L'ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute) è il nuovo strumento elaborato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per descrivere e misurare la salute e la disabilità della popolazione. Esso rappresenta la versione definitiva e approvata a livello mondiale della Classificazione Internazionale delle Menomazioni, delle Disabilità e degli Handicap (ICIDH). L'ICF consente di cogliere, descrivere e classificare ciò che può verificarsi in associazione a una condizione di salute, cioè le "compromissioni" della persona, cioè il suo "funzionamento". Non è una classificazione che riguarda soltanto le condizioni di persone affette da particolari anomalie fisiche o mentali, ma è applicabile a qualsiasi persona, dove vi sia la necessità di valutarne lo stato a livello corporeo, personale o sociale. Si tratta di una rivoluzione della concettualizzazione della disabilità, che tiene conto di fattori contestuali e ambientali. L'ICF è uno strumento importante per i professionisti del campo sanitario e dei settori della sicurezza sociale, delle assicurazioni, dell'istruzione, dell'economia, del lavoro, in ambito politico e legislativo, e può essere utilizzato: come strumento educativo; come strumento clinico; come strumento di politica sociale; come strumento di ricerca; come strumento di raccolta e registrazione di dati.
La Birmania, oggi conosciuta con il nome di Myanmar - è soggetta a un regime spietato e autoritario. Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace nel 1991, è stata la protagonista assoluta, il leader ideale del partito che ha tentato per lungo tempo di riportare la democrazia e i diritti civili nel paese. Questa donna tenace e coraggiosa ha subito, a causa delle sue idee, profonde umiliazioni, come l'arresto, la detenzione. l'allontanamento dalla famiglia, senza mai arrendersi alla violenza e alla cieca arroganza del potere. Per questo, quando parla della sua terra lo fa con la passione, la malinconia e insieme la lucidità che solo un politico di rango possiede. Lo dimostra questo libro con cui l'autrice consegna un ritratto della Birmania, evocando ora l'avvicendarsi delle stagioni, ora le feste della tradizione, ora gli usi e i costumi più significativi; e ancora, rende onore al coraggio e all'abnegazione di uomini semplici, artisti, intellettuali che, a prezzo di infiniti sacrifici, a volte della stessa vita, hanno sostenuto e sostengono la democrazia. Non solo: Aung San Suu Kyi denuncia con fermezza le penose condizioni di miseria della popolazione, privata dei diritti più elementari come l'istruzione e l'assistenza sanitaria, e si pone davanti ai potenti della Terra come simbolo della speranza in una forza più grande del potere armato.
Nel suo scritto teologico ed esortativo, pastorale e ascetico, Grignion de Montfort percepisce e contempla il mistero di Cristo e della Chiesa a partire da un unico punto focale: Maria. Il Trattato è suddiviso in tre parti. Nella prima parte espone la sua dottrina mariana incentrata sulla necessità di una devozione a Maria, come il mezzo più sicuro e necessario per consacrarsi a Dio. Nella seconda parte, l'autore spiega che la devozione mariana deve avere Gesù Cristo come fine ultimo; se è fine a sé è una "falsa devozione". Nella terza parte si espongono le pratiche interiori ed esteriori necessarie per potersi "consacrare". Un'intuizione attuale per il nostro tempo, che fa di Grignion de Montfort un maestro per il presente e il futuro della Chiesa.
Una raccolta di scritti di Aung San Suu Kyi, la coraggiosa, indomabile dissidente birmana- Premio Nobel per la Pace 1991- liberata nel 1995 dopo sei anni di arresti domiciliari. Il ritratto spirituale di un personaggio straordianrio, guida elettiva di un popolo del Terzo Mondo nel difficile cammino verso la libertà e l'autodeterminazione. In un paese sottoposto ad una spietata dittatura, con un reddito pro capite tra i più bassi del pianeta, questa fragile donna dalla tempra d'acciaio ha suscitato consensi enormi, facendo conoscere il suo nome a livello internazionale. Come scrive Paolo Pobbiati di Amnesty International, nella Premessa al volume, "in questa fine secolo, così atrocemente segnata dalla gestione dei conlitti interni di molti paesi all'insegna dei massacri, pulizie etniche e altre nefandezze, commesse spesso ai danni di innocenti inermi, Suu Kyi ci racconta come la vera guerra che dobbiamo combattere è quella dentro di noi per liberarci dalla paura che corrompe chi è al potere e ha paura di perderlo e teme il castigo di coloro che lo detengono. Una grande lezione su quella che potrebbe essere la vera 'via asiatica ai diritti umani'.
