Assisi, intende riprendere l’anelito alla “perfetta letizia”; una profezia che è, nello stesso tempo, denuncia e annuncio, provocazione e stimolo, preghiera e azione; una profezia che vale per tutti i membri della Chiesa e diventa esortazione speciale per i consacrati.
Questo libro affronta una tematica poco esplorata, nella sua sistematicità, dalla teologia cristiana, anche se, nel corso dei secoli, ci sono stati alcuni grandi esponenti del laicato cattolico che si sono ispirati alla secolarità consacrata della Madre di Dio per praticare la missione evangelizzatrice della Chiesa e cercare il Regno di Dio, trattando e ordinando, le cose temporali secondo Dio. La prima parte racconta la mariologia di Giuseppe Lazzati, che ripropone un nostro studio del 2003, poco conosciuto e poco studiato. La seconda parte ha per titolo "Per un laicato misericordioso e fraterno" e mette a fuoco le coordinate dottrinali e operative che i fedeli laici sono chiamati a tenere presenti, per vivere, da cristiani e da cittadini, i contenuti spirituali e morali espressi dalla Bolla di indizione del Giubileo straordinario della misericordia, indetto da Papa Bergoglio. La terza parte descrive la realtà di un laicato solidale per un'ecologia integrale: un aspetto importante e decisivo che connette il valore della solidarietà cristiana alla "cura della casa comune", così come interpretata dalla Sacra Scrittura, dalla tradizione e dal magistero conciliare e di Papa Francesco, nell'enciclica Laudato si'. La quarta parte tematizza le implicazioni laicologiche della mariologia di Papa Francesco dalla "Lumen fidei" alla "Laudato si'".
Quando si vuol conoscere il cuore di una cosa, soprattutto il cuore di una persona, bisogna appunto seguire le vie del cuore, che sono le vie intime, le vie nascoste ai profani, le vie che iniziano ad una conoscenza psicologica e tanto commovente. Perché "il punto di incontro naturale con Dio è nel cuore dell'uomo" (Paolo VI). È quanto si propone di fare la raccolta di questi discorsi, annotazioni e meditazioni, che permette di conoscere alcuni lati sconosciuti della spiritualità di Paolo VI. Entrare nel suo cuore, condividere i suoi sentimenti, percepire qualche vibrazione dell'animo di uno che il Cardinale Carlo Maria Martini definiva "uomo spirituale". Come pochi, Paolo VI è riuscito a risvegliare nell'uomo d'oggi il brivido del mistero e il senso della trascendenza. Rileggere queste pagine, nell'anno del Giubileo della Misericordia voluto da Papa Francesco, permette di assaporare qualcosa dell'esperienza spirituale di Papa Montini e del suo mondo interiore.
Contemplare il volto di Cristo è l’esortazione di S. Giovanni Paolo II presente nella Novo Millennio Ineunte. La contemplazione nasce dalla consapevolezza di essere di fronte ad un capolavoro uscito dalle mani stesse di Dio da sperimentare nella fede, non è l’estasi che si prova di fronte ad uno splendido capolavoro dell’arte, uscito dalle mani dell’uomo, né di fronte ad uno splendido volto di una persona...
Il volto indica la stessa persona di Gesù, vero Dio e vero uomo, la sua identità, le sue due nature, la sua vita, il suo cuore, il suo insegnamento, i miracoli, i misteri dell’intera sua esistenza. Il volto è l’aspetto esteriore più immediato e percettibile che consente di penetrare l’interiorità, l’anima, il cuore, i sentimenti di una persona.
Nella contemplazione del volto di Cristo, lo Spirito Santo è l’anima.
