Regime di questo tempo per una serie di nodi storici e di elementi socio-politici "cristallizzatisi" in una sorta di mosaico, il totalitarismo va necessariamente posto in relazione con l'epoca moderna. Per quanto la modernità non conduca deterministicamente al totalitarismo, ponendosi come condizione necessaria ma non sufficiente per la sua affermazione, il fenomeno costituisce la drammatica concretizzazione storica di uno dei suoi possibili significati. Seguendo diverse linee teoriche sul tema, il libro inquadra il fenomeno totalitario nella società contemporanea. In primo luogo, ripercorrendo il fecondo dibattito intorno a un concetto che, nel corso di un lungo itinerario intellettuale, si fa al contempo strumento analitico e arma di lotta politica. Quindi, illustrandone l'originalità rispetto ad altre forme non democratiche di regime e il suo connotarsi, seguendo Arendt, come la manifestazione più estrema della scomparsa della politica nel suo senso più autentico, piuttosto che di una politica portata all'eccesso. Infine, giungendo a esplorare i "dintorni" del totalitarismo, come modalità altre di intersezione tra sfera politica e sfera religiosa nella società contemporanea: la politicizzazione fondamentalista della religione, la natura sempre più pervasiva, finanche biologica del potere, il populismo come "cura" della crisi della democrazia.
Nei decenni scorsi ci si è accostati alla figura e all'opera di don Lorenzo Milani spesso con le lenti deformanti di una visione eccessivamente ideologizzata. A distanza di quasi cinquanta'anni dalla sua morte e dopo migliaia di scritti pubblicati su di lui (ne sono stati catalogati 4137 fino al 1997), oggi non ci sl può certamente esimere dal guardare a don Milani come ad un grande educatore che ha avuto una forte influenza sullo sviluppo della scuola e che occupa certamente nella storia della cultura italiana un posto importante che gli va riconosciuto anche a livello scolastico. Questo libro, che propone una ricca antologia di scritti linguistici di don Milani comprende, altresì, un'ampia introduzione al suo pensiero e alla sua opera in cui si dà un'interpretazione unitaria della posizione politica da lui maturata nell'arco dei vent anni di sacerdozio, delle diverse accezioni con cui usa il termine "cultura" dei pregi e dei limiti della sua esperienza educativa. Il volume contiene oltre ad una nutrita bibliografia, anche un appendice in cui si danno brevi informazioni su quanti tra i più noti, ebbero contatti con il Priore. Impreziosiscono il libro la prefazione di Giorgio Pecorini e la postfazione di Tullio De Mauro.
Leggendo queste memorie di don Bernardo Antonini si può cogliere come la Divina Provvidenza scelga e prepari le persone di cui si serve in momenti particolari della storia. Don Bernardo è stato una di queste: "L'uomo giusto al momento giusto", disse di lui l'arcivescovo della diocesi di Mosca, mons. Tadeusz Kondrusiewicz. Uomo di grandi intuizioni, dinamico e tuttavia di profonda vita interiore, ricco di iniziative, sensibile nel cogliere i mutamenti dei tempi, nei dieci anni vissuti in Russia diede il meglio di sé, fino all'ultimo. Era felice ed entusiasta di collaborare alla crescita del Regno di Dio e diffondere con tutti i mezzi la buona notizia del Vangelo in quella Chiesa che emergeva da un lungo, doloroso passato. "Ora le strutture sono al completo", scrive nel 1994. "C'è la Caritas, la Scuola di Teologia per laici, il Seminario, la radio, e anche il giornale": a tutte queste opere aveva offerto la sua opera intelligente e generosa, da vero apostolo.
In questo libro Antonino Zichichi ripercorre il cammino di Giovanni Paolo II nella sua azione di difesa e promozione della vera grande scienza. Le azioni di Giovanni Paolo II, nel corso del suo lungo e prodigioso apostolato, ne fanno il più grande amico che la scienza abbia mai avuto. Ne sono prova le testimonianze di illustri scienziati tra cui diversi premi Nobel, direttori di grandi laboratori, rettori d'università e presidenti di accademie scientifiche. Nel corso di molti anni la vera grande scienza è stata vittima della violenza politica ed economica senza che una sola voce si levasse in sua difesa. Senza Giovanni Paolo II la scienza avrebbe continuato a essere relegata nelle torri d'avorio e a essere oggetto di scomuniche laiche. Oggi più che mai, c'è bisogno di una grande alleanza tra le due componenti della nostra esistenza: nell'immanente la scienza, nel trascendente la fede. Le radici di questa grande alleanza sono oggetto di attenzione da parte del successore di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI. L'opera di Wojtyla ha in Benedetto XVI il più fedele e convinto sostenitore, come dimostrano le prove portate in quest'opera dallo scienziato che ha avuto la stima e l'affetto del papa amico della scienza.
Il volume offre una panoramica dell'Inquisizione di Padova contro Cesare Cremonini e Galileo Galilei nel 1604.