Este libro contiene el poema sanjuanista que más honda y vibrantemente se acerca al misterio de la comunicación divina. A lo largo de los veinticuatro versos se mantiene inalterada la sensación de serenidad. Todo es paz y sosiego en exclamación admirativa, en contemplación pura, pero a la vez en vértigo de chisporroteo.
Quarto volume, dei dodici previsti, della corrispondenza di San Vincenzo de' Paoli; esso comprende il periodo che va dall'aprile 1650 al luglio 1653. Le lettere, le conferenze e i documenti relativi alle opere di San Vincenzo de' Paoli costituiscono la testimonianza del generarsi del carisma vincenziano della carita. Il piano dell'opera prevede la pubblicazione nella traduzione italiana dei 12 volumi dell'opera omnia pubblicata negli anni 1920-21 da Pierre Coste.
San Francisco se propone hacer amable el deseo de santidad y su arduo camino a todas las gentes. Su llamada a la santidad es plenamente actual.
Una obra traducida al castellano por Francisco de Quevedo y Villegas. "Se trata de un libro que rezuma suavidad, serenidad, optimismo y, al mismo tiempo, fuerza, firmeza, claridad de doctrina y exigencia ascética". Esta obra refleja "la sonrisa amable del amigo persuasivo y el pulso seguro de un director de almas exigente y alentador"."Estamos seguros de que la lectura de este libro estimulará, con su sal humana y su simpatía divina, a todo aquel que se asome a sus líneas con deseos de esponjar el espíritu y acercarse a Dios, que siempre está esperando".
Sor Ángela de la Cruz (Sevilla, 1846-1932), fundadora de las Hermanas de la Cruz destacó en su vida por un infatigable afán de servicio y atención a los más pobres y enfermos. Su carisma sigue estando hoy muy vivo en la Iglesia por medio de sus hijas. Ellas nos ofrecen ahora, en el presente volumen, una selección de 208 cartas de un total de 7.000 que constituyen el epistolario completo de sor Ángela. Abarcan, básicamente, desde 1878, recién fundada la primera casa fuera de Sevilla (Utrera), hasta 1930, dos años antes de su muerte. Como iletrada que era, sus textos no ofrecen gran calidad literaria, pero si reflejan la gran calidad humana y cristiana de esta singular mujer.
Edición preparada por las Hermanas de la Cruz
Nueva edición crítica. Introducciones, edición y notas de Francisco Martín Hernández y Luis Sala Balust.
Con este volumen culmina la nueva edición de las obras completas de San Juan de Ávila, cuyo contenido comprende toda la extensa producción de cartas hasta ahora conocidas. En nuestro caso, se han recogido 263 cartas. La obra epistolar es, junto con el “Audi, filia”, el texto más conocido del santo, tanto en España como en el extranjero, a juzgar por sus múltiples y constantes reimpresiones. No existe duda alguna seria en torno a la autenticidad de las cartas avilinas publicadas hasta el presente. Todas son del Mtro. Ávila, pero es de lamentar que, al menos en su integridad, no hayan llegado a nosotros tal como salieron de su pluma, sino con mutilaciones y retoques.
Completa este volumen un útil índice de materias realizado sobre el conjunto de las obras completas.
La obra consta de 4 vols.: I: Audi, filia. Pláticas. Tratados (MA0064); II: Comentarios bíblicos. Tratados de reforma. Tratados menores. Escritos menores (MA0067); Vol. III: Sermones (MA0072); IV: Epistolario (MA0074).