L'ampio commento alla Prima lettera ai Corinzi si articola in tre momenti: anzitutto un'analisi letteraria della sezione e delle sue parti, per evidenziarne le caratteristiche formali e l'intelaiatura strutturale (in questa parte vengono affrontati tutti i problemi legati al testo sia quanto alla trasmissione che quanto all'autenticità); poi una ricostruzione, basata sui dati certi e i più numerosi indizi offerti dalla lettera, del problema affrontato e della situazione della comunità destinataria della comunicazione epistolare (in questa parte i problemi delle comunità paoline e la soluzione proposta dall'apostolo sono ricostruiti attraverso illuminanti paralleli con fonti coeve classiche o ebraiche); infine, una lettura analitica del testo, versetto per versetto, (in questa parte si apprezzerà lo sforzo per una traduzione puntuale, capace di seguire da vicino il testo greco). L'attenzione dedicata al contesto culturale di origine giudaica e di matrice classica, greca ma anche latina, percorre tutte le parti del commento e gli dà forma. Il lavoro è condotto in costante dialogo con gli studiosi e con le ricerche più recenti; la bibliografia è fornita sezione per sezione e in fine volume. Per l'ampiezza, per l'attenzione agli aspetti testuali, storici e teologici, il commento di Barbaglio è uno strumento in grado di rispondere alle molteplici esigenze (religiose o laico-culturali) che portano un lettore a consultare o studiare il testo biblico.
Il volume riunisce gli interventi del Convegno di studi dedicato all'insigne giurista udinese Francesco Carnelutti, la cui figura viene descritta esaminando i numerosi campi delle sue attività: operatore del diritto, giurista, maestro della procedura e del diritto sostanziale civile e penale.
Scritti clandestinamente dal poeta romano Giuseppe Gioacchino Belli, i "Sonetti" - composti per la maggior parte in due fasi, 1830-1837 e 1842-1847 formano nel loro insieme un poema di grandissimo rigore e complessità. Vi si può trovare lo studio colto e animato dei costumi e delle tradizioni di Roma, pur se volti spesso in parodia o in riso; oppure il contrario, la volontà implicita di distruggere i miti della storia, riportandoli alla mentalità gretta e riduttiva del parlante popolaresco. Il "culto" della verità evangelica in costante opposizione con il potere temporale e la condotta dei papi; e insieme in richiami al riformismo illuministico, di matrice soprattutto francese. E ancora: la visione puramente estetica (e quasi accademica) della città e dei suoi monumenti, e l o squallore non meno vistoso di certe piazze, angoli e cortili dove si raggruma la miseria spesso vanagloriosa delle persone che vi abitano. A fronte di ciò, gli ambienti, i riti, le figure del patriziato e del clero, tragicomiche apparizioni cui fa riscontro quasi simbolicamente l'idea egualitaria di ciò che potrebbe essere un'altra società. Il catalogo delle esplorazioni belliane è in ogni senso traboccante. Giacinto Spagnoletti ha scelto quattrocento sonetti fra i più significativi dell'immensa raccolta, dedicando a essi un commento essenziale, che non esclude le note dell'autore medesimo; sì che essi possano esse compresi in ogni angolo d'Italia.