Canzoni per un'estate in compagnia. Una vera e propria colonna sonora per ogni momento di animazione.
Una conversione pastorale e missionaria. Nella corsia preferenziale dei poveri, "uscendo" incontro alle periferie dell'esistenza, con al centro la gioia del Vangelo. E' la consegna di Gesù ai suoi ed è il "sogno" che Papa Francesco costruisce, giorno per giorno, per il Popolo di Dio. Il presente volume cerca di tessere la trama di questo racconto ecclesiale, passando per le immagini, le metafore e il Magistero del Pontefice e cogliendone i profondi legami con le intuizioni del Concilio Vaticano II e con le domande dell'uomo contemporaneo.
La fine del mondo entra spesso nelle conversazioni e nelle paure di tutti, sollecitata da periodiche profezie e bislacche superstizioni così come da sconvolgimenti ambientali e diseguaglianze sociali. Questo libro, tuttavia, non intende relegare l’apocalisse a discorsi allarmisti o moralisti. Perché la fine del mondo, guardata da vicino, parla all’uomo dei suoi desideri più intimi. E può diventare «grazia» nella misura in cui ciascuno converte il suo sguardo all’essenziale e riscopre lo splendore e la forza della vita accolta come dono. Il filosofo francese traccia un’arte del vivere, per una sfida che ogni persona è chiamata a osare: decidersi a favore della vita e di essa prendere tutto, anche quello che, concludendola, la aprirà su qualcosa di più grande.
Destinatari
Tutti.
Autore
MARTIN STEFFENS, nato nel 1977 e padre di tre figli, insegna filosofia a Metz ed è autore di successo in Francia. Studioso del pensiero di Simone Weil, ha curato Simone Weil: 15 meditazioni (Gribaudi 2011). Di prossima pubblicazione presso le Edizioni Messaggero anche «Piccolo trattato sulla gioia».
Il volume contiene il testo del Messaggio del Santo Padre Francesco in occasione della celebrazione della 57? Giornata Mondiale della Pace.
Dai frammenti maya alle Centurie di Nostradamus, dalle profezie dell'Antichità alle predizioni New Age, la fine del mondo ossessiona le coscienze, abita la letteratura e pretende di anticipare la storia. Sono però il giudaismo e il cristianesimo la matrice dell'apocalittica. Ed è da lì che l'apocalisse riceve tutto il suo significato. Ecco allora che David Hamidovi? ci guida fra bestiari, esseri celesti, creature soprannaturali. Ci illustra giudizi universali, inferi spaventosi e paradisi sognati. Ci accompagna a interpretare gli universi futuri delineati dal libro di Daniele e da quello di Enoc, dai Giubilei e dall'Apocalisse di Giovanni. Ci mostra quanto le visioni sulla fine dei tempi dipendano ogni volta dal tempo in cui furono scritte. Rinnovando questo campo di ricerca - l'apocalittica -, lo storico francese esplora i diversi modi in cui muta la rappresentazione del divino, in cui viene rielaborata la sapienza tradizionale, in cui l'escatologia si produce in forme singolari. E illustra da quali ambienti sorgono questi fenomeni culturali e religiosi, in epoche di rivolgimenti. Questo studio, svelandoci come l'esaltazione dell'onnipotenza costituisca un antidoto per i tempi di crisi, mette in luce la parte di Dio e quella degli uomini. In una lezione che vale per ieri e, a maggior ragione, vale per oggi.
I "Padri del mondo" sono tutti i maestri protagonisti della Mishnà, espressamente menzionati nel trattato che si intitola appunto Avot, i "Padri". Si presenta qui la prima traduzione in italiano della versione tradizionale della raccolta dei detti attribuita a Rabbi Natan, maestro babilonese del II-II secolo, che amplifica detti dei Padri e si può considerare come un loro commento. Questo trattato extratalmudico offre al lettore un vero e proprio compendio. della sapienza rabbinica e della sua trasmissione di generazioni in generazione.
Un testo impregnato dell'amore per la Torà, scritta e orale, che è in grado di orientare ancora oggi la nostra vita, perché " su tre cose il mondo sta: sulla Torà, sul culto e sulle opere di misericordia".
