La Collana «Atti e Documenti» del Pontificio Comitato di Scienze Storiche ha avviato la sua attività nel 1980 ospitando studi su tutti gli ambiti della Storia della Chiesa, dall’Antichità al Medio Evo, sino all’Età Moderna e Contemporanea, ed è diretta dal Segretario del Comitato. Con la Lettera apostolica Egregiae virtutis (31 dicembre 1980), Giovanni Paolo II, come già Papa Leone XIII (il 30 settembre 1880), aveva esteso a tutta la Chiesa cattolica il culto dei due Santi fratelli proclamando i Santi Cirillo e Metodio, assieme a San Benedetto da Norcia, patroni d’Europa. I Santi Cirillo e Metodio – per il loro modo pacifico di edificare la Chiesa – possono essere considerati un «ponte» fra Oriente e Occidente, non soltanto nei tempi in cui vissero come missionari del Vangelo, ma anche oggi in quanto si offrono a noi con l’esempio e con la testimonianza della loro vita e della loro missione, invitandoci a crescere – come scrive Bernard Ardura – «nella mutua comprensione delle ricchezze spirituali e culturali legate alle varie tradizioni che costituiscono il patrimonio culturale cristiano dell’Europa».
Giuda lo tradì. E al suo posto fu prescelto Mattia. Poi, dopo la morte e resurrezione, Egli apparve miracolosamente sulla strada di Damasco al suo persecutore Paolo di Tarso, che divenne così "l'apostolo dei Gentili", il massimo interprete e missionario della sua parola presso Greci e Romani. Sono loro gli apostoli, gli inviati da Gesù nel mondo ad annunciare la Buona Novella. E sono loro i protagonisti di questo libro, pensato come un manuale d'uso di immediata e meditata conoscenza dei primi testimoni del miracolo cristiano. Per ognuno di loro, viene presentata: La vita straordinaria, raccontata dai Vangeli e dalla Storia. La secolare rappresentazione artistica del Santo con gli attributi che lo rendono riconoscibile. I riti religiosi e le tradizioni popolari che ne tramandano e rinnovano il santo e miracoloso operato. I luoghi sacri del culto.
Vita di santa Barbara è una storia di fede, una grande storia d'amore, e anche un dramma familiare che diventa il simbolo di uno scontro culturale destinato a cambiare per sempre il volto dell'Occidente. La testimonianza di santa Barbara segna il passaggio di consegne dal mondo pagano a quello cristiano e la forza della sua fede rivela l'impotenza dell'Impero di Roma. Incentrato sulla vita della vergine e martire del III secolo d.C., poi diventata santa, protettrice di minatori, Artiglieri e Vigili del Fuoco, nonché patrona di Rieti, questo volume, corredato delle immagini in Hd della fiction Santa Barbara - prodotta da Lux Vide in collaborazione con Rai Fiction, e andata in onda su Rai1 nel 2012 - offre ai devoti della santa, e non solo, una rivisitazione il più possibile completa e coinvolgente dell'esperienza religiosa e umana di una figura divenuta leggendaria.
Il tesoro di San Gennaro è senza dubbio una delle meraviglie di Napoli, forse una delle più importanti raccolte di questo genere al mondo sia per la preziosità delle gemme, sia per la raffinatezza delle lavorazioni che per il valore storico dei pezzi. Una esposizione di oggetti preziosi, così ricca e completa come in questa mostra, mette a disposizione del visitatore un panorama ricchissimo di opere che non sempre sono normalmente visibili. Lo scopo di questa esposizione è di mostrare assieme alle meraviglie del Tesoro le meraviglie dei monumenti del centro di Napoli ed in questa ottica la mostra si snoda in varie sedi: il Museo del Tesoro (cuore della mostra che espone le opere più preziose e delicate), la Real Cappella del Tesoro, il Museo Diocesano, il Complesso Monumentale dei Gerolamini, l'Archivio Storico del Banco di Napoli, in un percorso che permette al visitatore di percorrere strade ricche di storia e di conoscere un nucleo fondamentale dei monumenti del centro storico di Napoli. Questa mostra è un'occasione per una riscoperta che comprende non solo i monumenti ma anche le strade e la vita della città che, unica al mondo, conserva un centro storico ricco di vita popolare.
Le regioni italiane sono costruzioni artificiali o entità territoriali che appartengono alla nostra memoria culturale? La questione, oggetto di dibattito politico e storiografico sin dal Risorgimento, fa da sfondo a questo volume, incentrato su una fonte significativa per gli studi della storia delle identità regionali: le raccolte territoriali di vite di santi. Forgiate tra la fine del medioevo e la piena età moderna nelle officine degli ordini religiosi e nel fuoco delle controversie dottrinali, tali opere ridisegnano, in continuità con la cultura umanistica, le entità regionali della penisola, dal Piemonte alla Calabria, dalla Toscana alla Lucania, dall'Umbria alle isole maggiori. Gli eruditi agiografi, attraverso un intenso lavoro di scavo archivistico e l'uso combinato di una pluralità di testimonianze archeologiche, cronachistiche, epigrafiche, iconografiche -, promuovono antichi e nuovi luoghi di culto, creano narrazioni identitarie, disegnano inediti paesaggi sacri: una inventio, qui intesa nel duplice senso di "riscoperta" e "invenzione", di tradizioni, spazi e confini regionali, sostenuta non di rado da una sensibilità di tipo geo-cartografico.
