Come aprire un gruppo Facebook per la parrocchia? Cos'è Instagram e può essere utilizzato nella pastorale? Come posso far trovare la mia parrocchia su Google o inserirla su Wikipedia? Come si crea la redazione di un sito diocesano e come gestire gli haters e i commenti spiacevoli sul web? Dall'esperienza dell'Associazione WebCattolici Italiani (WECA) dal 2003 impegnata nella formazione (tra i Soci fondatori, Diocesi di Roma e Università Cattolica del S. Cuore di Milano) nasce per la prima volta una guida pratica alla Rete per il mondo cattolico. Un manuale, anche nella grafica, destinato a parroci, sacerdoti, religiosi, seminaristi e laici impegnati nelle parrocchie e nelle comunicazioni sociali.
Sema Bellido holds a PhD tn Audiovisual Communication from the Complutense University of Madrid. She worked in several media (television and radio) before turning to the academic life and becoming a professor of Image Culture at Villanueva University (Madrid).
she has also participated in several research groups related to the new trends in the Fiction/Non-Fiction paradigm in Spanish audiovisual discourse, as well as on the protection of minors and and the relationship between television and childhood. She currently resides in Rome, where she combines her work as aq Communications consultant with research at the School of Communication at the Pontifical University of the Holy Cross.
This book was written for the occasion of the twenty-fifth anniversary of the School of Church Communications, which was founded in 1996 as part of the Pontifical University of the Holy Cross. Although several of its professors and collaborators have participated as authors, these pages are not intended as a review the brief history of the School. Rather, they aim to be a collective reflection on people, themes and events of the final years of the 20th Century and the beginning of the Current one, which can teach us much about the communication of, in and from the Church. It has been a time rich in significant events and changes - the new millennium, the digital revolution, the economic and migratory crises, the global pandemic — which have produced major cultural transformations and veritable tsunamis in the world of communication. Communicating the faith and the Christian experience is the task of all the members of the Church. But it is also true that communication professionals and academics nave a special responsibility in this task. We hope that this book can contribute to the appreciation and promotion of the role of communication in the Catholic Church, by taking stock of the work done in these twenty-five years, reflecting on the lessons learned and showing the challenges that lie on the horizon.
Papa Francesco, nel suo Messaggio per la 56a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, recupera l'invito di sant'Agostino («Non abbiate il cuore nelle orecchie, ma le orecchie nel cuore») e rilancia l'esortazione di san Francesco d'Assisi a «inclinare l'orecchio del cuore». La capacità di ascoltare è preziosa soprattutto nel nostro «tempo ferito»: la buona comunicazione «presta attenzione alle ragioni dell'altro e cerca di far cogliere la complessità della realtà», mentre oggi «in molti dialoghi noi non comunichiamo affatto», cerchiamo soltanto di imporre il nostro punto di vista. Questo volume vuole accompagnare giornalisti, operatori dei media, direttori diocesani, sacerdoti, insegnanti, catechisti e famiglie nella lettura e nell'approfondimento del Messaggio del Santo Padre, offrendo commenti e riflessioni ma anche spunti operativi da declinare in ambito pastorale ed educativo.
Il cattolico che fa giornalismo non è solo colui che deve parlare di Dio all'uomo, ma è soprattutto il testimone di fatti che si verificano in determinati tempi, modi e luoghi. Il giornalismo cattolico, nella grande famiglia della comunicazione, ha conosciuto uno sviluppo inarrestabile: non si scrive più esclusivamente sulla e con la carta stampata, ma la radio, la televisione e i social sono divenuti gli strumenti dell'agorà di un mondo globalizzato. In quest'ottica, il curatore ha voluto dare appuntamento agli optimi viri del giornalismo stesso, ideando una scuola di giornalismo cattolico. Prefazione di Claudio Maria Celli. Postfazione di Gualtiero Bassetti.
Il libretto illustra con suggestive foto a colori la Carta d'Assisi, il decalogo della comunicazione che si propone di raccontare la realtà per quella che è, al fine di ridurre la distanza che intercorre tra i dati reali e il percepito del la gente. Giornalisti, teologi, artisti, insegnanti, studenti, donne e uomini di ogni ispirazione politica civile e religiosa hanno sottoscritto questa Carta con la volontà di prendersi cura (comun-I-care) di una nuova comunicazione che si apre sulle moderne piazze digitali.