L'apostolato dei laici è un tema molto presente nel magistero di Montini, prima da Arcivescovo e poi da Papa. Per lui, nessuno è inutile, nessuno può essere del tutto passivo, nessuno può rimanere inerte e insensibile nella vita della Chiesa. Nessuna categoria di cristiani può sottrarsi a questa vocazione apostolica. L'apostolato è vocazione, è dovere per ogni cristiano. Il discorso del lontano 1957 dell'Arcivescovo Montini conserva ancora oggi tutta la sua freschezza e originalità. La missione è una tensione che coinvolge tutti i fedeli. Un cristiano non può dire "io non c'entro"; sarebbe un insensibile ad un suo proprio personale dovere fondamentale. Possa la lettura di queste parole di Montini risvegliare nei laici il desiderio di dare nuova, entusiastica, attraente testimonianza a Cristo. Perché la società moderna vuole vedere e quasi toccare il messaggio cristiano realizzato concretamente nella vita di chi lo annuncia.
Giovedì 9 maggio 1974 Paolo VI inaugura la nuova sede della Conferenza Episcopale Italiana alla Circonvallazione Aurelia in Roma. Con questo dono di Montini alla Chiesa italiana, si dimostrava una volta di più il suo particolare legame con la CEI, quale Vescovo di Roma e Primate d'Italia. La sua ansia era che l'episcopato italiano fosse modello ad altri, e avesse a compiere una preziosa missione nella comunità internazionale. Per questo ha sempre incoraggiato i Pastori a far prendere alla Chiesa italiana coscienza della sua nuova esistenza storica, del suo patrimonio morale e religioso. Sorprendentemente, ricevendo la Conferenza Episcopale italiana nel maggio 2014, Papa Francesco ha voluto consegnare ai Vescovi il discorso - qui riportato - che Papa Montini aveva pronunciato il 14 aprile 1964. Le parole di Paolo VI si intrecciano con quelle di Papa Francesco, che stimola i Vescovi italiani a favorire l'apostolato dei laici, la formazione del clero, la vita pastorale, la scuola, la stampa cattolica, i migranti, i poveri, l'applicazione dell'eredità del Concilio, la famiglia, i disoccupati...
"Povertà economica e famiglia cristiana. Spiritualità e missione del laicato cattolico italiano" è un testo che ha il fine di dimostrare la stretta relazione che sussiste tra la vita dei poveri, la vita delle famiglie cristiane e la vita economica del Paese. La "relazione" di cui sopra è una "relazione evidente" nel senso che senza beni e servizi economici non si possono fondare e costituire famiglie solide e felici e senza famiglie solide e felici l'economia generale e settoriale del Paese non può né nascere bene né crescere meglio.
"Attraversare quella porta" è l'ultimo libro della Collana "In Ascolto" delle Edizioni VivereIn scritto da Nicola Giordano e ispirato all'insegnamento di Papa Francesco al quale il volume è dedicato. L'autore si è ispirato al pensiero e alla dottrina del Papa, il vero maestro della Misericordia, come cammino del nuovo anno. Il volume più che una meditazione quotidiana sulla Quaresima è una costante e illuminata meditazione sull'intero anno dedicato al cammino della Misericordia. Motivo ispiratore è sempre la Sacra Scrittura. Non si può prescindere dallo studio e dalla contemplazione della Parola. Il volume intitolato "Attraversare quella porta" espone anche la immagine di una conchiglia che vuole richiamare la dimensione eucaristica come motivo di singolare meditazione e amore.
I testi evangelici della Settimana Santa riportati in questo volumetto, insieme al breve commento che li accompagna, offrono un'ulteriore possibilità di approfondire e meditare il grande mistero dell'amore del Padre che si rende visibile in Cristo Gesù. L'autore delinea i tratti di una "Chiesa della Misericordia", motivando il cammino a cui l'intera comunità ecclesiale oggi è chiamata. Per don Antonio, vivere accanto a chi è ai margini della società vuol dire salire al Calvario e rinnovarsi nella Pasqua. Si comprende così che il Cristo che si china sui piedi dei suoi "amici" non fa preferenze, ma rivela la sua attenzione verso coloro che apparentemente non avrebbero bisogno di aiuto. È Cristo di tutti, che con la sua salvezza oltrepassa i confini del cuore, come il Padre misericordioso della parola.