Perché "A tavola nel convento del santo"? Perché è lì che ci porta il manoscritto n. 9, compilato da un umile e quasi ignoto cuoco al servizio della comunità. Poco sappiamo di lui: proveniente da un piccolo borgo del Trentino, con qualche difficoltà di scrittura, egli annota nel suo quaderno cibi e vivande che prepara a pranzo e cena per i frati del convento, e per le altre numerose persone spesso ospiti presso la comunità francescana di Padova. Il cuoco tuttavia non scrive solo di gastronomia, ma anche di eventi e personaggi che attirano la sua attenzione, lasciando così testimonianze di grande interesse per la storia sociale e religiosa di quegli anni, i primi decenni dell'Ottocento. Riguardo alla descrizione dei menu quotidiani si può dire che il documento è fino ad oggi l'unico riguardante la storia della cucina padovana del periodo. Il manoscritto ci consegna dunque una cucina fortemente legata al territorio e ai prodotti stagionali, spesso provenienti da proprietà del convento; abbonda il riso, usato quotidianamente insieme alla pasta per le minestre, mentre pesci, uova, formaggi e verdure sono consumati nei giorni di magro. Non mancano eventi più o meno lieti: celebrazioni legate al culto del Santo, presenza di celebri predicatori, ma anche la paura dell'incipiente epidemia di colera, o i danni che la città subisce per temporali e grandinate eccezionali. Il tutto descritto con garbo e umiltà, e ravvivato da velate "riflessioni" personali che danno al testo gradevole vivacità.
Il volume raccoglie il corpus epistolare e autobiografico, inedito, della carmelitana scalza Maria degli Angeli (1661-1717). Restituisce - unico nel panorama italiano dei documenti e degli studi di spiritualità e di mistica il dialogo epistolare fra la Religiosa e i Direttori di coscienza, mostrando la risonanza europea, universale di un'esperienza che matura all'interno di un ordine - il Carmelo teresiano - al centro dell'Europa moderna, fra i suoi poteri, le sue istituzioni.
In occasione dell'VIII centenario della conversione di Chiara, l'Istituto Teologico di Assisi ha voluto dedicare alla Santa una settimana di studi, i cui atti si presentano con questo volume. Si affrontano alcuni grandi temi e snodi dell'esperienza cristiana della Santa, quali la conversione, il ruolo storiografico della Leggenda su di lei scritta da Tommaso da Celano, il rapporto con l'Ordine dei Minori e la complessa questione della clausura. Ne esce la descrizione di una donna che ha voluto vivere con passione la sua esperienza cristiana nel contesto culturale e sociale del Medioevo e che è capace di dialogare con l'attuale contesto culturale per offrire parole profetiche a questa nostra generazione.
Il sogno rinascimentale di una società pacifica dove la cultura domina e regola la vita degli uomini, un modello di felicità che ha ispirato generazioni di sognatori.
Ambrogio Sansedoni (1220-1287), appartenente per nascita alla classe dirigente del Comune di Siena, abbraccia la vita religiosa nell'Ordine dei Predicatori e diviene famoso predicatore. Odile Redon inserisce la sua figura, in vita e in morte, nel contesto della storia senese: animazione delle confraternite, al servizio dei poveri e dei malati, contrasto all'usura, liberazione dall'interdetto che aveva colpito la città ghibellina, suscitando un moto popolare e comunale di gratitudine, che si esprime nella corsa di cavalli premiata con un palio. La ricostruzione del percorso volto al riconoscimento della santità attraverso fonti documentarie e agiografiche costituisce uno degli aspetti più innovativi di questo volume, che, dall'osservatorio particolare di una famiglia e di un suo illustre esponente, getta luce sulla storia sociale, politica, religiosa di Siena.
Il testo presenta la vita e la spiritualità di San Carlo da Sezze.
Il testo parla della diffusione del culto di san Rocco in Italia e delle sue modalità. Ci dice come spesso, fuori dalle mura delle città o dei paesi, sorgessero cappelle, chiese, capitelli dedicati a san Rocco quasi per chiedere al santo taumaturgo di tenere il morbo della peste fuori dalla città. Come siano nate confraternite, chiese, oratori, santuari, Scuole dedicati a San Rocco. Gli autori raccontano come il suo culto conobbe una rapida e straordinaria diffusione dall'Italia settentrionale, dove abbiamo le prime testimonianze, a quella meridionale dove si è profondamente radicato.