Testimonianza della adesione a un ideale, espressione di una fede politica, modalità che conferma ed esalta il senso di appartenenza e comunione a un gruppo: il canto è una delle manifestazioni più significative di condivisione di un credo sociale. Cadenza lo svolgersi della politica, ne sottolinea gli eventi principali, ne accompagna l'evoluzione. Se è uno dei segnali più significativi della partecipazione della gente comune, il canto risulta un documento utile per capire la storia. Il libro, con un'ampia antologia di brani, racconta una storia d'Italia inedita, dal Risorgimento a oggi, attraverso la colonna sonora dei canti di protesta.
Nel panorama del romanico quello marchigiano è fra i meno noti, e immeritatamente. Il volume documenta una serie di evidenze monumentali di qualità e significato storico notevoli: il nesso con il tardo antico di Ravenna, il legame con la consistente eredità romana, l'immersione suggestiva in un paesaggio di rara e incontaminata bellezza.
E' una biografia appassionata, basata su documenti di prima mano e lettere inedite, questa che Fernanda Pivano ha dedicato a Hemingway, lo scrittore-mito del Novecento, cui fu legata da un profondo sodalizio professionale. Dalle pagine, che non si succedono in ordine cronologico, ma sotto l'incalzare dei ricordi e delle emozioni, emerge in una luce nuova la figura di questo genio sfortunato che, con un sorriso triste fino alla disperazione, diceva di aver conquistato il Nobel solo perché nel libro "Il vecchio e il mare" non c'erano parolacce. Dalle stesse pagine emerge un mondo dove il ritratto della realtà è intriso di tragedia e di amore per la vita.
Il tempo libero ha acquisito oggi uno spazio e un rilievo tali da farlo apparire come uno dei fenomeni più caratteristici della società di massa. Il libro ripercorre gli aspetti significativi della storia del tempo libero in Italia dall'Ottocento ai nostri giorni: dai giochi tradizionali allo sport, dalla musica al ballo, dalla scoperta della vacanza al cinema, dai piaceri della tavola ai giochi virtuali, fino ad indagare la sfera privata e la sessualità. Un affresco di storia del costume e della mentalità, un osservatorio per cogliere le trasformazioni della società italiana nel corso di oltre un secolo.
Il viaggio della Pivano porta con sé le voci, le figure e le storie dei protagonisti della vita culturale americana del novecento: Fitzgerald, Hemingway, Cowley, la Parker, Faulkner, Algren, Ginsberg, Kerouac, Corso, Williams, Carver, la Jong, Pynchon, la Highsmith, McInerney e Ellis, solo per citarne alcuni. La passione dell'autrice ci trasforma in compagni di strada e di avventura e siamo lì quando Hemingway studia la "profondità azzurra" delle Tortugas, quando Kerouac si sveglia improvvisamente famoso dopo una recensione a "Sulla strada" apparsa sul "New York Times".
Condotta sulla base di una ricognizione vastissima nei registri di decine di comuni italiani, lo studio di Pivato traccia per la prima volta i contorni del vistoso fenomeno del nome ideologico, localizzandolo e seguendone l'evoluzione nel tempo. Il fenomeno attraversa le religioni politiche dell'Otto-Novecento, dal repubblicanesimo al socialismo, dall'anarchismo al nazionalismo, al fascismo, e declina nel secondo dopoguerra. Pivato repertoria e interpreta centinaia di nomi, mostrando in maniera convincente come essi si giustifichino all'interno di una cultura popolare che ha sostituito la religione con la politica, ma ha trasportato in questa atteggiamenti e ritualtà di quella.
le scene di vita di un paese - il cui confine tra realta e fantasia spesso si perde - raccontate con la solita spigliatezza e immediatezza da parte dell autore. E' difficile distinguere, nel la narrazione, il confine fra la realta e la fantasia, ma cir che conta e`la possibilita di riconoscere nei fatti, nel linguaggio, nei sentimenti e nelle passioni popolari i tratti caratteristici di una cultura che, puo`in tempi diversi, manifesta nell'uomo la presenza delle solite ansie e della mai sopite speranze. L'a utore, come nelle sue precedennaggi e li pone sulla scena coi loro sentimenti e la loro particolare cultura. Luigi piva non vuole indottrinare, ma solo proporre e suscitare: in cir si coglie il suo vizio antico di rispettare l'interlocutor e mettendolo a proprio agio affinche pervenga in spirito di liberta a personali conclusioni culturali. Questo fu sempre il segreto della pedagogia che informr per quarant'anni la sua attivita nella scuola, meta spesi come docente e meta come preside.
Questo volume presenta la Storia dell'Arte medievale con un approccio innovativo, incentrato sulle origini culturali, sul contesto storico e sui presupposti tecnici dell'opera artistica e architettonica. L'obbiettivo è di restituire il più fedelmente possibile le intenzioni di costruttori, artisti e committenti, il loro retroterra culturale, il loro orizzonte di significato, le condizioni materiali che definivano la loro azione. Il coordinatore del volume, Paolo Piva, ha coinvolto eminenti studiosi italiani e tedeschi in un progetto in cui fossero condivisi questi orientamenti metodologici di fondo. Il risultato di questo lavoro è un libro capace di offrire illuminanti chiavi di lettura al millenario percorso dell'arte medievale (dal 300 al 1300 d.C.) senza la pretesa di descriverne puntualmente ogni fase ma con l'ambizione di rivelarne le fondamentali coordinate.
Giorgio La Pira (1904-1977) è stato una singolare figura di cristiano. Leader politico, docente di diritto romano, sindaco di Firenze, fu uno dei maggiori artefici della Carta costituzionale dell'Italia repubblicana. Convinto assertore della riconciliazione tra le religioni e tra i popoli, La Pira si fece promotore di convegni internazionali di pace. Clamorose furono le sue iniziative in favore della distensione, del disarmo, dei diritti civili. Tra i suoi interlocutori vi furono Kennedy, Kruscev, Nasser, Ciu En Lai, De Gaulle. Questa vastità di orizzonti culturali e politici non gli fece tuttavia dimenticare i bisogni immediati della gente: negli anni in cui fu sindaco di Firenze si batté per dare lavoro ai disoccupati, una casa ai senzatetto, assistenza ai diseredati non esitando di fronte a incomprensioni e alle facili accuse di chi lo considerava un visionario e un sognatore. La nota unificante della sua personalità fu la fede in Cristo e nel mistero della sua risurrezione che ancora opera e trasforma la storia dell'uomo. Di qui la visione ottimistica di La Pira che, senza rinnegare le asprezze della vita, riteneva che la carità potesse, alla fine, prevalere sugli egoismi e le guerre.
Il romanzo racconta la storia di una donna, dei suoi viaggi, delle sue esperienze: innamorata del marito che se ne è andato, riceve le più diverse profferte d'amore. Ma la sua risposta è sempre no. La vera trasgressione è dunque una fedeltà non richiesta? "Non è facile trovare nella narrativa italiana scrittrici che propongano una lettura ironica e umoristica della realtà. Fernanda Pivano ci è riuscita nel suo primo libro di narrativa". (Maria Corti)