Da Abitudine" a "Volontà di Dio": il pensiero di Don Bosco in tante "pillole" educative."
Di poche cose Sara era sicura: l'amore per suo figlio, il rimpianto per il marito perduto, l'orgoglio per la sua conquistata professionalità. Ma un dolore lacerante, accantonato per anni nel "sottoscala della memoria" a difesa di un equilibrio mantenuto a stento, inizia a bruciare nuovamente: il pensiero della figlia concepita con l'uomo più importante della sua vita, strappatale via dai genitori e abbandonata in un brefotrofio trentadue anni prima, alimenta i suoi sensi di colpa, ma anche un istinto di lotta per riportare in qualche modo il destino nelle proprie mani, dopo esserselo lasciato sfuggire colpevolmente per troppo tempo. E quando finalmente Sara comincia a cercare quella figlia mancata, rompendo il muro del silenzio, le si spalanca davanti un presente fatto di altre storie e altre voci, di normative stringenti e di aspettative frustrate, e anche la sua visione del passato assume aspetti nuovi, inediti. Il secondo romanzo di Cynthia Russo è una riflessione sul tema dei figli abbandonati e non riconosciuti, sul loro diritto di apprendere l'identità dei genitori naturali e quello speculare dei genitori di avere notizia della sorte di quei figli, in opposizione alla controversa "legge dei cento anni".
Il 7 maggio 558, poco più di vent'anni dopo l'inaugurazione nel 537, crollò la cupola della basilica di S. Sofia a Costantinopoli. La ricostruì Isidoro il Giovane, e il 24 dicembre 562 la chiesa venne riconsacrata. Ma cosa ha veramente fatto l'architetto bizantino? Isidoro ha dovuto innanzi tutto capire le ragioni del crollo e poi elaborare un progetto che si fondasse sul principio della stabilità, ed è stato per questo costretto a ridefinire gli spazi e ridecorare le superfici interne: è attraverso la rimodulazione degli spazi e delle decorazioni realizzata da Isidoro il Giovane nel 558-562 che la chiesa di Giustiniano, così come la vediamo, è giunta fino a noi. Ed è perciò solo attraverso la conoscenza dell'opera di questo architetto che possiamo valutare appieno uno dei capolavori riconosciuti dell'architettura mondiale.
In un momento di crisi verticale, in cui l'intero edificio dell'economia di mercato barcolla, aprendo faglie anche nel relativo modello di scambio sociale, si ripropone con un'impellenza sconosciuta ai teorici del Novecento la questione di ripensare e praticare un'etica diversa da quella mercantile. È la logica del dono, che tradizionalmente si colloca sul versante opposto rispetto all'utile e al profitto. Quale rilievo assoluto avesse nelle società arcaiche lo abbiamo appreso dai classici dell'antropologia. Ma come si configura qui e ora un agire libero, gratuito, disinteressato, rischioso, accogliente, perfino scandaloso nella sua radicalità? L'unico modo per non cadere nella trappola idealizzante di un'antitesi tra egoismo e altruismo, spesso appiattita sulle figure più stereotipate del sacrificio di sé, è riflettere sulle ambivalenze dell'idea di dono, sui paradossi del soggetto donante, e immaginare quale nuova grammatica relazionale possa nascere "oltre la società degli individui". È un compito che affrontano insieme filosofi morali, teoretici e sociali, economisti, teologi e bioeticisti, in un libro corale, punto di approdo delle più avanzate prospettive antiutilitaristiche.
Un incidente riunisce quattro amici di infanzia nella loro città natale. E dà loro le risposte che cercavano da sempre. Quando Rubens, redattore sportivo alla soglia dei trent'anni, scopre che Carlo è grave in seguito a un tuffo, lascia Milano e la carriera in ascesa per tornare a Firenze. Si porta dietro solo l'ossessione per Anita: la sua ex l'ha mollato da mesi ma lui continua a sognarla ogni notte con una faccia diversa. Insieme a Gazza e Pico, tornati anche loro, passa una strana, lunga, irripetibile estate accanto a Carlo. E tutto sembra di nuovo come prima, o quasi. Al centro traumatologico si forma un'inattesa e sghemba comunità, affollata di buffi personaggi: un cinese che non sa una sillaba di italiano ma si lamenta tutta la notte, un coatto che suona in un gruppo ska dal nome improbabile, una loquace e devota signora peruviana, un'infermiera maggiorata... Tra corse in sella all'intramontabile vespa Monica Vitti, fughe dall'ospedale con Carlo come ostaggio, litri di Guinness, notti insonni e la vittoria italiana ai mondiali di calcio, Rubens e i suoi amici fanno per la prima volta i conti con quel che hanno perso e quel che non avrebbero mai immaginato di ritrovare. E decidono finalmente di crescere.