Sul tracciato delle parole di papa Francesco, percorrendo i sentieri e i rivoli del suo Messaggio, «Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria» (Es 10,2). La vita si fa storia, si rinnova anche quest'anno - alla quinta edizione - la proposta di riflessione e di approfondimento attraverso una prospettiva multidisciplinare che coinvolge accademici e giornalisti, intellettuali e teologi, artisti internazionali e grandi testimoni di impegno civile. Un "cortile dei gentili" pronto a dare riverbero alle parole del Papa, un invito a raccontare «il nostro essere parte di un tessuto vivo; che riveli l'intreccio dei fili coi quali siamo collegati gli uni agli altri», per individuare chiavi di lettura del Messaggio, per attivare raccordi con la vita quotidiana e la prassi pastorale.
Come abitare oggi il mondo della comunicazione? Come esserne cittadini, soprattutto in quanto credenti? In che modo evitarne i rischi e valorizzarne le opportunità? Ecco le domande a cui risponde questo libro, rivolto in particolare a quanti si preparano a svolgere un'attività pastorale. Nella prima parte, il libro approfondisce i vari ambiti della comunicazione, ne ripercorre storia e rilevanza, ricadute sul piano sociale ed educativo. Nella seconda parte offre indicazioni concrete per attivare, anche in ambito pastorale, una comunicazione competente e buona. Il testo è pensato a servizio di chiunque voglia comunicare con consapevolezza e responsabilità.
Queste pagine nascono dalla volontà di "accompagnare" il Messaggio del Papa per la 51a Giornata delle Comunicazioni Sociali. Il tema - Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo - è approfondito a più voci, partendo da prospettive e sensibilità diverse. Completa il testo una proposta di strumenti per l'uso pastorale del messaggio, con schede operative per genitori ed educatori. Sommario: Papa Francesco, "Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo"; Ivan Maffeis, "Introduzione". Commenti: Pier Cesare Rivoltella, "Mediare i media"; Adriano Fabris, "Logica dello spettacolo e «logica della "buona notizia"»"; Francesco Occhetta, "Post-verità o post-coscienza? Le responsabilità del giornalista"; Salvatore Natoli, "Incredibilità della fede e praticabilità del cristianesimo"; Giuseppe Lupo, "Narrare per attendere l'alba".
Manuale per l'organizzazione di grandi eventi ecclesiali (Giornate Mondiali della Gioventù, Incontri Mondiali delle Famiglie, Congressi Eucaristici Internazionali, viaggi papali, canonizzazioni e beatificazioni, ecc.), con grande attenzione agli aspetti comunicativi, scritto sulla base dell'esperienza di persone che hanno lavorato nei comitati organizzativi di diversi di questi eventi.Il libro è molto utile per chi si apresta ad organizzare un gran evento: le aiuterà a risparmiare tempo, soldi e dispiaceri. Inoltre, può interessare a comunicatori ecclesiali e a event manager di raduni multitudinari.
La capacità di guardarsi negli occhi nell’era digitale è diventata un’arte in via di estinzione. Che cosa è successo alla specie umana durante gli ultimi vent’anni, cioè da quando cellulari e tablet hanno assunto un posto sempre più centrale nella nostra vita da diventare quasi indispensabili? Qual è stata la reazione educativa della Chiesa e, in particolare, della formazione alla vita consacrata a questa metamorfosi socio-tecnologica? E quale sarà il futuro della dimensione contemplativa in una società caratterizzata dai new media?
Lontano da qualunque approccio apocalittico, il libro approfondisce il tema in modo critico, differenziato e aperto, evitando di presentare solo i rischi e le apparenze del mondo virtuale. L’intento della pubblicazione e il suo tratto più originale consistono, infatti, nel presentare la comunicazione digitale in modo propositivo, educativo e capace di guardare in modo specifico alle sfide e alle opportunità per la formazione alla vita consacrata.