Nel 2017 ricorre il centenario delle apparizioni mariane di Fatima. Il giornalista e scrittore Luciano Garibaldi ripercorre in modo sobrio e comunicativo ma con la rigorosità dello storico che lo contraddistingue la storia dei tre fanciulli veggenti, dei luoghi e dello svolgersi di tutte le apparizioni, riportando anche le testimonianze del tempo. Particolare attenzione è posta al tema della "conversione della Russia" annunciato dalla Madonna e che viene letto come il possibile ritorno all'unità di tutta la Chiesa. Approfondito anche il rapporto degli eventi di Fatima con ben otto Papi passando per le drammatiche vicende che hanno coinvolto Giovanni Paolo II fino a Papa Francesco. L'attualità del messaggio di Fatima e il suo continuo rinnovamento che interroga tuttora la Chiesa viene sottolineata nell'intervento del teologo mariano Padre Alberto (cognome) che ci fa capire come i messaggi ed i segreti di questa drammatica apparizione e la loro interpretazione a cento anni dal suo svolgersi non possano considerarsi ancora esauriti e pienamente compresi per la chiesa ed il mondo di oggi.
Il saggio propone il contributo della teoogia alla costruzione della scienza dell'uomo". "
All'origine di questo volume sta un convegno, il XIII Convegno Internazionale di Studi Cinematografici Tertio Millennio". All?origine di quel convegno stava un'idea: sia che il dispositivo teorico preesistesse alla possibilità della sua esistenza concreta, sia che, invece, sia stata la messa in collezione di una serie di scoperte e invenzioni a far nascere il cinema, dopo la comparsa dell'"immagine in movimento" il mondo non è stato più lo stesso. " Mentre s'inizia a comprendere la ricchezza estetica ed espressiva del cinema, mentre i diversi ambiti disciplinari tentano nuove alleanze per dar conto, retrospettivamente, dello shock" cinematografico, il cinema, forse è già finito. Che senso avrebbe dunque chiedersi cosa sia, oggi, il mondo "nell'era della sua riproducibilità tecnica"? La risposta è che se forse il cinema come dispositivo materiale storicamente definito sta esaurendo la sua traiettoria, il cinema come organum dell'emozione e del pensiero è appena all'inizio. "
Molte persone oggi sono alla ricerca di una spiritualità libera da dogmi di fede e capace di condurre, in qualche modo, all'esperienza di Dio. Desiderano sperimentare un senso nel loro vivere quotidiano. In questo libro due teologi si confrontano e indicano una via percorribile: è possibile fare esperienza di Dio riconoscendolo nell'altro e nel creato perché in ogni singolo essere umano che si incontra e nel cosmo intero risplende qualcosa del mistero di Dio. Entrambi gli autori, quasi all'unisono, rivelano che tutto ciò è un immenso dono che diventa anche un'enorme responsabilità affidata alle donne e agli uomini di questo mondo.
"Un fatto certo, una data incerta". Il fatto certo, per chi ha fede, è che il Figlio di Dio verrà di nuovo a concludere la storia della salvezza. Verrà come giudice per dare a ciascuno, secondo le sue opere, la risurrezione e la vita o la morte eterna. Ma quando accadrà? Quali sono i segni da cui possiamo ragionevolmente dedurre che il ritorno di Cristo è vicino, che Egli è alle porte? L'autore - con una sintesi rigorosa e un linguaggio scorrevole - si propone di fare chiarezza su un tema centrale della vita di fede; a partire dai segni del nostro tempo, illuminati dalla Scrittura, siamo introdotti all'attesa dell'incontro finale con Cristo.
Il Giubileo come segnatempo di epoche. In venticinque anni dell'età moderna, con la rivoluzione digitale già al secondo tempo dell'intelligenza artificiale, cambia il mondo e la Chiesa si trova oggi con un evento che viene dalla sua storia lontana, a poterne misurare il passo. È la natura fortemente popolare degli Anni santi a rendere possibile di guardare al Giubileo come a un ponte di passaggio tra un tempo e l'altro, nel momento di una profonda e quasi interminabile transizione. Può un Giubileo aiutare a promuovere una riflessione all'altezza dei tempi nuovi della Chiesa e del mondo? È questa la domanda al centro delle attese del prossimo Anno Santo del 2025. Nessun Giubileo è uguale all'altro, ma per avvicinarsi meglio al nuovo, il primo di un papa a nome Francesco, è parso necessario volgere lo sguardo al passato e vedere come il mondo e la Chiesa sono cambiati da un Anno Santo all'altro, dopo il passaggio del millennio. Verso il Giubileo è allora anche l'indicazione di marcia, sulla scia della Bolla d'indizione Spes non confundit, per un tempo sperabilmente nuovo. Prefazione del Cardinale Pietro Parolin.