Per la delicatezza nel servizio dei poveri e dei sofferenti fu soprannominato angelo della Piccola Casa". Coed. Elledici-Velar. "
Nel febbraio del 1908 Freud ripone grandi speranze in due giovani psichiatri, Carl Gustav Jung e Otto Gross. A maggio redige il certificato d'internamento per Gross, che è preso in cura da Jung per una cura disintossicante da oppio e cocaina. Freud conta di poterlo analizzare in autunno. Non andrà così. I due delfini si analizzano a vicenda. Jung scopre in Gross il proprio gemello. Ma la diagnosi è senza appello: Gross è affetto da dementia praecox. Quindi evade dal Burgholzli e sparisce. Di Freud e Jung si sa molto. E Otto Gross? Questo libro ne analizza le idee e ne ripercorre le tracce: a Graz è precoce e geniale psichiatra folgorato da Freud; a Zurigo c'è la sua ombra dietro il rapporto tra Jung e Sabina Spielrein; a Monaco e Ascona è protagonista della cultura alternativa, e Carl Schmitt lo cita tra i padri nobili dell'anarchia; a Heidelberg, Max Weber non può fare a meno di confrontarsi con le sue inquietanti idee; a Praga è Franz Kafka a subirne decisamente il fascino. Accusato di aver istigato al suicidio due sue amanti, è rinchiuso più volte in manicomio. Apostolo del libero amore e del matriarcato, viene fatto arrestare dal padre e interdetto. Gross morirà di stenti a Berlino, poco più che quarantenne.
Questo libro è una cronaca che vuole far rivivere la progressione di quei 30 giorni che hanno cambiato la Tunisia e hanno dato inizio alla "primavera araba", tentando di far rivivere al lettore quei momenti storici e spiegare come il gesto di un povero ambulante, che si è immolato per rivendicare la propria dignità, abbia coinvolto un intero popolo, abbattendo il "muro della paura" e dando il via a un cambiamento inaspettato. Oltre che sull'esperienza personale degli autori e su interviste a familiari dei "martiri della rivoluzione", avvocati, artisti, bloggers e giornalisti, il racconto si basa sulle centinaia di messaggi scambiati all'epoca della rivolta sui social network come Facebook e Twitter, che durante la "primavera araba" si sono trasformati in una piazza virtuale in cui esprimere il proprio dissenso.
La prevenzione della tossicodipendenza e la gestione e il recupero sociale di chi soffre questa forma di dipendenza richiedono un continuo aggiornamento professionale, modelli di intervento innovativi e complesse sinergie tra i diversi nodi della rete di aiuto. Di fronte a questa complessità le organizzazioni del Terzo Settore hanno acquisito un ruolo importante, soprattutto in una logica di collaborazione sempre più improntata sulla complementarietà e sulla sussidiarietà orizzontale. È questo il panorama da cui partono le riflessioni proposte in questo lavoro, nato dalla collaborazione tra l'ambito accademico e l'esperienza di una delle strutture del Terzo Settore che più di altre è riuscita a proporre un modello di intervento di grande interesse ed efficacia, cioè quello della Comunità di San Patrignano. Nel volume vengono trattati gli aspetti organizzativi e gestionali dei soggetti deputati a promuovere progetti di prevenzione e gestione della tossicodipendenza, nonché gli effetti che la comunicazione del tema droga ha sull'immaginario collettivo, sulla percezione dei rischi e sul valore dei progetti e delle strutture di prevenzione e gestione della tossicodipendenza
Biografia di Fratel Luigi Bordino: dalla guerra in Russia al servizio dei sofferenti. Coed. Elledici-Velar.