Sommario
Sigle e abbreviazioni. Prefazione (P. Martinelli). Nota introduttiva dei curatori.
I. La comunicazione digitale: un nuovo ambiente per la formazione. 1. La comunicazione digitale: un nuovo ambiente per la formazione alla vita consacrata (P. Riccieri). 2. Formare a un sano rapporto tra vocazione e uso dei media. Tavola rotonda. 3. I social media: una sfida crescente per la formazione alla vita consacrata
(C. Alphonse). II. Implicazioni antropologiche e psicologiche del mondo digitale. 4. Il sacro e la ricerca di senso nell’era dei social network. Un approccio di psicopedagogia culturale (M. Pollo). 5. Vita consacrata in una società liquida: quale costruzione dell’identità umana e spirituale? (T. Cantelmi). 6. Diagnosi e terapia della dipendenza da internet (A.R. Colasanti). III. Ripensare la formazione spirituale nell’era digitale.
7. «Ecco, ho aperto davanti a te una porta…» (Ap 3,8). Esperienza spirituale nell’era digitale: riflessioni teologiche, ecclesiologiche, antropologiche (B. Secondin). 8. «Respondet». L’attinenza fra mondo digitale e spiritualità (J. Freyer). 9. Conclusioni. Vocazione e connessione digitale. Sfide e opportunità formative (C.M. Zanotti). Bibliografia essenziale.
Note sui curatori
Albert Schmucki, frate minore, è professore aggiunto di Psicopedagogia della vita spirituale all’Istituto Francescano di Spiritualità della Pontificia Università Antonianum, del quale è vice-preside con l’incarico di moderatore del Master in formazione. È docente anche all’Istituto di Psicologia della Pontificia Università Gregoriana. Per EDB ha pubblicato saggi in volumi e ha curato Formazione francescana oggi. Corso di teologia spirituale 11 (2012) e, con Paolo Martinelli, Fedeltà e perseveranza vocazionale in una cultura del provvisorio. Modelli di lettura e proposte formative (2014).
Donatella Forlani è professore invitato all’Istituto francescano di spiritualità della Pontificia Università Antonianum. Insegna anche all’Istituto superiore per formatori collegato all’Istituto di psicologia della Pontificia Università Gregoriana
"Comunicazione al servizio di un'autentica cultura dell'incontro" è il titolo del primo messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali (la XLVIII, celebratasi il primo giugno 2014). Alcuni docenti della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell'Università Pontificia Salesiana di Roma, secondo le proprie specifiche competenze, ne hanno approfondito le tematiche, sottolineando particolarmente il richiamo del papa al mondo dei media ad "aver cura" dell'umanità.
Mai come prima il messaggio del Papa per Giornata Mondiale della Comunicazio­ne sociale appare così urgente e aderente alla situazione che sta vivendo la comu­nità umana. L’avvento di Internet e dei media sociali ha “cambiato” il modo di fare informazione e di usare i big-data per il controllo degli utenti della rete. Per di più, la sovrabbondanza delle informazioni ha reso più difficile identificare la qualità delle notizie e spinto verso un confronto in cui sospetto e acredine stimolano il meccanismo del fascino e della accettazione o al contrario del rigetto apriori. Tempestività e istantaneità della pubblicazione hanno inficiato il dovere della ve­rifica soprattutto per chi pubblica, ma anche per chi legge. Il fruitore stesso, lettore o spettatore che sia, si trova a volte di fronte alla sospensione del giudizio sulle informazioni ricevute rischiando di cadere nel paradosso della credibilità: le noti­zie cioè sono valutate incredibili, ma probabili o possibili. In questo clima prolifi­cano le notizie false o menzognere il cui obiettivo è quello di creare distorsione della verità e conseguente disinformazione, e reconditamente di montare il so­spetto, il complotto, la violenza verbale e il conflitto. Perciò l’appello alla “respon­sabilità personale di ciascuno nella comunicazione della verità” appare più che mai opportuno. Solo la veridicità delle notizie può contribuire a un giornalismo di pace, non “buonista”, ma a servizio dell’interesse di tutti poiché genera fiducia e apre “vie di comunione e di pace”.